“Andrea, ciao!”
Sorride, quel bambino di soli dieci anni è adorabile e lei gli vuole un bene dell’anima.
“Come stai? Passato il taglio alla spalla?” chiede.
“Si. È tutto merito tuo. Però oggi mi hanno tirato un calcio sul ginocchio” lui fa la faccia corrucciata.
“Ah si? Allora siediti qui.”
Lo fa sedere su una panchina, si china e gli bacia la pelle un po’ sbucciata del ginocchio. Lui sorride, le schiocca un bacio sulla guancia e scappa via sul campo da tennis.
Francesca si rialza e lo guarda iniziare a giocare.
“Ehi.”
Non si gira, ma lo saluta.
“Ehi”
Niente di più semplice, ma il solo fatto che sia stato lui a parlare per primo significa tanto.
“Sarai una brava mamma lo sai?” dice lui.
“Lo spero” risponde lei.
Una mano sulla spalla, un sussulto.
“Io lo so. Fidati”
Chiude gli occhi, ci vuole credere, ci deve credere.
La mano scivola via.
“Ora vai, ti aspetta…”
“Non aspetta me”
“E chi se no?”
“Aspetta l’immagine che ha di me. Ma io non sono come lui crede”
“Dici?”
“Oh si. E non sai quanto mi fa male sapere che si illude sul mio conto.”
“Non si illude. Ti sei così…una ragazza dolce, premurosa e solare.”
“E con i difetti come la mettiamo?”
“Di fronte alla tua umanità non si notano”
“Iniezione di dolcezza o bugie?”
“Parole dal cuore”
L’ha spiazzata.
“Gianni? Mi compri un pacchetto di patatine?”
“Si Andrea”
“I soldi te li do io.”
“No, non serve Fra. Davvero!”
Poco dopo è di ritorno.
Lei è lì, ferma dove era prima.
Porge il pacchetto ad Andrea, poi si avvicina.
“Incantata?”
“Si. È incredibile quanto mi insegna Andrea.”
“Cosa?”
“A non prendere ogni cosa troppo seriamente, a sorridere sempre, ad avere una buona parola per tutti”
“Ha solo dieci anni…”
“E allora? Proprio per questo vive senza avere ripensamenti, agisce e basta.”
Andrea arriva. Ha in mano qualcosa.
“Francy tendi il braccio”
Lo fa.
Nel palmo della mano cade una catenina con un cuoricino di plastica.
“Per te. Era nelle patatine”
“Andrea io…”
“Grazie Francy”
E corre via.
Lasciandola lì, con una lacrima che danza sulle ciglia.
Quella mano sulla spalla.
“Che fai ti commuovi?”
“Credo sia il primo regalo disinteressato che ricevo nella mia vita”
“Si?”
“Si…”
“E il cuore di una persona che ti ama?”
“Anche quello deve essere disinteressato”
“Oh lo è, fidati.”
Una stretta più forte delle altre, poi se ne va.
Lei guarda Andrea, poi si volta a vedere Gianni.
Due uomini che la danno tanto, troppo.
Forse anche i cuori.
Uno di plastica.
Uno vero.
E la lacrima rotola giù per la guancia.