Fanfic su artisti musicali > Cinema Bizarre
Ricorda la storia  |       
Autore: Leena    19/05/2008    9 recensioni
Cosa succederebbe se una mattina tornando a casa scoprissi una cosa che ti inducesse a scappare lontano?(Long Fiction sui Cinema Bizarre)
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Strify, Yu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I Swear

I Swear

 

 

 

Il giovane salì a passo svelto le scale per entrare nel portone.

 

Estrasse le chiavi dalla giacca di pelle lucida e con le mani fredde cercò di centrare il buco della serratura.

 

Imprecò a denti stretti rendendosi conto che le mani insensibili peggioravano il lavoro.

 

Infine con un gesto veloce e spazientito riuscì ad aprire il portone e ad entrare nel calore dell’atrio.

 

Fuori il cielo si stava rovesciando sulla terra in grosse gocce di acqua fredda.

 

Il giovane si tirò giù il cappuccio della felpa e liberò i capelli.

 

Si asciugò i piedi fradici sul tappeto all’entrata e infine si diresse verso l’ascensore.

 

Passando davanti a uno specchio si rese conto che le gocce di pioggia gli avevano sbavato il trucco.

 

“Fa niente, tanto ormai sono arrivato”

 

Schiacciò il tasto per chiamare l’ascensore e attese guardandosi intorno.

 

Più il tempo passava e più non riusciva a capacitarsi di come la sua vita fosse cambiata nel giro di 12 mesi.

 

Viveva da solo, in pieno centro di Berlino, con due dei suoi migliori amici, in un attico fantastico.

 

Qualche volta si rendeva conto che alcuni ricordi di quella che lui chiamava “la sua vita precedente”gli sfuggivano.

 

Finalmente l’ascensore segnalò il suo arrivo con un “ding” sonoro.

 

Il ragazzo fece l’unico passo che lo separava dall’entrare in ascensore, sempre pensieroso.

 

Schiacciò il tasto dell’attico e attese, gli occhi persi nel nulla.

 

 In pochi secondi arrivò a destinazione.

 

Uscendo dall’ascensore si fermò ad osservare il panorama che si estendeva davanti ai suoi occhi.

 

Appoggiò le mani piccole e curate contro la vetrata.

 

Rimase così, per alcuni minuti, osservando la sua città, le sue luci,la pioggia, i lampi in lontananza.

 

La sua nuova vita.

 

Si staccò riluttante dal vetro per dirigersi verso la porta dell’appartamento.

 

Iniziava ad aver freddo.

 

“Stupida pioggia” pensò, mentre apriva la porta di casa.

 

La casa era avvolta in un buio spettrale.

 

Sembrava non ci fosse nessuno.

 

Diede una ditata all’interruttore della luce e osservò il materializzarsi dell’attico davanti ai suoi occhi.

 

La cucina era un autentico disastro.

 

Al solito, dopo cena, nessuno si era preoccupato di pulire.

 

Raggiunse il salotto dove buttò la giacca fradicia sul divano.

 

La play station 3, comprata due giorni prima, giaceva dimenticata accesa per terra.

 

La spense, alzando gli occhi al cielo.

 

Quei due messi insieme erano peggio di un tornado se lasciati soli a casa.

 

Si diresse verso la sua stanza, ma all’ultimo momento cambiò idea, dirigendosi invece verso la stanza vicino al bagno.

 

Tese l’orecchio.

 

Voleva capire, se per caso fosse in casa, e in caso, se stesse dormendo.

 

Sentì dei movimenti, dei rumori.

 

Dei rumori che non gli piacquero per nulla.

 

Sembravano….sembravano gemiti.

 

Il suo cuore accelerò immediatamente.

 

Sentì il rombo del suo cuore impazzito nelle orecchie.

 

Di colpo non sentì altro.

 

Con la mano insensibile aprì lentamente la porta.

 

Aveva paura di quello che avrebbe potuto trovare nel buio di quella stanza.

 

Aveva paura perché sapeva che il suo cuore si sarebbe spezzato.

 

E lui, come sempre, avrebbe sofferto.

 

Una volta aperto uno spiraglio nella porta, rimase immobile in ascolto.

 

Rumori, gemiti, ansiti.

 

Sentì il suo cuore mancare di un battito.

 

“Non ti farò mai soffrire Strify, te lo giuro”

 

Quella voce, nella sua testa.

 

Era la voce di Yu.

 

Una sera come tante, mentre si trovavano a riparo da occhi indiscreti, il chitarrista gli aveva preso il viso tra le mani e gli aveva fatto questa promessa.

 

La disperazione si trasformò in furia cieca.

 

Spalancò la porta, fissando l’interno della stanza con occhi fiammeggianti.

 

La scena che si trovò davanti non era proprio quella che si sarebbe aspettato.

 

Sul letto enorme a due piazze c’era effettivamente Yu.

 

Ma in sua compagnia c’era Kiro.

 

E si stavano baciando.

 

E non come facevano duranti i concerti.

 

Quelli in confronto erano bacini sulle guance.

 

Erano nudi.

 

Kiro era seduto a cavalcioni su Yu.

 

Gemeva lentamente, mentre Yu gli leccava dolcemente un capezzolo.

 

Kiro lo teneva per i capelli, stringendolo gelosamente a sé.

 

Le mani di Yu percorsero tutta la schiena del giovane bassista, accarezzandolo vogliosamente.

 

Sentendo la porta spalancarsi, Kiro si staccò frettolosamente, coprendosi alla meglio con il lenzuolo.

 

Yu rimase pietrificato, trovandosi davanti Strify, bagnato e furioso.

 

Per un momento la furia cieca si trasformò in confusione.

 

Strify fissò con gli occhi impazziti, prima Yu, poi Kiro, poi si fermò su Yu.

 

“Strify io….” Cominciò il chitarrista.

 

Il cantante cominciò a scrollare il capo, come se volesse negare la realtà.

 

Un unico, sottile,doloroso, gemito di disperazione gli uscì dalla gola.

 

Yu cominciò ad alzarsi dal letto.

 

Voleva raggiungerlo, spiegargli che aveva fatto solo una grandissima cazzata.

 

 

“Non ti farò mai soffrire Strify, te lo giuro”

 

Con questa frase che martellava nella testa, Strify uscì correndo dalla stanza.

 

Yu imprecò sottovoce.

 

“Rimani qua, con lui sistemo io” ordinò a Kiro, che si limitò a guardarlo in evidente stato confusionale.

 

Si infilò in fretta e furia, pantaloni e maglia e inseguì Strify.

 

Trovò la porta aperta e immaginando che fosse uscito di casa lo seguì.

 

Lo trovò nell’atrio deserto, seduto sulla fontana che vi spiccava al centro.

 

Era così tardi che nessuno avrebbe avuto modo di lamentarsi o di intromettersi.

 

Si avvicinò piano a Strify, quasi come se avesse paura che scappasse al minimo rumore.

 

Prima ancora che si sedesse, il giovane cantante si voltò.

 

Il trucco che aveva resistito alla pioggia, aveva ceduto alle lacrime, e ora due strisce nere gli solcavano le guance.

 

Nei suoi occhi cangianti erano espressi tutti i sentimenti che provava.

 

Tristezza, rabbia, dolore.

 

Tutti mescolati insieme.

 

Yu sentì una fitta al cuore.

 

Come diavolo aveva potuto fargli una cosa simile.

 

Si sentiva uno schifo adesso.

 

Aveva tradito lui.

 

L’unico che gli aveva fatto batteri il cuore in tutti quegli anni.

 

L’unico che lo faceva stare bene.

 

L’unico che lo capiva.

 

L’unico che lo comprendeva.

 

L’unico che lo consolava.

 

E ora?

 

Tutto perduto.

 

Più guardava quegli occhi, più si rendeva conto di non avere abbastanza scuse per quello che aveva fatto.

 

Strify l’osservava.

 

Le labbra contratte, gli occhi stretti.

 

Sembrava una belva pronta a mordere.

 

Yu cercò più volte di cominciare un discorso sensato, con scarsi risultati.

 

Sentiva il cantante al suo fianco singhiozzare,anche se i singhiozzi erano sempre più rari.

 

Infine timidamente cercò un approccio al giovane.

 

Si avvicinò lentamente, non voleva toccarlo, aveva, in effetti, paura a toccarlo.

 

Strify si irrigidì.

 

Il capo ostinatamente chino.

 

“Strify…Seb…amore?”

 

“Cosa diavolo facevi con lui?” chiese a denti stretti il cantante.

 

“Io…non so cosa mi sia preso, io….”

 

Si bloccò, si rese effettivamente conto di non sapere cosa dire.

 

Strify alzò finalmente gli occhi, per incontrare quelli grigi di Yu.

 

Questa volta fu il bruno ad abbassare lo sguardo.

 

“Avevi promesso Yu” sussurrò il giovane.

 

“Avevi promesso di non farmi soffrire, avevi promesso di stare con me, avevi promesso di amare solo me”

 

Aveva la voce strozzata, le lacrime minacciavano di sgorgare di nuovo.

 

Yu alzò lo sguardo.

 

“Mi dispiace”

 

Fu tutto quello che riuscì a dire.

 

“Vattene Yu, voglio stare solo”

 

Vedendo che il chitarrista indugiava ancora seduto, Strify ripeté la frase.

 

“Vattene per favore, ti prego”

 

Yu si alzò.

 

Allontanandosi, sentì il portone del palazzo che si apriva.

 

Diede una fugace occhiata all’atrio.

 

Strify era sparito.

 

Tornò all’appartamento, dove un agitato Kiro lo stava aspettando.

 

“Allora?Dove è Strify?” domandò andandogli incontro.

 

“Uscito, voleva stare solo”

 

Superò senza troppe pretese Kiro e si andò a chiudere in camera sua.

 

Si sedette sul letto.

 

Lo stesso letto dove aveva passato moltissime notti con Strify.

 

Dove si erano baciati.

 

Dove si erano coccolati.

 

Dove avevano fatto l’amore.

 

Dove tutto era finito.

 

E mentre Strify camminava a testa china sotto la pioggia, Kiro si faceva un esame di coscienza e Yu piangeva lacrime amare per i suoi errori, fuori cominciava un nuovo giorno.

 

 

 

 

 

 

“Non ti farò mai soffrire Strify, te lo giuro”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

word to html converter html help workshop This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder  chm editor perl editor ide

  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Cinema Bizarre / Vai alla pagina dell'autore: Leena