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Autore: Night Sins    25/12/2013    0 recensioni
Peter ed Elizabeth dovrebbero addobbare casa, ma la situazione non è semplice.
Neal arriva prima che il divertimento sia finito (o anche solo cominciato, a dire la verità).
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Elizabeth Burke, Neal Caffrey, Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome
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Personaggi: Elizabeth Burke, Peter Burke, Neal Caffrey (Peter/El/Neal)
Rating: PG
Genere: fluff, romantico, slice of life
Avvertimenti: oneshot, threesome
Timeline/Spoiler: natale 2013
Conteggio Parole: 772
Dedica: a Daydreams and Sins. ♥
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
Note: potete prenderla così, come one shot a sé o, quando deciderà di pubblicarle, come seguito di un paio di adorabili fanfic che Daydreams and Sins ha scritto per me alcuni Natali addietro. <3 <3 <3 (Ovviamente, non importa averle lette per capire questa storia.)
BUON NATALE a tutti!




Natale in casa Burke


La neve aveva cominciato a scendere già da qualche ora, ma non sembrava intenzionata a smettere. Nonostante questo, all’interno di casa Burke i termosifoni e il caminetto aiutavano a rendere l’aria piacevole e i padroni di casa si stavano apprestando a decorare l’abitazione approfittando del fine settimana libero dal lavoro di Peter, quando oramai mancavano meno di un paio di settimane al 25 dicembre.
Il salotto era invaso da scatoloni contenenti ogni sorta di decorazioni, fili di luci colorate che si illuminavano a intermittenza ricadevano dal tavolino da caffè al pavimento mentre Elizabeth cercava di districarli e palline di alluminio dorato rotolavano sotto lo sguardo sconsolato di Peter, precipitate dalla loro confezione quando l’uomo l’aveva sollevata per avvicinarla all’abete posto accanto al divano.
Sua moglie alzò lo sguardo su di lui, per niente divertita, e allargò le braccia. “Mi chiedo se quando abbiamo disfatto gli addobbi eravamo ubriachi o cosa. Come è possibile un simile disastro?”
Peter sorrise. “Forse, sì, eravamo ebbri. Ricordo un bell’inizio anno...”
Lasciò la frase in sospeso mentre un sorriso malizioso accompagnò i suo occhi in quelli di lei, ed Elizabeth sbuffò senza riuscire a rimanere arrabbiata. “Va bene, ma davvero, tutto ciò?” Sollevò il groviglio di fili che aveva in grembo e li lasciò ricadere con disperazione mentre si osservava intorno alla ricerca di qualcosa che fosse a posto e pronto all’utilizzo. Dopo alcuni istanti aggrottò le sopracciglia e spostò la testa da destra a sinistra, sollevandosi per osservare oltre il tavolino. “Dov’è la ghirlanda?”
A quel punto, anche Peter iniziò a cercarla con lo sguardo e sollevando festoni e capelli d’angelo che non avrebbero potuto nascondere molto più di una campanella o una pallina molto piccola. Un fruscio attirò la loro attenzione e si fecero attenti, trovando l’origine di quel rumore nel tavolo da pranzo; Elizabeth si alzò per capire cosa fosse. Quando entrambi lo videro, si misero a ridere.
Sotto al tavolo si trovava Satchmo e, intorno al collo dell’animale, la ghirlanda che stavano cercando. I filamenti di un enorme fiocco rosso gli coprivano le orecchie e lui aveva un’espressione di festosa mortificazione. Peter scosse la testa e si avvicinò per liberarlo. “Sei diventato un ladro anche tu?”
L’animale abbaiò, ma il suo padrone non gli diede retta, distratto dalla porta di casa che si era appena aperta. “Si parla del diavolo...”
Neal gli sorrise raggiante e poi scrutò la stanza. “Vedo che non mi sono perso niente.”
“No, infatti, stiamo ancora cercando di capire dove mettere le mani”, disse El. “Cosa hai lì?”
Il ragazzo abbassò lo sguardo sulle sue di mani, come ricordatosi in quel momento del contenitore che aveva con sé. “Ah, June vi manda un po’ di zabaione. È per questo che ho fatto tardi.”
Elizabeth ridacchiò mentre gli andava incontro. “Oh, non importa. Vieni, mettiamolo al caldo.”

Alla fine, dopo alcune ore di lavoro, erano riusciti a finire di addobbare l’albero e buona parte della facciata frontale della casa.
Peter si avviò alla postazione del telefono. “Oramai, direi ci conviene ordinare qualcosa per cena... Cinese?”
“Va bene”, acconsentì Elizabeth.
Non ottenendo la seconda risposta, Peter si voltò verso Neal e lo trovò intento ad osservare l’albero. Scambiò un’occhiata perplessa con sua moglie e la donna si avvicinò al giovane, abbracciandolo da dietro e posando il mento sulla sua spalla. “Peter non ha voglia di cucinare, ti va bene un po’ di sano cibo cinese?”
L’uso della parola ‘sano’ non era sfuggito a nessuno dei due uomini, causando il ridacchiare di Neal e lo sbuffare di Peter. L’ex truffatore si voltò appena a osservarla, il sorriso ancora sulle labbra. “Sì, direi che va bene.”
Elizabeth gli sorrise e gli schioccò un bacio sulla bocca, e lui si voltò per cingerla con le braccia e baciarla con più passione. “Anche questo va bene.”
“Lo spero! Se iniziavi ora a dire che non ti stava bene, mi sarei preoccupata.” La donna portò le mani sul suo volto e tornò a sorridergli. “Smetterai di stupirti?”
“Non credo.”
“Ehi”, Peter li raggiunse, “che sta succedendo qui?”
Neal ghignò. “Stavamo decidendo se escluderti o meno, stanotte.”
Il federale si accigliò per un istante e, mano sulla parte bassa della sua schiena, lo attirò a sé, le labbra ora a pochi millimetri dal suo orecchio, la voce bassa e decisa. “A perderci, saresti più tu.”
El cercò di nascondere il proprio divertimento. “E non scordatevi di me. Quando posso, amo avervi entrambi per me.”
Peter la osservò e sorrise. “Impossibile scordarsi di te.”
“Su questo sono d’accordo con Peter”, disse Neal, poi guardò l’uomo, una punta di malizia a illuminargli gli occhi. “Tra quanto arriva la cena?”
   
 
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