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Autore: jennifer targaryen    26/12/2013    1 recensioni
[Michael Fassbender/Megan Fox]
Perché gli adulti vorrebbero tornare ad essere adolescenti, quando poi l’adolescenza è il periodo più complicato e difficile di tutta la nostra vita? Cosa siamo? Masochisti? O semplicemente stupidi?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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Capitolo 1
Forse i miei diciassette anni si stavano finalmente facendo sentire, sembravo più alta e la mia seconda abbondante stava per eccedere a una terza. Perché gli adulti vorrebbero tornare ad essere adolescenti, quando poi l’adolescenza è il periodo più complicato e difficile di tutta la nostra vita? Cosa siamo? Masochisti? O semplicemente stupidi? Tutto quello che so è che vorrei avere 30 anni e andarmene da questa casa piena di brutti ricordi, ma soprattutto non ritornare mai più per non rivedere mia madre, madre, un appellativo che non le si addice, in questi 4 anni mi è stato più vicino il mio cane che lei. Basta pensare, ho la casa libera stasera e di certo non penserò a quella stronza. Finisco di guardarmi allo specchio e mi rimetto il pigiama, che a chiamarlo così non sembrerebbe, una maglietta bianca corta fino all’ombelico e con una scollatura e dei pantaloncini corti rosa.
Jennifer davanti allo specchio.
Scendo giù e vado in cucina a prendere un bicchiere di aranciata. Per fortuna Kirsten (gwyneth paltrow) non si è ancora svegliata e Jody neanche. Accendo la televisione e in TV trasmettono un pezzo rock “Cherry Pie”, così mentre mastico una fetta di toast alla marmellata, inizio a ballare facendo finta di fare uno spettacolo sexy per John (John Mayer), e mentre mi giro mi trovo un uomo mezzo nudo, allora prendo la prima cosa che trovo avanti (il telecomando) e mi metto in posizione di difesa.
Michael
“Chi cazzo sei?” urlai sobbalzando.
“Mi aveva detto che eri un po’ matta, ma non pensavo fino a questo punto” disse avvicinandosi e sorridendo. Mi prese il telecomando da mano e mi porse la sua.
“Michael” disse sorridendo.
“Piombi in cucina mezzo nudo e sarei io la matta?” dissi irritata.
“Colpa di tua madre, mi aveva assicurato che stavi ancora dormendo perché eri sbronza” disse mentre si stava preparando un toast.
“Che stronza, lei è un ubriacona non io” dissi rossa per la rabbia.
“Ehi, calma.” Disse sorridendomi.
“Non sono affari tuoi, solo perché te la scopi non vuol dire che sei mio padre.” Dissi sbattendo la porta e tornandomene di sopra.
Si forse ero stata un po’ brusca, ma cavolo quella stronza riesce sempre a farmi incazzare. Così dopo qualche minuto mi calmai e ritornai giù, con la speranza di ritrovarlo, non sapevo perché, ma non volevo mostrarmi per quella che non ero. Così lo incontrai per le scale.
“L’hai già uccisa?” chiese sempre sorridendo.
“Ehi senti, volevo chiederti scusa per essere stata brusca, non c’entri niente. Comunque io sono Jennifer.” Gli dissi porgendogli la mano.
“Jennifer, balli anche come la Lopez.” Disse.
“Si, magari.” Gli sorrisi.
“Torno da tua madre, altrimenti ci uccide entrambi se non avrà il suo toast.” Mi sorrise per l’ennesima volta.
Io rimasi lì come un’idiota, e dopo qualche secondo ritornai nella stanza. Era domenica e dovevo andare da John a sentirlo suonare. Così riordinai la camera e provai i vestiti da indossare e dopo una scelta ardua misi un paio di short, una canotta bianca, un gilet di pelle e dei tacchi neri.
Jennifer
Presi la borsa e mi avviai verso la porta, ma sulle scale mi fermai, con la speranza che mia madre non mi avesse visto. Ma purtroppo sbagliavo.
“Jennifer, dove stai andando?” chiese Kirsten vicino la porta.
Scesi le scale e mi avvicinai a lei e a Michael che se ne stava per andare.
“Esco.” Dissi fredda.
Guardai Michael che sorrideva sotto i baffi, forse già si aspettava una mia battutina sarcastica o un litigio.
“Conciata così?” disse.
Io rimasi impassibile e avevo un’aria scocciata. Lei mi guardo rassegnata.
“Michael, andiamo non è volgare? Sembri una prostituta.” Disse.
Iniziai a irritarmi, e mentre stavo per risponderle Michael con la sua voce calma e matura rispose.
“Volgare no, penso sia provocante che è ben diverso da volgare. E poi Kirsten andiamo anche tu alla sua età ti vestivi così.” Disse Michael, mia madre lo fulminò con lo sguardo.
“Ma…Jennifer…ormai non ho neanche più voglia di sprecare fiato con te.”
Chiusi la porta e me ne andai. Mentre camminavo si spezzò un tacco, ma per fortuna avevo i miei anfibi. Così continuai a camminare. Bussò una macchina, ma non mi girai poiché erano i soliti pervertiti. Ma bussarono di nuovo il clacson, questa volta mi girai e c’era Michael.
“Già stanca dei tacchi?” chiese sorridendo.
“Ho avuto un piccolo incidente.” Risposi.
“Dai ti do un passaggio”. Accettai, perché mi ero presa una storta e non riuscivo a camminare.
“Sai mi sono meravigliata quando ti ho visto stamattina.” Dissi guardandolo.
“Beh l’ho notato. Perché?” chiese.
“Kirsten porta solo uomini orrendi e idioti, ma tu sembri apposto.” Dissi
“Ah beh grazie.” Disse sorridendomi.
“Dove devi andare di preciso?” chiese.
“Siamo quasi arrivati, ti avverto io quando devi fermarti.” Dissi.
“Posso lasciarti o avrò i sensi di colpa?” chiese.
“E’ il mio ragazzo.” Dissi.
“Bene, allora non devo preoccuparmi” disse.
“Non mi conosci neanche, di cosa devi preoccuparti.” Dissi.
“In effetti è la prima volta, ma tua madre ti menziona spesso.”
“Da quanto tempo vi frequentate?” chiesi.
“2 mesi” disse.”
Mentre cercavo di rispondere avvertii una fitta alla caviglia.
“Cazzo!” dissi dolorante, lui fermò la macchina e preoccupato si avvicinò a me.
“Che ti succede?” chiese preoccupato.
“Cavolo, sì sono caduta da quei trampoli. Non ridere” dissi puntandogli il dito avvertendolo, ma lui scoppiò a ridere e io sorrisi, poi ritornò serio.
“Devi metterci un po’ di ghiaccio, aspetta dimmi dove abita” disse.
Gli indicai la casa.
“Eccola lì.” Dissi.
“Ma che vialetto!” in effetti era abbastanza lungo.
Lui scese dalla macchina e mi aprì lo sportello.
“Grazie Michael.” Mi alzai dolorante e gemetti dal dolore, così lui mi prese in braccio.
“Davvero non devi, ce la posso fare.” Dissi.
Le sue mani mi toccavano quasi il sedere e la schiena, un brivido mi soccorse la schiena, ma cercai di reprimerlo.
Mi porto fino dinanzi la porta.
“La prossima volta dai ascolto a Kirsten” disse sarcastico.
Gli risposi con una faccina sarcastica.
Aprirono la porta e Michael se ne ritornò in macchina per poi andarsene. Era John.
“Ehi Jen, che succede?” chiese prendendomi tra le braccia.
“Sono caduta come un’idiota.” Dissi.
Mi portò nel salone e mi diede del ghiaccio
“Stai attenta la prossima volta.” Disse dandomi un bacio.
“Era la voglia di stare con te che mi ha fottuto” dissi.
Lui si avvicinò al divano.
“Sai anch’io ho una voglia, quella di fotterti” disse scherzando.
“John! Smettila non vedi che sono invalida” dissi.
“Beh potremmo inventarci qualcosa” disse.
Gli buttai una cuscinata.
Erano da 2 settimane che io e John non facevamo sesso. Lui era sempre impegnato con la band e io con la palestra. E poi l’amichetto di John non ci dava dentro più come una volta e dopo alcuni video sconci che delle mie amiche pervertite mi avevano fatto vedere, mi ero resa conto che il pene di John non era poi così grande come lui tanto si vantava. Iniziò a farmi sentire dei pezzi, ma nessuno mi piaceva. Così posò la chitarra e guardammo un film.
“John, stasera ho casa libera.” Dissi.
“Adesso si che mi piaci ragazza.” Disse sorridendo.
“Idiota, ma per le 11.30 mamma ritorna a casa, quindi devi sloggiare.” Dissi
Così verso le 10 andammo a casa mia e dopo aver fatto gli idioti mentre continuavamo a vedere quel film, John inizia a baciarmi e a sfiorarmi.
“Non sai quanta voglia avevo.” Disse spogliandomi.
“Non dirlo a me.” Risposi levandogli la maglietta.
John era ricoperto di tatuaggi, e questo lo rendeva irresistibile. Il tempo sembrava passare lentamente e dopo aver fatto l’amore ci continuammo a baciare sul divano. Improvvisamente entrò mamma, accompagnata da Michael, ridendo e parlando.
Cazzo. Si la mia vita ormai era ancora più incasinata.
Mia madre e Michael si fermarono sulla soglia del salotto, lei avanti inorridita e Michael dietro imbarazzato.
“Non è come credi.” Dissi portandomi il lenzuolo sul reggiseno.
John rotolò a terra e prese i pantaloni.
“Signora Morgan” disse educatamente.
“John è ora che te ne vai, e non provare a chiamare Jennifer almeno per 3 settimane perché sarà qui chiusa in casa.” Disse porgendogli i suoi vestiti.
Lo fermai e gli diedi un bacio. Poi sgattaiolò fuori.
Michael non sapeva cosa fare così tossì.
“Forse è meglio se vada.” Disse.
“No Michael, non mi farò rovinare la serata da una poco di buono, indisciplinata.”
Michael chiuse la porta e si fermò lì dov’era. Io ripresi i miei vestiti e mi ricomposi.
“Mi dispiace.” Dissi realmente dispiaciuta.
“Io ti do tutto, e tu come mi ripaghi? Facendoti trovare a scopare sul divano di casa mia, mentre tua sorella dorme?” disse.
Non sapevo cosa dire, ero così colpevole che non avevo neanche voglia di replicare.
“Cos’è adesso non parli?” chiese furiosa.
Me ne scappai nella mia stanza piangendo.
Odiavo tutto e tutti. Non sapevo più il significato della parola famiglia.
Mia madre mi ha abbandonata ormai da molto, da quando lei e papà hanno divorziato, portava un uomo diverso a casa ogni giorno. E mentre se li scopava, io soffrivo perché sentivo la spaccatura del divorzio e caddi nella bulimia e mi tagliavo, e lei se ne accorse quando ormai non ce n’era alcun bisogno. Mi buttai con la faccia sul cuscino e con gli occhi gonfi mi addormentai.
  
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