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Autore: EmmaStarr    25/12/2013    2 recensioni
{Kyle+Ageha} {Friendship} {Fluff, Bromance} {Universo in cui Ageha è sparito per la prima volta}
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– Sei davvero forte, Kyle! E chi se l'aspettava? – rise Ageha, battendogli una mano sulla spalla.
Kyle non rispose subito, beandosi del suono di quella voce. Quanto tempo era passato? Da quanto non sentiva quella voce canzonatoria e allegra, felice e spensierata? Era ancora il suo Ageha, quello che si allenava con lui fino a tardi, che dormiva insieme a lui sopportando i suoi calci, che lo difendeva con nonna Elmore se si comportava male, che era sempre pronto a battergli il pugno e dire “sei stato grande, continua così”.

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A Eleonora, perché questo era il suo regalo serio, nato per compensare quello stupido. Perché so che adori Kyle e perché sai che adoro Ageha. Buon Natale ♥ ♥
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I'll wait for you




– Ageha! Ageha, dove ti sei cacciato?

Kyle lo stava cercando da almeno mezz'ora, quel bambino così impossibile. Eppure lo sapeva che quel giorno dovevano allenarsi!

– Ageha, vieni fuori, su che dobbiamo esercitarci! – tentò di nuovo, senza nemmeno sperarci poi tanto.

Si addentrò nel parco intorno a Elmore Wood, oltrepassando i verdi campi d'erba ed addentrandosi fra gli alberi del frutteto.

– Non lo troverai qua... – disse una voce alle sue spalle.

Kyle si voltò di scatto. – Fre-chan! Mi hai spaventato! – si lamentò, offeso.

La ragazzina gli fece una linguaccia. – Ti ho già detto di non chiamarmi così! Ora non ti dico dov'è Ageha. – decise, incrociando le braccia.

– Per quel che me ne importa... Lo troverò da solo! – ribatté Kyle, saltando su un albero per vedere da più lontano.

Sotto di lui, Frederika rise. – Così non lo troverai mai, mi spiace! È impegnato a fare cose più importanti che giocare con te, lui. Lo sai che ha la ragazza, no?

Kyle si lasciò penzolare a testa in giù, imbronciato. – Quella là non è la sua ragazza. – borbottò. – Se ti sentisse Marie... E poi, Ageha ha promesso di allenarsi con me.

Frederika lo fissò con quella che somigliava a compassione. – Come ti pare... Continua a cercarlo, se hai tanto bisogno di lui. – e sparì, fluttuando via.

Kyle sbuffò. Non è che avesse bisogno di lui... Ma a volte aveva solo voglia di potersi affidare a qualcuno di così grande e forte e geniale come Ageha.

Lui lo capiva, sempre. Lo aveva salvato, quel giorno in cui erano andati a recuperare Kagetora, e non gliel'aveva mai fatto pesare, mai. Rideva sempre, e faceva sembrare le cose sempre molto facili.

Kyle lo ammirava, non c'era dubbio. Però... Oh, perché doveva passare tutto quel tempo con la sua quasi-ragazza? Quel giorno dovevano allenarsi!

Stava prendendo in considerazione l'idea di dondolarsi su quel ramo per un'altra mezz'oretta buona, quando una voce lo riscosse dai suoi pensieri. – Kyle! Allora eri qua! Forza, che dobbiamo allenarci! – il ragazzo appariva vagamente affannato, ma sorridente e spigliato come di suo solito. – E non pensare nemmeno di battermi, eh! Sono immensamente più forte di te, mettitelo bene in testa!

Ecco, questo era quello che intendeva Kyle. Ageha sapeva sempre come tirare su il morale alle persone.

– Arrivo!

 

* * *

 

Sparito.

Semplicemente sparito, questo avevano detto. Se n'era andato e non era più tornato.

Marie piangeva sempre, Frederika non parlava con nessuno, Van appariva ancora più rassegnato del solito, e Shao non faceva che borbottare frasi sconnesse su un cielo stellato o chissà cosa.

I bambini di Elmore Wood erano distrutti, tutti quanti: Ageha era stato un fratello maggiore per tutti loro.

Per Kyle, soprattutto.

All'inizio, il bambino non ci aveva creduto, punto e basta. Perché se esisteva un nemico tanto forte da sconfiggerlo, beh, allora nessuno di loro avrebbe mai avuto speranza. Si era chiuso in camera e non mangiava, e non voleva uscire, e non era vero che stava piangendo! I maschi non piangono. Ageha non avrebbe pianto.

Poi, piano piano, ha capito. Ageha lo stava mettendo alla prova. Riesci a guidare questi bambini, Kyle? Riesci a combinare qualcosa, anche se non ci sono io? Fammi vedere di cosa sei capace, e un giorno io ritornerò.

Kyle ne era sicuro: Ageha sarebbe ritornato. E allora ricominciò a parlare e a ridere, a fare scherzi a Marie e a stuzzicare Frederika. I bambini si appoggiavano a lui, lui che era il più grande, il più forte. Van riprese a mangiare come prima e Shao parlava di nuovo di cose sensate. Marie non piangeva più, e Frederika negava di essere mai stata male per quell'idiota rompiscatole di un Ageha.

A volte pareva che se ne fossero dimenticati tutti.

Kyle no.

Se tutti avevano perso la speranza di rivedere Ageha e gli altri, Kyle non l'aveva fatto nemmeno per un istante. Ageha sarebbe tornato, e Kyle gli avrebbe fatto vedere quello che aveva realizzato: era il leader, era forte, avrebbe protetto tutte le persone che amava.

Sarai fiero di me, Ageha.

 

* * *

 

Era lui.

Proprio lui, non si erano sbagliati! Nonna Elmore l'aveva visto, certo, ma Kyle non ne era stato pienamente sicuro prima di vederlo là, una gamba ferita, lo sguardo acceso di quella determinazione che tanto aveva ammirato quand'era un bambino.

Che poi, Kyle un bambino lo era ancora. Nei piccoli gesti, nelle risate e nei sorrisi, nel suo stuzzicare Frederika e nell'ingenuità che si portava dietro da sempre.

– Sei davvero forte, Kyle! E chi se l'aspettava? – rise Ageha, battendogli una mano sulla spalla.

Kyle non rispose subito, beandosi del suono di quella voce. Quanto tempo era passato? Da quanto non sentiva quella voce canzonatoria e allegra, felice e spensierata? Era ancora il suo Ageha, quello che si allenava con lui fino a tardi, che dormiva insieme a lui sopportando i suoi calci, che lo difendeva con nonna Elmore se si comportava male, che era sempre pronto a battergli il pugno e dire “sei stato grande, continua così”.

– Oh, ehm, grazie. – rispose, sorridendo. – Mi sono allenato parecchio, sai.

Ageha sorrise, lo sguardo limpido fisso su di lui. – Dev'essere stata dura, per te... – gliel'aveva già detto, ma questa volta suonava più triste, colpevole.

Kyle scosse la testa. – È stato un addestramento. Sapevo che non eri morto, che saresti tornato. Ho tirato su questi ragazzi meglio che potevo, sai. Ti aspettavamo.

Ageha sorrise, grato. Era semplicemente troppo buono per quel mondo così sbagliato, e Kyle ancora si domandava per quale fortunata combinazione fosse riuscito a diventare suo amico.

– Quindi, insomma... Bentornato. – si fissarono negli occhi, e un lampo identico saettò nello sguardo di entrambi. Sorridendo, allungarono contemporaneamente i pugni fino a toccarli, suggellando così il loro patto: non importava in quale anno, in quale universo. Sarebbero sempre stati uniti, sempre.

– Mi sei mancato.

– Sono qui.

 

In qualche modo, Frederika aveva avuto ragione, quel giorno.
Kyle aveva bisogno di Ageha, così come si ha bisogno di un fratello maggiore.
Ma Ageha, lui non se n'era mai andato per davvero.

 

  
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