Un
ritorno inaspettato .
Pov.
Shinichi.
Quel giorno fui
costretto a scappare dal tempio perché avevo
iniziato a provare i primi sintomi del ritorno di Conan, io avevo male allo
stomaco, delle fitte al petto e sudavo come un mulo. Non so come ,ma riuscii a
nascondermi nel bosco circostante per diventare Conan e per nascondermi dai
miei inseguitori.
Mi ero
nascosto bene ,ma in un posto strategico dove potevo vedere la strada
circostante e studiare i movimenti dei miei nemici o chiunque passava di li.
Erano passati dei minuti e c’era un silenzio quasi surreale e io non ero ancora
ritornato bambino, ad un certo punto notai dei movimenti nella strada e la
vidi.
Ran stava
correndo verso il tempio e dovevo impedirgli di mettersi in pericolo così la
presi di contropiede e la portai nel mio nascondiglio.
“Ehi!” urlò,
ma io mi scansai prima che potesse fare una delle sue mosse di karate.
“Buona, non
avere paura!” le risposi.
“Scinchi!!!”
esclamò entusiasta.
Non potevo
negare che in quei momenti mi sentivo come Ran perché anch’io ero entusiasta di vederla
da Shinichi e non da Conan.
“Hai lo
stesso sorriso di quel giorno” riferendomi al mio ultimo giorno da adolescente.
“Shin, ma
cosa succede?Sei ammalato?” mi chiese tutta preoccupata tastandomi la fronte
febbricitante.
“Ran,non ti
preoccupare è solo un po’ di febbre!Sono venuto qui per riprendermi e fra poco
dovrò andare al tempio, per favore tu rimani qui” la supplicai ,ma allo stesso
tempo ero felice perché avrei dovuto essere già piccolo ma ero ancora un
liceale e i dolori della trasformazione in Conan stavano svanendo. Per un
attimo guardai in giro confuso per capire cosa c’era di strano, ma solo un piacevole
profumo di qualche albero in fiore nelle vicinanze.
“Cosa
succede? Vedo che stai un po’ meglio?”
“Si ,sto
meglio” le dissi e in effetti non era l’ennesima bugia e sicuro che non sarei
tornato Conan decisi di non addormentarla con il sonnifero del mio alter ego e
di portarla con me al tempio. Infondo lei era una brava combattente e mi
avrebbe potuto dare una mano.
“Senti Ran,
adesso non posso spiegarti tutto ma al tempio ci sono Kazuha e Heiji che hanno
bisogno di una mano. Vuoi aiutarmi?” le chiesi esitante.
“Si, Sherlock
ne sarai grata. Però poi mi racconterai tutto, vero?”
“Si” e la
baciai.
Quel baciò
fu molto intenso e passionale era da un’eternità che lo desideravo fare, ma la
mia situazione mi impediva di dichiarami, di baciarla e di amarla come lei si
meritava però ora potevo fare e lei ricambiò. Ci staccammo dopo qualche minuto
anche perché avevamo bisogno d’ossigeno.
“Non scappare
mai più”
“Ok” certo
che le avrei raccontato tutta la verità e che saremmo divenuti soci come con
Haibara, ma con Ran saremmo diventati soci e amanti.
Prima di
aiutare Heiji presi un po’ di quei petali che contrastavano l’effetto del farmaco
che mi aveva reso un moccioso con gli occhiali, forse Haibara e il dottor Agasa
mi avrebbero dato una risposta.
Angolo autrice: Salve a tutti,sono
tornata in questa sezione dopo un po’ di tempo. Questa shot è tratta dal film:”
la mappa del mistero”, ovvero la parte finale. Spero che vi piacerà questa
breve storia e di ricevere qualche vostra opinione anche critica,ma non
offensiva.