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Autore: Ziamsvoices    23/12/2013    2 recensioni
Due anni prima,Harry aveva regalato a Louis un robot nuovo e lui gli era saltato addosso abbracciandolo e ringraziandolo; il sogno del ragazzo, infatti, era sempre stato quello di diventare un calciatore o ‘il comandante di tutti i robot’, come diceva lui, mentre quello di Harry era più semplice: far felice Louis.
Erano in giardino di casa Styles a giocare, un giorno del 18 dicembre, quando Louis, mentre dava un calcio ad un pallone ed Harry era seduto a terra che lo guardava, affermò: “Quest’anno voglio due regali separati: uno per Natale ed uno per il compleanno”.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Voglio due regali separati: uno per Natale e uno per il compleanno!"
 
Il periodo natalizio, per Louis, era sempre stato motivo di felicità: il 24 dicembre infatti, era il suo compleanno, e a mezzanotte, a Natale quindi, tutta la sua famiglia e quella di Harry, si riunivano nel soggiorno di casa sua e scartavano i regali che avevano comprato l’uno per l’altro. La cosa che piaceva di più a Louis,però, era che non riceveva due regali separati, ma un unico regalo per le due evenienze, ma molto più costoso e a suo piacimento.
Due anni prima,Harry aveva regalato a Louis un robot nuovo e lui gli era saltato addosso abbracciandolo e ringraziandolo; il sogno del ragazzo, infatti, era sempre stato quello di diventare un calciatore o ‘il comandante di tutti i robot’, come diceva lui, mentre quello di Harry era più semplice: far felice Louis.
Louis ed Harry si erano conosciuti all’età di quattro anni, quando Louis si era trasferito nella villetta accanto alla sua con la sua famiglia e la mamma di Harry, Anne, aveva deciso di andare a far loro visita per dargli il benvenuto e la disponibilità per qualsiasi cosa. Harry aveva seguito Anne quel pomeriggio, saltellando accanto a lei, eccitato dal conoscere un altro bimbo. Ad accoglierli nel cortile c’era una signora dai lunghi capelli scuri e dietro di lei, aggrappato alla sua maglia ma con la testa in modo laterale tale da vedere, si nascondeva un bimbo dai grandi occhioni azzurri. Jay (così aveva sentito chiamarla dalla mamma) li fece accomodare in casa per preparare il caffè.
Harry si guardò intorno e poi posò lo sguardo su quel bambino dagli occhi azzurri spalancati ancora ancorato alla mamma, che cercava di divincolarsi.
“Louis, tesoro, che ne pensi di far vedere camera tua ad Harry?”
“No.” Fu la sua risposta imbronciata.
Anne rise, Harry lo guardò intensamente.
“Louis..”
“Voglio papà.” La interruppe.
Jay sospirò e s’inginocchiò accanto a suo figlio: “Papà sta lavorando per il nostro Paese, lo sta difendendo. Tra qualche giorno torna e sarà tutto per te. Ora vai a giocare con Harry.”
Louis annuì flebilmente e iniziò a salire, passando per il soggiorno, le scale in legno. Attraversarono un lungo corridoio e varie stanza per poi fermarsi in quella centrale.
Il castano aprì la porta e si girò, controllando se quel bimbo riccio fosse ancora dietro di lui.
Harry, dal canto suo, appena entrò in quella stanza sentì un forte odore di legno antico, che riconobbe come quello della stanza dei genitori in casa sua; inspirò forte e poi pensò a guardarsi intorno: c’erano giocattoli di tutti i tipi, soprattutto palloni, poster di giocatori e robot.
Alzò le sopracciglia, perché il calcio a lui proprio non piaceva, ma non lo disse.
Spostò lo sguardo sul castano che si era seduto sul parquet di legno, maneggiando malinconicamente un robot.
Harry si sedette di fronte a lui e gli chiese con spontaneità: “Sei triste?”
Louis alzò meccanicamente lo sguardo.
“Si.”
“Perché?”
“Voglio il mio papà.”
“E dov’è il tuo papà adesso?”
Louis inspirò forte prima di assumere un tono di voce orgoglioso e “A difendere il nostro Paese.”
“E..come fa?” chiese ingenuamente Harry.
“Non lo so, ma ci salva ogni giorno.” Giocò un po’ con la mano del robot ed il riccio seguì con gli occhi i suoi movimenti.
“E quando torna?”
“Mamma dice ‘tra poco’, ma io non ci credo più. E finchè non tornerà lui sarò sempre triste.”
Harry s’incupì vedendo una lacrima scendere dal viso dell’altro bimbo: odiava veder piangere qualcuno, faceva stare male pure lui.
“Anche se giocherò con te?” fu il suo disperato tentativo.
Allora gli occhi azzurrissimi di Louis si posarono per la prima vera volta dentro quelli verdi di Harry.
“Non ho mai avuto qualcuno che giocasse con me a Doncaster.” Rispose, riprendendo a giocare.
“Ora ce l’hai, e finchè il tuo papà non sarà tornato ti farò felice io giocando con te.”
“Fra tre giorni è il mio compleanno”
Harry non capì subito, quindi si limitò a guardarlo aspettando spiegazioni, poi sembrò capire e domandò con la stessa ingenuità con cui un bambino può domandare  alla mamma se gli compra un gelato: “Vuoi che ti compri una torta?”
Louis ripose il robot dove c’erano i palloni, incrociò le braccia e fingendosi imbronciato disse: “No, voglio il regalo. Sia per il mio compleanno che per Natale.”
“E perché devi avere due regali?” chiese Harry stavolta. “Poi lo farai anche a me il regalo di Natale?” aggiunse.
“Si, dirò a mamma Jay di comprare un regalo anche per te. Io non voglio due regali, ma uno che valga per il mio compleanno e per il Natale.”
“Ok, però mi prometti che non mi hai detto una bugia e che farai un regalo anche a me?”
“Lo prometto. E tu mi prometti che mi farai davvero un unico regalo che valga sia per il mio compleanno che per Natale?”
“Lo prometto”.
E così fu. Harry comprò ogni anno il regalo per il compleanno e per il Natale a Louis e Louis comprò il regalo per Natale ad Harry, scambiandoseli nel soggiorno di casa Tomlinson. Il papà di Louis tornò, ma ogni volta che lo faceva restava per pochissimo, così Louis si ritrovava triste e sempre più viziato ed isterico ed Harry provvedeva a consolarlo. Questo però non dava fastidio al bimbo dagli occhi color smeraldo: Louis gli piaceva proprio. E non sapeva spiegarsi il motivo per il quale quegli occhi azzurri lo incantavano, quel carattere isterico lo inteneriva al punto tale da volerlo abbracciare ogni secondo, nel quale Louis si scioglieva e sapere a trovarsi ogni volta che papà Tomlinson ritornava, a sperare che andasse via, così che lui potesse ritornare a farlo felice con gli abbracci scherzosi e con l’unico regalo per le due evenienze che lo faceva straripare di gioia.
Alla soglia degli otto anni, però, Louis, data la mancanza del papà, era diventato sempre più insopportabile e pretenzioso, e a volte nemmeno Harry riusciva a calmarlo e si accontentava di giocare ancora con lui nonostante tutto, perché con lui era felice.
Erano in giardino di casa Styles a giocare, un giorno del 18 dicembre, quando Louis, mentre dava un calcio ad un pallone ed Harry era seduto a terra che lo guardava, affermò: “Quest’anno voglio due regali separati: uno per Natale ed uno per il compleanno”.
Harry lo guardò sbalordito e trovatosi varie volte ad ascoltare i discorsi dei genitori, comprendendo perché più grande, gli rispose: “Ma Lou..Quanti sold..”
Non riuscì a terminare, perché Louis bloccò la sua protesta sul nascere con un “Lo voglio e basta.”
Harry abbassò lo sguardo con le lacrime agli occhi, perché secondo il suo parere, non si potevano buttare soldi che potevano servire in casa per due regali alla stessa persona.
Un rumore al suo fianco gli fece rendere conto che Louis gli si era seduto accanto.
“Dai Harry, lo sai che ti voglio bene…”
Harry si asciugò le lacrimucce.
“Oooh ok Lou. Vinci sempre tu alla fine!”
Il bimbo dagli occhi azzurri gli si scaraventò addosso riempendolo di baci sulla guancia ed Harry non potè fare a meno di ridere e farsi passare l’incazzatura.
 

Camminavano per le vie affollatissime di Londra, Anne ed Harry, guardando ogni vetrina deliziati.
“Mamma, Louis vuole due regali separati quest’anno.”
“Lo so, amore. Vi ho sentiti l’altro giorno.”
“Mi..Mi dispiace” indugiò Harry “ma io voglio bene a Louis e voglio farlo felice.”
Anne rise, intenerita.
“Non preoccuparti tesoro, so quanto bene vuoi a Louis e quindi avrà due regali!”
“Ti voglio bene mamma!” esclamò il riccio e la mamma si abbassò ad abbracciarlo.
Harry si beò di quel contatto chiudendo gli occhi e quando li riaprì si rese conto di dove erano fermi: vicino una vetrina di giocattoli; Subito due di questi lo attirarono, così staccandosi da Anne, la trascinò dentro mostrandole ciò che aveva visto. Anne acconsentì e dopo che il commesso ebbe incartato i regali, tornarono a casa.
 

Era il 25 dicembre ormai, e la famiglia Styles era invitata a casa Tomlinson, per una volta al completo. Quella giornata fu memorabile, perché ognuno di loro si divertì, aspettando il momento tanto atteso soprattutto per Louis: lo scarto dei regali.
Passarono quindi per il soggiorno sedendosi intorno al camino e l’albero e scartarono i regali; Harry fu il primo ad aprire il suo, scoprendo che Louis gli aveva regalato un grande tavolo da bigliardino. Poi fu il turno di Louis, che quando aprì i suoi regali e lesse il biglietto che Harry stesso gli aveva scritto con l’aiuto di Anne, rimase di pietra.
Il biglietto diceva:
“Non so quanto possa piacerti, ma ti spiego il motivo di queste due cose insieme:
Il campo di calcio e la palla non hanno bisogno di spiegazione, il robot invece, ce l’ha: a te sono sempre piaciuti i robot, ma non ne hai uno che si muova. E così, ecco a te Sam, il robot che esegue i tuoi ordini, tutti. Quindi, perché non unire i tuoi sogni?”
 
Aveva capito l’importanza del regalo Louis, ma non ne aveva capito il funzionamento, cosa Harry volesse intendere, non riusciva a mettere insieme i pezzi.
Quindi Harry, sotto lo sguardo emozionato delle famiglie, si alzò e si andò ad inginocchiare vicino a Louis.
“Funziona così” disse, avvicinando a sé il campo di calcio in miniatura e il robot.
Accese quindi Sam, posizionandolo sul campo di calcio.
“Due passi avanti” disse, e il robot si mosse, posizionandosi sulla linea di centrocampo. “Allunga la gamba destra”, e il robot lo fece toccando la palla e spostandola di qualche millimetro. “Allunga la gamba sinistra e calcia” e il robot lo fece davvero, mandando la palla in porta.
Louis guardò il tutto estasiato e con le lacrime agli occhi gettò le braccia al collo di Harry.
“Grazie, grazie, grazie. Ora sono felice, tantissimo. Non m’importa che sei maschio come me, io un giorno ti sposo davvero, così potremmo essere felici insieme. E poi..penso che da oggi in poi chiederò sempre due regali separati!”
Tutti scoppiarono a ridere, Harry compreso, che alle parole di Louis –Non m’importa che sei maschio come me, io un giorno ti sposo davvero, così potremmo essere felici insieme-, gli era scoppiato il cuore dal petto e una strana sensazione gli aveva invaso lo stomaco. E ricambiò l’abbraccio, perché forse per la prima volta, aveva provato per davvero sulla sua pelle cosa significasse la parola felicità.

 
NdA
Beh, ringrazio innanzitutto chi è arrivato a leggere fin qui.
Questa one-shot è stata creata per il contest Christmas Exchallenge di Wanki!Fic (gruppo favoloso!). Praticamente ho dovuto scrivere con prompt, pairing e AU dettato da un’altra ragazza che però non sapeva chi fosse a scriverla. Lo so, è una spiegazione non proprio chiara, ma non sono capace di spiegarla xD, andate sul gruppo per chiarimenti.
Comunque, la storia è per Francesca, che conosco solo tramite commenti sul gruppo. Francesca, mi rivolgo a te: so che questa os non è un granchè ma ce l’ho messa tutta! E’ la prima volta che faccio qualcosa del genere, perdonami se non è all’altezza delle tue idee çç
 
Se mi lasciaste una recensione sarei felicissima.
A presto, Giusy.
  
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