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Autore: Madness in me    23/12/2013    6 recensioni
“Vuoi sapere che mi prende, Jaime ? Vuoi davvero saperlo ? Mi prende che ti sei accorto della mia assenza solo da ubriaco! Se fossi stato lucido, ti saresti accorto che non c’ero ? Secondo me no, perché non te ne accorgi mai, che io ci sia o meno non fa differenza, vero ? Purché ci sia Vic. Se c’è Vic, Jaime è felice. Allora ora da me, esattamente, che cazzo vuoi ? Va a tenere la fronte al tuo cazzo di fidanzatino e lasciami stare!” sputai, tutto d’un fiato.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jaime Preciado, Mike Fuentes, Tony Perry, Vic Fuentes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Continuavo a camminare per i corridoi di quello stupido albergo senza fermarmi.
I minuti non passavano, il tempo sembrava essersi fermato e io volevo solo che quella stupida serata finisse.
Ma qualcuno, lì in alto, non aveva intenzione di darmi tregua.
Presi l’ascensore e salii all’ultimo piano, poi continuai a salire usando la scala d’emergenza ed arrivai in terrazza.
Mi misi seduto sul cornicione ed iniziai a fissare la città piena di lucine di Natale.
Era il 23 Dicembre, il giorno dopo sarebbe stata la vigilia di Natale, il primo Natale che passavo lontano dalla mia famiglia e la cosa non mi dispiaceva.
Io ed i ragazzi eravamo a New York per partecipare alla festa di Natale organizzata dagli All Time Low e la cosa mi rendeva abbastanza felice, a quella festa avrebbero partecipato tutti quelli che ormai consideravo la mia famiglia.
Eppure qualcosa mancava, ma cosa ?
Stavo dondolando i piedi nel vuoto, continuando a perdermi nei miei pensieri e nella luce della città sotto di me quando due mani sulle mie spalle mi fecero sobbalzare.
Mi voltai di scatto e trovai Mike in piedi dietro di me.
“Volevi suicidarti ?“ mi chiese, fissandomi con uno sguardo da pazzo.
“Ma no, che cazzo dici, stavo solo riflettendo.” Dissi, ridendo.
“Oh bene, ti faccio compagnia.”
Senza attendere una mia risposta, si mise seduto sul cornicione di fianco a me e si accese una sigaretta.
“Allora, cosa c’è che non va, Tony ?” chiese, dopo qualche istante di silenzio.
“Niente..” sussurrai, fissandomi la punta dei piedi.
“Non prendermi in giro. Non ho fatto tutta quella rampa di scale, rischiando di buttare i polmoni, solo per sentirmi prendere in giro.”
Sospirai.
“Mike.. hai mai amato qualcuno che sapevi già dall’inizio che non sarebbe mai potuto essere tuo ?”
Non sapevo neanche perché glielo stavo dicendo, io non volevo parlarne, non l’avevo mai fatto ma Mike era il mio migliore amico e io sapevo che qualsiasi cosa avessi detto, fatto, pensato o provato, lui avrebbe continuato a volermi bene.
“Dipende.”
“Da cosa ?” chiesi, curioso, girandomi a guardarlo.
“Da cosa deduci, con tanta sicurezza, che la persona di cui parli non potrà mai essere tua ?” continuò lui, senza degnarmi di uno sguardo.
“Lo so e basta.” Sospirai di nuovo “Ha occhi per un altro, non nota neanche la mia presenza o meglio, mi nota ma non come vorrei io.”
Mike sospirò, butto la sigaretta di sotto poi si girò verso di me “Tony, ti decidi a dirmi di chi cazzo si tratta ? Merda, io non so come aiutarti se non cominci ad essere completamente sincero con me. Andiamo, tra noi non ci sono mai stati segreti di nessun tipo, eppure da più di due anni continui a parlarmi di questa fantomatica persona senza mai dirmi il suo nome. Io lo so di chi si tratta, ormai l’ho capito.”
“E allora cosa vuoi ?” dissi, allarmandomi per la sua affermazione.
“Voglio che tu sia sincero con me. Di me ti puoi fidare, lo sai. Io ti aiuterò, ma sii sincero con me.” Mi disse, quasi implorandomi.
Presi un enorme respiro, chiusi gli occhi per qualche istante poi li aprii, lo guardai e sussurrai “Jaime.”
“E CI VOLEVA TANTO ?” gridò lui, con un enorme sorriso stampato sul volto “Ci avrei messo una mano sul fuoco. Ora, possiamo seriamente iniziare a pensare ad un modo per risolvere i tuoi problemi.”
Risi amaramente.
Non c’era una soluzione per i miei problemi, in nessun modo.
Ero innamorato di una persona che mi vedeva come un fratello e non avevo vie di fuga.
Sarei rimasto chiuso in me stesso, mi sarei ucciso lentamente, giorno dopo giorno, guardandolo sorridere e vedendolo felice anche senza di me.
Avrei sorriso per finta ed avrei nascosto tutto proprio come facevo da quasi due anni.
Probabilmente erano molti più di due anni, forse era da quando lo conoscevo che ero innamorato di lui, ma solo da due anni me ne rendevo conto e lo accettavo.
Sospirai di nuovo.
“Ora basta.” Ringhiò Mike, prendendomi per un braccio e iniziando a trascinarmi.
“Dove andiamo ?” chiesi, sconfortato.
“Da Jaime.” Disse, spingendomi giù dalla scala, fin davanti l’ascensore.
“COSA ? NO!” provai a liberarmi dalla presa del batterista, senza successo, mi spinse nell’ascensore e selezionò il 6° piano, dove si trovavano le nostre camere.
“MIKE, NO PER FAVORE, SUCCEDERA’ UN CASINO!” gridai.
“Smettila, andrà tutto bene.” Disse lui, mentre l’ascensore continuava a scendere.
Arrivati al sesto piano la porta dell’ascensore si aprì lentamente e  Jaime era in piedi dietro di essa.
“TONY, MIKE, FINALMENTE VI HO TROVATI, VIC SI STA SENTENDO MALE!” gridò.
“CHE CAZZO E’ SUCCESSO ?” disse Mike, lanciandosi fuori dall’ascensore.
“E’ IN CAMERA, HA BEVUTO TROPPO!” gridò Jaime, iniziando a correre verso la camera di Vic.
Io e Mike lo seguimmo.
Giunti in camera trovammo Vic piegato con la testa nel water che vomitava, Mike si fiondò in bagno e chiuse la porta.
Jaime si mise seduto sul divano massaggiandosi la testa mentre io rimasi in piedi vicino alla porta d’entrata della stanza.
“Dove sei stato ?” mi chiese Jaime, senza alzare la testa dal divano.
“Come ?” feci io, guardandolo.
“Ti ho chiesto dove sei stato tutta la sera.”
“Ero.. in giro.” Sussurrai.
“Con chi ?” fece lui.
“Che cazzo è, un interrogatorio ?” sbottai “Ero in giro, che ti frega a te ?”
Improvvisamente Jaime alzò la testa e mi guardò.
“Ero preoccupato, Tony. Sei sparito ad inizio serata e nessuno ti ha più visto.”
Lo guardai ancora un po’, poi scoppiai a ridere “Sei ubriaco ?”
“Un po’.” Fece lui.
“Oh.. ora capisco..” sospirai e poi aprii la porta della camera e me ne andai, sbattendomela alle spalle.
Mi diressi verso la mia camera, infilai la chiave nella toppa, la girai ed entrai, stavo per chiudere la porta ma qualcosa la bloccò.
Mi girai di scatto e vidi Jaime che teneva aperta la porta con il piede.
“Jaime, che cazzo vuoi ?” dissi, aprendo la porta.
Jaime entrò nella stanza e chiuse la porta alle sue spalle continuando a fissarmi.
“Cosa ti prende ?” mi chiese.
“Niente.”
“Non prendermi in giro, Tony, che diavolo ti sta succedendo ?” mi disse, poggiandomi una mano sulla spalla.
“Vuoi sapere che mi prende, Jaime ? Vuoi davvero saperlo ? Mi prende che ti sei accorto della mia assenza solo da ubriaco! Se fossi stato lucido, ti saresti accorto che non c’ero ? Secondo me no, perché non te ne accorgi mai, che io ci sia o meno non fa differenza, vero ? Purché ci sia Vic. Se c’è Vic, Jaime è felice. Allora ora da me, esattamente, che cazzo vuoi ? Va a tenere la fronte al tuo cazzo di fidanzatino e lasciami stare!” sputai, tutto d’un fiato.
Jaime sgranò gli occhi e rimase in silenzio per qualche istante.
Avevo fatto un casino.
“Sei.. geloso di Vic ?” sussurrò.
Avevo fatto 30, tanto valeva fare 31.
Ero pronto a perdere tutto.
Anche se in realtà non avevo poi così tanto da perdere.
“Sì, Jaime. Sono geloso di Vic. Sono geloso di tutti, perché tutti potrebbero averti, ma non io. Io non posso perché tu mi consideri tuo fratello, solo ed esclusivamente tuo fratello, nulla di più. Ma io no.. io sono anni che non ho occhi che per te, sono anni che me ne sto in silenzio aspettando anche un solo misero gesto da te, gesto che non arriva mai. Sono patetico.” Dissi, tirando su con il naso e cercando di ricacciare dentro le lacrime che lottavano per uscire.
Abbassai lo sguardo.
Jaime si appoggiò con la schiena alla porta ed abbassò lo sguardo.
“Mi accorgo sempre di quando non ci sei..” sussurrò “mi accorgo se ci sei, se non ci sei, mi accorgo se sei triste, se sei felice, arrabbiato. Mi accorgo di te, noto più te che me stesso, Tony.” Concluse.
Rimasi a bocca aperta e presi a fissarlo.
Jaime alzò la testa di scatto, mi prese per il colletto della maglietta e mi attaccò al muro “IO MI ACCORGO SEMPRE DI TE, TONY, PORCA PUTTANA, PERCHE’ TU NON TI ACCORGI DI ME ? Vic.. Come hai potuto pensare che mi interessasse Vic ? Io non ho occhi che per te. Quante notti in bianco passate a parlare di te con Vic, dirgli che non avrei mai avuto possibilità, mai. E tu.. tu eri li che soffrivi per colpa mia. GUARDAMI TONY, GUARDAMI SONO QUI.” Gridò, stringendo la presa sulla mia maglietta.
Lentamente lasciò la mia maglietta e poggiò le sue mani sulle mie guance.
“Guardami..” sussurrò.
Alzai lo sguardo ed incrociai i suoi occhi, lucidi.
“Sono qui.” Continuò.
Poi successe.
Le sue labbra toccarono le mie, le sue mani si intrecciarono dietro la mia testa, la sua lingua lentamente entrò nella mia bocca e si intrecciò con la mia, famelicamente.
Poi mi spinse verso il letto e finalmente successe ciò che aspettavamo entrambi da anni.
Fu tutto perfetto, magico.
Eravamo nudi nel letto quando il cellulare di Jaime vibrò da dentro i suoi pantaloni, per terra.
Si piegò, lo raccolse e aprì l’sms.
Ce l’avete fatta, maledizione.
Domani mattina ci vediamo per fare colazione insieme, voglio i dettagli stronzetti.
Vi voglio bene, sono felicissimo per voi.
-Vic
Vi voglio bene anche io, zozzoni.
-Mike

Scoppiai a ridere in sincrono con Jaime.
Mi girai a guardarlo, era così perfetto.
Si girò a guardarmi anche lui, mi sorrise e sussurrò “Ti ho aspettato per così tanto tempo che ora non ti lascio più andare, peggio per te.”
Sorrisi e lo baciai, poi chiusi gli occhi e mi lasciai andare al sonno sentendomi protetto come non mai, tra le braccia del mio Jaime.

 

 

 

 

 

 

Perdonatemi, è che guardavo delle foto di Jaime e Tony e boh, mi è veuto in mente ciò ed ho scritto.
Niente, spero vi piaccia.
Somuchlove,
Sah. 

  
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