23/12/2013
5 recensioniDue rintocchi.
Un altro sparo.
Londra, 1986.
Mi trovo in uno dei più temuti borghi di Londra, che cosa ci faccio qui? Semplice, sono venuta a riprendermi l’amore della mia vita.
Un altro sparo.
La mezzanotte.
Harry era ancora vivo?
Il mio cuore batteva all’impazzata e le mie mani tremavano, com’era potuto succedere? Harry era finito in un giro di droga. Era scappato, volatilizzato e io ero troppo presa dalla mia vita troppo perfetta per potermi accorgere che il ragazzo che amavo stava dando segni di squilibrio dovuti allo stress.
La madre morta, la sorella uccisa e il padre spacciatore. Io dov’ero stata in tutto questo tempo?
Corsi veloce tra i cassonetti e notai solo dopo qualche secondo due figure alte e slanciate che parlottavano tra di loro.
“Ti ha seguita?”
“No.” – la voce di Harry.
“Marmocchio non mentirmi o rischi la vita.”
“Lo giuro, sono qui da solo.” – di che stavano parlando?
“La tua fidanzata stra ricca si è accorta di dove sei finito? Ah già, non gliene frega niente.” – pezzo di merda.
“Non stiamo più insieme.” – disse Harry serrando la mascella.
“Ah no? Vorrà dire che sarà libera per una bella scopata con il sottoscritto.” – disse il tale prima di sghignazzare rumorosamente.
“Non ti azzardare a toccarla o io -” – Harry fu interrotto.
“O tu cosa? Tu ti limiterai a stare zitto e a guardare bamboccio.”
Harry serrò i pugni, non lo vidi così arrabbiato da quando ci lasciammo.
Era il trenta maggio e i miei genitori mi avevano detto che ci saremmo dovuti trasferire per andare a vivere in America, io ancora minorenne non potevo dire loro che non volevo seguirli perché avevo già progettato di andare a vivere con Harry, così dovetti seguirli in silenzio e la cosa più sensata che mi venne in mente di fare fu quella di lasciare Harry in modo che si rifacesse una vita, che trovasse qualcun altro che forse lo avrebbe amato tanto come lo avevo fatto io. E come tutt’ora facevo.
Dopo due anni, quindi maggiorenne, tornai qui per lui, per riprendermi l’amore della mia vita. Tramite Liam scoprii che aveva un’altra ragazza e che era finito in questo pessimo giro, ma lui continuava a ripetermi che Harry mi amava e che aveva bisogno di me, come io di lui. Tornai per questo, per questo amore che ancora mi teneva attaccata a lui.
Un rintocco, ormai mezzanotte e mezza.
“Quindi? Hai deciso cosa fare? Mi porti la ragazza o ti ammazzo?”
“Lei lasciala stare, prendi me ma non lei.”
“Hai deciso tu.”
Uno sparo.
Un cuore fermo.
Un tonfo.
Un ragazzo che cadeva a terra.
Uscì di corsa e andai a prendere a botte l’uomo chinato su Harry con il bastone di ferro che mi tenevo in mano da quando ero li. Un colpo, due, dieci, forse trenta e l’uomo a terra. Senza sensi in parte ad Harry, senza sensi.
Mi chinai su di lui e lo abbracciai piangendo, notai che respirava. Chiamai di corsa l’ambulanza che non tardò ad arrivare, portarono me e Harry all’ospedale.
Due giorni.
Tre settimane.
Un mese e mezzo.
Harry era in coma e non si svegliava.
Era quasi la notte della vigilia di Natale e mi trovavo seduta vicino al letto di Harry con la sua mano nella mia. Eravamo soli. Il silenzio e il buio della stanza dell’ospedale ci avvolgevano e ci tenevano compagnia durante quella fredda sera di dicembre, fuori nevicava.
Il rintocco della mezzanotte.
Un sussurro.
Harry si era svegliato. La mattina di Natale Harry ricominciò a respirare.
“Sam? Sei davvero tu?” – mi chiese Harry stringendomi ancora di più la mano.
“Si, sono io.”
“Che ci fai qui?”
“Sono venuta a riprendermi una cosa che mi appartiene.”
“E cosa?”
“Il tuo amore.”
“Sono sempre stato tuo, non me ne sono mai andato.”
“Ti amo.”
“Ti amo anche io.”
HI GUYYYYS.
Sono sempre io, la vostra @hurrjicane.
Volevo scrivere questa one-shot da un po', avevo questa idea da tempo e solo ora ho avuto l'ispirazione per pubblicarla.
Che ne pensate? Vi piace?
Fatemi sapere con una piccola recensione, giusto per sapere se quello che scrivo può piacere oppure no.
Che dire?
Buon Natale piccoli lettori, spero vi sia piaciuto <3