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Autore: Lady Atena    25/12/2013    4 recensioni
Un Buon Natale a tutti!
Steve si morse il labbro, piegò il capo in avanti voltandosi con il busto.
“Pensavo che non l'avrei più rivista prima della prossima invasione aliena”.
Tony inarcò un sopracciglio, si leccò le labbra abbassando il panino ad altezza del petto e socchiuse gli occhi piegando la testa in avanti.
“Questo vuol dire che non mi vuoi qui o che era già stata prevista una prossima invasione?”.
Probabile futura raccolta, momentaneamente shot sconclusionata. Buone feste!
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di feste ed eventi importanti.'
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Personaggi: Tony, Steve.
Prompt: “Non sono vecchio, sono vintage”.
Lanciata da: Claudia De Sessa.

Steve poggiò la schiena contro le assi di legno grigiastro della panchina, scartò il panino e lo morse; masticò sentendo la salsa pizzicargli la lingua e guardò un ragazzo correre davanti a lui sulla stradina. Sorrise seguendolo con lo sguardo fino alla curva, diede un altro morso al panino finendolo per metà e ingoiò allungando la mano al suo fianco. La infilò nella busta di carta, tirò fuori un secondo panino e se lo poggiò sui pantaloni blu della tuta. Osservò due ragazze sedersi sotto l'albero alla sua destra, guardò una delle due tirare fuori una busta dalla borsa e porgerla all'altra. Steve socchiuse gli occhi, sospirò e ingoiò il resto del panino deglutendo. Accartocciò la carta, la lanciò facendola finire nel cestino accanto a sé; scartò il panino che teneva sulle gambe e gli diede un morso finendone metà. Sentì qualcuno sedersi di fianco a sé, roteò gli occhi, strinse le labbra abbassando il panino e si spostò verso sinistra fino al bordo della panca.
“È un po' deprimente passare la mattina di Natale da soli a mangiare panini in Central Park, non credi?” domandò la voce di Tony.
Steve si voltò, sgranò gli occhi osservando l'uomo seduto al suo fianco. Tony sogghignò, si sollevò gli occhiali da sole portandoli tra i capelli e infilò la mano nella bustina di carta tirandone fuori un terzo panino. Lo sventolò in aria, fece l'occhiolino piegando il capo in avanti.
“Auguri” disse.
Steve batté le palpebre due volte, incartò il panino e afferrò la busta mettendosela tra le gambe. Vi infilò il sacchettino, annuì abbassando il capo socchiudendo gli occhi.
“Cosa ci fa qui?” chiese.
Tony tolse la carta che circondava il panino, diede un morso masticando rumorosamente e si piegò di lato allargando le gambe fino a occupare metà della prima panca.
“Ai tuoi tempi non si usava ricambiare gli auguri?” domandò.
Steve osservò alcune briciole cadere sul pizzetto accennato di Tony, strinse le labbra chiudendo il pugno attorno alla cima della busta di carta facendola appallottolare.
“Buon Natale” disse.
Si morse il labbro, piegò il capo in avanti voltandosi con il busto.
“Pensavo che non l'avrei più rivista prima della prossima invasione aliena”.
Tony inarcò un sopracciglio, si leccò le labbra abbassando il panino ad altezza del petto e socchiuse gli occhi piegando la testa in avanti.
“Questo vuol dire che non mi vuoi qui o che era già stata prevista una prossima invasione?”.
Steve sospirò, socchiuse gli occhi sporgendosi con la schiena in avanti; alcune ciocche biondo scuro gli strofinarono contro la fronte tesa.
“C'è sempre una prossima guerra. Noi possiamo solo ridurre le perdite”.
Tony mugugnò, diede un altro morso al panino scuotendo la mano libera in aria, poggiò il gomito sullo schienale in legno della panchina allargando il braccio.
“E non potresti rimandare la guerra a dopo Natale?”.
Steve strinse più forte il pugno chiuso attorno alla busta di carta, sfregò i denti tra loro socchiudendo gli occhi che brillarono di riflessi più scuri.
“Le cose non vanno sempre come vorremmo noi, Stark”.
Tony incartò il panino, lo mise nella tasca della giacca piegandosi in avanti e gli occhiali da sole appesi al collo della maglia ondeggiarono battendo contro i bordi.
“Questa è un po' vecchia, non credi?”.
Steve inspirò, strinse le labbra aggrottando la fronte e si alzò tenendo le ginocchia piegate e la schiena arcuata in avanti.
“La smetta di fare insinuazioni sulla mia età”.
Tony inarcò un sopracciglio, piegò il capo all'indietro poggiando il collo contro lo schienale della panca; inarcò un sopracciglio sogghignando con le iridi socchiuse.
“Perché, la cosa turba la tua integrità morale?” domandò.
Steve espirò sonoramente, rizzò la schiena facendo un passo indietro e strinse la busta di carta nel pugno sentendola sfrigolare.
“Io non sono vecchio, sono vintage” rispose.
Tony aggrottò la fronte arricciando il naso, sporse la schiena in avanti piegandosi e poggiò le mani unite sulle ginocchia.
“Come le figurine?” chiese.
Steve infilò la busta di carta nella tasca dei pantaloni, sfregò i denti tra loro.
“Tu non hai rispetto nemmeno per i morti?” domandò.
Tony roteò gli occhi, alzò lo sguardo verso l'alto tenendo il capo abbassato e le sopracciglia arricciate.
“Evito l'ipocrisia del Natale” disse.
Si alzò, tolse gli occhiali da sole dal colletto della maglia e se li infilò premendoli contro il volto, fece due passi avanti, infilò una mano nella tasca dei pantaloni e allungò l'altra; dando due pacche sul braccio di Steve.
“Ti aspetto alla Tower per il pranzo di Natale. Non rovinarti l'appetito”.
Indietreggiò, Steve si voltò e spalancò gli occhi aprendo la bocca. Batté le palpebre, socchiuse gli occhi aggrottando le sopracciglia.
“Che cosa?!”.
Tony alzò la mano, si voltò camminando all'indietro e si sollevò gli occhiali portandoli tra i capelli castano scuro.
“L'una in punto, Capitano. A Legolas il cibo freddo resta sullo stomaco e Banner diventa irritabile se si pranza dopo le due”.
Steve batté le palpebre più volte, si passò le dita sugli occhi chiusi e abbassò la mano osservando la schiena di Tony superare il vicolo. Scosse il capo, si passò la mano tra i capelli biondi e sospirò.
“Il pranzo di Natale” borbottò.
Sorrise, infilò la mano in tasca afferrando la busta di carta e si voltò dando le spalle alla panca. Passò di fianco al cassonetto dell'immondizia, vi buttò il sacchetto e scosse il capo infilando entrambe le mani nelle tasche.
“E poi sarei io quello antico”.

  
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