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Autore: Shin92    23/12/2013    2 recensioni
(Hiccup x Rapunzel) 1° Capitolo~
{Il liceo era diventato un vero campo di battaglia,cercare di passare inosservata era impossibile,in quel covo di cosplay di vampiri e punk dalle creste sempre laccate lei era un timido fiorellino,pronto ad essere schiacciato dal peso di una new rock placcata in metallo.
(Hiccup x Rapunzel) 2° Capitolo~
{-Mi chiamavi così quando ero una bambina,adesso sono una donna.-
-Lo vedo,ma a quanto pare sei una donna molto confusa…-
-A che ti riferisci? –
-Al modo in cui ti comporti quando sei con me. –
(Hiccup x Rapunzel) 3° Capitolo~
{-Tu, Donna. Rifammi le trecce.-
-Ma cosa sono la tua serva? –
-Non farmi il solletico o urlerò che mi stai molestando!–
-Ma sei tu che hai le mani lunghe biondina!-
(Hiccup x Rapunzel) 4° Capitolo~
{Rapunzel lo spinse verso il bagno e richiuse la porta alle sue spalle.
-Siediti qui e non muoverti.-
-Hai dei capelli così biondi e lunghi…-
-Ma non mi dire! –
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo dell’autrice:
E’ la famosa  Jarida/Hiccunzel week,
7 storie in 7 giorni con uno specifico tema per ogni storia e per me comincia oggi con questo .
Non so in che tipologia classificare questa one shot.
Pensateci voi,dolce e stuzzicante al punto giusto,spero. Non troppo smielata perché a me quelle cose fanno vomitare.
Ringrazio chiunque abbia voglia di leggere e recensire.
Grazie ancora ad Ucha che mi sopporta pazientemente quando vado fuori di testa e che mi sta accompagnando in quest’impresa della Jarida/Hiccunzel  week. :D

 
 
Day One: Attractive
 
 
In quel maledetto sobborgo di Manhattan, nella città più popolare del Kansas,non c’era spazio  per le carinerie. Lo sapeva bene Rapunzel,che dopo essersi trasferita lì dall'Europa aveva cominciato a sentirsi un pesce fuor d’acqua in mezzo a tutti quegli sbandati. Il parcheggio del grande market,dove tutte le famiglie del ghetto erano solite far la spesa,era diventato luogo di ritrovo di rumorosi ragazzi costantemente sotto l’effetto di alcool o fumo. E ovviamente la fortuna aveva voluto che la madre di Rapunzel avesse affittato un appartamento che si affacciava proprio sopra quel Market.
Le ragazze del posto portavano Piercing ai capezzoli sotto le magliette e i capelli tinti dei più sgargianti rossi o viola. Si truccavano di nero e puzzavano costantemente di erba. Nei bagni della scuola era impossibile entrare senza essere soffocati da tutto quel fumo,la cosa peggiore era che gli insegnanti sapevano tutto e non intervenivano mai.
Ogni giorno tornava a casa sapendo di dover spiegare alla mamma perché i suoi capelli biondi avessero quello sgradevole odore,era una congiura.
Il liceo era diventato un vero campo di battaglia,cercare di passare inosservata era impossibile,in quel covo di cosplay di vampiri e punk dalle creste sempre laccate lei era un timido fiorellino,pronto ad essere schiacciato dal peso di una new rock placcata in metallo.
Erano davvero troppo scalmanati per lei,anche se si era ormai rassegnata all’idea che forse non si sarebbe mai fatta degli amici lì.
L’ora di pranzo,nella mensa, era terribile. Sembrava che li vigessero regole fondamentali sui posti a sedere. Una gerarchia secondo il quale chi non faceva parte di un gruppo poteva prendere il suo pranzo e andare a mangiarlo seduto sul gabinetto o al massimo nello sgabuzzino.
Il terzo giorno di scuola Punz aveva sfidato la sorte, aveva riposto il suo vassoio su un tavolo in fondo alla sala. Vuoto e solitario.
Si era seduta guardandosi intorno sconcertata e portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Era patetica. Eppure pregò chissà quale astro del cielo che nessuno si avvicinasse.
Ma se così fosse stato non ci sarebbe nessuna storia.
Si era sentita improvvisamente picchiettare sulla spalla.
Una ragazza  alta più o meno quanto Punz,dai capelli corti e neri come la pece,ma lucenti come un paio di scarpe nuove,la stava fissando molto infastidita.
Gli occhi azzurri pesantemente contornati dal trucco nero che guizzavano da lei al tavolo.
La biondina si era voltata e adesso la stava guardando incuriosita.
-E’ il nostro tavolo. Sparisci.-
-Ma questo è l’unico libero.- Aveva risposto garbata lei.
-Spero sia uno scherzo. Questo è il nostro posto dal primo anno. Nessuno ha mai osato sedersi qui,a parte noi. Alzati immediatamente. – Aveva detto in tono minaccioso incrociando le braccia e ammiccando alla tipa alle sue spalle.
Una di loro,dai lunghi capelli neri e un occhio completamente coperto aveva sogghignato mentre osservava la chioma  di Rapunzel.
-Ehy Mavis,perché non le tagliamo i capelli? Se lo merita! –
-Questa cosa può essere risolta senza abusi Violetta. Se la principessa si decide ad alzarsi non ci sarà bisogno di affogarla con la testa nel cesso. Alzati! – A quel punto le aveva afferrato i capelli e stava per trascinarla sul pavimento quando Punz reagì.
Si voltò con ancora le ciocche ingarbugliate fra le dita di Mavis e le tirò un destro sulla guancia,così forte da farla barcollare.
Lo sapeva,sapeva benissimo che prima o poi sarebbe successo qualcosa del genere.
Intorno a loro i ragazzi si erano affollati per godere dell’avvilente spettacolo,urlando come scimmie che incitano la lotta per la conquista del territorio. Che degrado.
Mavis le corse incontro saltandole addosso con una tale violenza da gettarla a terra.
Adesso era sopra di lei e si stavano affrontando come dei leoni nella savana.
Rapunzel non si fece intimidire e in uno scatto ribaltò la situazione. Adesso Mavis era stata spinta con la schiena verso il pavimento e Rapunzel si fece trasportare da una rabbia e un’aggressività che non credeva le appartenessero.
Fra le urla e gli applausi si sentì improvvisamente afferrare per le braccia.
Qualcuno l’aveva letteralmente sollevata e la stava trascinando via dall’altra per evitare che la situazione degenerasse.
-Lasciami!-
Aveva urlato forte e inutilmente. Il ragazzo che l’aveva “salvata” la stava trascinando in infermeria. Aveva spalancato la porta e l’aveva spinta verso il lettino.
-Ehy,ma si può sapere che cosa ti è preso? – Un moretto dagli occhi intensamente verdi e belli la stava scrutando,ansimando,come lei,a causa dello sforzo nel portarla via da quella baraonda infernale.
Anche lui portava pesanti anfibi e lo squadrò lungo tutta la lunghezza del suo corpo.
Cinture,anelli,anche lui sembrava aver adottato un look alternativo.
Si portò una mano alla fronte scostandosi una ciocca di capelli e in quel momento, Rapunzel,dimenticò per un attimo di aver appena fatto a cazzotti con una studentessa nella mensa.
Lui le aveva rivolto uno sguardo così..sexy,mentre lo faceva che lei trattenne il respiro.
Ma a cosa stava pensando? Neanche conosceva il suo nome.
Mentre lui raccoglieva una benda pulita,come se le avesse letto nel pensiero,si presentò.
-Sono Hiccup,questo è l’ultimo anno per me.- Rapunzel lo stava ancora fissando con l’occhio sinistro che cominciava a gonfiarsi e il livido che prendeva colore sulla pelle,un piccolo taglietto adesso sanguinava leggermente sull’esterno dello zigomo proprio sotto la palpebra inferiore
-Rapunzel,ma puoi chiamarmi Punz,Anche per me è l’ultimo.-
 –L’hai inaugurato nel modo peggiore.-
A quel punto lui le scostò una ciocca di capelli dall’occhio ferito e avvicinò la garza pulita e  bagnata di disinfettante,poggiandola delicatamente sulla ferita,l’altra mano poggiata appoggiata sull’altra guancia. Lei trasalì per il bruciore.
-Ahi…- Aveva sussurrato deboltemente. Lui l’aveva guardata con un sorriso interrogativo.
-Ti scagli contro una bulla dandogliene di santa ragione e poi fai tante storie per un taglietto?- Aveva detto divertito mentre continuava a pulirle il sangue.
-Non sto facendo storie. Mi fa male. Sono un mostro vero?- Chiese pensando a quanto potesse sembrare orribile con il viso gonfio e sfigurato.
-Sei bellissima.- Aveva detto lui distogliendo lo sguardo e allontanandosi dal suo viso. Chissà perché Rapunzel desiderò di essere messa molto peggio perché continuasse ad occuparsi di lei.
-Ehm…hai già finito? Deve esserci ancora del sangue perché...lo sento! – Ok,ci aveva provato. Non era da lei ma ci aveva provato.
-Stai benone. Ma magari la prossima volta evita di sederti laggiù e punta al tavolo accanto alla finestra.-
-Così le prendo dal “proprietario ”di quel posto.-  Sbottò lei,imitando le virgolette con le dita mentre pronunciava l’appellativo.
-Non credo,visto che il “proprietario” ti sta facendo da “crocerossina.”-
La sbeffeggiò imitando il suo gesto con le dita.
Punz lo osservò sorpresa.  Mentre Hiccup si avvicinava con una borsa del ghiaccio e gliela poggiava sull’occhio.
-Mi stai invitando a sedermi con te a mensa?- Aveva sorriso lei divertita e incredula.
-E il premio perspicacia va a questa biondina. Tieni questo sul livido,così almeno non sembrerai Frankenstein.-
-Questo non è molto galante…- Aveva detto strappandogli la borsa del ghiaccio di mano e poggiandosela sul viso. Lui le sorrise e fece per andarsene.
-Ehy,aspetta,dove vai? – Punz gettò il ghiaccio sul letto, si rese conto di essere scattata un po’ troppo in fretta. Lui si voltò e incrociò le braccia al petto,sembrava soddisfatto.
-Immagino che tu voglia sbollire un po’ da sola,quindi tolgo il disturbo Frankenstein.-
A quel punto la biondina simulò uno svenimento,si lasciò cadere sul letto recuperando il ghiaccio e battendoselo violentemente sulla fronte.
-Ahia…- Poi lanciò un’occhiata a lui che la guardava con aria di sufficienza.
-Credo di stare per morire…- Disse lei in un falso tono sofferente.
Allora Hiccup tornò sui suoi passi e quando fu accanto a lei la tirò su,afferrandola per un braccio.
-Ho capito,vuoi che resto qui. Non me ne vado d’accordo?- Disse lui paziente.
-Non ho detto questo!-
-Però l’hai pensato. “Come farò, tutta sola e abbandonata, quando il mio cavaliere senza macchia e senza paura mi lascerà?” – La schernì mettendosi i suoi capelli sulla testa e imitando una vocina ridicola.
-Ma bravo. Quanto ci metti ad uscire da questa stanza?- Aveva sbottato lei irritata.
-E tu quanto ci metti ad accettare di uscire con me? – Aveva risposto lui prima che lei potesse finire la frase.
Rapunzel si sentì improvvisamente avvampare. Il cuore batteva così forte che quasi non le balzava fuori dal petto.
 Avrebbe voluto nascondersi sotto le coperte per non guardarlo. Era così imbarazzante.
 
-Non è vero che ho inaugurato quest’anno nel modo peggiore,se non avessi fatto scoppiare una rissa tu non saresti qui adesso.-
Fu l’unica cosa che riuscì a rispondergli prima di riportarsi il ghiaccio sul livido dolorante.
 
  
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