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Autore: moondance    19/05/2008    4 recensioni
"Negli ultimi cento anni l’unica cosa che ero riuscita a ricordare della mia vita umana era stato il dolore subìto durante la mia trasformazione in vampira.
Questo fino ad un anno fa, prima che James incontrasse Bella..."
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Vi posto questa One Shot dedicata ad Alice. Sono molto affezionata a questa storia, è credo l'unica che mi piaccia rileggere, non so mi incanta. Spero faccia questo effetto anche a voi, ma spero soprattutto che vi piaccia!

E, come sempre, vi prego lasciate un commentino ino ino ino ino ino! Tanto avete perso 5 minuti per leggerla, che vi costa perdere due secondini per lasciarmi qualche riga scritta?  Anche perchè mi fa sempre molto piacere leggere i vostri commenti ^^

Rebirth

Rinascita

 

Negli ultimi cento anni l’unica cosa che ero riuscita a ricordare della mia vita umana era stato il dolore subìto durante la mia trasformazione in vampira.

Questo fino ad un anno fa, prima che James incontrasse Bella.

Nonostante non avessi avuto intenzione di vedere la videocassetta che lo ritraeva mentre la torturava, ero stata sopraffatta dalla mia curiosità. Sapevo, perché mi era stato accennato da Bella, che lì avrei finalmente trovato le risposte alle mie domande. Così premetti play ed ascoltai le parole del vampiro… manicomio ed elettroshock dunque. Interruppi la visione del nastro, mi appoggiai allo schienale del divano e chiusi gli occhi. Non ero sola, percepivo Jasper avvicinarsi.

“Lo sapevi di aver sposato una pazza?”.

Sentii il suono della sua risata, “Avevo sospettato qualcosa di simile, in effetti”. Aprii gli occhi ed il mio sguardo si intrecciò al suo, caloroso.  Desideravo soltanto che spazzasse via da me il gelo, avvolgendomi. Jasper si sedette sul divano, al mio fianco, e mi attirò nel suo abbraccio. Mi sentivo a casa, accettata ed amata per tutto quello che ero, in ogni mia singola sfaccettatura. Sapevo che lui poteva percepirlo, per questo tra noi non c’era bisogno di parole.

“Va meglio?”.

“Si, grazie”, sospirai e sciolsi il nostro abbraccio, “Ed ora andiamo a scuola, non sia mai che un Cullen arrivi a lezione in ritardo!”.

Sogghignando si alzò ed insieme ci incamminammo verso la Forks High School. Una volta arrivati, fu per me un sollievo separarmi da lui per andare in aula. Odiavo mentirgli, ed averlo vicino rendeva tutto più complicato.

La verità era che non andava affatto meglio, volevo stare sola con quel poco di vita umana che mi era stata restituita.

Non seguii la lezione e mi concentrai per ricordare. L’appiglio fornitomi da James aveva fatto riaffiorare alla memoria frammenti della mia vita passata. Per certi versi erano simili alle mie visioni, però erano miei e di nessun altro, inoltre erano già accaduti molto, troppo, tempo prima.

Immagini di una stanza spoglia, di una finestra chiusa da una grata e di un letto preparato con lenzuola bianche mi scorrevano davanti agli occhi. Dovevo aver vissuto lì gran parte dei miei diciannove anni mortali. Ricordai di essere rimasta a lungo in piedi, di fronte ad una sedia, ad aspettare che qualcuno occupasse quel posto vacante. Ero titubante ad incalzare ulteriormente la mia memoria poiché  temevo ciò che avrei potuto scoprire. Ma non ero mai stata codarda, e sapevo che avrei rievocato ogni cosa mi fosse stata possibile. Un’immagine ne richiamava a sé un’altra, io dovevo soltanto seguirle.

Questa volta mi vidi: stavo osservando dal letto la sedia vuota, ero sempre in attesa di qualcuno e mentre aspettavo la paura mi assaliva… mi sentivo circondata dagli oggetti presenti nella stanza, soffocata da quelle mura. Ebbi un ricordo molto vivido del panico che provai quella notte.

Sapevo che era un giorno speciale ma non riuscivo a ricordarne il motivo. Ero unicamente certa di aver temuto il dolore e la morte. Evidentemente dovevo aver previsto che in poche ore sarei diventata una vampira. Dunque la mia angoscia era del tutto motivata.

Credevo che i ricordi si sarebbero interrotti proprio in quel punto, poco prima della mia trasformazione, ed invece non fu così. Un’altra immagine mi apparì distintamente.

Erano le labbra di un uomo.

Erano bianche, le più pallide che avessi mai visto, ed erano perfette, irresistibili. Mi stavano sorridendo, non era affatto un ghigno feroce, piuttosto pareva un sorriso carico d’amore.

Mi scaldò il cuore come solo un’altra cosa vi riusciva: lo sguardo di Jasper.

Sapevo però che non erano sue quelle labbra. Lui non era mai stato solo con me in quella stanza. Quelle labbra appartenevano al vampiro che mi aveva trasformata e che per questo motivo James aveva ucciso.

Erano il ricordo più prezioso che potessi conservare della mia umanità.

Sino alla fine dell’ora, e poi della giornata, non riemersero altre immagini. Non ne riaffiorarono neppure nelle settimane e nei mesi successivi. I miei ricordi terminavano con quell’amorevole sorriso.

Anche adesso, a distanza di un anno da quando lo rievocai,  ne conservo la memoria con cura.

Ed ancora oggi mi ritrovo a pensare: la paura che provai, quella notte, era legata al mio dolore ed alla mia morte imminente… o invece temevo per la futura sorte del vampiro dall’indimenticabile sorriso?

Tuttora non riesco a trovare la risposta. Non so cosa provavo per quel vampiro, so solo che riusciva a farmi sentire amata in ogni mia parte, per quanto imperfetta potesse essere, proprio come Jasper. Ma credo che, anche se non risolverò mai questo quesito, mi basterà sapere che ho avuto una persona che mi ha amata per l’umana che ero e le sarò eternamente grata per avermi concesso di incontrare l’uomo che ora mi ama per la vampira che sono.

Alla fine è solo questo che conta per me: che Jasper mi ami e stia al mio fianco, sempre.  

Terrò segreto il ricordo di quel sorriso. Non c’è bisogno che lo turbi invano, poiché non importa chi io abbia potuto amare nell’altra vita; le anime gemelle sono legate sin dalla nascita e qui, ora, in questa mia nuova esistenza, Jasper è la mia anima ed io la custodirò in eterno.

 

 

Al petto del mio amor sempre poggiato,

per sentir sempre il suo morbido lato,

desto per sempre, sempre respirare;

sempre sempre il respiro suo sentire,

Vivo: oppur nella morte alfin svanire

 

¹John Keats, Poeti inglesi, a cura di Francesco Gargaro, Angelo Signorelli editore, 1968.

  
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