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Autore: Meky    19/05/2008    1 recensioni
Piccola introduzione: sono passati quasi sei anni dallo scontro finale contro Trigon e la vita di Corvina e dei Teen Titans procedeva tranquilla e felice. Un giorno, però, ad Azarath appare uno strano simbolo: un marchio, molto noto alla giovane… Che sia l’inizio di altre disavventure?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Raven, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Questo è il continuo di “Tra inferno e paradiso”. In breve, è la terza fic sulla mia storia di Cor-vina, personaggio dei Teen Titans. A causa della scuola e dei mille impegni che ho non so quando riuscirò ad aggiornare, ma spero che questa mia nuova storia vi piaccia ^__^ Come sempre, ricordo che questa fic può essere letta anche da chi non conosce la serie (so-prattutto perché a questo punto della storia è tutto molto AU e OOC ^^’ ) e se volete goderve-la completamente andate a leggere le altre due storie.
Ci tengo a precisare che è pure una sorta di What if… si, insomma, non so più nemmeno io cos’è! XD
*per i 2 lettori che hanno letto le altre fic: ho avuto modo di notare alcune imprecisioni e con-traddizioni nelle due storie (soprattutto la prima); dovrei aggiornarle presto. Spero le rileggiate perché le parti modificate sono… un pochetto ^^’ (che presunzione… sob… =o=)*
Saluti a tutti
Meky



Ritornando l’inverno…


Capitolo 1°: “Nonostante gli anni, riapparirai”
Marchio di fuoco




Mare. Il mare. Lontano, vicino, lontano vicino, bagnava la sabbia e i piedi di una don-na. Lei guardava il cielo che imbruniva. Strinse attorno alle spalle e alle braccia il fou-lard che finora aveva lasciato volare alla brezza marina. Chiuse gli occhi per qualche secondo poi gli riaprì e inspirò profondamente.
-È bellissimo qui…- sospirò voltandosi verso l’uomo dietro di lei
-Cosa credevi?- le chiese lui, sorridendo e tenendosi fuori dalla portata delle onde. –Azarath è molto cambiata in questi cinque anni. La terra ha incominciato a muoversi misteriosamente e da un giorno all’altro ci siamo ritrovati senza il terreno circostante e in cima ad un altopiano…-
Lei gli si avvicinò e mise il foulard attorno al collo dell’altro, avvicinandogli il viso.
-Già- annuì sfiorandogli le labbra. –Non mi avevi mai portato qui-
-Non ne ho avuto il tempo…- sbuffò lui mettendole le mani sui fianchi. –Dobbiamo an-dare ora-
-Uffa, voglio rimanere qui un altro po’…- Lui sorrise maliziosamente
-Se vuoi possiamo rimanere qui fino a domani mattina- propose
-Tu hai dei doveri, non puoi certo…-
-Aaaah, silenzio!- esclamò mettendole una mano sulla bocca –O rimaniamo qui o ri-torni a palazzo!-
-Non fare lo stupido, non posso tornare-
-Sei rimasta con me per quattro anni, poi improvvisamente sei tornata a vivere con tua madre-
-Ti ho già spiegato che aveva bisogno di aiuto-
-Ma ora puoi tornare!- fece notare lui. Lei sbuffò
-Come vuole, Sua Maestà- disse facendo un piccolo inchino lasciando che il foulard toccasse terra. Lui si mise le mani sui fianchi
-Non fare la sciocchina. Hai poco da scherzare, futura Regina- Le prese il viso fra le mani e la baciò. –Mia dolce Co…-
-Ehi sposini!- esclamò una voce. I due si voltarono.
-Koy!- esclamò lei arrossendo. –Cosa ci fai qui?-
-Dovete immediatamente tornare indietro- Lei aggrottò le sopraciglia: il suo sguardo era troppo serio
-Cos’è successo?- chiese con un brutto presentimento
-Dovete tornare- ripeté semplicemente, poi il demone scomparve così com’era arriva-to.
-Forza, andiamo- disse l’uomo prendendola per mano. Lei annuì. Si tolse la sabbia dai piedi e dopo essersi infilata le scarpe seguì l’altro.

Una volta giunti nei pressi della cittadina, videro il demone attendere sopra un masso. Quando arrivarono lui si alzò.
-Mi ero dimenticato di dirvi dove andare- disse indifferente
-Si può sapere cosa succede?- esclamò ad un tratto lei guardandolo confusa
-Se tu mi lasciassi finire…- riprese Koy. –Visto che mi avete lasciato come messaggio vivente per chiunque cercasse Sua Maestà- Lanciò un’occhiata significativa all’uomo –in fuga d’amore, qualche minuto fa è arrivata una Guardia Reale a cercare Sua Mae-stà. Hanno trovato… qualcosa…. Andate a palazzo, sono tutti lì- Detto questo scom-parve di nuovo.
L’uomo guardò la compagna
-Corvina?- chiese mettendole una mano sulla spalla. Lei, con le mani strette a pugni e con gli occhi chiusi, aveva iniziato a tremare. –Cosa ti succede-
-Dannazione, Kyon- mormorò mordendosi il labbro –Ho un bruttissimo presentimen-to…-
Lui la strinse a sé
-Tranquilla, ci sono qui io. Insieme riusciremo ad affrontare la questione…- Lei annuì rilassandosi –Andiamo, prima arriviamo prima scopriamo di cosa si tratta-

Attraversarono la città gremita di gente e raggiunsero in breve tempo la montagna-fortezza. Negli appartamenti di Kyon vi erano proprio tutti: Arella, Lasod, Koy e persi-no Juyamahi. Erano tutti attorno al tavolo della sala principale, intenti ad osservare qualcosa. Quando i due entrarono, tutti si voltarono a fissarli. Corvina, sentendosi dentro un incubo, cercò la mano dell’altro, poi avanzarono. Erano tutti troppo seri.
-Cosa succede?- chiese la donna dopo alcuni secondi di silenzio.
-Guarda tu stessa- disse Juyamahi scostandosi dal tavolo. I due si avvicinarono e guardarono l’immagine rappresentata sul foglio. Corvina impallidì improvvisamente. Inconsciamente strinse la mano più forte. Come non poteva riconoscere quello? Quel simbolo lo conosceva anche troppo bene. Infine era tornato.
-I Titans ci hanno mandato quest’immagine- disse Lasod. –Ma anche qua ad Azarath è apparso il marchio-
-Sulla… Terra?- riuscì a dire Corvina senza alzare lo sguardo. L’uomo annuì.
Cadde il silenzio. Kyon guardò l’immagine e si morse il labbro: anche lui ricordava. Ai tempi della Profezia sua madre lo aveva ammonito più volte sul suo significato…
-Alla fine…- mormorò. Lei lo guardò. Improvvisamente dei rumori fuori dalla porta at-tirarono l’attenzione dei presenti
-Non potete entrare, Sua Eccellenza!- disse una guardia
-Nessuno può impedirmi di vedere mio figlio! Voglio sapere cosa sta succedendo!-
Sospirando Kyon uscì dalla stanza
-Non sta accadendo nulla Madre…- ribatté il figlio, mettendo le mani sui fianchi. La donna guardò dentro la stanza dalla porta semi socchiusa. –Madre, andate! Non c’è nulla di…-
-Lascia decidere a me quando andare! Voglio vedere cosa…-
-Posso impedirti di entrare in casa mia, accidenti!- esclamò lui, non riuscendo più a trattenere la tensione accumulata. –Ve ne potete andare ora???- Guardandolo bieca-mente, la donna si allontanò. Cercando di tranquillizzarsi rientrò. Finalmente avevano staccato gli occhi dal tavolo, solo Corvina rimaneva immobile.
Juyamahi lo guardò.
-Ora noi andiamo. Appena scopriremo qualcos’altro vi faremo sapere- Detto questo lui e Koy scomparvero.
-Vado anche io- disse Lasod e, dopo aver dato una breve occhiata ai presenti, uscì dalla stanza.
Kyon si avvicinò alla donna e le sfiorò un braccio. Arella si limitò a fissare la figlia, non riuscendo a parlare
-Corvina…- mormorò la madre, schiarendosi la voce
-Si?- rispose semplicemente senza alzare lo sguardo.
-Va tutto… bene?- L’altra sospirò. –Sei così pallida, forse è meglio…-
-Sto bene!- ribatté secca. –Sto bene…- ripeté fiocamente –Mi gira la testa…- Si mise una mano sulle tempie. Kyon si avvicinò e le prese la mano ancora appoggiata al tavolo.
-Adesso vai di là e riposi- le disse gentilmente. Lei corrugò la fronte ma non si ritrasse alle sue braccia.
-Tranquillo, non ti svengo addosso…- Si voltò verso la madre. –Buonanotte-
-Buona notte Corvina- disse la donna. Corvina si diresse verso la porta che divideva la sala dagli appartamenti.
Non appena non fu uscita, la madre si voltò verso di lui. I due si guardarono
-Sembri molto stanca… Siediti pure. Vuoi qualcosa?-
-No, grazie. Sarà meglio che vada: tra poco verrà buio- Sorrise stancamente. Cadde un silenzio teso. –Passate voi a prendere le sue cose oppure manderai qualcuno?- -Come?- chiese senza capire.
-Qui con te potrà stare più tranquilla…-
-Verremo noi- rispose Kyon, lo sguardo fisso sul muro. -Ho l‘impressione che una pic-cola passeggiata domani mattina non le farà male…-
-Va bene. Se succede qualcosa vi verremo a chiamare. Ciao-
-Ciao- Arella si diresse verso la porta e la richiuse alle proprie spalle. Kyon, sospiran-do, si diresse alla porta degli appartamenti; una volta entrato la chiuse a chiave, per evitare intrusioni. Si affacciò alla stanza da letto: lì la donna dormiva placidamente. Rimase immobile, appoggiato allo stipite della porta. Fissava quel corpo avvolto in un lenzuolo. Stringendo le labbra con forza chiuse gli occhi.
Il marchio…
Quel dannatissimo marchio…
Non era ancora finita.




Continua………………


P.s.: Se qualcuno di voi vede la serie animata, mi potrebbe dire come si scrive il nome del marchio??? Grazie grazie grazie! *___*
  
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