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Autore: Nemainn    26/12/2013    7 recensioni
Favola ironico-comica, e chi più ne ha più ne metta...
Prinipesse, Principi Azzurri, maghi e draghi che amano frequentare taverne e bere...
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Favo-Letta
Ossia Storie di Draghi, Maghi e Principesse...

 
 

C’era una volta.

O forse erano due o tre volte. Magari quattro, perché limitarsi? Non possiamo fare che c’erano tantissime volte? Le cose non capitano mica solo una volta, giusto?
Magari ci sono giusto un paio di eccezioni, tipo nascere e morire. Io gente nata due volte, o morta due volte, proprio non ne conosco.
Gente che dice di essere rinata, magari dopo qualche avvenimento, sì, ma è un’altra storia. Nascere, uscire dall’utero, succede una volta, non scherziamoci troppo su. Già una volta è un trauma pazzesco, ripeterlo, magari più volte, sarebbe insopportabile.

Poi l’altra cosa era la morte.

Beh, esperienze di premorte, morte apparente, vedi il tunnel ma poi fai inversione a U… insomma non sono MORTE. La Morte non è che ti rimanda indietro se davvero metti piede in casa sua. Magari ti offre té e pasticcini, ma di rimandarti indietro proprio non se ne parla.
A proposito, dove mette té e pasticcini la Morte che è un mucchio d’ossa? Probabilmente in uno spazio interdimensionale, qualcosa che, forse, un teorico delle frattaglie, ops, dei frattali, potrebbe capire. O uno scienziato molto teorico di qualunque tipo. Molto teorico perché di scienziati pratici non ne esistono, quelli che hanno qualcosa a che fare con la praticità sono artigiani, operai, quelli che, nel mondo vero, ci vivono.
Fai tu buttare gli spaghetti a un teorico delle stringhe. Come minimo ne escono nuove teorie invece del pranzo e il pranzo, solitamente, è uno dei pasti irrinunciabili, anche se non sei un hobbit.
Ma dicevamo che c’era qualche volta. Meglio non specificare quante.
Questa volta c’era una principessa, un drago e un mago.
In ordine casuale di apparizione.
La principessa non aveva molta voglia di fare quello che facevano tutte le principesse, ossia sposare qualche bel principe azzurro, palestrato, su di un cavallo bianco. Sopratutto non aveva voglia di essere salvata dal drago. Era un tipo simpatico, alla mano, senza troppi grilli per la testa e le piaceva.
Vero, la aveva rapita, ma solo perché era scritto nel contratto. Altrimenti come poteva, suo padre il re, trovarle marito?
Passava il tempo nella tana del drago a giocare a monopoli, carte, spettegolare delle principesse vicine. No, la tana non era una grotta, non era tra le viscere della terra e il drago non dormiva su cumuli d’oro.
Sapete quanto sia scomodo dormire sull’oro? Molto scenico, indubbiamente, ma dopo qualche centinaio di anni le articolazioni si fanno sentire. Un materasso è una scelta molto più salutare e comoda. Parola di drago!
Il drago non era neppure grandissimo, non aveva particolare apertura alare, era di medie dimensioni e decisamente pigro, insomma preferiva girare nell’aspetto di un normalissimo uomo. Sapete come sarebbe stato difficile, altrimenti, fare la spesa? Inseguiti da cavalieri convinti di dover portare a termine una cerca, o una qualche impresa più o meno epica. Impresa che il più delle volte si risolveva riuscendo a ritrovare la strada di casa.
Dunque, il drago.
Bene lui girava sotto mentite spoglie, nulla di esagerato, un aspetto comune: maschio, mezz’età, leggermente calvo e con una circonferenza di tutto rispetto.
Così poteva andare al mercato senza che ci fosse un fuggi fuggi generale, frequentava i bagni termali e, quando si sentiva in vena di compania, la taverna.
A volte cercava compagnia ben precisa in taverna, ma non per mangiarla, per l’altro motivo, sì, proprio quello a cui state pensando.
La principessa si trovava benissimo insieme a lui, tanto che aveva fatto in modo che nessun aitante principino potesse trovarla. Era un po’ barare, ma lei non aveva intenzione di sposarsi con un bell’imbusto qualunque.
Fatto sta che, un giorno, la trovarono lo stesso: ma non era un principe biondo, con gli occhi azzurri, su di un cavallo bianco, palestrati entrambi. Invece si trovò davanti un uomo che aveva seri e irrisolti problemi di acne. Molto irrisolti.
Ma, sopratutto, non era un principe e fu quello a scatenare la curiosità di lei.
Dopo un’intensa partita a scacchi, che vinse lui, si dichiarò un potente mago.
La principessa non ne era molto convinta ma lasciò correre.
Il drago si complimentò con lui per averli trovati e gli offrì la cena, tanto per stare in compagnia. Passava così poca gente dal suo palazzo che, le rare volte in cui qualcuno vi arrivava, come minimo era invitato a cena.
A cena, non a essere la cena. Meglio specificare...
Mangiò e chiacchierò con il drago e la principessa e, alla fine, decise di rimanere lì con loro.

E fu così che i tre vissero felici e in salute, drago, mago e principessa, per sempre contenti.

 


NdA: 
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