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Autore: AndreaMesso45    23/12/2013    0 recensioni
In una giornata di novembre, alle 19.48 ci fu il contatto.
In questo capitolo un gruppo di amici viene coinvolto e deve rifugiarsi nel ristorante dove stavano cenando, sarà necessario prendere delle decisioni importanti...
Genere: Horror, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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IL CONTATTO

PRIMA PARTE

DECISIONI

 

I

 
La fissava negli occhi quando lei non guardava.
Sperava che non se ne accorgesse, che non si rendesse conto del suo sguardo austero e fisso.
Come poteva non fissarla?
Sentì una voce che gli sembrò arrivare da chissà quale pianeta lontano mille anni luce "Ehi, Giova! Non sai l'ultima!" .
Mandò giù un chilo di saliva e un pezzo di pane che aveva in bocca ormai da dieci minuti e si voltò;  cercò di essere presente.
"Non sai l'ultima!" ... no ... non la sapeva.
La sera stava arrivando pian piano, un tramonto struggente ricopriva il cielo a nord-ovest, non c'erano nuvole all'orizzonte ed il cielo sembrava calmo e rilassato quasi non si aspettasse una tempesta imminente.
L'odore ... forse fu l'odore ad arrivare per primo ... quell'odore di brina e nebbia, di foschia ... non saprei nemmeno io come spiegarlo, forse è inspiegabile; non chiedetemi il perché, ne il come, ma quell'odore fu decisivo dal momento che non sembrava puramente naturale, sembrava qualcosa di denso, pareva un miscuglio di polvere acida e vapore acqueo, quasi salutare, privo di anidride carbonica ... forse privo anche di ossigeno ... Qualcosa di galattico.
"Non sai l'ultima!" ...
"Uhm ...? " assorto a guardarla, si girò verso l'amico e cercò di abbozzare una espressione curiosa in faccia "No, scusa. Dimmi"
L'amico non parve aver recepito l'umore del ragazzo, un po' malinconico, un po' solitario e così cominciò la sua storia e diede sfogo alla sua voglia di parlare "Ho incontrato un ragazzo che ho scoperto abitare vicino ad un nostro amico …"
 

I primi non erano ancora arrivati però vi era già il pane in tavola e tutti, chi più e chi meno, ne avevano assaggiato un pezzetto, non per fame ma per ammazzare un po' il tempo.
Il cameriere era appena passato a prendere le ordinazioni e tutti speravano che tornasse presto, quantomeno con le bevande e l'acqua.
"Questo posto sembra una di quelle trattorie degli anni settanta nelle campagne americane" osservò Chiara e Giulia, seduta di fianco a lei, annuì con fervore.
Continuarono a parlare tra di loro. Di ragazzi. A venti anni è quasi un luogo comune. È più logico parlare di giovincelli che di politica o finanze. Di ragazzi ... e anche di ragazze di ragazzi di altre ragazze. Intrigo inspiegabile e ben confezionato da un mondo e da una società che punta sull’apparire e sul vivere sani e, ovviamente, belli. La facile conclusione di una giornata.
Non c'è tempo per pensare a cosa fare domani, c'è tempo per vivere il momento; questi sono i loro sabati sera.
È da un lungo periodo che quel gruppo di amici non si incontrava per uscire a cena, la famosa uscita del sabato sera dove di consueto si andava a mangiare una pizza e poi qualche chiacchiera in compagnia.
D'altronde, dopo il diploma, tutti avevano scelto una strada differente, chi all'università, chi agli studi privati, chi già lavorava e chi invece aveva da fare.
Forse Giovanni aveva da fare in quel momento, come sempre, la sua testa era già impegnata al domani, era già nel futuro .. e non riusciva a godersi il presente.
Intanto Luca continuava a parlargli di quello che gli era capitato la mattina scorsa al lavoro nella vecchia azienda di famiglia.
 

L'odore ... quasi tenebroso.
 

Marco discuteva in maniera decisa con la fidanzata Lucia, la stringeva dentro una conversazione e cercava di estorcerle la ragione, era certamente un buon modo per sembrare sempre nel giusto, molte volte lo era e, come tutti, altre volte no.
"Sempre attorno a quel cellulare Giuseppe! Chissà con chi messaggi!!?" affermò all'improvviso Chiara fissando Giuseppe che era a capotavola mentre messaggiava con il suo nuovo cellulare freneticamente.
Rispose con una linguaccia ... come a dire "sono affari solo miei". ‘Come dargli torto’ pensò Giulia.
"Comunque, i tavoli in questa maniera ballano troppo! Il terreno non è pari!" osservò sbraitando Marco e attirando l'attenzione su di sé.
"Bé, mettere qua i tavolini è una scelta piuttosto coraggiosa, vedremo se pagherà" considerò Giuseppe; questo nuovo ristorante era stato aperto da poco ed era fuori città, i tavolini erano stati collocati sul giardino dietro la cucina che era enorme.
In pratica, quella era una villa trasformata in un ristorante, simile ad una trattoria dove però si mangiava quasi esclusivamente la pizza. Una pizzeria – trattoria. Se ne vedono poche in giro da quelle parti; un posto strano ... un po' come quell'odore.
 

"Hai sentito?" chiese Giovanni con un fil di voce a Luca che rimase un po' perplesso da quel quesito.
"Cosa?"
"No ... niente. Mi è sembrato di sentire ... Niente"
Gli intrecci di conversazione continuavano, si sentivano tutti più o meno bene; la temperatura era giusta, nonostante fosse già quasi inverno, ovviamente Luca riteneva che ci fosse troppo caldo e Giovanni invece puntava di più sul "un po' c'è freddo" ma erano fatti così.
"Ma arrivano queste bibite o no?" asserì Marco ... "calmo Marco!" puntualizzò Lucia riprendendolo.
Ci fu un rumore impressionante … Luca aveva starnutito ed era uno dei suoi soliti colpi di tosse a decibel altissimi e tutti si misero a ridere ma … sul fazzoletto c'era una goccia di sangue.
"Cioè, a me non sembra sangue" disse Marco prendendolo un po’ in giro, "Io mi sento bene" assicurò Luca, "Si, non sembra sangue nemmeno a me" confermò Giuseppe che stava tenendo il gioco alla burla.
"Va Bé, sarà una vena che si è irritata un po' . Vuoi andare in bagno a rinfrescarti la faccia?" propose Giulia smorzando un po’ lo scherzo e Luca sembrò accettare ma poi ci ripensò "No, tutto ok. Se arrivano le pizze mentre sono in bagno, dopo mi fregate le fette"
"Decisione saggia!" affermò Giuseppe provocando una risata da parte di tutti.
 

L'odore si dipingeva di rosso. Era l'odore del rosso, quello era. Non vi erano altre spiegazioni, io non ne trovo altre, mi scuso ... ma proprio non riesco. Ora che mi ritrovo a raccontare i fatti dall'inizio .... pensandoci e ripensandoci, penso sia così ...
Quando il venticello che aveva accompagnato tutta la giornata dall'alba fino a quel momento si fermò improvvisamente ...
... in quell'istante era già tardi.


TO BE CONTINUED...

 
   
 
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