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Autore: Foulard_    24/12/2013    4 recensioni
Zayn era un avaro ed egoista imprenditore inglese.
Niall era un ragazzo docile e buono come il pane.
Nella notte di Natale, qualcosa cambiò nel cuore del moro, trasformandolo radicalmente in un nuovo individuo.
**
Il suo sguardo puntò su lui da piccolo e Niall che stavano giocando ad un puzzle di legno fatto a mano.
«Guarda, ho trovato il cuore!» esclamò Jawaad alzando il braccio.
Il bimbo paffuto gli sorrise raggiante. «Ed io il polmone!» ribatté quest’ultimo.
I due bambini collocarono i due pezzi nelle rispettive capsule ed esultarono a fine lavoro. Il piccolo biondino abbracciò forte Zayn e gli schioccò un bacio sulla guancia.
«Sai cosa dice la mamma?» cominciò a dire il piccolo dagli occhi azzurri.
«No, cosa?»
«Che quando uno è innamorato gli manca il respiro per il troppo amore che custodisce nel cuore» rispose sorridente.
«E con questo cosa vuoi dire?» gli domandò il moretto.
«Che io e te abbiamo trovato rispettivamente un cuore e un polmone, non sarà un segno?» gli spiegò Niall.
**
[ZIALL- LARRY] (Ispirato al romanzo di Charles Dickens).
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
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A Christmas Carol.


Disclaimer:  Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro ( ovviamente, nessuno mi passa un mutuo ç.ç) , non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.


It’s funny how some distance
Makes everything seem small
And the fears that once controlled me
Can’t get to me at all

Demi Lovato- Let it go. 


 
Londra era davvero uno spettacolo quella notte, la gente alzava il capo per ammirare le luci colorate che illuminavano la città.  I Londinesi pensavano che il Natale fosse una festività da passare con amici e parenti chiacchierando fino a mezzanotte per poi aprire i regali fatti con tanto amore, ma solo una persona odiava il Natale con tutte le sue forze e quell’individuo rimaneva sempre con il malumore fino all’Epifania.
Il suo nome era Zayn Jawaad Malik ed era un ragazzo vissuto che aveva un’enorme fortuna economica. Quasi tutti gli anni, passava il Natale a contare i suoi soldi seduto dietro all’enorme scrivania dell’ufficio situato nella sua villetta di Londra.
Era un ragazzo non molto alto, capelli neri come il carbone, gli occhi scuri che trasparivano odio e ripulsione e un filo di barba rasata sempre con cura. Era sempre vestito con gran classe: una camicia stretta bianca che tracciava i suoi pettorali, dei pantaloni stretti neri e una giacca dello stesso colore abbottonata fino ad arrivare alla cravatta. Si poteva dire di essere un ragazzo autoritario guardando il suo vestiario e la gente di città non aveva tutti i torti: era avido e taccagno e non perdeva mai il momento di insultare tutti quelli che riteneva inferiori a lui.
Ma qualcosa cambiò nella notte di Natale, qualcosa di fantastico e spaventoso allo stesso tempo.
Piccoli fiocchi di neve scesero distratti sul suolo della terra e soffiò rapidamente un vento gelido. La maggior parte delle persone erano corse a casa per prepararsi ad una nevicata come era solita scendere a Londra.
L’ufficio di Zayn era riscaldato dal fuoco scoppiettante dell’enorme camino bianco sporco mentre quest’ultimo era intento a scrivere delle pratiche lavorative piuttosto difficili.
-Signor Malik, c’è una visita per lei- esclamò la segretaria del mulatto facendo irruzione nella stanza.
Il ragazzo alzò il capo dai fogli giallastri e sul suo volto si dipinse uno sguardo annoiato.
-Quante volte ti ho detto che devi bussare prima di entrare?!- sbottò il moro come suo solito fare.
La povera donna abbassò la testa. –Mi scusi- sussurrò.
Zayn fece una faccia piuttosto innervosita. –Chi è il visitatore?- domandò arrabbiato.
La segretaria tirò su gli occhiali e si affrettò a rispondere. –Niall Horan, signore- rispose.
Il mulatto fece segno col dito di farlo entrare e in meno di un batter d’occhio, un ragazzo biondino entrò nella stanza tenendo gli occhi fissi sul pavimento bianco.
Niall era un ragazzo alto quanto Zayn, gli occhi come il mare d’agosto e dei capelli biondi come i raggi del sole. Vestiva con delle scarpe da ginnastica rovinate, dei jeans chiari e un pesante maglione di lana che gli ricopriva la sua rotonda pancia. La gente lo criticava dandogli del “golosone” ma non sapeva la verità che il biondo nascondeva: lui era incinto, aspettava un bambino dal suo padrone di casa.
La segretaria chiuse la porta con delicatezza e nel preciso istante, il silenzio scese nella stanza. Niall si avvicinò lentamente verso la scrivania del moro e picchiettò le dita sul tavolo lungo di legno attirando l’attenzione di quest’ultimo.
-Finalmente sei venuto!- esclamò Zayn con un sorriso beffardo.
Il biondo alzò di poco il capo. –Stamattina mi ha fatto chiamare e mi sono precipitato subito da lei- disse Niall con voce roca.
-Adoro le persone che colgono l’attimo- disse. -Siediti pure- lo invitò il moro con finta premura.
Il ragazzo fece come ordinato e si accomodò con delicatezza davanti a Zayn.
-Perché mi ha fatto venire qui?- gli domandò Niall con insicurezza.
-Beh, dopotutto è Natale e tu non mi hai fatto ancora il regalo- rispose.
Il biondino si congelò sul posto. –Che cosa vuole che le regali?- domandò tremolante.
-I soldi che mi devi per l’affitto!- esclamò il moro alzandosi di scatto dalla poltrona.
Niall si impallidì di colpo abbassando il capo subito dopo. –Non li possiedo-sussurrò torturandosi le mani.
-Sono due mesi che non paghi e ormai sono arrivato al limite della pazienza!- sbottò avvicinandosi pericolosamente al ragazzo. –Voglio subito quelle ottocento sterline che mi devi!- esclamò.
Il biondo scattò in piedi e si allontanò da Zayn in modo che non lo assalisca per l’ira che si celava in lui in quel momento.
-Mi deve capire, aspetto un bambino e riesco a malapena a sfamarlo- sussurrò ormai sull’orlo di piangere. –Non riesco ad arrivare a fine mese con i soldi che mi passa il lavoro- disse.
Zayn diventò rosso dalla rabbia e sbraitò al ragazzo queste testuali parole:  –Non mi importa niente della tua gravidanza e se non riesci a pagare l’affitto, ti obbligo di andare subito via dalla mia proprietà!- urlò come un forsennato.
A quel punto, Niall scoppiò in un pianto disperato. –Ti prego Zayn, non puoi farmi questo- esclamò.
-Non chiamarmi Zayn e non darmi ordini! Ti ordino a andartene via dalla mia casa di Albemarle Street!- sbraitò contro il povero ragazzo che piangeva senza sosta.
-Ma fuori nevica e non saprò dove andare- sussurrò singhiozzando.
-Non mi importa- ribatté il moro calmandosi di poco.
-Pensa a tuo figlio che ho in grembo e a me che ero il tuo migliore amico- implorò Niall.
-Non mi interessa, quel bambino è soltanto il risultato di un preservativo rotto durante una notte di divertimento e lussuria- disse Zayn. –E’ solo un errore- aggiunse.
Il cuore di Niall parve spezzarsi in due. Quelle parole risuonavano nella sua testa come un disco e scosse il capo per cercare di non pensarci.
-E poi non sei mai stato il mio migliore amico- continuò il moro con disgusto.
-Non ti ricordi della nostra infanzia? Quando tu venivi a trovarmi per creare il pupazzo di neve nel giardino di casa mia?- gli rammentò il biondo.
-Sono passati anni e poi eravamo solo bambini- disse.
-Ma tu amavi il Natale ed eri così dolce con me- sussurrò Niall abbassando la testa mentre una lacrima solitaria gli rigava la guancia rosea.
-Sono tutte fandonie!- sbottò. –Io ho sempre odiato il Natale e le sdolcinatezze- aggiunse.
-Non è vero- ribatté il ragazzo dagli occhi azzurri.
-Adesso basta!- urlò. –Ne ho abbastanza delle tue cavolate, adesso vattene e cercati un’altra casa e non tornare più!- esclamò.
Niall guardò Zayn di sfuggita e si precipitò alla porta aprendola con cautela.
-Buon Natale Zay, lo so che non sei quello che pensi di essere- sussurrò al mulatto sorridendo debolmente.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e sbuffò rumorosamente. -Ti ho detto di andartene!- sbraitò.
Il biondo decise di non ribattere e lasciò la stanza con gli occhi pieni di lacrime.
Il moro si raccomodò nuovamente sulla poltrona e riprese a leggere le sue scartoffie come se quella reazione fosse del tutto normale.
Dopo un paio d’ore, l’orologio suonò rumorosamente per la stanza e indicava la mezzanotte con le sue lancette grandi e dipinte con disegni fantasiosi.  Zayn alzò la testa dal foglio macchiato d’inchiostro e si sollevò dalla poltrona per servirsi del fumante tè nella tazza di porcellana.
Ad un tratto sentì un boato, si girò di scatto e si guardò intorno per accertarsi che tutto fosse normale. Fece un sospirò e si andò a sedere davanti al camino che dominava la stanza. Sobbalzò dalla paura udendo una voce spettrale che sussurrava il suo nome.
-C’è qualcuno qui?- sussurrò con voce tremante scattando in piedi.
I sussurri si fecero più udibili e Zayn si precipitò davanti alla porta per correre via dalla stanza. Abbassò la maniglia ma l’uscio non si spalancò come aveva previsto. –E’ chiusa!- esclamò sbiancando.
Si girò nuovamente e si guardò intorno. –Chi cavolo sei?!- sbottò nervoso.
Ad un tratto una figura scese nella stanza e volò incontro a Zayn. –Josh!- esclamò l’ombra.
Il moro urlò dalla paura e si allontanò velocemente dal fantasma, prese un ombrello e lo puntò davanti a quest’ultimo. –Vattene via dalla mia casa!- urlò minaccioso.
Lo spirito rise di gusto e si sedette sulla poltrona dietro alla scrivania. –E’questo il modo di trattare un tuo vecchio socio?- disse con fare retorico.
Zayn rimase sconvolto per qualche secondo, deglutì rumorosamente e si avvicinò con passo lento al fantasma. –Josh?- disse con insicurezza.
-Sì mio caro!-  esclamò alzando le mani al cielo.
Il moro posò l’ombrello su una sedia accanto e lo guardò spaventato. –Tu- tu sei mo- morto!- esclamò.
-Ma è ovvio amico!- urlò. –Sono qui per dirti una cosa- disse diventando serio d’un tratto.
-Mi sei mancato così tanto!- esclamò Zayn con finto fare dolce. –Sapevi come cacciare via le persone che non pagavano le nostre proprietà- continuò con uno sguardo sognante.
-Beh, ero bravo su queste cose- disse lo spirito con modi altezzosi. -Ma cosa sto dicendo?!- esclamò a se stesso.
Zayn lo guardò inarcando un sopracciglio. –Non capisco- disse.
-Ho fatto male, sono stato un avaro nel corso della mia vita e non voglio che capiti a te Zayn!- esclamò.
Zayn continuava a non capire. Abbassò gli occhi verso il pavimento e intravide delle catene penzolare sulle braccia dello spirito. –Cosa sono quelle?- gli domandò indicandole.
-Queste?- il moro annuì. –Sono le catene dell’odio e dell’avarizia. Non possono essere tolte e di conseguenza dovrò portarle per l’eternità- spiegò.
-Non ci credo- ribatté Zayn.
-Ascoltami  Zayn, voglio rimediare al danno che ho fatto anni fa insegnandoti cos’è la cattiveria- disse Josh. –Stanotte sarai in compagnia di tre spiriti dalla quale dovranno insegnarti che la bontà non è il male del mondo ma è solo il dono dell’onestà- aggiunse.
Il moro fece uno sguardo annoiato e sbuffò. –Hai finito il tuo monologo? Adesso puoi anche andare- esclamò ridendo istericamente. –Il vero Josh Devine non direbbe mai queste cavolate!- aggiunse.
Josh lo guardò sconvolto. –Devi credermi, ho sbagliato e voglio rimediare ai miei errori!- urlò alzandosi dalla poltrona e volteggiando intorno al mulatto.
-Adesso basta e lasciami andare a dormire- ribatté il moro uscendo dalla stanza.
Il fantasma sbuffò indignato e volò via dalla stanza. Zayn sorrise soddisfatto e andò in camera da letto per farsi una bella dormita. Indossò il pigiama e si mise sotto le coperte chiudendo gli occhi con fare rilassato.
L’orologio segnò l’una di notte e tutto nella stanza sembrava normale, il moro dormiva beatamente nel suo lettone comodo e non si aspettava nessun fantasma come gli aveva detto Josh. Ad un tratto, una musica risuonò nella stanza e prontamente il mulatto si rannicchiò su se stesso.
-Sveglia!- urlò qualcuno al suo orecchio.
Zayn aprì gli occhi di scatto e vide a pochi centimetri dal viso uno sguardo maschile con un sorriso a trentadue denti.
-Chi sei tu?!- urlò spaventato scattando in piedi accanto al letto. Sbatté ripetutamente le palpebre realizzando che non fosse un incubo.
Dalla luce della luna che oltrepassava la finestra, illuminava il volto del ragazzo che ha fatto irruzione nella sua camera.
Il giovane aveva i capelli castani alzati in un ciuffo disordinato, gli occhi come il mare in tempesta e un corpo abbastanza muscoloso. Vestiva con dei pantaloni dorati, un panciotto dello stesso colore con appeso un orologio da taschino e una camicia bianca.
-Vuoi dirmi chi sei?!- sbottò Zayn infastidito.
-Ma come, non sai chi sono?-  rispose lo spirito abbastanza offeso.
-No!- urlò.
-Sono lo spirito del Natale Passato!- esclamò esultante.
-Certo- sussurrò il mulatto guardandolo male. –Non hai un nome?- gli domandò.
Lo spirito sbuffò rumorosamente. –Louis Tomlinson, piacere- esclamò sorridente porgendogli la mano.
Zayn esitò per un attimo. –Zayn- rispose semplicemente.
-Lo so!- esclamò altezzoso. –Adesso però dobbiamo andare, si sta facendo tardi- disse Louis stringendogli la mano e trascinandolo al centro della stanza.
Zayn lo guardò spaventato. –Dove dobbiamo andare?- gli domandò impaurito.
Louis scoppiò a ridere. –Negli anni della tua infanzia!- esclamò mentre un vortice li risucchiarono trascinandoli in un tunnel.
Il mulatto si guardò intorno e non vide altro che dei ricordi di quando era un ragazzo e altri di quando era solo un bambino. Strinse di più la mano del fantasma e si aggrappò a lui in modo tale che non potesse precipitare fuori dalla galleria.
Vennero scaraventati sul pavimento con un tonfo rumoroso, Louis si alzò con naturalezza e Zayn fece lo stesso massaggiandosi il fondoschiena. –Ma io dico, non potevamo atterrare su qualcosa di morbido?!- sbottò arrabbiato. Il fantasma fece spallucce.
Il moro lasciò perdere e si guardò intorno. Un caminetto acceso riscaldava la stanza con poca legna all’interno, i muri erano di un bianco sporco e le tende alle finestre erano completamente rovinate.  Lo sguardo di Zayn si concentrò sulla figura di un bambino dai capelli neri che giocava alle macchinine sul pavimento pieno di crepe.
-Abbiamo sbagliato data?- gli domandò Louis guardando l’orrore che quella casa celava.
Il moro scosse la testa. –E’ esatta- sussurrò guardando quel piccolo che sorrideva raggiante.
-Ma non c’è niente qui- costatò lo spirito. –Dove si trova l’albero di Natale?- gli domandò incuriosito.
Zayn abbassò la testa. –Non c’è mai stato- rispose.
Lo spirito si rattristì all’affermazione del ragazzo ma fece finta di non aver sentito. Il moro continuò a guardare la scena e subito un piccolo sorriso amaro gli comparve sulle labbra.

-Zayn!- urlò a squarciagola un uomo alla porta di casa Malik.
Il bambino smise di giocare e corse immediatamente dal padre. –Cosa c’è papà?- gli domandò con aria innocente.
-Ti avevo detto di spalare la neve fuori e tu non l’hai fatto!- esclamò l’uomone alquanto arrabbiato.
Il piccolo tremò un po’ alla voce acuta del padre e fece un passo indietro. –Fa freddo fuori- sussurrò torturandosi le dita.
-Non mi interessa!- esclamò. –Subito a spalare, ragazzino!- continuò.
-Ma papà, avevi promesso che sarei andato dalla famiglia Horan questo pomeriggio- ribatté il piccolo moretto. – E l’ho promesso a Niall!- esclamò mentre una lacrima solitaria gli rigò la morbida guancia.
-Non alzare la voce con me Jawaad!- rispose di rimando il padre. –Non hai fatto il tuo dovere e di conseguenza rimarrai a casa- detto questo, l’uomo si scansò dalla porta e si precipitò in cucina.


Lo spirito lanciò uno sguardo al ragazzo accanto a lui e lo vide con la testa abbassata e un’aria triste in volto.
-Tutto bene?- gli domandò Louis.
Il moro parlò dopo qualche secondo. –Lo faceva tutte le volte che dovevo vedere Niall, mi costringeva a lavorare e alcune volte mi picchiava senza una ragione- sussurrò.
Lo spirito sorrise amaramente. –Vogliamo seguire il piccolo Jawaad?- gli domandò facendo una risatina.
-D’accordo ma non chiamarmi più così!- esclamò irritato prendendo la mano di Louis.
Lo spirito aprì in varco nel muro sporco della famiglia Malik e trascinò Zayn nel tunnel. Dopo alcuni minuti si scaraventarono sulla neve facendo imprecare il moro.
-Gli atterraggi non sono il mio forte- confermò Louis guardando divertito il ragazzo.
Si scossero un po’ per togliere la neve dai pantaloni e cercarono con lo sguardo il bambino dai capelli neri. Lo videro in lontananza mentre toglieva la neve davanti alla casa con una paletta da spiaggia. Zayn si avvicinò con cautela e fece per toccarlo: -Non possono sentirci e neppure vederci, giovanotto- esclamò Louis con fare da saputello.
-Grazie per avermelo detto prima- rispose il moro con irritazione e ironia.

Ad un tratto il piccolo Jawaad posò la paletta e sbirciò dalla finestra  sorridendo subito dopo.

-Che stavi cercando di fare?-gli domandò Louis.
-Adesso vedrai- rispose il mulatto accennando un sorriso.

Jawaad entrò in casa e prese il suo cappotto e la sciarpa che indossò velocemente, chiuse la porta con delicatezza e corse come un razzo verso ancora una meta sconosciuta. Si fermò davanti ad una casetta con tantissime luci natalizie e con esultanza, bussò alla porta dando piccoli colpetti con la mano. Un bambino biondo aprì l’uscio e appena vide il moretto, gli saltò addosso, soffocandolo tra le sue braccia.
-Zay!- esclamò il bimbo paffuto.  –Avevo paura che non venissi- aggiunse.
-Invece sono qui- rispose il piccolo Malik con sorriso a trentadue denti.
-Vieni, entra- lo invitò scansandosi per fargli spazio. Lui annuì ed entrò in casa.


Zayn si guardò intorno e un sorriso sincero gli spuntò sul volto. Gli mancava tutto quello.
-Questo era il posto dove mi sentivo in pace con il mondo, mi ricordo che io e Niall giocavamo tutto il giorno a fare pupazzi di neve e guerre di palle ghiacciate- si fermò. –Ero felice quando gli volevo bene- sussurrò il mulatto cercando di non far sentire l’ultima frase allo spirito.
-Spiacente giovanotto, ma ho udito tutto quello che hai detto e hai ammesso di sentirti bene con quel bambino- lo sfotté Louis.
Il sorriso del moro fu rimpiazzato dalla sua aria dura. –Lascia perdere ciò che dico, sono tutte cavolate- ribatté mettendosi a braccia conserte.
-Se lo dici tu- si arrese Louis. –Entriamo- esclamò poi esaltato e attraversando il muro della casa.
Zayn lo guardò sconvolto e toccò la parete con un dito, cercando di fare altrettanto come lo spirito, sfortunatamente senza risultati visto che era entrato cadendo a pancia sotto sul pavimento.
-Possiamo anche attraversare i muri- lo informò Louis.
-E come al solito non me l’hai detto prima- rispose Zayn alzandosi da terra e pulendosi i pantaloni del pigiama.

Il suo sguardo puntò su lui da piccolo e Niall che stavano giocando ad un puzzle di legno fatto a mano.
-Guarda, ho trovato il cuore!- esclamò Jawaad alzando il braccio.
Il bimbo paffuto gli sorrise raggiante. –Ed io il polmone!- ribatté quest’ultimo.
I due bambini collocarono i due pezzi nelle rispettive capsule ed esultarono a fine lavoro. Il piccolo biondino abbracciò forte Zayn e gli schioccò un bacio sulla guancia.
-Sai cosa dice la mamma?- cominciò a dire il piccolo dagli occhi azzurri.
-Cosa?
-Che quando uno è innamorato gli manca il respiro per il troppo amore che custodisce nel cuore- rispose sorridente.
-E con questo cosa vuoi dire?- gli domandò il moretto.
-Che io e te abbiamo trovato rispettivamente un cuore e un polmone, non sarà un segno?- gli spiegò Niall.
Jawaad parve pensarci. –Forse hai ragione!- esclamò esultando sul posto e abbracciando l’amico. –Ti voglio tanto bene Nialler- sussurrò al suo orecchio.
-Anche io Zay- rispose il bambino paffuto.


Zayn rimase colpito da quelle scena che aveva dimenticato nel corso degli anni, gli sembrava così meravigliosa e pensò che nessun film era così dolce come quei bambini che non sapevano niente dell’amore.
-Accipicchia!- urlò Louis allarmando il moro accanto.
-Che succede?- gli domandò preoccupato.
-Sono in ritardo per un’altra visita!-esclamò Louis con le mani tra i capelli.
Il moro sbuffò. –Se proprio devi- sussurrò.
-Un’ultima cosa e vado via- si fermò. –Qual è il colmo per un orologio di contrabbando?- gli domandò Louis con il suo solito fare teatrale.
Il moro lo incitò a parlare. – Non sapere l’ora legale!- esclamò piegandosi in due dalle risate mentre Zayn lo guardava senza espressione.
-Addio!- esclamò Louis per poi scomparire.
Il moro si allarmò pensando che lo spirito avesse dimenticato di riportarlo a casa. –Louis torna subito qui! Non lasciarmi in questo posto!- urlò Zayn a squarciagola.
Poi il nulla.
Il mulatto si svegliò nella sua stanza senza nessuno spirito che lo disturbava, fece spallucce e pensò che era stato solo un sogno. Si mise sotto lo coperte e si riaddormentò subito dopo.
L’orologio a pendolo che si trovava nella stanza del ragazzo suonò alle due di notte facendo un gran chiasso. Dopo pochi minuti, un pezzo da violino e un miagolio di un gatto riecheggiò nella stanza buia e solo illuminata di poco dalla luna.
-E’ora di andare!- urlò qualcuno nella stanza svegliando Zayn di soprassalto.
Quest’ultimo alzò il busto dal letto e si guardò intorno, vide un gatto con un campanellino al collo che lo fissava con occhi verde smeraldo.
-Era ora!- esclamò ancora quella voce.
Il moro si alzò dal letto e si accorse di un ragazzo riccioluto seduto sulla poltrona a sinistra della stanza accanto alla finestra.
-E tu chi sei?!- sbottò Zayn.
Guardandolo bene, il ragazzo era molto diverso dallo spirito precedente. Per Zayn si poteva dire che avesse un’aria ottocentesca: aveva cascate di ricci castani sulla sua testa che ricadevano ciuffi ribelli sulla fronte,  gli occhi di un verde smeraldo molto profondi e delle fossette che si notavano quando sorrideva. Il suo vestiario era molto all’antica: pantaloni verde scuro, un panciotto dello stesso colore e una giacchetta del medesimo in cui c’era un orologio da taschino che penzolava avanti e indietro.
-Sono lo spirito del Natale presente, lieto di conoscerti!- esclamò facendo un inchino con fare teatrale.
-Il tuo nome?-gli domandò Zayn con riluttanza.
-Harry Styles- rispose il ragazzo prendendo in braccio il suo felino grigio sporco. –Lui è Anacleto, il mio gatto da compagnia- spiegò con un sorriso.
-Il tuo collega non aveva nessun animale- disse il moro.
-Collega?- ribatté il ricco con aria confusa.
-Lo spirito del Natale passato- sintetizzò Zayn.
-Il mio fidanzato!- esclamò Harry facendo un urlò di felicità.
Il mulatto lo guardò sconvolto e spaventato. –Non c’è più tempo, dobbiamo andare- disse lo spirito prendendogli la mano e formando un varco nel nulla. Prese una rincorsa e si scaraventò nel tunnel con Zayn spaventato dalla sua reazione. Anacleto miagolò al suo padrone con un fare dolce e quest’ ultimo gli accarezzò la testolina.
Il viaggio fu molto breve e senza avvisare di un atterraggio, Zayn si ritrovò con il sedere schiacciato per terra.
-E’un vizio il vostro!- esclamò Zayn arrabbiato.
Harry rise di gusto e si sistemò i pantaloni con nonchalance. Il moro si guardò intorno e costatò di trovarsi sotto un vecchio ponte arrugginito.
-Perché siamo qui?- gli domandò allo spirito.
Il riccio gli fece segno di voltarsi e quest’ultimo eseguì senza pensarci due volte.  

Per poco il mulatto non si sentì male: su una panchina malridotta, dormiva Niall con solo addosso una coperta trasandata per coprirsi dal gelo che scendeva quella notte di Natale. Stava rannicchiato di poco per via del pancione e delle lacrime fredde gli scendevano ancora dai suoi occhi azzurri come il cielo.

-Niall- sussurrò Zayn avvicinandosi lentamente a lui.

Ad un tratto, il viso beato del biondo si trasformò in una smorfia di dolore, aprì lentamente le palpebre e si portò istintivamente una mano alla pancia e alzò il busto dalla panchina con molta delicatezza. Una fitta colpì nuovamente il pancione di Niall facendolo inarcare in avanti per via del dolore.
-Fa male- sussurrò al vento piagnucolando per il malore.


Zayn si allarmò sedendosi accanto al biondo e cercando di farsi sentire. –Non affaticarti Niall, ci sono io adesso con te!- esclamò preoccupato.

Una lacrima solitaria solcò il viso del ragazzo. –Zayn- sussurrò guardandosi intorno. –Sei qui con me?- continuò.

-Si Niall, tranquillo- rispose il mulatto posando una mano sul pancione di quest’ultimo.
Harry lo guardava con tristezza, si sedette sulla neve con il suo gatto tra le gambe incrociate e accarezzò il pelo grigio di quest’ultimo con malinconia. –Hai visto che cosa hai fatto, Zayn?- se ne uscì il riccio con aria dura.
Il moro puntò lo sguardo sullo spirito. –Da una parte se l’è meritato, non mi ha pagato l’affitto per due mesi- si difese.
-Ma non ti rendi conto che stai facendo morire di freddo quel povero ragazzo e suo figlio?!- lo riprese il riccioluto. –Che poi è anche il tuo- aggiunse.
-E’solo un errore- disse il moro. – Io non lo volevo, avevo fatto sesso con Niall solo per divertimento, nient’altro- continuò.
-Per Niall che cosa è stato?- gli domandò Harry.
-Solo sesso- rispose con naturalezza.
Il riccio scosse la testa con aria dura. –Per lui era amore- sussurrò lo spirito guardando Niall che si contorceva dal dolore.
Il moro si impallidì di colpo. –C-che cosa?- balbettò.
-Amore, Zayn- ripeté. –Niall ti amava e tu eri così preso dalla lussuria che non guardavi altro- continuò.
-Mi a-amava?- balbettò nuovamente.
-E ti ama ancora, nonostante tutto- aggiunse Harry.
Il mulatto si pietrificò di colpo, quella rivelazione gli aveva bloccato il cervello. Niall lo amava e lui non se ne era mai accorto … era lo stesso anche per lui?.
Zayn rivolse nuovamente uno sguardo su Niall e gli sorrise appena. –Mi dispiace- sussurrò mentre vedeva il biondino coprirsi bene il pancione con la coperta azzurra rovinata.
-Mi dispiace tanto- sussurrò nuovamente lasciando che delle lacrime scendevano sulle sue guance.

Il biondo lanciò uno sguardo al cielo pieno di stelle che brillavano e sorrise dolcemente mentre piangeva ancora. –Buon Natale Zay- sussurrò.

-Buon Natale Nialler- risponde il moro toccandogli la mano.
Lo spirito si alzò dall’asfalto freddo e bagnato e prese in braccio il suo gatto.
-Spero che questo ti sia servito di lezione, Zayn- disse il riccio. –Adesso devo proprio andare, sono in ritardo per un appuntamento- esclamò fissando il suo orologio da taschino a pochi centimetri dal viso.
-No aspetta!- urlò il moro. –Devo fare qualcosa per Niall, spirito!- continuò.
Ma era troppo tardi.
Si ritrovò nuovamente nella sua camera sotto le lenzuola calde, come se nulla fosse successo. Zayn pensava a Niall e a come avesse freddo in quel posto, era stato un egoista a far cacciare il biondo di casa … ma cosa diavolo andava a pensare?! Lui non era un ragazzo che si pentiva, o forse qualcosa era cambiato in lui quella notte, sotto sotto. Poggiò la testa sul cuscino e si lasciò cullare dalle braccia di Morfeo.
Si risvegliò nuovamente sentendo una mano scuoterlo piano e strappandolo dal suo sonno ormai andato perduto. Alzò il busto dal letto e intravide una figura maschile seduto sul pizzo del letto. Questa volta si meravigliò, i precedenti spiriti erano amanti dello scherzo e della risata mentre quest’ultimo era calmo e silenzioso.
-Sei lo spirito del Natale futuro?- gli domandò tremolante.
Il ragazzo annuì con un sorriso. –Mi chiamo Liam Payne- sussurrò con voce roca.
Zayn si alzò dal letto e lo fissò per qualche minuto: aveva i capelli di un castano chiaro tendente al biondo, gli occhi nocciola penetranti, una voglia sul collo e un accenno di barba. Vestiva con dei pantaloni rossi, un panciotto e una giacca dello stesso colore. Solo una cosa gli mancava … l’orologio da taschino.
-Perché non hai l’orologio?- gli domandò Zayn curioso.
-Il futuro non ha tempo- rispose lo spirito. –Sei pronto a venire con me?-gli domandò alzandosi dal materasso.
Il moro annuì incerto. –Sai già cosa mi riserverà il futuro?- gli chiese preoccupato.
Liam scosse la testa. –C’è solo un modo per scoprirlo- rispose. –Vieni con me- disse tendendogli la mano.
Zayn rimase titubante per un momento, poi si lasciò andare. Tenne stretto il palmo dello spirito e quest’ultimo aprì un varco nella parete, trascinando il ragazzo nel tunnel del futuro.
Durante il viaggio nessuno dei due fiatava, il moro si guardava intorno vedendo moltissime porte durante il cammino.
-Cosa sono tutte queste porte?-gli domandò confuso.
Liam gli sorrise. –Queste sono i varchi del destino, Zayn. Non è detto che il tuo futuro sarà come lo vedrai a momenti ma sta a te decidere quale strada percorrere nella tua vita- rispose con tranquillità.
Il moro ci capiva sempre meno.
-Siamo arrivati- lo avvisò lo spirito.
Zayn pensò che fosse l’unico fantasma ad essere responsabile. Si preparò ad atterrare e fortunatamente, questa volta non cadde.

Il mulatto si guardò intorno intuendo che quel posto fosse una stanza di un orfanotrofio: aveva le pareti colorate di marrone scuro, dei letti a castello fatti di ferro con delle coperte dai colori monotoni, un tappeto al centro della stanza e un armadio di legno rovinato. Ma la cosa che più attirò l’attenzione di Zayn era un bambino che se ne stava seduto su un letto con la testa bassa e le gambe che dondolavano.
Per Zayn, era proprio un bellissimo bambino: aveva i capelli neri raccolti in un piccolo ciuffo, la pelle bianca come il latte e gli occhi castani che celavano incomprensione.


-Perché mi hai portato qui?- gli domandò allo spirito.
-Ora vedrai,  Zayn- rispose con un sorriso.

Ad un tratto, la porta della stanza fu spalancata da un’anziana signora con uno sguardo piuttosto arrabbiato.
-Edward Malik!- urlò la donna avvicinandosi pericolosamente al bambino.
-Mi dica signora Parter- esclamò il bambino scendendo dal materasso malridotto.
-Come mai non stai lavorando?!- sbottò l’anziana.
-Non ho gli attrezzi per riparare il bagno- si difese il piccolo.
-Sono in cucina e vedi di darti una mossa oppure andrai a letto senza cena!- esclamò la donna per poi sbattere la porta con violenza.


Zayn rimase alquanto sbalordito, quel bambino era suo figlio e aveva anche il suo cognome!
-Lu- lui se è qui, N- Niall dov’è?- domandò il moro a Liam con fare preoccupato.
Lo spirito lo guardo con aria severa. –E’morto- rispose.
Il cuore del mulatto si spezzò in due parti, non ci poteva credere. –Ma è assurdo! E come fosse morto?- sbottò.
-Dopo che tu l’hai cacciato di casa, Niall dormirà giorno e notte sotto un ponte dove darà alla luce il vostro bambino- si fermò. –Non avendo di che mangiare, lascerà Edward in un orfanotrofio e lui morirà di fame e di sete- spiegò Liam.
Zayn rimase sconvolto, non volevo che succedesse quello. –Ed io? Che fine farò?- gli domandò allarmante.
-Vedrai- ribattè  prendendogli la mano e trascinandolo fuori dalla stanza.

Arrivarono nel bagno e videro il povero piccolo che stringeva una vite al lavandino usando entrambe le mani. Dopo aver finito il suo lavoro, si asciugò la fronte con il palmo della mano e posò la chiave inglese nella cassetta degli attrezzi.
-Ecco il nostro passatempo preferito- esclamò una voce da bambino facendo irruzione nel bagno.
Edward fece un passo indietro e andò a sbattere la schiena contro il muro.
-Cosa vuoi da me?- domandò.
-Rovinarti quel bel faccino che ti ritrovi- rispose un ragazzino sui dieci anni con i capelli biondi.


Zayn si allarmò pensando al peggio per il suo bambino ma poi vide una scintilla negli occhi di Edward e rimase a guardare la scena riprendendosi.

-Perché non ti fai avanti- lo sfidò il moretto.
Il bullo si avvicinò al piccolo con fare minaccioso ma quest’ultimo avvicinò la cassetta alla sua mano destra e si preparò per avere un faccia a faccia con quel ragazzaccio.
-Sai, adoro i bambini innocenti- sussurrò il bullo al suo orecchio.
Il moretto prese la cassetta degli attrezzi nella sua mano. –Sai Drake, adoro vederti contorcere dal dolore!- esclamò per poi far cadere l’oggetto pesante sul piede del ragazzino.
Edward si allontanò velocemente da lui e corse via dal bagno.


-Si vede che è mio figlio!- esclamò Zayn con una risata soddisfatta.
Il mulatto e Liam camminarono lungo il corridoio per poi imbattersi nuovamente su Edward con un biglietto tra le mani.

-Zayn Malik, il più ricco d’Inghilterra- lesse il bambino. –Chreeserte Street, 98- continuò.
-Ma quella è la mia villa- esclamò Zayn.
-Proprio così- confermò lo spirito.
-Quindi non diventerò povero?- gli domandò speranzoso.
-No- rispose.
-E potrò in qualche modo adottare Edward?- gli domandò nuovamente.
-Questo lo scoprirai solo se tuo figlio proverà a cercarti- ribatté Liam.
Il bambino parve pensarci per qualche secondo. –E se Zayn Malik fosse veramente mio padre come tutti dicono?- domandò a se stesso. –E se mi volesse bene?-
-Vai Edward, è la tua occasione per incontrarmi!- esclamò il moro con entusiasmo.

-Gli andrò a fare visita- decise il piccolo per poi precipitarsi in cucina a mangiare.

Zayn urlò dalla gioia, forse una piega positiva l’avrà la sua vita, chi poteva saperlo.
-Voglio che mi faccia vedere quell’incontro- disse il moro con felicità.
-Ne sei sicuro? Non te ne pentirai?- ribatté Liam.
-Assolutamente no, andiamo!- esclamò.
Lo spirito sospirò rassegnato e trascinò Zayn nel vortice del futuro. Atterrarono con i piedi sul pavimento dell’ufficio del moro, niente era cambiato in quella stanza.

Il mulatto si avvicinò all’uomo seduto dietro la scrivania e costatò che era lui tra qualche anno o più. Ad un tratto, la porta si spalancò e comparve la figura della segretaria  con un bambino per mano.
-Signore, questo bambino ha il desiderio di vederla- annunciò la donna.
L’uomo mulatto alzò gli occhi dai fogli che stava leggendo e concentrò lo sguardo sul piccolo. –Fallo avanzare e vattene- sbottò.
La signora uscì dalla stanza con velocità e lasciò il piccolo Edward a pochi passi dalla scrivania. Lui si avvicinò di qualche passo e guardò il moro senza emozione.
-Che sei venuto a fare?- gli domandò l’uomo piuttosto irritato.
-Non lo so di preciso- rispose il bambino. –Ma volevo assicurarmi che tu qualche anno fa conoscessi un ragazzo che si chiamava Niall- continuò.
-Si, lo conoscevo- rispose con nonchalance. –E con questo cosa vorresti dire?- gli domandò spazientito.
-Che sono suo figlio- rispose Edward. – E ho il tuo cognome- aggiunse.
L’uomo si alzò di scatto dalla sedia e avanzò velocemente verso il bambino.


Zayn guardava la scena morendo dalla curiosità di sapere cosa direbbe il suo lui da grande. –Lo abbraccerà di sicuro!- esclamò deciso.
Liam fece una risatina divertita. –Staremo a vedere- disse.

Edward istintivamente indietreggiò per la maestosità dell’uomo, cominciava ad avere paura come mai ne aveva  avuta.
-Vorresti insinuare che sei mio figlio?- gli domandò cominciando ad arrabbiarsi.
Il piccolo moretto annuì titubante. A quell’affermazione, Zayn scoppiò a ridere a crepapelle.
-Ti stai sbagliando invece e anche se fosse, non mi fai nessuna pena per la morte di tuo padre e l’abbandono nell’orfanotrofio di città- esclamò diventando nuovamente serio.
Il bambino impallidì e si portò una mano sul petto. –Qui- quindi tu lo sai che mio padre è morto e della mia ospitalità in quel posto?- gli domandò impaurito.
-Ma certo- rispose l’uomo ritornando a sedersi. –Ma non vedo perché mi debba importare- sbottò.
-Non credevo tu fossi così menefreghista- disse Edward abbassando lo sguardo. –Mio padre non ti aveva dipinto così- aggiunse.
Il moro cominciò ad arrabbiarsi. –Non puoi sapere cosa ne pensava Niall di me se è morto solo quando eri un neonato!- sbraitò.
Edward sorrise appena. –Prima che lui mi lasciasse, aveva riposto un bigliettino nella mia tasca che diceva esplicitamente che l’altro mio papà mi aveva lasciato
perché non sapeva niente della mia esistenza e lo dipinse come un uomo giusto e generoso- spiegò. –Ma evidentemente si era sbagliato-.


Zayn rimase stupito dalle parole del bambino, il cuore gli batteva ripetutamente nella cassa toracica e faticava a respirare correttamente. Niall aveva parlato bene di lui anche quando stava morendo, gli sembrava quasi impossibile. Si intenerì immaginando il biondo con il suo bimbo appena nato in braccio.
-Non può essere vero- sussurrò guardando un punto indefinito della stanza.
Liam voltò lo sguardo verso il moro e lo fissò in cerca di spiegazioni. –Cosa?- chiese.
-La bontà di Niall- rispose.

L’uomo rise nuovamente. –Sarà come dici, ragazzino- disse con malignità. –Adesso vattene prima che ti cacci personalmente dal mio ufficio-.
Edward guardò per l’ultima volta il suo probabile papà e uscì lentamente dalla stanza con lo sguardo puntato sul pavimento.


-Ma non può farlo!- urlò Zayn avvicinandosi al piccolo. –Ci deve essere una soluzione- cercò di dire allo spirito.
Liam scosse la testa. –Sei diventato molto più che avido e hai perso tutti quelli che ti volevano bene- disse. –Questa sarà la tua fine, Zayn-.
-Ci deve essere un modo per cambiare le cose, non è vero?!- esclamò allarmato.
-Questo devi deciderlo tu- ribatté.
Il moro avanzò velocemente verso l’uomo che rideva ancora a crepapelle e cercò di dargli un pugno. –Non puoi picchiarti da solo, Zayn- ammise Liam facendo una risata divertita.
-Sono uno stronzo!- urlò il mulatto. –Come ho potuto lasciar andare mio figlio- sussurrò mentre una piccola lacrima gli rigava la guancia destra.
-Perché sei stato così sconsiderato da abbandonare tutti!- sbraitò lo spirito con aria dura. –E’ ciò che ti meriti per quello che stai facendo- aggiunse.
Zayn cominciò ad andare avanti e indietro e alla fine si portò le mani sul viso. –Io voglio cambiare, come posso fare- sussurrò.
-E’troppo tardi, ragazzo. Non si può più- disse Liam cominciando a ridere con un ossesso.
-Per favore, dimmelo! Io voglio davvero cambiare!- urlò mentre tutto nella stanza cominciò a girare.
Poi il buio.
Si svegliò si scatto alzando il busto dal letto con il viso sudato, si guardò intorno e costatò che fosse mattina. Diede un’occhiata alla sveglia e sussurrò che fossero solo le nove del mattino. Tolse le coperte dal suo corpo e si precipitò davanti alla specchio per costatare che fosse sveglio. L’oggetto rifletté un’immagine pietosa facendo sobbalzare il moro dallo spavento: aveva tutti i capelli spettinati, delle occhiaie e la fronte che colava sudore.
-Faccio schifo- sussurrò. –Allora non era solo un sogno- disse.
Il moro si risedette sul letto e cominciò a rimembrare tutto quello che era successo quella notte. Pensò a Niall e a come facesse freddo, al loro futuro bambino ma soprattutto a quello che aveva detto il biondo quando erano piccoli.
-Oggi è Natale e sono ancora in tempo per cambiare!- esclamò facendo un sorriso. Aprì l’armadio ed estrasse un maglione caldo di lana, dei pantaloni e degli anfibi. Si vestì velocemente e corse via dalla camera scendendo le scale per arrivare nell’enorme entrata.
-Devo subito andare da Niall- disse prendendo il cappotto e una coperta dall’attaccapanni. Spalancò l’uscio di casa e si incamminò verso il vecchio ponte dove dormiva il biondo.

Song: Christmas. 

Dopo alcuni minuti, arrivò nel posto dove desiderava recarsi e trovò ancora il ragazzo dormire rannicchiato alla malridotta coperta, si avvicinò lentamente verso di lui e fece un sorriso. Gli avvolse il suo piccolo piumone di lana e lo prese delicatamente in braccio mettendo gli arti superiori sotto le ginocchia e la testa di Niall e lo riportò a casa prendendo la strada più corta.
Ritornato nella sua dimora, il moro sdraiò il ragazzo sul suo lettone matrimoniale e lo coprì con le lenzuola calde.  Il biondino aprì gli occhi con cautela e si guardò intorno con fare confuso.
-Dove mi trovo?- sussurrò alzando il busto dal letto.
Zayn sorrise dolcemente. –Nella mia camera- rispose.
Niall sbarrò gli occhi dallo stupore e fece per alzarsi. –Dove credi di andare?- gli chiese il moro con uno sguardo duro.
-Fu- fuori si-signore- balbettò impaurito.
Il moro gli accarezzò dolcemente i capelli. –Tu rimani qui che hai passato una notte disastrosa sotto quel ponte- disse.
Il biondo rimase sbalordito, non riusciva a capire il ragazzo che poco prima lo aveva cacciato di casa.
-Non capisco- sussurrò.
Zayn fece un enorme respiro e si decise a parlare. –Mi dispiace Niall, non dovevo comportarmi in quel modo ieri, lo so che ti ho ferito e che non mi perdonerai ma voglio rimediare ai miei errori facendoti restare qui con me per tutta la vita- disse guardandolo fisso negli occhi.
Il biondo capiva sempre meno. –Che ne hai  f-fatto di Za- Zayn Ma- Malik?- balbettò.
-Sono sempre stato me stesso e avevi ragione a dire che non ero cambiato- sussurrò avvicinandosi lentamente al viso di Niall. Il ragazzo si sentì avvampare e fece un piccolo sorriso, il moro gli bacio la guancia delicatamente e poi lasciò un bacio sulle labbra carnose del biondo.
-C- che fa-fai?- balbettò quest’ultimo diventando rosso come un peperone.
-Una cosa che dovevo fare già da anni- rispose Zayn per poi cominciare a baciarlo appassionatamente. Gli posizionò le mani sul suo viso e chiuse gli occhi lasciando quella sensazione di amore nella sua bocca, il suo stomaco prese a volteggiare come se fosse in festa e la sua mente fece spazio solo al nome del biondo. Si staccò di malavoglia da Niall e gli sorrise raggiante.
-Ti amo Niall come tu ami me- sussurrò il moro.
-Come fai a sapere che ti … -lo fermò con un cenno di mano. –L’ho saputo in un sogno- disse Zayn ritornando a baciarlo.
Dopo pochi minuti, il biondo si staccò dal mulatto con fare allarmato. –Mi sono dimenticato!- urlò scattando subito fuori dal letto.
-Cosa?- gli domandò il ragazzo.
-Il coro di Natale!- urlò aprendo la porta della camera.
Zayn lo prese per un braccio e lo guardò con uno sguardo duro. –Dove credi di andare, devi riposarti- disse.
-Ma sto bene e non sono malato- si lamentò.
-Lo dico per il bambino- ribatté toccando il pancione con la mano destra.
Niall sorrise timidamente. –Non era un errore per te?- gli rammentò.
Il moro scosse la testa. –Non lo sarà mai- rispose dandogli un bacio a fior di labbra.
Il biondo divenne tutto rosso e cominciò a torturarsi le dita. –Sai, vorrei chiamarlo … -venne subito interrotto. –Edward, nostro figlio si chiamerà così- affermò Zayn.
-Come fai a sapere che è un maschio?- gli domandò stupito.
-E’una storia lunga- rispose. –Adesso andiamo- aggiunse.
-Vieni anche tu?- gli domandò il biondo esultando interiormente dalla felicità.
-Certo- rispose sorridendo.
Niall sorrise uscendo dalla stanza tenendo la sua mano in quella del moro. Si incamminarono verso la piazza principale e si infilarono nella cerchia di persone intorno ad un grande albero di Natale.
-Sai Zay, stanotte sentivo la tua presenza che mi infondeva coraggio- sussurrò il biondo.
-Può darsi che sia così, chi può saperlo- disse Zayn con aria vaga.
-Forse deliravo per il freddo- si giustificò Niall.
-Credo di no- ribatté nuovamente guardandolo dritto negli occhi. Prima che il biondino replicasse, il ragazzo gli poggiò un dito sulle labbra e disse: -Buon Natale, tesoro- sussurrò con un sorriso.
Lacrime di felicità scesero sulle guance paffute del giovane dagli occhi azzurri, si lanciò contro il moro abbracciandolo forte e coprendo la sua testa nel cappotto caldo di Zayn. –Anche a te, amore- rispose dolcemente per poi donargli un appassionato bacio.
Le persone intorno ai due giovani applaudirono commosse asciugando le lacrime salate dal loro volto, si disposero in un cerchio più ordinato e si presero per mano cominciando a cantare canzoncine natalizie, riscaldando l’ambiente con il loro amore e generosità che avevano nel cuore.
Zayn non potette essere più felice di così. Aveva riscoperto lo spirito natalizio che aveva perso negli anni, avrebbe cresciuto il suo bambino con il ragazzo più buono del mondo, avrebbe aiutato tutti quelli che non avevano nulla … ma la cosa più importante era che doveva ringraziare il suo defunto amico Josh per avergli riaperto il cuore.
 
Mentre sul pianeta si festeggiava la festività natalizia, i tre spiriti stavano facendo festa per aver cambiato in meglio il mulatto scorbutico.
-Qual è il colmo per l’albero di Natale?- se ne uscì Louis di punto in bianco.
I due ragazzi sbuffarono per la millesima volta incitandolo a continuare. –Essere conciato per le feste!- esclamò scoppiando a ridere come un matto.
-Davvero divertente Lou- disse Liam con uno sguardo annoiato in volto.
-Concordo con lui- l’appoggiò Harry mentre accarezzava il suo gatto. –Sono settecento anni che continui a fare battute squallide, perché non cresci una volta per tutte- continuò con voce dura.
-Scusami amore ma voglio rendere il clima meno pesante- si difese Louis.
Harry si avvicinò a lui e si sedette sul divano accanto al castano. –Possiamo alleggerirlo a forza di baci, che ne dici?- gli propose con fare malizioso.
-Ottima idea- rispose cominciando a baciarlo quasi con violenza.
Il riccio si mise a cavalcioni sul ragazzo e prese ad accarezzargli le possenti braccia, scese lentamente fino ai pantaloni e prima che potesse sfilarglieli, Liam gli urlò di smettere.
-Come sei noioso- si lamentò Louis.
-Ricordatevi che avete pur sempre settecento anni e siete abbastanza maturi per comportarvi come dei ragazzini- esclamò irritato.
I due sbuffarono sonoramente scattando in piedi. –Scusaci papà- esclamarono all’unisono con sarcasmo.
Non fiatarono per qualche minuto, diedero un’occhiata alla loro sfera magica e sorrisero guardando Zayn che baciava Niall appassionatamente.
-Abbiamo fatto proprio un ottimo lavoro- disse Louis con un sorriso soddisfatto.
-Hai proprio ragione- confermò Liam.
Harry prese tre bicchieri pieni di spumante e li porse ai due ragazzi. –Non ci resta che augurare un buon Natale a tutti- esclamò alzando l’oggetto in aria.
-Buon Natale!- urlarono i due facendo un brindisi per la nuova coppia e per una festa di pace e amore.
 





 
 
Writer:
 
AUGURI BOO BEAR!
E’diventato un uomo ormai :’c
Riguardo alla storia:
NON SO DOVE MI E’ USCITA QUESTA COSA.
Il clima natalizio mi fa male ç.ç
Partiamo dal presupposto che è la mia prima OS e credo che sia uscita una schifezza.
Ma come adesso state pensando (Se faceva schifo, perché l’hai pubblicata?), io vi rispondo con “Non lanciatemi arance verdi ma l’ho scritta per lo spirito natalizio che ho dentro!” (?)
Parlando della FF, ho visto moltissimi film di Natale ma  A Christmas Carol mi ha colpita maggiormente. Quindi, nella mia testolina, mi sono detta  “ Perché non trasformare una fantastica storia di natale in una merda di FF?” Beh, potete immaginare il resto :3 . Però devo confessare di aver letto anche due fan faction tratte dal romanzo di Charles Dickens.
Ho introdotto Niall e Zayn come innamorati perché semplicemente è la mia coppia preferita, alcune di voi mi avrete maledetta per i pochi momenti Larry ma mi sono concentrata di più sui protagonisti.
Posso dirvi che l’ho scritta in una settimana e mi sono congratulata con me stessa arrivando perfino alle venti pagine di Word :D
La trama è come quella originale solo che ho aggiunto molti più punti ma alla fine è molto simile.
Niall incinto è la cosa più dolce che abbia mai scritto o visto *-*, non siete d’accordo?
Zayn è quello che è u.u
Harry e Louis sono la perversione ma tralasciamo così non finisco più di scrivere …
Liam è il solito rompipalle ma è dolce anche lui (:
Beh, che dire? Vi è piaciuta? Spero di si.
Vi auguro un Buon Natale e alla prossima (se ci sarà) OS. Aspetto un vostro commento sulla storia, ci terrei moltissimo sapere cosa ne pensiate.
Merry Christmas!
PS: scusatemi per gli eventuali errori di ortografia e di battitura.
  
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