26/12/2013
6 recensioniWe go together or we don't go down at all.
Victor si asciugò le lacrime con il dorso della mano. Tremava, seduto a gambe incrociate su quel letto d'albergo di una città di cui non ricordava il nome, ma la sua presa sulla lama che brillava nella penombra era ferrea. Il suo sguardo calò sul suo polso sinistro, chiaro di cicatrici di vecchia data, e sorrise amaramente.
Era solo, e quella volta sul serio. Lui non c'era, la band stava cadendo a pezzi e sentiva il freddo di quella notte di febbraio anche nel cuore.
Ripensò a tutta la sua vita. Ripensò a A Flair For The Dramatic, a tutte le lacrime che aveva versato per Selfish Machines, a quegli occhi chiari che l'avevano stregato in una calda giornata al Warped Tour. La sua mente vagò fino a tornare alle registrazioni di King For A Day, a Collide With The Sky e all'ondata di successo che aveva portato con sé.
Ma il ricordo che aveva più nitido era il loro primo bacio. Non era stata una scena da film, all'inizio ci avevano riso su, poi si erano guardati negli occhi e si erano trasmessi tutto l'amore del mondo.
Era davvero pronto a dire addio a tutto ciò che aveva? A suo fratello, a Tony e Jaime, che nonostante la band si stesse sgretolando rimanevano i suoi migliori amici, ai fan, al palco, al microfono, a quella sensazione di esser piccolo davanti a migliaia di persone venute là per vederlo, che tanto amava e tanto odiava?
Passò la lama sul polso, lentamente, tenendo lo sguardo fisso sul sangue che usciva dalla ferita. Stava ripassando le vecchie cicatrici, vecchi segni di un vecchio dolore che era tornato, sebbene con caratteristiche diverse.
Dolore.
Tanto dolore.
La cosa non andava bene, si sentiva troppo vivo, ed era l'ultima cosa che avrebbe voluto essere. Voleva solo sparire, scavarsi un piccolo nascondiglio e scappare da tutto e tutti, ma non era possibile.
E allora, perché continuare a vivere se non si aveva una ragione per farlo? Kellin aveva scelto Katelynne.
Victor passò la lama sulla pelle per l'ennesima volta, poi la sua mano tremante la fece cadere a terra.
Sangue.
Tanto sangue.
Ma era ancora troppo vivo per i suoi gusti.
Si sentiva in dovere di chiedere scusa a tutti. L'errore era lui, che amava chi secondo la natura non doveva amare, che non era amato, che era solo.
Inviò due tweet.
"I'm so sorry, I love you all."
"Farewell."
Addio. Era quello che stava dicendo Victor, a tutti.
Qualche stanza più giù, Kellin prese in mano il suo iPhone, che aveva vibrato per due volte di seguito, e vide che erano notifiche: Victor aveva twittato. Il sorriso che aveva sulle labbra sparì appena li lesse, si trasformò in un paio d'occhi che piangevano tutta la sua anima.
Corse con tutto il fiato che aveva, si gettò violentemente contro la porta dietro cui sapeva ci fosse l'uomo della sua vita, e la scardinò alla seconda spinta.
«Victor Vicent Fuentes, non muoverti!» urlò, la voce rotta dal pianto, vedendolo seduto sulla ringhiera del balcone. «Non farlo, io ti amo!» le lacrime continuarono a rigare il suo viso, vedendo il braccio sinistro pieno di sangue e sentendosi impotente.
«Scusa, Kellin.» sussurrò Victor, tremando, e sporgendosi un po' di più verso il vuoto.
Kellin lo prese per il braccio ed i suoi polpastrelli si tinsero di rosso. Si sedette accanto a lui, senza lasciarlo per un attimo. Prese un respiro profondo.«We go together or we don't go down at all.» intrecciò le sue dita con quelle del ragazzo, che si lasciò cadere, trascinandolo con sé.
Victor sorrise. Kellin si era accorto che quelle parole che aveva scritto con Alex per completare la canzone erano per lui.
Poi il buio. La fine.
Ma almeno erano insieme.
odiatemi e piangete con me pls
non so che dire, a parte che ero triste e è uscita 'sta roba qua.
Era solo, e quella volta sul serio. Lui non c'era, la band stava cadendo a pezzi e sentiva il freddo di quella notte di febbraio anche nel cuore.
Ripensò a tutta la sua vita. Ripensò a A Flair For The Dramatic, a tutte le lacrime che aveva versato per Selfish Machines, a quegli occhi chiari che l'avevano stregato in una calda giornata al Warped Tour. La sua mente vagò fino a tornare alle registrazioni di King For A Day, a Collide With The Sky e all'ondata di successo che aveva portato con sé.
Ma il ricordo che aveva più nitido era il loro primo bacio. Non era stata una scena da film, all'inizio ci avevano riso su, poi si erano guardati negli occhi e si erano trasmessi tutto l'amore del mondo.
Era davvero pronto a dire addio a tutto ciò che aveva? A suo fratello, a Tony e Jaime, che nonostante la band si stesse sgretolando rimanevano i suoi migliori amici, ai fan, al palco, al microfono, a quella sensazione di esser piccolo davanti a migliaia di persone venute là per vederlo, che tanto amava e tanto odiava?
Passò la lama sul polso, lentamente, tenendo lo sguardo fisso sul sangue che usciva dalla ferita. Stava ripassando le vecchie cicatrici, vecchi segni di un vecchio dolore che era tornato, sebbene con caratteristiche diverse.
Dolore.
Tanto dolore.
La cosa non andava bene, si sentiva troppo vivo, ed era l'ultima cosa che avrebbe voluto essere. Voleva solo sparire, scavarsi un piccolo nascondiglio e scappare da tutto e tutti, ma non era possibile.
E allora, perché continuare a vivere se non si aveva una ragione per farlo? Kellin aveva scelto Katelynne.
Victor passò la lama sulla pelle per l'ennesima volta, poi la sua mano tremante la fece cadere a terra.
Sangue.
Tanto sangue.
Ma era ancora troppo vivo per i suoi gusti.
Si sentiva in dovere di chiedere scusa a tutti. L'errore era lui, che amava chi secondo la natura non doveva amare, che non era amato, che era solo.
Inviò due tweet.
"I'm so sorry, I love you all."
"Farewell."
Addio. Era quello che stava dicendo Victor, a tutti.
Qualche stanza più giù, Kellin prese in mano il suo iPhone, che aveva vibrato per due volte di seguito, e vide che erano notifiche: Victor aveva twittato. Il sorriso che aveva sulle labbra sparì appena li lesse, si trasformò in un paio d'occhi che piangevano tutta la sua anima.
Corse con tutto il fiato che aveva, si gettò violentemente contro la porta dietro cui sapeva ci fosse l'uomo della sua vita, e la scardinò alla seconda spinta.
«Victor Vicent Fuentes, non muoverti!» urlò, la voce rotta dal pianto, vedendolo seduto sulla ringhiera del balcone. «Non farlo, io ti amo!» le lacrime continuarono a rigare il suo viso, vedendo il braccio sinistro pieno di sangue e sentendosi impotente.
«Scusa, Kellin.» sussurrò Victor, tremando, e sporgendosi un po' di più verso il vuoto.
Kellin lo prese per il braccio ed i suoi polpastrelli si tinsero di rosso. Si sedette accanto a lui, senza lasciarlo per un attimo. Prese un respiro profondo.«We go together or we don't go down at all.» intrecciò le sue dita con quelle del ragazzo, che si lasciò cadere, trascinandolo con sé.
Victor sorrise. Kellin si era accorto che quelle parole che aveva scritto con Alex per completare la canzone erano per lui.
Poi il buio. La fine.
Ma almeno erano insieme.
odiatemi e piangete con me pls
non so che dire, a parte che ero triste e è uscita 'sta roba qua.