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Autore: Mala Mela    18/05/2008    16 recensioni
[AU - Alternate Universe]
Avete presente quando, incapaci di prendere in mano la penna e completare quel maledetto esercizio di matematica, mentre la noia vi stringe fra le sue spire e nel vostro pomeriggio non ci sono altri programmi oltre allo studio, sentite l’irrefrenabile desiderio di leccare la pagina del libro di algebra?
No?
Peccato, perché altrimenti mi potreste dire come fare a staccarla.
[...]
Quando studio e fame convergono in un'unica delirante storia.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Problemi Tecnici

…L’algebra è una materia insipida

 

 

 

Avete presente quando, incapaci di prendere in mano la penna e completare quel maledetto esercizio di matematica, mentre la noia vi stringe fra le sue spire e nel vostro pomeriggio non ci sono altri programmi oltre allo studio, sentite l’irrefrenabile desiderio di leccare la pagina del libro di algebra?

No?

Peccato, perché altrimenti mi potreste dire come fare a staccarla.

 

Ma partiamo dal principio.

 

Erano da pochi minuti passate le tre, quando decisi che avrei studiato. Lo so, lo so, che pazzia. Avrei dovuto interpretare quella strana decisione come un presagio funesto, insomma, quale studente normale deciderebbe -di punto in bianco- di studiare qualcosa semplicemente perché gli va? Ma tant’è, non sono mai stato bravo ad interpretare i segni del destino, in questo Neji è decisamente più portato.

 

Fatto sta che mi alzai dal mio comodo divano, spensi la tv interrompendo il drama strappalacrime in programmazione e mi avviai verso l’ingresso dove al ritorno da scuola avevo abbandonato la cartella, pronto ad immergermi in un appassionante pomeriggio di studio. Esaminai attentamente le materie che mi si pararono davanti. Storia? Meglio di no, troppo banale; il periodo Edo era interessante, ma non abbastanza da farmi andare oltre la terza pagina del capitolo. Letteratura giapponese? No, grazie. Geografia? Ma stiamo scherzando?

 

Poi eccolo, davanti ai miei occhi. Il manuale di Algebra. L’avrei definito addirittura carino, rosso e giallo, con tutti quei graziosi numeretti e quelle buffe letterine sparse su tutta la copertina. Lui era il prescelto.

 

Lo presi sorridendo -perché diavolo sorridevo?!-, agguantai l’astuccio e andai in cucina, appoggiando delicatamente (?) il tutto sul tavolo. Mi sedetti e lo aprii a pagina 179 - I logaritmi.

 

Si dice, cioè, logaritmo in base a di un numero x l'esponente da dare ad a per ottenere x (x viene chiamato argomento del logaritmo).

 

Interessante, decisamente interessante.

(Magari se avessi continuato a ripeterlo me ne sarei convinto, prima o poi).

Forse era il caso di fare qualche esercizio, dopotutto la definizione di bioritmo era abbastanza facile, l’avevo capita subito!

 

 …volevo dire logaritmo. Lo-ga-rit-mo.

 

Sfoglia il libro fino ad arrivare alla sezione dedicata agli esercizi ed iniziai con il più semplice, che si rivelò essere tutt’altro che facile.

Magari il primo era difettato, no? Meglio passare al secondo.

 

Un terzo moltiplicato per logaritmo in base due di sedici più logaritmo in base sette di tre elevato alla settima, meno radice cubica di logaritmo in base quattro di diciotto elevato alle quattro virgola ottantasei periodico, meno…

 

No, c’era un errore pure lì.

 

Continuai fino ad arrivare all’ultimo esercizio della pagina, per poi fissare sconsolato il tomo. Il mio caro ed esteticamente gradevole libro di matematica mi aveva tradito di nuovo. Questi bioritmi erano peggio di quanto immaginassi.

 

Ehm, si, logaritmi. Io che ho detto? Logaritmi, infatti.

 

Dicevo, questi logaritmi erano davvero difficili. Appoggiai stancamente la penna e tutto accadde in un batter d’occhio.

Il mio stomaco reclamava una porzione di ramen fumante, ma i miei poveri neuroni non riuscivano a connettere a causa del sovraccarico a cui l’avevo sottoposto.

Non passò nemmeno un secondo tra l’istante in cui fissai la pagina e mi chiesi che sapore potesse avere, a quello in cui mi chinai su di essa e… la leccai.

 

O almeno, questo era il mio proposito.

 

Quando mi accorsi che la carta non era poi così buona cercai di staccarmi, ma la mia lingua proprio non ne voleva sapere. Era rimasta lì aderente al foglio lucido. Provai a tirare, dannazione, dopotutto era soltanto carta!

 

Ebbene, ebbi come l’impressione che le mie papille gustative avessero deciso di separarsi dal mio corpo, quindi cambiai subito idea.

 

Sono passate due ore ed io sono ancora qui, con la lingua secca come uno stoccafisso, attaccata a quel maledetto libro di algebra.

Ora non ho più alternative: devo telefonare a qualcuno e chiedere aiuto, sperando che questo qualcuno non decida di deridermi per il resto dei miei giorni.

 

Afferro il cordless, sempre con il libro appeso alla lingua, e compongo rapidamente il numero di un cellulare.

 

- Pronto? - La voce di Sasuke Uchiha mi risponde dall’altro capo del telefono.

 

-  A-uke? ..ono Nau-o! Au-a-i! - Perfetto, non riesco nemmeno a parlare. Sono destinato a vivere in questo stato per tutta la vita.

 

- …Naruto? - Chiede, dopo un attimo di silenzio. Chissà come diavolo ha capito che ero io!

 

- iii!Ho un poema! -

 

- Che diamine stai dicendo? Hai un poema? - mi domanda interdetto e poi aggiunge, con una nota di scherno - …hai di nuovo bevuto, vero? Sei peggio di Rock Lee -

 

- No ho be-uto! I-ota! - cerco di rispondere. Come può insinuare un cosa del genere? Che rabbia. Non so nemmeno perché ho chiesto aiuto a lui - …ono attahhato al li-o i alge-a! -

 

- Senti, smettila di fare il cretino. Io non ho certo tempo da perdere con i tuoi stupidi scherzi -

 

- Nooooo! Ermo, ieni da me, ti p-ego! - gli chiedo con la voce più lagnosa e patetica che conosco.

Ecco, vedete cosa mi sto riducendo a fare?

 

- …va bene - dice dopo aver sbuffato - ma se è un tiro dei tuoi, giuro che me la paghi -

 

Detto questo riattacca.

Oh, finalmente.

Sasuke si vanta tanto di essere lo studente migliore del corso, speriamo che dimostri la sua utilità una buona volta! Io non posso andarmene a spasso con un volume di matematica appiccicato alla lingua. Come farei a mangiare il ramen, altrimenti?

 

Aspetto in trepidante attesa per ben mezzora, quando finalmente sento il campanello suonare. In un battibaleno  corro ad aprire al citofono, poi accosto l’orecchio alla porta.

Sento i suoi passi salire le scale e inizio a pensare seriamente che preferirei vivere recluso a vita, piuttosto che farmi vedere da lui in questo stato, ma ormai il danno è fatto.

 

Sta bussando. Lo faccio entrare o no?

Mi ritiro dalla vita pubblica vita natural durante o mi espongo al pubblico ludibrio?

 

-  Oi dobe. Mi apri o no? -

 

Eccolo. Vorrei aprire la porta solo per poterlo prendere a pugni, ma tutto ciò si rivelerebbe alquanto controproducente vista la mia situazione attuale.

Lentamente abbasso la maniglia e mi mostro in tutta la mia interezza.

 

- Cha che cazz…- Quando mi vede le parole gli muoiono in gola, per lasciare spazio ad una serie di risate isteriche.

 

Ora, cercate di immaginare la mia incazzatura. Saske Uchiha non ride quasi mai.

E se lo fa, questo accade si e no una volta ogni tre anni.

Perché deve proprio accadere in questo momento?

 

- …hai inito? No è di-er-enhe! - protesto, con gli occhi che a momenti mi escono dalle orbite.

 

- Fammi capire - mi dice, sulle labbra ha di nuovo il solito irritante sorrisino - hai leccato il libro di algebra e la lingua è rimasta attaccata? -

 

Annuisco vigorosamente. Ecco, finalmente sta mettendo in moto quei due neuroni che si ritrova.

- …posso sapere come diavolo hai fatto? -

 

Nel tentativo di spiegarmi inizio ad emettere una serie di suoni gutturali vagamente inquietanti.

 

- Stop! Almeno dimmi perché te ne vai ancora in giro in qual modo -

 

- No i iesco! - biascico, ad un passo dal prenderlo a ceffoni.

 

- Avresti potuto bagnarti la lingua, baka! La carta si scioglie a contatto con l’acqua -

 

Oh. Non ci avevo pensato.

Ora vorrei prendere a ceffoni me stesso… facciamo più tardi, ok?

Corro in bagno e in pochi secondi i miei esercizi sui logaritmi sono da buttare, ma almeno non sono più attaccati alla mia lingua.

 

- Finalmente! - urlo, appena riacquisto l’uso della parola.

 

- Ci voleva proprio un genio per risolvere il tuo problema, vero testa quadra? - mi chiede, derisorio.

 

- Ma stai un po’ zitto, Uchiha -

 

Stranamente mi prende sul serio e rimaniamo in silenzio per qualche minuto, quando alla fine si decide a parlare.

 

- Che ne dici se ordiniamo una pizza? Con il disturbo che mi hai arrecato, offrirmi la cena è il minimo! -

 

Proprio in questo momento il mio stomaco ricomincia a brontolare e mi ricordo del perché ho voluto leccare il libro di matematica.

Borbottando un “approfittatore” vado in salotto, dove prendo l’elenco telefonico, pronto a telefonare alla pizzeria più vicina.

Rimango qualche attimo a fissare l’elenco e una domanda mi sorge spontanea…

 

…secondo voi che sapore ha un elenco telefonico?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

______________________________________

Che senso ha tutto ciò?

Non lo so nemmeno io, quindi non chiedetemelo. Magari se provate a leccare una pagina del vostro libro di algebra -o dell’elenco telefonico, in alternativa- riceverete l’illuminazione XD

Ora torno tristemente a studiare economia, le cui pagine hanno un sapore davvero amaro, credetemi.

 

Mala_Mela

 

 

 

   
 
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