Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: Diavolo Bianco    25/12/2013    2 recensioni
La sua migliore amica si sposerà tra poche ore, ma Kate è nel casino totale e non gliene va una giusta. Si ritrova in possesso di un oggetto che lei non dovrebbe assolutamente avere. Il mondo intero è contro di lei. Ce la farà Kate a raggiungere la chiesa in tempo?
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3-Problemi nei bagni

“Niente panico. Posso farcela!” Kate osservò l’incrocio ancora una volta poi decise di tornare a casa, doveva avere scritto l’indirizzo e il nome del ristorante da qualche parte. Diede gas a manetta e dopo parecchio riuscì a tornare a casa sua. Mise le scarpe nella lavatrice e ne cercò un altro paio mentre tentava di ricordare doveva fosse il biglietto d’invito. Afferrò delle scarpe coi tacchi fucsia.
“Non posso soffrire d’alzheimer a ventun’anni!” Sbraitò mentre frugava in tutta casa per la seconda volta da quando si era svegliata.

 
I'm a barbie girl, in a barbie world
Life in plastic, it's fantastic!
You can brush my hair, undress me everywhere
Imagination, life is your creation
Come on Barbie, let's go party!

 
“Fottuta canzonc…aspetta… il cellulare!” Corse a prenderlo, l’aveva lasciato sul tavolo, e rispose.
“Pronto!?”
-Kate…? Tutto bene?-
“No! God! Non ricordo dov…con chi sto parlando?”
-Con una fresca sposa!-
“Oh…Hi Nina.”
-Hai ripreso la tua auto?-
“Yes.”
-Senti, tra quanto sarai qui? Stiamo aspettando solo te.- Kate si morse il labbro interiore, quella giornata era un macello.
“…Tra poco! C’è un becchino in mezzo alla strada che ha bloccato il traffico.”
-…Un… becchino?-
“Un vecchino! Un vecchino! Mi sono sbagliata.- Si tirò una manata in faccia.
-Ah… e come ha fatto un povero vecchietto a bloccare un’intera città?-
“I have no idea. Però non mi dispiacerebbe avere le sue energie da vecchia.”
-Si, non sarebbe male. Comunque vedi di sbrigarti.-
“Voi iniziate pure, io arrivo appena posso.”
-Okay.- Chiuse la chiamata.
“Diamine! Perché non le ho chiesto dov’è il ristorante?” Rifece il numero di Nina, ma si bloccò subito.
“Ci farei la figura dell’idiota però…” Fissò il telefono per interminabili minuti, mentre pensava a cosa fare.
“La mia dignità è meno importante della sua felicità.” Rifece il numero e accostò il cellulare all’orecchio.
-Mi chiedevo quanto tempo ci avresti messo a richiamarmi.- Sentiva Nina ridere sommessamente.
“What are you saying?”
-Dimmi cara Kate, dov’è il ristorante?- Ammutolì subito.
“Mmm…err…vicino alla chiesa…maybe…- Inghiottì duro.
-Affacciati alla finestra, che è meglio.-  Kate si avvicinò alla finestra, scostò le tende, aprì le ante e guardò fuori. Un sacco di macchine erano in fila per tutta la strada e l’auto degli sposi era proprio sotto la sua finestra.
“Fantastic…” Era rimasta senza parole.
-Dai scendi.- Vide Nina accanto alla sua macchina con il cellulare accostato alle orecchie. Sorrideva divertita. Kate chiuse la chiamata e corse fuori di casa armata soltanto di telefono e chiavi.
“Che ci fate tutti qua?” Chiese quando si ritrovò davanti ai due sposi.
“Non posso fare la mia festa di matrimonio senza di te.” Nina l’abbracciò.
“Flavio dovresti importi certe volte su tua moglie.” Disse divertita la testimone fissandolo.
“Fosse facile, questa ha le pile nucleari e poi se non venivamo qua mi faceva dormire sul divano.” Si giustificò lui. Nina si staccò e Kate le diede una giocosa pacchetta sulla testa.
“Cattivella, non si fa così con il proprio marito.”
“E che dovevo fare? Se aspettavo che tu arrivassi gli invitati diventavano cannibali.” Si difese la sposa.
“Prima o poi sarei arrivata.” Nina le toccò la punta del naso.
“Questo non lo posso sapere. Comunque è meglio che ora andiamo.” Proprio in quel momento da una macchina saltò giù Ain con le guanciotte rosse.
“Anch’io voglio venire con voi.” Disse imbronciata mettendosi al centro tra i tre. Kate si chinò all’altezza della bimba.
“Che succede sweet?”
“La nonna continua a tirarmi le guance e fa male!” Si lamentò, tutti risero.
“Va bene, verrai con me e Kate.” Affermò Nina prendendola in braccio.
“Perché con me?”
“Ti farò da navigatore.” Sorrise mentre si avvicinava alla sua piccola macchina.
“Ti rubo la moglie.” Scherzò Kate con Flavio.
“Ah, maledetta. La mia vendetta sarà terribile.” Rispose lui ridendo. Si avvicinò alle due e aprì la macchina, lo sposo partì tirandosi dietro la carovana di auto che era chiusa da quella di Kate. Ain stava seduta sulle gambe di sua madre ed era molto più felice di quando stava accanto alla nonna.
“Lo sai che così si rovina il vestito, vero?”
“Tanto la cerimonia c’è già stata.” Rispose indifferente Nina.
“Ci ferma la polizia se vedono la bimba davanti, su di te.” Riprovò.
“Che brontolona che sei.” La sposa si allungò a baciarle la guancia, poi fece mettere dietro Ain e le ordinò di legarsi la cintura di sicurezza. La carovana, dopo molti semafori rossi che la ruppe in gruppi sempre più piccoli, giunse al mitico e tanto atteso ristorante. Parcheggiarono ed entrarono nell’edificio. Gli sposi avevano affittato un’intera sala che era stata decorata con fiori e teli bianchi e d’oro. Ognuno aveva un posto assegnato, Kate e Ain finirono vicine, mentre Nina e Flavio stavano a capotavola. Ci furono molte portate, tutte buonissime e di dimensioni colossali. Arrivate al secondo la bimba iniziò a tirarle il vestito.
“Devo fare pipì.” Kate smise di mangiare.
“Ora?” Annuì agitata. Si alzarono e iniziarono a cercare il bagno. Fortunatamente incontrarono un cameriere.
“Scusi, sa dirmi dov’è la toilette?”
“Di là signorine.” Rispose indicando un corridoio.
“Grazie mille.” Si incamminarono velocemente e finalmente trovarono la scritta ‘WC’ su una porta con sopra una donna stilizzata. Entrarono e furono felici di vedere che non c’era fila.
“Devo venire con te?” Ain scosse la testa prima di entrare in una delle cabine. Kate intanto si lavò le mani. Quando sentì il suono dello sciacquone si voltò in attesa di vedere la bimba uscire.
“Kate!” Gridò quella spaventata. Si avvicinò alla porta.
“Sono qua Ain, che succede?!”
“La porta non si apre!”
“Tira.” Cercò di essere calma per non agitare ulteriormente la bambina.
“Non funziona!” La bimba stava per scoppiare a piangere.
“Ascoltami Ain, non piangere. Ti tiro fuori io di lì, okay?”
“…S-si…”
“Tu stai calma.” Afferrò il pomello della porta ed iniziò a tirare. Nulla. Provò con più forza. Niente.
“Ain vado a cercare qualcosa per aprire la porta.”
“No! Non mi lasciare sola!” Urlò agitata la piccola.
“Torna subito, tu conta fino a cento.”
“…Fai in fretta…”
“Don’t worry.” Corse fuori dal bagno e cercò di ritornare nella sala principale. Quando vi arrivò si trovò davanti a Nina.
“Ehi Kate, hai per caso visto Ain?”
“Emm… no, non mi pare… sarà fuori a giocare con gli altri bambini.” Disse sorridendo forzatamente. Superò la sposa e frugò nella sua borsa.
“Non lo so… lei è così timida. E se fosse nei guai?” Kate tirò fuori le chiavi della macchina e di casa.
“Yippee!”
“Mi stai ascoltando?!” Riprese a correre verso i bagni.
“Ti preoccupi troppo!” Urlò prima di voltare l’angolo. Entrò nella toilette ma proprio in quel momento cadde e uno dei tacchi si spaccò.
“Fuck!”
“Kate!” Urlò Ain nel panico dalla cabina.
“Sono qui!” Corse saltellando verso la porta e piantò le chiavi nella serratura. Iniziò a forzarla. Ad un tratto la porta si aprì e una donna armata di secchiello e spazzolone fece il suo trionfale ingresso.
“Thank God!” Si avvicinò rapida alla donna. “Mi scusi, saprebbe aprire quella porta, è bloccata e c’è una bambina dentro.”
“Ovviamente.” La donna afferrò la maniglia e la girò. La porta si aprì come nulla fosse, lasciando di sasso Kate. Lei aveva soltanto tirato, l’idea di girare non le era nemmeno passata per l’anticamera del cervello.
“Co-co-come ha fatto…!?”
“Bastava girare.” Disse quella iniziando a pulire il pavimento. Ain corse verso di lei e l’abbracciò ridendo come un’ossessa.
“Perché ridi?”
“A volte sei tonta come dice la mamma, pure io avevo capito che bastava girare.” Kate sbarrò gli occhi.
“E perché non mi hai detto nulla?”
“Di là mi annoio e volevo divertirmi un po’.”
“Sei una canaglia come tua madre.” Risero in coro. Uscirono dal bagno, ma a metà strada si fermarono.
“Signorina, ha dimenticato il suo tacco!” Gridò la donna correndo verso di loro sventolando ai quattro venti il tacco rotto.
“Oh… grazie.” Kate afferrò il maledetto oggetto.
“Ain.” Chiamò mentre si risedevano ai loro posti.
“Mn?”
“Non-”
“Eccovi qua voi due! Avete idea di quanto mi sono spaventata non vedendovi più!?” Esclamò Nina tirando uno scappellotto ad entrambe.
“Ahi! Sai dovresti rilassarti.” Mormorò Kate massaggiandosi la testa.
“Mi farete venire i capelli bianchi.” Sbuffò la sposa.
“A maggior ragione, prenditi una vacanza.”
“Sta per partire con papà.” Le ricordò Ain.
“Meno male.” Nina mise il broncio.
“State facendo coeletta voi due?” Kate e la bambina si fissarono.
“Nooo.” Dissero in coro sorridendo innocentemente. Nina scosse la testa divertita e se ne tornò accanto a Flavio. Il pranzo proseguì senza interruzioni e verso il pomeriggio gli sposi si avvicinarono alla loro macchina, sarebbero andati subito all’aeroporto per prendere il volo diretto ai Carabi.
“Fate buon viaggio!”
“Buona luna di miele!”
“Divertitevi!” Ognuno stava facendo i propri auguri salutando gli sposi.
“Con chi starà Ain?” Chiese Kate avvicinandosi a Nina.
“Con i genitori di Flavio.”
“Volete proprio male a vostra figlia.” Scherzò lei. Lo sposo si avvicinò a loro.
“Andiamo tesoro, se no facciamo tardi.”
“Va bene.” Nina abbracciò per l’ultima volta Kate.
“Fa buon viaggio e divertiti.”
“Grazie. Ci vediamo tra due settimane.”
“Clear.” Kate le baciò la guancia e l’altra ricambiò. Gli sposi salirono in macchina, alla quale erano state attaccate delle lattine bianche con un cuore rosso stampato sopra.
“Ah, Kate!” La sposa aveva abbassato il suo finestrino.
“Si?”
“Tra un mese abbiamo la cena con i vecchi compagni di classe. Vedi di esserci.”
“Farò del mio meglio.” Si sorrisero.
“Ciao.”
“Ciao.” Si lanciarono un lungo sguardo. Uno sguardo che raccontava tante cose, dette e non dette.
“Arrivederci!” Urlarono in coro tutti gli invitati qundo la macchina partì. Pian piano la folla si sciolse. Kate salutò Ain, che era molto disperata, visto che l’aspettavano due settimane di pizzicotti sulle guance. Salì sulla sua macchina e mise in moto. Quella giornata era ormai finita e bene o male ce l’aveva fatta. Si fermò al semaforo e afferrò il suo cellulare.
“Meglio se mi appunto la cena se no faccio la stessa fine di oggi... il che non sarebbe una bella cosa.”

-------------------------------------------
Il finale aperto del capitolo precedente non mi convinceva molto. Così ne ho fatto uno più conclusivo. Spero vi sia piaciuto e di non avervi rotto con sta storia. Ah, Buon Natale a tutti (già che ci siamo)! Ciao ciao XD
PS: I commenti sono sempre ben accetti :)

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Diavolo Bianco