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Autore: moonwhisper    19/05/2008    3 recensioni
Quando il sole va nel letto
È il tempo in cui sollevi la testa
Questo è il tuo destino Lalena
Non posso biasimarti Lalena
[Inspired by Lalena - Deep Purple]
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When the sun goes to bed
That's the time your raise your head
That's your lot in life Lalena
Can't blame you Lalena

Certe cose non si possono cambiare.
Un vestito si può cambiare.
Un’impressione si può cambiare.
Si possono cambiare opinioni, colore dei capelli, scarpe e smalto sulle unghie.
Ma gli occhi no. Gli occhi non si possono cambiare.
Gli occhi si possono nascondere, celare. Ma se permetti a qualcuno di osservarli da vicino è come se decidessi di toglierti i vestiti.
Tutti noi abbiamo una luce che ci brilla negli occhi, che fa capire agli altri chi e cosa siamo.
Anche Lalena aveva una luce.
Anche dentro di lei brillava una luce, tanto tempo fa.
Anche quella notte di agosto, dietro i suoi occhi avreste potuto vedere la luce.
La sua luce.

La sveglia suonò, fastidiosamente puntuale come tutte le sere.
Ore 23:00, nella periferia di una grande città. Bambini che finalmente si addormentano, feste lussuose in un loft in centro, ragazzi che si baciano dietro un angolo nascosto, immigrati che pisciano nelle aiuole. Lucciole che si svegliano, loro, parte del popolo oscuro della notte.
Lalena sollevò la testa e si ferì gli occhi con il raggio rosso della scritta intermittente.
La radio prese a lamentarsi, trasmettendo una hit un po’ troppo techno.
Si stese sulla schiena e puntò lo sguardo sul ventilatore sospeso sopra la sua testa. Girava pigramente, arrancando contro il calore opprimente della stanza troppo piccola, troppo piena di mobili e oggetti.
Fuori dalla finestra la luna la chiamò, facendo colare i suoi raggi argentati a terra, sulla moquette rossa.
Era davvero maleducato da parte sua, pensò Lalena, guardarla in quel modo. La faceva sentire ancora peggio di come già si sentiva. Aumentava il peso che le gravava sul petto, come un masso che tentava di sfondarle i polmoni.
- Non ci posso fare niente – mormorò con voce roca, rivolgendo uno sguardo liquido al disco opalescente sospeso nel cielo di un blu profondo. Lo disse più a se stessa che alla luna. Ma era una considerazione che, vista la situazione, poteva tranquillamente risparmiarsi.
Scivolò giù dal letto con un movimento fluido, lasciando che le dita dei piedi nudi affondassero nella moquette insopportabilmente calda.
Si mosse con sicurezza nella semioscurità della stanza, cercando una porta che trovò in poco tempo.
Accese la luce del bagno angusto. Li dentro c’era sempre stato posto a malapena per entrare.
Si stiracchiò, come una persona normale, evitando di guardarsi allo specchio, almeno fin quando le fosse stato possibile.
Aprì l’acqua del rubinetto e lavò il necessario. Prima di arrivare al viso esitò per un istante. Poi portò le mani a coppa, riempite di acqua gelida, al volto e chiuse gli occhi, lasciando che alcune gocce le entrassero nelle narici, che superassero le labbra schiuse.
Era arrivato il momento.
Guardarsi allo specchio sarebbe stato così complicato per sempre? si era domandata diversi anni prima, quando aveva mosso i suoi primi passi sulla strada, con sorprendente facilità. Non poteva ancora sapere che anche li, in quel momento, dopo sei anni, si, sarebbe stato difficile.
Difficile per sempre.
Per il suo sempre.
Lalena una volta era bionda. Non un biondo appariscente, un biondo qualunque, dipinto su ciocche ondulate e indomabili, lunghe fino alla vita. Poi i suoi capelli erano diventati rossi. Un rosso fuoco che permetteva alle sue colleghe di distinguerla, sul bordo della tangenziale. Carla la chiamava “El Diablo”, quando aveva voglia di prenderla per il culo. Il suo viso era stato fresco. La pelle bianca, un accenno di colore sulle guance. La sua pelle se la ricordava ancora, al tatto. Era liscia, tonica. Le piaceva sentirla sotto alle dita. La bocca era carnosa, con una bella forma a cuore.
Il suo riflesso dagli occhi verdi le rimandò uno sguardo disperato, quasi folle.
Aveva imparato da tempo a non rispondere all’orrore che vedeva fiammeggiarle negli occhi. Meglio ignorare, meglio tacere. Meglio estraniarsi e non pensare.
Si passò una mano sul viso.
Cominciava a rovinarsi. Tutte prima o poi cominciavano, ma lei, chissà per quale assurdo motivo, aveva pensato di rimanere bella per sempre. Che sciocca. Avrebbe dovuto prevederlo con più astuzia. Anche lei si sarebbe trasformata. Anche il suo corpo e il suo viso sarebbero cambiati. Sfatta. Usata. Ecco come sarebbe diventata. Su tutto il suo corpo ci sarebbero stati gli indelebili segni di quella vita attraversata su tacchi alti.
Passò una mano tra i capelli, in un gesto rapido, quasi volesse tenersi il meno possibile a contatto con se stessa.
Aprì il beauty ed estrasse il rossetto rosso, il mascara, l’ombretto nero, la matita, la cipria. Tutto secondo un preciso ordine. Un oggetto prima di un altro, posizionati secondo una linea obliqua sul ripiano di ceramica del lavandino.
Sollevò di nuovo lo sguardo fissandolo nello specchio.
Avvicinò la punta della matita al viso.
Di nuovo quegli occhi urlavano.
Era da un pezzo che quegli occhi urlavano, in verità.
La supplicavano.
Ma ormai non facevano più parte di lei.

Run you hand thru your hair
Paint your face with despair
That's your lot in life Lalena
Can't blame you Lalena

Scivolò nel vestito con sorprendente facilità.
La stoffa le accarezzò la pelle, fino a fermarsi appena sotto l’inguine.
Non aveva acceso la luce della camera. Quella stanza era piena di specchi, e grazie ma no, lei non aveva davvero voglia di ammirarsi. Con un gesto pigro raccolse il tanga dal bordo del letto e lo indossò, la mente da tutt’altra parte.
Si lasciò cadere sul letto ed allacciò il cinturino dei sandali turchesi, con gesti meccanici.
Poi abbandonò le mani sulle ginocchia.
Ormai non desiderava più essere una donna “normale”.
Che senso aveva sperare? Credere? Era peggio che sognare, peggio perfino di illudersi. Perché lei era sempre stata una che quando sperava in qualcosa, cercava i modi per raggiungere l’obiettivo. Ci rimuginava su, elaborava piani complicati. Poi i piani complicati si sbriciolavano, cadevano a terra come castelli di carte.
Certe cose non si possono cambiare.
Si sollevò con fatica malcelata, afferrò la sua pochette dorata e ci infilò dentro i preservativi sparsi sul letto. Ci fece cadere dentro anche il rossetto, perché serviva sempre. Poi controllò che la sua ciocca di capelli biondi fosse ancora ben nascosta nella piccola tasca interna della borsa.
Ore 23:30, nella periferia di una grande città. I bambini si agitano nel sonno, nei loft comincia a girare la cocaina, i ragazzi fanno l’amore, gli immigrati rubano le macchine. Le lucciole illuminano le strade, cibo per il popolo della notte.

Can your part ever get, ever get much sadder
That's your lot in life Lalena
Can't blame you Lalena
Oh, Lalena

Gli occhi urlano.
E muore ogni giorno un po’ di più, Lalena.
Ma certe cose non si possono cambiare.

 

 

When the sun goes to bed
That's the time your raise your head
That's your lot in life Lalena
Can't blame you Lalena

Arty Tart la de da
Can your part get much sadder
That's your lot in life Lalena
Can't blame you Lalena

Run you hand thru your hair
Paint your face with despair
That's your lot in life Lalena
Can't blame you Lalena

When the sun goes to bed
That's the time your raise your head
That's your lot in life Lalena
Can't blame you Lalena

Arty Tart Oh so la de da
Can your part ever get, ever get much sadder
That's your lot in life Lalena
Can't blame you Lalena
Oh, Lalena

Lalena – Deep Purple

Traduzione:

Quando il sole va nel letto
È il tempo in cui sollevi la testa
Questo è il tuo destino Lalena
Non posso biasimarti Lalena
Prostituta artistica la de da
Può esserci un ruolo più triste del tuo
È il tuo destino Lalena
Non posso darti torto Lalena
Passi velocemente la tua mano tra i capelli
Dipingi la tua faccia con la disperazione
Questo è il tuo destino Lalena
Non posso biasimarti Lalena
Quando il sole va nel letto
È il tempo in cui sollevi la testa
Questo è il tuo destino Lalena
Non posso biasimarti Lalena
Prostituta artistica la de da
Non c'è mai stato, proprio mai, un ruolo più triste del tuo
È il tuo destino Lalena
Non posso darti torto Lalena

***

Note di Phan: Scritta diverso tempo fa, ispirata all'omonima canzone dei Deep Purple. Sono sicura di averne fatto un'interpretazione molto personale e distorta, chiedo venia ad eventuali fans di questo fantastico gruppo che non si troveranno d'accordo con il mio punto di vista. Dico solo che ho zero pretese. Il problema è che ascoltando tanta musica si finisce per inventarsi una storia per ogni testo.

  
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