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Autore: CandyJuls    24/12/2013    3 recensioni
[Frozen- Il Regno di Ghiaccio]
Storia sulla coppia ElsaxJack, questa One-Shot mi è venuta in mente appena uscita dal cinema dopo aver visto "Frozen" spero vi piaccia.
Elsa li guardava dal posto. Sembrava triste e amareggiata. Olaf se ne accorse, quindi saltò di due postazioni andandole accanto -Qualcosa non va?-
Lei alzò un sopracciglio -Mh? No, niente. E' tutto apposto- rispose non convincente, il pupazzo di neve insistette -Non è vero, sei triste e non dovresti esserlo. Siamo a un matrimonio! E per giunta a quello di Anna!- esclamò con il suo solito sorriso.
La Regina delle nevi tirò un sospiro, segno che si era arresa all'evidenza -Lo so, ma vedi è come se avessi un vuoto dentro me. Eppure ho tutto questo che mi circonda, non dovrei essere di malumore.- i suoi occhi azzurri non smisero di guardare verso i due sposi novelli, che sorridenti e spensierati danzavano a ritmo di musica. Olaf seguì il suo sguardo e come se fosse stato colpito da una scintilla, salì in piedi sulla sedia, alzando i rametti, ovvero le braccia, in aria -Adesso ho capito tutto.- sentenziò felice ma Elsa era confusa -Capito che cosa?-
-Tu sei triste perché non hai un uomo accanto!- disse quasi con ovvietà.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La città di Arendelle splendeva sotto il sole estivo, tutti gli abitanti in fermento a preparare la piazza centrale arricchendola di ghirlande, festoni e un red carpet. Ordini della regina Elsa che coordinava il tutto dal balcone del castello 
-Voglio che sia tutto perfetto, non un solo errore. Dopotutto è solo una volta che ci si sposa!- commentò prima di entrare dentro. Percorse tutto il corridoio fino ad arrivare alla stanza della sorella, bussò ed entrò. 
La sorella maggiore rimase incantata davanti al vestito che Anna aveva scelto: vestito bianco con delle maniche trasparenti e un lungo strascico a coda di rondine; i capelli per la prima volta li vide sciolti, rossicci con la striscia bionda nata da quell'incidente dell'infanzia.
-Allora, che ti sembra?- le domandò compiendo un giro su sé stessa, Elsa sorrise -Ti sta d'incanto- le si avvicinò sistemando piccoli dettagli come una madre farebbe con la propria figlia, i loro occhi azzurri s'incontrarono, la maggiore prese tra le mani quel dolce viso della minore senza tralasciare un dolce sorriso fraterno -Kristoff è perfetto per te. Hai fatto bene ad aspettare quello giusto- Anna non si contenne più e la abbracciò come quando erano piccole, la sua parte infantile non l'avrebbe mai abbandonata 
-Oh, Elsa sono così felice di averti ritrovata come sorella, e oggi sarai tu a sposarci. Mi sembra un sogno!- 
Ad interrompere quel loro momento fu una domestica, annunciando che tutto era pronto. Le due sorelle si diedero un ultimo abbraccio prima che la minore sparisse dalla camera. 
Elsa, invece, rimase a guardarsi allo specchio, vedeva una diciottenne diventata regina troppo presto ma non inesperta. Durante gli anni d'isolamento, oltre ad essere istruita a controllare il suo potere, era costretta a studiare ogni giorno dei libri su come governare il paese. Aveva tutto quello che una regina potesse desiderare: l'amore dei sudditi, degli eccellenti domestici al castello, e la sua dolce quanto coraggiosa sorellina. Ma in fondo sentiva che qualcosa le mancava, quel vuoto non colmato, una mancanza a cui non sapeva dare spiegazione. 
Si diede una sistemata ai capelli biondo platino portando una ciocca ribelle al proprio posto ed uscì dalla stanza. 

Kristoff in piedi davanti alle porte del palazzo reale fremente di poter vedere in tutto il suo splendore l'amata. Poco dopo venne raggiunto dalla regina, posizionata alle sue spalle.
La marcia nuziale cominciò ed Anna poté fare il suo ingresso con il volto coperto da un leggero velo messo in ombra dal sorriso raggiante della giovane fanciulla. 
I due amanti si guardarono negli occhi prima di voltarsi verso la regina.
-Popolo di Arendelle, noi oggi siamo tutti qui riuniti per celebrare l'unione di questi due giovani ragazzi, ossia mia sorella Anna e il suo fidanzato Kristoff - annunciò con tono solenne, proseguendo - loro non si sono fermati davanti a niente, hanno saputo fronteggiare la terribile tormenta che creai io stessa quando fuggii dal regno. Loro mi hanno cambiata facendomi diventare quella che sono adesso.- guardò lo sposo, confidandogli a bassa voce - Un nobile non si misura dalla ricchezza del denaro, ma dalla richezza del suo cuore. E tu, Kristoff, hai dimostrato di essere nobile d'animo - tornò poi verso la folla ed alzò le braccia al cielo - Ebbene con il potere da me conferitomi vi dichiaro marito e moglie. Potete baciare mia sorella, nonché vostra sposa.- 
Il giovane cinse i fianchi della fanciulla e le loro labbra si unirono in un casto bacio accompagnato dagli applausi del popolo. 
La cerimonia proseguì all'interno del castello dove un abbondante banchetto li aspettava solo per essere assaporati. Al tavolo centrale presero posto i due sposi al centro, circondati dalla regina di ghiaccio e da Olaf, un piccolo pupazzo di neve, intento a mangiarsi un semi-freddo. 

Verso metà ricevimento, la rossa e il biondo camminarono al centro della sala, lui le allungò una mano, e lei ricambiò dando inizio al loro primo ballo da marito e moglie. Pian piano tutti le altre coppie li seguirono. Elsa li guardava dal posto. Sembrava triste e amareggiata. Olaf se ne accorse, quindi saltò di due postazioni andandole accanto -Qualcosa non va?- 
Lei alzò un sopracciglio -Mh? No, niente. E' tutto apposto- rispose non convincente, il pupazzo di neve insistette -Non è vero, sei triste e non dovresti esserlo. Siamo a un matrimonio! E per giunta a quello di Anna!- esclamò con il suo solito sorriso. 
La Regina delle nevi tirò un sospiro, segno che si era arresa all'evidenza -Lo so, ma vedi è come se avessi un vuoto dentro me. Eppure ho tutto questo che mi circonda, non dovrei essere di malumore.- i suoi occhi azzurri non smisero di guardare verso i due sposi novelli, che sorridenti e spensierati danzavano a ritmo di musica. Olaf seguì il suo sguardo e come se fosse stato colpito da una scintilla, salì in piedi sulla sedia, alzando i rametti, ovvero le braccia, in aria -Adesso ho capito tutto.- sentenziò felice ma Elsa era confusa -Capito che cosa?-
-Tu sei triste perché non hai un uomo accanto!- disse quasi con ovvietà. 
Elsa aggrottò lievemente le sopracciglia, pensierosa, il pupazzo non aveva tutti i torti, del resto era sempre rimasta sola come se fosse in esilio, non ha mai avuto interazioni con l'altro sesso. E come poteva? Lei possedeva un potere magico, nessuno l'avrebbe sopportato e magari avrebbe rischiato di fargli del male anche se non intenzionalmente. 
Stanca di pensare, si alzò dal tavolo avvisando gli ospiti che sarebbe andata a riposare. 

Si stese sul letto, un braccio vicino alla testa e l'altro lungo il ventre mentre lo sguardo fisso sul soffitto ghiacciato da lei. Non riusciva a prendere sonno, la mente era riempita da pensieri che prima erano inesistenti. Una regina non dovrebbe governare un regno senza un re accanto. Tornò a qualche istante prima quando osservava dal posto gli abitanti ballare, in ogni coppia c'era uno sguardo innamorato ricambiato, dalla sua postazione si era resa conto che l'amore non si era affievolito, tutto il contrario, era più forte e avrebbe spezzato qualsiasi maledizione in pochi istanti. 
Guardò verso l'enorme finestra, fuori c'era bel tempo e il sole penetrava fin sotto il vestito azzurro ghiaccio riscaldandola per qualche secondo. Camminò in direzione della finestra, e una volta spalancata si affacciò puntellando i gomiti sul davanzale, sostenendo così il volto per poter guardare il cielo limpido senza alcuna nuvola nei dintorni. 
Poi arrivò qualcosa d'inaspettato, un fascio di luce proveniente dal cuore della foresta scandinava percorse verticalmente la distanza tra il terreno verdeggiante e il cielo, riuscì a vederlo soltanto di sfuggita, abbastanza però da incuriosirla. Si dimenticò del matrimonio, degli invitati e del ricevimento in un solo istante dando la precedenza a quel fenomeno insolito. Rimase quindi tutta la sera a mirare il punto da dove l'aveva visto sbucare finché non venne distratta dalla voce di Anna dall'altra parte della porta dicendole che era tardi. 

Il giorno seguente, la regina di Arandelle si svegliò con aria insonnolita salutando tutti quanti con un enorme sbadiglio venendo guardata dai presenti, Anna, Kristoff e Olaf, con sorpresa. 
Una volta seduta a tavola per prendere parte alla colazione, cadde con la testa sul piatto vuoto iniziando a russare lievemente, la sorella minore iniziò a preoccuparsi ma venne fermata dal marito -Tranquilla, è solo stanca, si vede che non ha chiuso occhio.- 
Ed era così, Elsa aveva passato tutta la notte a girarsi e rigirarsi nel letto non spiegandosi quel fascio di luce, senza prendere sonno, neanche quando le forze l'avevano abbandonata completamente. In quel momento Sven, la renna nonché migliore amico del biondo, passando per quella stanza pensò di leccare il volto della bella addormentata, svegliandola di soprassalto. Per tutto il giorno precedente Sven era rimasto fuori dal palazzo per evitare che potesse fare male a qualcuno ma ora che era abitato soltanto da conoscenti era libero di poterci passeggiare all'interno. 
Anna prese tra le mani una tazza di latte mentre osservava la sorella mezza dormiente che si teneva la testa, probabilmente dolorante, con una mano.
-Stai bene, Elsa?-
-Non ho dormito molto questa notte ma sì, sto bene.- con questa risposta mise tutti più tranquilli, non era niente di grave. Per il momento. 
Dopo pochi profondi respiri, la donna si alzò da tavola per andare a sbrigare le varie mansioni che una regina doveva fare ogni giorno con regolarità, quindi congedò i suoi amici con un cenno di capo prima di attraversare il lungo corridoio che separava la sala da pranzo dall'ufficio. 

Il rumore dei tacchetti veniva attutito dall'enorme tappeto rosato del corridoio, il suo portamento fiero ed elegante le conferivano un'aria nobile e, in qualche modo, sensuale, accennato maggiormente dall'inseparabile strascico celeste creato da lei stessa. Aveva percorso metà strada quando il fascio di luce del giorno precedente si fece di nuovo vedere. La giovane non perse tempo, si mise davanti l'enorme vetrata aspettando paziente che si ripetesse. 

Intanto, i novelli sposini uscirono dal castello per andare in città. Elsa osservò malinconicamente le attenzioni che sua sorella stava ricevendo dall'amato, anche lei desiderava nel profondo essere presa in braccio, coccolata, abbracciata, baciata, amata. Se solo ci fosse un uomo capace di andare oltre alle apparenze, scoprendo che lei non era altro che normale. 
Sbagliato, lei non era normale, era speciale, quindi aveva bisogno di qualcuno altrettanto speciale quanto lei: ma sarebbe riuscita a trovarlo? 
Tornò a concentrarsi sull'orizzonte e questa volta non le sfuggì, osservò nei minimi dettagli cosa potesse essere quella luce, aveva una fosforescenza simile alla sua. Ora la priorità era scoprire chi fosse il responsabile di tutto ciò. Corse verso il portone d'ingresso, spalancandolo. Si guardò intorno ma non v'era traccia della renna -Dannazione!- imprecò, avrebbe dovuto provvedere da sé. Dinnanzi ai suoi occhi vi erano due fontane ricche d'acqua l'ideale per trasformarla in ghiaccio. 
Tese un braccio verso la fontana alla sua sinistra, ruotò il polso della mano con leggiadria in modo da avere a sua disposizione l'acqua. Alzò anche l'altro braccio e iniziò a plasmare l'elemento a suo piacimento dandogli la forma di un cavallo, una volta ottenuta la congelò. Ma c'era il problema del sole, in poco tempo si sarebbe sciolto e lei sarebbe rimasta a piedi, creò quindi una nuvola posta sopra il corpo della creazione, una nuvola in grado di far nevicare solo in quel punto. Il problema non esisteva più. 
Salì sul destriero ghiacciato guidandolo verso l'interno della foresta. 
Gli occhi erano ridotti a piccole lame blu per quanto fosse determinata a scoprirne la fonte, la treccia svolazzava dietro seguita dallo strascico del vestito. 

Arrivarono in uno spiazzo verdeggiante, era quello il posto. Scese da cavallo iniziando a perlustrarlo, sembrava tutto normale, ma un sensore le suggeriva che era osservata, non le piaceva quella sensazione, si sentì esposta al pericolo e se fosse stata qualche creatura del bosco sarebbe ricorsa alla fuga, non avrebbe fatto più del male con il suo potere solo per difendersi. 
-C'è qualcuno?- domandò guardandosi intorno, sembrava non esserci nessuno, difatti nessuno rispose. 
Riprovò alzando di poco il tono della voce -C'è qualcuno?- ma ebbe lo stesso risultato. 
Cominciò a pensare che quelle apparizioni non erano altro che frutto della sua fantasia, forse dovuto allo stress dell'ultimo periodo, o forse per la solitudine che avrebbe dovuto affrontare. Sua sorella era ormai sposata e a maggior ragione era libera di potersene andare da casa, da lei, e sarebbe tornata alla vita che aveva scelto qualche tempo fa ma che ora non avrebbe replicato. 
Stette per salire in groppa all'animale quando qualcosa luccicò, per poco non la stava acciecando. Si volse dunque verso di esso: proveniva da una roccia non molto lontano da lei, ed avvicinandosi poté notare di un fiocco di neve. Sgranò gli occhi, rimanendone paralizzata, credeva che soltanto lei potesse fare una cosa simile. 
Compì diversi giri su sé stessa pensando di trovare il responsabile di quella magia, ma evidentemente era scappato appena prima che lei arrivasse. 

Tornata in città cercò subito con lo sguardo Anna, la quale era in compagnia del neo-marito davanti alla bancarella del pesce. Corse verso di loro, incurante di sembrare agli occhi degli abitanti infantile e poco regale, urlacchiando tutta contenta -Ho visto un fiocco di neve!- esclamò al settimo cielo.
Anna e Kristoff si scambiarono un'occhiata confusa, poi la giovane parlò -Elsa, tu fai i fiocchi di neve..- 
-Sì, ma non l'ho fatto io! C'è la neve!- ripeté più entusiasta saltando sul posto, sembrava proprio una bambina.
-Siamo a Luglio.- intervenne il biondo. 
La regina si calmò per un istante, soltanto in quel momento si accorse che tutti la stavano guardando. Inutile. Tutto inutile. Nessuno poteva comprenderla, loro erano semplici esseri umani e lei sarebbe sempre stata quella 'anormale'. 
Assunse di nuovo la sua postura eretta e regale -Scusate, sono stressata in questi giorni, sarà meglio che vada a riprendere il mio lavoro.- 

La sera, si affacciò alla finestra cercando qualche segno di vita da parte di quella misteriosa creatura in grado di farla sognare. Ed ecco che apparì quel fascio di luce, diede uno sguardo all'orologio notando che seguiva un certo orario. 
Un folle quanto geniale idea le trapanò in testa: con un movimento elegante delle sole dita delle mani, creò dei fiocchi di neve, indirizzandoli al destinatario. 
Poi andò sotto le coperte, cercando di addormentarsi tra le braccia di Morfeo. 

La prima cosa che fece al mattino fu quella di fare colazione, questa volta era riposata e pronta per andare alla ricerca, cancellò quindi tutti gli impegni ed uscì all'aria aperta.
Si recò allo stesso luogo del giorno prima, non trovandovi ancora nessuno. Spazientita, prese posto su una roccia. 
Pochi minuti più tardi dei cespugli si mossero. Elsa non era più sola. Cominciò quindi a parlare:
-Chiunque tu sia o.. cosa sia, non voglio farti del male ma voglio conoscerti. Ti prego, fatti vedere.- ma non ricevette alcuna risposta, proprio come la volta scorsa. 
Decise quindi di smettere di parlare e di passare ai fatti, si alzò dalla roccia iniziando a creare piccoli fiocchi di neve, spargendoli dovunque. 
A quell'azione corrispose una reazione: l'albero davanti alla giovane donna cominciò a ghiacciarsi. 

La creatura aveva risposto.

Individuata la posizione, Elsa si sporse da un lato cercando di vedere qualcosa ma inutilmente, sospirò lievemente -Nel mio regno soltanto io ho questo potere, creo neve proprio come te, ma..- si interruppe per qualche secondo guardando in basso e la mano destra strofinò il braccio sinistro -..Mi sentivo così sola e unica. Così unica da pensare che non avrei mai incontrato qualcuno con il mio stesso potere.. però mi sbagliavo e.. voglio vedere in faccia l'artefice della mia felicità.- 
Quelle parole non risultarono vere solo per la Regina delle nevi ma anche nella creatura si mosse qualcosa al suo interno, tanto da mostrarsi. 
Una sagoma simile a quella di un umano si scostò dall'albero uscendo dalla penombra, ed avanzò timoroso verso la figura femminile. Non era altro che un ragazzo di diciotto anni con delle somiglianze fisiche simili a quelle della ragazza: capelli albini tendenti al bianco, occhi azzurro ghiaccio e delle guance rosee a causa della loro temperatura corporea vicina allo zero. 
Si scrutarono a lungo silenziosamente, l'uno sorpreso dall'altra. 
-Come ti chiami?- domandò lei, guardandolo dritto negli occhi
-Jack. Jack Frost, e tu?- poté sentire la sua voce, era roca e bellissima.
-Elsa.- calò nuovamente il silenzio, lei non osava proferire parola per paura di rompere quell'atmosfera tanto perfetta che si era andata a creare. Improvvisamente dentro al suo petto sentì qualcosa di caldo pulsare velocemente, era da troppo tempo che non lo sentiva battere così forte. -Come fai ad avere il mio stesso potere?- chiese curioso 
Elsa si portò una ciocca biondo platino dietro l'orecchio -Oh, ecco io ce l'ho dalla nascita. E tu?-
-Lunga storia- tagliò corto, non aveva voglia di rivangare il suo passato, la sua prigionia a cui era stato costretto. Ma la ragazza ci rimase male quando l'altro preferì non dirglielo, Jack se ne accorse di quel cambiamento, doveva inventarsi qualcosa e in fretta. -Aspetta qui!- disse d'un tratto Frost, sparendo con il volo, non dando la possibilità a Elsa di esprimersi. 

Tornò poco dopo, senza aggiungere parola le porse la mano, invitandola a stringergliela. La ragazza accettò ed insieme sfrecciarono fino ad arrivare sopra un lago, ghiacciato per l'occasione. 
Jack si mise in mezzo a quella che doveva essere una pista da pattinaggio improvvisata, le fece un piccolo inchino porgendole nuovamente la mano -Mi concedete questo ballo?- domandò galantemente, la regina ne rimase folgorata, i loro occhi si incontrarono nuovamente e il suo cuore continuava a saltare dall'emozione -Sì, con molto piacere-. L'avvicinò al proprio corpo, lasciando quel minimo di spazio tra loro, una mano di Elsa si aggrappò alla felpa blu di lui, mentre l'altra veniva tenuta dalla mano di Jack. Iniziarono a pattinare sul ghiaccio immaginando che si trovassero ad un ballo reale. Entrambi si guardavano negli occhi fidandosi l'una dell'altro come se si conoscessero da una vita. Elsa si sentiva in qualche modo protetta dal corpo del ragazzo. -Perché mandavi quel fascio di luce verso il cielo?- gli chiese di punto in bianco.
-Perché volevo che qualcuno mi notasse..- lasciò la frase in sospeso per sospirare lievemente prima di continuare - Che tu mi notassi.- a quel punto lasciò la mano di Elsa portandola dietro la schiena femminile in modo da averla stretta al suo corpo. Le guance della ragazza subirono un surriscaldamento improvviso che la fece in qualche modo andare in tilt, mise il braccio, ora libero, sulla spalla del ragazzo, in parallelo con l'altra. 
La distanza tra i loro volti era decimata, lei poteva leggergli l'anima e lui lo stesso, ma prima di lasciare tutto nelle mani del destino, c'era un'altra domanda da porgli -C-come sarebbe a dire che io ti notassi? Tu come fai.. a conoscermi?- prima di risponderle, avvicinò la fronte alla sua in modo da poterle sussurrare sulle labbra -Ho sentito il tuo amore per me-. 
Non sapeva come controbattere, era in trappola, in un'accogliente e bella trappola da cui non voleva scappare, voleva rimanerne imprigionata a vita. 
Lei colmò la distanza avvicinandosi alle labbra di lui facendole combaciare perfettamente tra loro. Quel bacio ebbe un effetto salutare per entrambi: non erano più soli, incompresi, diversi ma erano diventati una cosa sola, erano diventati speciali insieme.  
   
 
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