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Autore: tisdalesvoice    24/12/2013    7 recensioni
Io e lei eravamo così diversi, come il giorno e la notte, che mai avrebbero potuto stare insieme. E invece, un modo lo avevamo trovato e per quanto potessimo essere diversi, non aveva importanza. Trovavamo sempre un punto di incontro, aiutandoci a vicenda. Aiutando a migliorare e a rendere piu' forte la nostra relazione. E anche se agli occhi degli altri sembravamo impossibili o anche solo sbagliati, sapevamo che non avrebbero mai tentato o combattuto come stavamo facendo noi.
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Os ispirata alla canzone dei One Direction - You and I.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I figured it out.
I figured it out from black and white.
Seconds and hours, maybe the height to take some time.
I know how it goes...
I know how it goes from wrong to right.
Silence and sound.
The day ever hold each other tight like us.
The day ever fight like us.

Pioveva a dirotto.
La pioggia, per quanto potesse dar fastidio alla mia vista, o in generale, non mi impediva di vedere del tutto dove stessi andando. E stretta nella mia, c'era la sua mano, che stringeva forte quasi per paura di perdermi. Io facevo lo stesso, forse per lo stesso motivo.
E correvamo, sotto quella pioggia, alla ricerca di un riparo, per fermarci almeno un pò. Poco piu' avanti lo trovammo: un cancello con una piccola tettoia, c'era spazio per ripararci entrambi. 

La feci appoggiare alle sbarre di quel cancello ed io mi misi davanti. Non ero al massimo del riparo, ma non importava, almeno non a me visto che lei mise una mano dietro alla mia schiena, attirandomi piu' a sè. 
Sorrisi. 
I nostri petti si abbassavano e alzavano velocemente, per via della corsa fatta poco prima. Si toccavano, sotto quei vestiti oramai bagnati. Entrambi potevamo sentire i battiti dei nostri cuori che sembravano avere lo stesso ritmo e suono. Ma questo non perchè avevamo corso, no. Quel battito frenetico in comune avveniva ogni volta che eravamo vicini, ogni volta che ci toccavamo, ci sfioravamo, ogni volta che ci guardavamo negli occhi, come stavamo facendo in quel preciso istante.
I suoi occhi color nocciola chiaro avevano sempre un bellissimo effetto su di me... piu' che altro lei in sè. Lo avevo capitato dalla prima volta che l'avevo vista a scuola, in biblioteca.
Non ero mai entrato in biblioteca, visto che non ero un tipo a cui piaceva particolarmente leggere, ma dovetti andarci per cercare un libro per approfondire una mia ricerca di storia. Mentre cercavo tra quei grandi scaffali, avevo distolto per un attimo lo sguardo da quei libri, per guardarmi vagamente intorno. E poi la vidi. 
I capelli rossi, mossi, portati su una sola spalla che scopriva il suo collo. Anche se ero lontano, vidi quanto la sua pelle fosse morbida e liscia. Mi era venuta la strana voglia di baciarla.
Il capo chino sul libro, attenta a non deconcentrarsi da ciò che stava leggendo. Le labbra grandi, piene e maledettamente carnose; una tentazione per chiunque.
Poi aveva alzato lo sguardo e i nostri occhi si erano incontrati per la prima volta. 
Era come se fosse riuscita a rapirmi in un batter d'occhio, senza spiccar parola o fare qualcos'altro. Col suo sguardo, con i suoi occhi, mi aveva già fatto suo.
Quel nostro contatto visivo era durato poco perchè lei aveva abbassato di nuovo il capo, imbarazzata. Ero riuscito a vedere il rossore sulle sue guance e a quella scena avevo sorriso, lusingato dal fatto che fossi stato io a farla arrossire così tanto. 
Ancor col sorriso sulle labbra, mi ero avvicinato e mi ero seduto di fronte a lei, e mormorandole un «Ciao.», mi ero già reso conto che con quella mia azione volevo che quella ragazza facesse parte della mia vita.
E ora le stavo accarezzando la guancia, mantenendo il contatto visivo con lei. 
Aveva i capelli bagnati, delle piccole gocce scorrevano sul suo viso dolce e le sue labbra carnose erano premute insieme, segno che fosse imbarazzata per quel mio contatto. Lo era sempre e questo mi piaceva da morire.
Il suono di un tuono la fece sobbalzare e si rannicchiò contro di me, quasi come per trovare rifugio.
Risi, stringendola forte a me. «Qualcuno ha paura dei tuoni.» le sussurrai.
Lei mugugnò, non volendo staccarsi da me. Anzi, non fece che abbracciarmi ancor di piu' ed io feci lo stesso. Era così piccola tra le mie braccia. In quei momenti, mi convincevo sempre di piu' sul fatto che nessuna coppia si sarebbe tenuta così stretta come noi.
Le accarezzai i capelli e le baciai la fronte, sentendola sorridere contro il mio petto.
«Hey, voi due!» una signora si affacciò da una delle palazzine. «Vi conviene muovervi prima che vi prendiate una brutta influenza!» urlò.
«Per quanto mi piaccia restare abbracciato a te, ha ragione. Non voglio che tu ti ammali.» le dissi. 
Lei incurvò un pò le labbra, facendo nascere un piccolo sorriso. Era così tenera.
«Dobbiamo correre per un altro pò, sei pronta?»
Si sistemò meglio la borsa a tracolla, prese decisa, e anche con la sua solita timidezza, la mia mano e annuì.
Io feci lo stesso e proprio come prima, ci ritrovammo di nuovo a correre sotto la pioggia, mano nella mano, e anche se conoscevamo la nostra destinazione, in caso contrario non ci sarebbe importato perchè ciò che contava era che eravamo insieme. 

 
You and I, 
we don’t wanna be like them.
We can make it till the end.
Nothing can come between you and I.
Not even the Gods above can separate the two of us.
No, nothing can come between you and I.
Oh, you and I.

Finalmente arrivammo fuori casa mia ma prima che potessimo entrare, mi fermai nel vialetto che portava alla porta.
Mi voltai verso di lei e vidi che mi guardava confusa. Non attesi altro. 
Mi avvicinai e la baciai. Le nostre labbra combaciavano alla perfezione e quando accarezzai il suo labbro inferiore con la lingua, lei schiuse la bocca così che le nostre lingue si incontrassero.
Ci baciammo sotto la pioggia che bagnava i nostri visi e i nostri corpi, ma neanche quello ci importava. Tutto perdeva d'importanza quando ci baciavamo o quando eravamo semplicemente insieme. 
Una mia mano era ancora stretta nella sua e l'altra la portai sulla sua guancia, accarezzandola dolcemente con il pollice. 
Sorridemmo insieme in quel bacio, rubato da me ma voluto da entrambi.
«Hai visto? Hai avuto anche il tuo primo bacio sotto la pioggia.» le sussurrai.
Lei abbassò il capo sorridendo e mi abbracciò ancora.
Io sorrisi ancora per quel suo comportamento. La sua timidezza nei miei confronti non era mai cambiata ed io volevo che non cambiasse mai perchè quella era una delle cose di cui mi avevano fatto innamorare perdutamente di lei.
«Dai, entriamo.» la presi di nuovo per mano e insieme entrammo in casa.

 
I figured it out.
Saw the mistakes of up and down.
Meet in the middle, there’s always room for common ground.
I see what it’s like...
I see what it’s like for day and night: never together.
‘Cause you see your things in a different light like us.
Did we never try like us?

Ci togliemmo le scarpe e presi la sua giacca, poggiandola insieme alla mia sul tavolino che c'era nel salottino dell'entrata. Me ne sarei occupato dopo per asciugarli.
«Ti prendo qualcosa da mettere.»
Scosse subito il capo. 
«Andiamo, abbiamo bisogno di farci una bella doccia entrambi.» 
Provò ad obiettare, ma la anticipai ancora. «Niente storie, su.»
Mentre mi avvicinavo, lei incrociò le braccia al petto e con la fronte corrugata mi guardò contraria.
Sospirai. «Devo usare le maniere forti?»
Adesso il suo era uno sguardo di sfida. Una sfida che io accolsi con piacere.
Mi accovacciai e la presi portandola su una spalla, avviandomi poi verso le scale.
«Smettila di darmi i pizzichi sui fianchi!» mi lamentai scherzosamente.
Quando arrivai davanti alla porta del bagno la misi giù, vedendo che sorrideva come una bambina. Provò a colpirmi ancora, ma bloccai le sue mani tra le mie e le portai dietro la sua schiena. I nostri visi si ritrovarono di nuovo vicini e le rubai un bacio. E poi un altro e un altro ancora.
«Adesso vado a prenderti qualche mio vestito, non muoverti.»
Lei arricciò il naso, ancora contraria.
Le puntai il dito contro. «E non provare a scappare.»
Prima che mi voltassi ed entrassi in camera mia, mi fece la linguaccia ed io ridacchiai.
Presi dal mio armadio un mio maglioncino marrone, lungo; le avrebbe coperto l'essenziale. Dei calzini e un paio di boxer.
Quando tornai in corridoio, la trovai a guardare le foto appese al muro. Stava guardando una mia foto di quando ero piccolo, sui tre anni. 
«Ero carino, vero?»
Lei si voltò, annuendo.
«E adesso lo sono ancora?»
Finse di pensarci su, mordendosi il labbro cercando di non sorridere.
«Ah, devi anche pensarci?» la presi in giro, pizzicandole giocosamente il fianco.
Dopo aver scherzato ancora un pò, le porsi i vestiti. «Ecco, indossa questi.»
Mi sorrise appena e quello sapeva che era il suo modo per dire "Grazie".
«Vuoi che ti faccia compagnia?»
Lei arrossì, scuotendo il capo.
«Sei sicura? Perchè non sarebbe un problema, sai.»
Mi spintonò verso le scale ed io alzai le mani in segno di resa. «Va bene, va bene. Me ne vado.»
Mi voltai, mi fece un'ultima linguaccia scherzosa e poi chiuse la porta del bagno.


Dopo essermi fatto la doccia ed essermi asciugato i capelli, uscii dal bagno e scesi le scale, aspettandomi di trovarla in salone. Infatti, era proprio lì.
Era in piedi e si guardava intorno, torturando le maniche del maglione. Forse quella fu la prima volta in cui avetti la possibilità di ammirare le sue gambe. La sua pelle era liscia, la si vedeva anche da quella distanza. E continuando a guardarla, mi resi conto ancora una volta di quanto fosse bella, anche così, con i miei vestiti addosso che non vedevo l'ora di rindossare perchè ora c'era impresso sopra il suo amabile profumo. Guardandola, mi resi conto di quanto fosse una ragazza semplice e quanto mi avesse reso tale anche a me, quando prima era solo un ragazzo casinista e complicato. Guardandola, mi resi conto di quanto ancora la amassi e quanto questo mio sentimento per lei crescesse ogni giorno di piu'.
Quando sentì che scesi l'ultimo scalino, si affrettò a sedersi sul divano, rannicchiando le gambe contro di sè. 
Risi. «Guarda che ho ammirato il tuo bel corpo proprio poco fa.»
Nascose il viso tra le mani, mugugnando ancora imbarazzata.
Andai a sedermi sul divano accanto a lei e, vedendo che non accennava a muoversi - perchè ancora imbarazzata -, portai le sue gambe sulle mie e la attirai a me. 
A quel punto, le sue mani finirono sul mio petto e potetti notare, finalmente, il rossore sulle sue guance.
«L'ho sempre detto che i miei vestiti ti stanno benissimo.» le sussurrai ad un centimetro dalle sue labbra.
Lei mi sorrise e poggiò la testa sul mio petto, stringendosi piu' a me.
Restammo così per un pò. Io che le accarezzavo dolcemente le gambe lunghe e lisce, e lei che restava semplicemente abbracciata a me, ascoltando il battito del mio cuore.
Non avevo bisogno di nient'altro, mi bastava questo: io e lei, da soli, su un divano a stringerci l'uno nelle braccia dell'altro, sentendo l'amore scoppiare nei cuori di ognuno. 
Fossi stato il ragazzo di poco tempo fa, non avrei creduto possibile che un momento così semplice ed intimo mi potesse bastare per rendermi felice. Io e lei eravamo così diversi, come il giorno e la notte, che mai avrebbero potuto stare insieme. E invece, un modo lo avevamo trovato e per quanto potessimo essere diversi, non aveva importanza. Trovavamo sempre un punto di incontro, aiutandoci a vicenda. Aiutando a migliorare e a rendere piu' forte la nostra relazione. E anche se agli occhi degli altri sembravamo impossibili o anche solo sbagliati, sapevamo che non avrebbero mai tentato o combattuto come stavamo facendo noi.
Mi sporsi di poco, così da guardarla in viso e notai che fosse pensierosa.
«A cosa stai pensando?» le chiesi.
Lei alzò le spalle, sospirando.
«Se ci fosse qualcosa che non va me lo diresti, vero?»
Abbassò lo sguardo.
Mi sporsi di nuovo, cercando i suoi occhi. «Hey, che succede?»
Lei non mi rispose e quando si portò seduta, io feci lo stesso. Il suo capo era basso e torturava le maniche del maglione con le dita, e con i denti si mordeva il labbro. Era nervosa.
Misi due dita sotto al suo mento, così che mi guardasse. «Piccola, ti prego, dimmi che hai.»
Lei sospirò e si sporse dal divano per prendere dalla sua borsa il suo solito quadernone. Lo aprì, prese una penna, ci scrisse e poi me lo mostrò.

 
Io ti piaccio davvero?

La guardai. «Certo, piccola, perchè me lo chiedi?»
Portò di nuovo il quaderno sulle sue gambe e ricominciò a scrivere. La guardai, e dai suoi occhi le sfuggì una lacrima che io asciugai subito con il pollice.
«Hey, non piangere...» le mormorai, accarezzandole la guancia.
Lei chiuse gli occhi e sospirò, beandosi di quel mio tocco così delicato. Poi li riaprì e vidi che erano lucidi. Cosa c'era che non andava per far si che lei piangesse?
Avevo sempre odiato vederla piangere. Era una versione di lei che mi distruggeva ogni volta e cercavo in tutti i modi di non far cadere altre lacrime sul suo viso, a me no che non fossero state lacrime di gioia. Lei non meritava alcun tipo di dolore o male. Meritava tutto il bene di questo mondo ed io cercavo ogni giorno di darle il meglio di me. 
Quando finì di scrivere, alzò il quaderno e lessi.

 
Perchè io sono così diversa dalle tue ex ragazze. Non mi sento mai abbastanza.
Non credo di piacerti per davvero.
I pettegolezzi della scuola io li sento e non fanno altro che dire:
"Come fa Harry Styles a stare con una come lei?"
E a volte me lo chiedo anch'io.
Perchè stai con una come me, Harry? 
Puoi avere tutte le ragazze del mondo, piu' belle, piu' magre, con piu' libertà su tutto...
Perchè hai scelto proprio me?

«Guardami.» le intimai. Lei lo fece. «Perchè tu sei l'unica ragazza che sia riuscita a farmi scoprire cosa sia realmente l'amore. Perchè solo grazie a te mi sveglio già col sorriso sulle labbra, perchè tu sei il mio primo pensiero al mattino. Perchè solo tu sei capace di rendermi felice solo standomi accanto, proprio così. Perchè solo tu sei stata l'unica a non guardare i miei sbagli, ma i miei pregi. Perchè solo con te riesco ad essere me stesso e mi apprezzi per quel che sono. Perchè solo tu riesci a rendermi un ragazzo, un uomo, migliore. Perchè tu sei l'unica che io voglio al mio fianco. Perchè tu sei l'unica che mi ha lasciato momenti felici che io ricorderò per sempre. Perchè tra migliaia di ragazze, per me esisti solo e solamente tu. Perchè tu, anche solo sorridendomi, riesci a spingermi a fare del mio meglio, per renderti felice. Perchè quando mi abbracci, io riesco a sentirmi a casa. Perchè quando ti sono accanto, so di non voler essere da nessun'altra parte, perchè è con te che devo essere. Perchè quando sei tra le mie braccia capisco che ho tutto il mio mondo. Perchè quando non ci sei, ho subito un disperato bisogno di te. Perchè tu sei tutto ciò che cercavo, tutto ciò di cui ho bisogno. Perchè se non ci sei, già so che sarà una giornata di merda. Perchè riesci a farmi apprezzare anche la parte peggiore di me. Perchè quando ti guardo, è come se mi innamorassi di te per la prima volta. Perchè al solo pensiero di non averti piu' nel mio domani, mi distrugge. Perchè tu sei l'unica ragazza che mi abbia fatto suo con un solo sguardo, sorriso, bacio. Perchè sarei capace di darti qualsiasi cosa se solo tu la volessi per renderti la ragazza piu' felice del mondo. Perchè tu sei l'unica che io voglio e che vorrò per il resto della mia vita. Perchè tu...»
Inaspettatamente, mi abbracciò, forte. Poi iniziò a singhiozzare ed io le accarezzai la schiena nel tentativo di calmarla. Sentivo le sue lacrime bagnarmi la maglietta ed io non facevo altro che baciarle la guancia, i capelli, il collo, ovunque purchè riuscisse a calmarsi.
«Shh, va tutto bene, rilassati adesso.» le sussurrai.
Quando si calmò tornò di nuovo di fronte a me, asciugandosi le guance con il maglione.
«Da quand'è che stiamo insieme, io e te?»
Lei riprese il quaderno e scrisse, la sua espressione era un pò buffa.

 
Non so, dimmelo tu!

Ridacchiai. Mi stava mettendo alla prova.
Le accarezzai i capelli e le dissi «Quattro mesi. E le mie precedenti relazioni sai quanto sono durate?»
Scosse il capo.
«Neanche piu' di una settimana. Tu sei la mia prima ragazza, la prima con cui sto avendo una relazione seria, quella che vorrei non finisse mai. La prima ragazza che io abbia mai amato davvero.»
Mi sorrise, poi scrisse di nuovo.

 
E' che... ho visto tante coppie lasciarsi e ho paura che succeda anche a noi.
Ho paura che un giorno ti stancherai di me.

«No, no.» presi le sue mani tra le mie. «Piccola, ti prego, non pensare questo. Guardami.» lo fece. «Io non mi stancherò mai di te. Non pensare che perchè io e te abbiamo questo piccolo ostacolo, io possa stancarmi di te da un giorno all'altro. No. Ti ho promesso che ti sarei stato accanto, perchè è ciò che desiderio, e ti avrei aiutato a superare le tue difficoltà. Ti ho promesso che lo avremmo fatto insieme e insieme ce la faremo. E non pensare a ciò che dicono a scuola o alle coppie che si lasciano, perchè io e te non saremo come loro. Io e te ce la faremo fino alla fine. Niente e nessuno potrà mettersi tra di me e te.» 
Presi il suo viso tra le mani e asciugai con il pollice le ultime lacrime sulle sue guance. Ci guardammo per quei piccoli attimi quando a me sembravano un eternità. E in quei suoi occhi color nocciola, vidi quanto amore lei mi stesse dando.
«Io ti amo, Harriet.»
Mi sorrise e quando avvicinò timidamente il suo viso al mio, la baciai. 
La baciai con dolcezza, come facevo sempre, e le nostre lingue si seguivano l'un con l'altra, piano.
Continuando a baciarla, presi il quaderno e la penna, poggiandoli vagamente sul tavolino.
Mi sporsi di piu' verso di lei e lentamente si stese sul divano. Misi le braccia ai lati della sua testa e mi tenevo un pò distante, così da non pesarle troppo.
Le sue gambe erano attorno al mio bacino ed io con una mano presi ad accarezzarne una, delicatamente, come avevo fatto poco fa.
Presi a baciarle le guance, il collo, ogni parte del suo corpo scoperta. 
Le sue mani erano nei miei ricci e di tanto in tanto li stringeva, sapendo quanto mi facesse impazzire quando lo faceva. 
Le mie labbra, poi, tornarono di nuovo sulle sue e mi staccai solo quando lei, tremante, tentò di togliermi la maglietta.
La guardai intensamente negli occhi. «Sei sicura?»
Lei annuì, piu' di una volta.
Portai la mia fronte contro la sua e chiusi gli occhi, immortalando quel momento. 
Voleva fare l'amore con me tanto quanto ne volessi io e non c'era cosa piu' bella di quella. Non c'era cosa piu' bella di lei.
La presi il piu' dolcemente possibile tra le mie braccia e lei portò le sue attorno al mio collo. 
La guardavo, e nei suoi occhi non vedevo nessun tipo di dubbio o ripensamento. Era sicura di volersi unire con me, manifestando così anche in quella maniera il nostro amore reciproco.
Strofinai il mio naso col suo e lei ridacchiò, arrossendo e poggiando la testa contro la mia spalla.
Le baciai la fronte e piano salii le scale per andare in camera mia.

 
You and I,
we don’t wanna be like them.
We can make it till the end.
Nothing can come between you and I.
Not even the Gods above can separate the two of us.

Su quel letto, tra quelle lenzuola, la feci mia per la prima volta.
Avevo baciato ogni parte di quel suo corpo meraviglioso, infondendole sicurezza e facendola smettere di tremare. Le avevo bloccato le mani quando aveva tentato di coprirsi, sussurrandole una marea di volte di quanto fosse perfetta. Le avevo procurato piacere, ricambiato poi da un'infinità di suoi baci carichi di passione. Avevo baciato le sue lacrime quando non riusciva a trattenerle per il dolore che stava provando. Ero stato il piu' delicato possibile, muovendomi in lei piano e lento, quasi come se lei fosse fatta di cristallo. L'avevo amata piu' di quanto avessi fatto in quel tempo, trasmettendole il mio amore e facendole capire quanto l'amassi con tutto me stesso. E poi, avevo ammirato quel suo bel corpo che una volta unito col mio, era riuscito a farmi rendere conto che combaciavano alla perfezione. Come se fossero fatti l'un per l'altro. Così come noi.

 
‘Cause you and I,
we don’t wanna be like them.
We can make it till the end.
Nothing can come between you and I.
Not even the Gods above can separate the two of us.
No, nothing can come between you and I.
Oh, you and I.
You and I, we could make it as we are.
You and I
Oh, you and I.

Quando ci rivestimmo (lei sotto il mio sguardo divertito perchè troppo timida per farlo davanti a me), la presi per mano e portai la mia fronte contro la sua. 
«Sei tutta la mia vita, Harriet.» le sussurrai.
Lei mi sorrise, poi si alzò sulle punte e mi baciò, portando di nuovo la sua mano nei miei ricci.
Ci staccammo, ci guardammo e sorridemmo entrambi. 
Quel nostro momento di unione non lo avrebbe dimenticato nessuno dei due, mai.
Quando provai ad uscire dalla camera, con la mia mano ancora stretta nella sua, lei mi fermò.
«Cosa c'è, piccola?»
Ci fu un lungo momento di silenzio e dei suoi profondi respiri, dove mi stringeva fortemente la mano. 
«T-ti amo, H-Harry.»
Il mio cuore perse un battito.
Piu' la guardavo, piu' non riuscivo a crederci.
La mia ragazza, la mia piccola, aveva appena detto che mi amava. Aveva parlato per la prima volta.
Era stato quasi un sussurro, una parola appena accennata, che io però avevo sentito perfettamente. Il mio nome non era mai stato così bello, solo se pronunciato da lei.
La sua voce, anche se l'avevo sentita per quei pochissimi secondi, era stata il suono piu' bello che io avessi mai sentito in vita mia. Era meravigliosa, proprio come lei.
«Harriett... tu... t-tu hai parlato.»
Lei portò le mani sulla sue labbra, annuendo con le lacrime agli occhi. Non riusciva a crederci nemmeno lei.
Le presi il viso tra le mani e la baciai ancora, sorridendo e ridendo di gioia.
«Anch'io ti amo, piccola, non sai quanto.» le ripetevo, mentre le lacrime rigavano il mio viso. Lacrime che vennero asciugate da lei con le sue mani morbide.
E adesso non potevo conservarmi solo dei fogli di carta dove lei scriveva di amarmi. Potevo conservare anche quelle parole, quella frase e quel mio nome pronunciato così bene, e avrei custodito tutto ciò per sempre. 
La baciai ancora e ancora, e continuai a farlo quando la feci stendere di nuovo sul letto, per far l'amore con lei un'altra volta e trovai l'occasione di ripeterle, di nuovo, quanto l'amassi e quanto avrei continuato a farlo per il resto della mia vita.


 

Ciao, bellissimissime.
La vostra peppina cara ha PROVATO a scrivere questa os.
Visto che io scrivo sempre song-fic, doveva pur arrivare quella con una canzone dei ragazzi.
Eh be', eccola qua.
You and I e' una delle canzoni che amo alla follia.
E' una delle mie preferite, in generale, e avevo gia' in mente di scrivere una os
con questa canzone.
L'ispirazione, oltre alla canzone, mi è nata quando ho visto questo disegno:




Insomma, lui non assomiglia tantissimo ad Harry?
Impressionante.
Comunque, vi dico alcuni dettagli di Harriet.
Come avrete potuto capire, lei non parla.
Non parla perchè, anni fa, ha subito uno shock ed è stato così traumatico
da farle perdere l'uso della parola.
Oltre questo, è una ragazza normale come tutte le altre.
Harry.
Il solito cattivo ragazzo, ribelle, una notte e via,
poi incontra Harriet in biblioteca e BOOM, viva l'amore!

Anyway, spero che la os vi sia piaciuta e che abbia rispecchiato almeno in parte la canzone.

Facebook: Tisdalesvoice Efp
Twitter: @infinitynaples

Buon Natale!

chiss chiss, peppina.


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