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Autore: Mad_Dragon    23/12/2013    0 recensioni
Prima fanfiction che scrivo, perciò non sono ancora molto bravo. Questa e la storia di Roger e della sua ciurma, composta da persone che quasi sicuramente lasceranno un segno indelebile nella storia della pirateria e sfideranno tutti coloro che vorrranno frapporsi tra loro e la realizzazione dei loro sogni.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sempre più in là, verso nuove avventure
 
 
L’inizio di un’avventura
 
 
Innanzitutto, credo che dovrei presentarmi: mi chiamo Fargh D. Roger. Lo so, Roger è il nome del Re dei Pirati e potrebbe sembrare un po’ presuntuoso dare al proprio figlio questo nome, ma mio padre, passato a miglior vita poco meno di un anno fa a causa della Marina, provava grande riconoscenza verso quell’uomo che aveva salvato sia lui che la sua famiglia (me compreso anche se non ero ancora nato). Così, per gratitudine, mio padre decise, se avesse avuto un maschio, di dargli questo nome.
Ma veniamo al presente. Come vi ho già detto, mio padre è morto ed io e mia madre ci siamo trasferiti a casa del nonno sull’altro versante dell’isola. Il nonno, che crede di essere ancora giovane nonostante sfiori l’ottantina di anni, ci ha accolti benissimo ed è la persona che aiutato a guarire m mia madre dalla depressione.
Un giorno, il nonno trovò in uno dei forzieri in soffitta uno strano frutto. Sembrava una specie di limone ma più grosso e blu. Il nonno aveva un’aria trionfante, come se avesse ritrovato qualcosa che si credeva perso da chissà quanto tempo.
“che c’è nonno?”- gli domandai io.
“Vedi, nipotino caro, ho appena ritrovato uno dei tesori dei nostri avi”- mi rispose lui
“se quel frutto OGM è un tesoro, io sono il più ricco del mare meridionale”- pensai io e gli chiesi una spiegazione.
“vedi… questo non è un normale frutto, ma bensì un frutto del diavolo”.
A questa sua ultima frase ero completamento incredulo e pensavo che il nonno, colto da uno scherzo dell’età, avesse perso una o due rotelle e fosse uscito di senno. So benissimo cos’è un frutto del diavolo e so benissimo che esistono e diverse persone hanno acquisito poteri straordinari e via dicendo, ma da qui a ritrovarsene uno in soffitta come ricordo degli avi ce ne vuole.
“per la precisione” continuò il nonno “ questo è il frutto gensou- gensou che permette di creare tutto ciò che la propria fantasia possa concepire e anche di migliorare oggetti preesistenti a scapito, però, della capacità di nuotare”
Detto questo, il nonno si girò verso di me e mi porse il frutto dicendomi di mangiarlo.
L’idea all’inizio non mi allettava molto ma alla fine decisi di mangiarlo. Mi venne una nausea incredibile, ma dopo pochissimi minuti era già passata e, come prima cosa, cercai di immaginarmi un’arma. Dalla mia mano uscì un globo di  luce dal quale si originò una katana dall’elsa riccamente lavorata e dalla lama piuttosto lunga sulla quale c’erano delle incisioni che raffiguravano il motto della nostra famiglia: “ vivi ogni opportunità fino in fondo”.
Riposi la spada e guardai il nonno. Sembrava felice e mi propose di andare a festeggiare i miei nuovi poteri insieme a mia madre giù al villaggio alle pendici del monte.
 
 Tre mesi dopo…
 
Sono passati tre mesi da quando ho acquisito i miei poteri e da allora un solo pensiero mi affolla la mente: prendere il mare e diventare un pirata. Decisi di parlarne con il mio migliore amico, Maxwell. Maxwell era rimasto zoppo da piccolo e io e lui sognavamo, da bambini, di diventare i più grandi pirati. Arrivato sotto l’albero adibito a nostro punto di incontro e, una volta arrivato, gli spiegai il mio piano e gli proposi di unirsi a me ma lui rifiutò.
“non fare così”- insistetti io “ se è per la gamba, posso farti una specie di sostegno che ti aiuterebbe a camminare meglio e migliorerebbe la tua situazione durante il nostro viaggio e…”
“Non è per questo, lo sai che la gamba non mi ha mai fermato”
“allora per cos’è?”
“ il fatto è che… mi sono innamorato di Sasha, la figlia del sarto, e non voglio lasciarla e poi c’è l’attività di famiglia e non voglio far prendere dei brutti colpi ai miei, lo sai come sono fatti.”
“ capisco” dissi io un po’ amareggiato dal rifiuto del mio migliore amico.
“quando hai intenzione di partire?”
“ domani notte”
“allora posso fare ancora una cosa per te prima che tu parta”
“cosa?”
“seguimi e lo scoprirai”
  
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