Eccolo arrivato. Il treno lo aspettava. Sapeva tutto,
Harry e Ginny non avevano esitato a raccontargli le loro avventure, le loro
amicizie e anche il loro amore. Era rimasto affascinato. Anche se aveva
memorizzato tutte quelle informazioni sognava sempre una scuola diversa e
s’immaginava azioni straordinarie o al contrario noiose. Comunque l’unica cosa
certa che sapeva di Howarts era che non c’era niente da
aspettarsi.
“Che cosa accadrà?” era l’unica domanda che si poneva da
tutta un’estate.
-Albus! Dai vieni, Albus!-
Quella chiamata lo risvegliò e lo portò fuori dai suoi
pensieri.
Era
Rose che gli diceva di sbrigarsi, mancavano solo cinque minuti alle
undici.
-Che c’è? Si parte?-
-Fra poco-
-Ehi, microbo!-
-Dai James, smettila!- disse Albus al
fratello.
-James, lascia stare Albus, figliolo- Ginny non aveva
perso tempo a concludere quel litigio.
-Mamma, posso sedermi vicino ad
Albus?-
-Ma
certo Rose- rispose
Hermione.
Un
pianto interruppe tutte le conversazioni tra le due
famiglie.
-Che c’è Lily?- intervenne prontamente
Harry.
La
bambina lo guardava con aria triste.
-Perchè io non posso andare con Albus e
James?-
-Fra due anni arriverà anche il tuo turno,
vedrai-
Adesso anche Hugo piangeva, per lo stesso motivo di
Lily, ma Ron ed Hermione erano riusciti a
tranquillizzarlo.
Il
volto di Albus si era fatto più scuro e il fumo emesso dal treno gli copriva il
volto, ma Ginny si accorgeva sempre di tutto e infatti guardò il figlio con aria
interrogativa.
Albus non esitò a porre fine alle sue domande:-Mi
mancherete-
-Non preoccuparti. Anche te ci mancherai ma se prometti
di scriverci una volta a settimana saremo meno tristi-
-Una volta a settimana? Va bene. Facciamo.. mmh.. il
sabato? O il venerdì- era eccitato e molto contento.
-Decidi te, e poi con Edwige potrai mandarci lettere
anche a distanza di sole tre ore!- la civetta si era accorta di quello che
avevano detto su di lei, e quindi si mostrò in tutta la sua
bellezza.
Aveva le piume ambrate con delle striature nere e non
ricordava affatto la civetta di Harry.
Il
treno stava per partire, si salutarono, ogni genitore con un proprio
raccomandamento da dare al figlio.
-Fai la brava e non essere come me, per fortuna il
cervello lo hai ereditato da tua madre- scherzò Ron con
Rose.
-Cerca di prendere la sufficienza almeno in
Trasfigurazione-
-Guarda che io sono bravissimo a trasformare la materia,
mamma- protestò James alla madre.
-Non ti preoccupare, caro. Sii rilassato e no crearti
troppi problemi, non ce ne sono-
Harry rassicurò Albus, ancora elettrizzato.
Salirono tutti a bordo e il treno partì, lasciando
dietro di sé qualche lacrima, ma anche molta speranza per i figli, o i
fratelli.
Albus, Rose e James salutarono dal finestrino e Harry
seppe che era un nuovo inizio.
Tutti i posti erano occupati, ma fortunatamente
trovarono uno scompartimento quasi del tutto vuoto.
-Scusa, possiamo entrare?- chiese James ad un ragazzino,
probabilmente anche lui primino come Albus e Rose, con il volto scarno e i
capelli biondi.
Quando Albus lo vide rimase senza
fiato.
“Come può essere lui?!”
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