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Autore: Amelia Chapman    26/12/2013    1 recensioni
Liberty Island Maggio 2011 - Neither here nor there
Peter era appena uscito dalla Macchina e tutti lo guardavano stupefatti.
Cos’era successo?
Perché si trovavano in quella stanza tutti insieme?
Olivia guardava il suo doppio con rabbia e i due Walter avevano già iniziato a fissarsi in cagnesco quando finalmente il giovane Bishop si decise a parlare.
“Walter, ho capito! Ho capito davvero adesso.”
Genere: Drammatico, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Olivia Dunham, Peter Bishop, Settembre, Walter Bishop
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Capitolo 1 -

 

Liberty Island Maggio 2011 - Neither here nor there

 

Peter era appena uscito dalla Macchina e tutti lo guardavano stupefatti.

Cos’era successo?

Perché si trovavano in quella stanza tutti insieme?

Olivia guardava il suo doppio con rabbia e i due Walter avevano già iniziato a fissarsi in cagnesco quando finalmente il giovane Bishop si decise a parlare.

“Walter, ho capito! Ho capito davvero adesso.”

I due Walter si volsero verso di lui incuriositi per invitarlo a proseguire.

“Ho capito di cosa è capace la macchina ma c’è anche un’altra cosa che ho capito. Questa guerra non può essere vinta. I nostri universi sono inestricabili. Se un universo muore, moriamo tutti. Quindi ho creato dei buchi nel tessuto del continuum, delle porte che conducono qui, in questa stanza. Un ponte perchè noi possiamo cominciare a parlare e a trovare delle soluzioni per sistemare...”

Il giovane non finì di parlare perché scomparve ai loro occhi.

Walter si voltò furente verso il suo doppio

“Che diavolo hai combinato? Che fine ha fatto mio figlio?”

Il segretario Bishop senza perdere la sua compostezza rispose: “Ti ricordo che è mio figlio e ne so quanto te, visto che è sparito sotto i nostri occhi. Piuttosto chi mi dice che non si tratti di una tua mossa per sottrarmelo come hai fatto 25 anni fa?”

“A differenza tua io rispetto Peter e le sue scelte. Inoltre non ho ancora inventato un apparecchio in grado di far scomparire le persone.” replicò lo scienziato mettendosi a cercare Peter.

Dentro di se si augurava che fosse solo un dannato scherzo del ragazzo, ma non era sicuro di questo.

Anzi temeva fosse successo qualcosa di terribile.

Alt Liv, preoccupata quanto lui, si era messa anche lei a cercarlo.

Ci teneva a Peter, nonostante non lo vedesse da mesi.

Olivia era spaventata anche se cercava di non farlo trasparire all’esterno. Dentro di se aveva una brutta sensazione. Conosceva Peter, non era il tipo di fare scherzi di questo genere, non in un momento così grave per i due universi. La sua mente cominciava a porsi domande a cui non riusciva a trovare una risposta. “Dove sei finito, Peter? Spero che tu stia bene, amore”

A voce alta disse: “Vi sembra il caso di litigare, ora? Peter voleva che collaborassimo insieme. Il minimo che possiamo fare è seppellire l’ascia di guerra e cercare di capire cosa diavolo gli è successo e dove si trova.”

“Olivia ha ragione” affermò Walter in tono risoluto. “Anche se io continuo a pensare che ci sia di mezzo lui!”

“Neanche io ho inventato macchinari capaci di far sparire le persone. So che non ti fidi di me, ma sono sorpreso quanto voi. Non so dove sia Peter!” rispose il segretario con un tono di voce lievemente alterato.

“Allora cosa vogliamo fare?” chiese impaziente Olivia.

Il suo doppio le si avvicinò

“Neanche io mi fido molto del segretario, ma so che in questi mesi il suo unico scopo era attivare quel dannato macchinario. Come sia riuscito a manometterlo, per me, rimane un mistero, ma vi è riuscito”

Nel frattempo il segretario Bishop aveva allertato l’intera Fringe Division. Gli altri sentirono solo l’ultima parte della chiamata. “Forse non sono stato chiaro: dovete setacciare il mondo intero. Per qualsiasi problema dite che avete ricevuto l’ordine direttamente da me. Rivoglio indietro mio figlio vivo, costi quel che costi.  Sono stato chiaro?”

Walter aveva atteso che l’uomo finisse di parlare con i suoi sottoposti, poi gli si rivolse in tono sprezzante: “Come hai fatto ad attivare la Macchina?”

Il segretario Bishop rivolse uno sguardo sfuggente verso Altliv poi decise di mentire. “ Ha importanza ora?”

“No, in effetti. Anche perché mi è venuta un’idea su dove potrebbe essere finito Peter. E se ho ragione sarà difficile portarlo a casa”

“Ti ascolto. Non credo che ci sia molta alternativa.”

Walter fece un lungo sospiro

“Credi che ti ricordi dell’uomo che ti distrasse mentre cercavi la cura per mio… per nostro figlio…”

“Un uomo vestito in maniera molto elegante, con una valigetta. Certo che me lo ricordo ma perchè me ne parli ora?”

“Perché era un mio amico. Salvò Peter e me dall’annegamento nel lago Reiden”

“Amico tuo?? E cos’avrebbe a che fare con la sua sparizione?”

Alt Liv si avvicinò incuriosita ai due uomini e lo stesso fecero Broyles ed Olivia.

“Quell’uomo e la sua gente osserva Peter da tanto tempo” disse il dottor Bishop quasi balbettando.

Il segretario prese per il collo il suo doppio e disse: “Ora voglio la verità da te. Subito! Perchè hanno osservato Peter, cosa vogliono da lui? Non lo ripeterò un’altra volta: dov’è mio figlio?”

Walter deglutì a vuoto

“Lui è il loro capostipite”

“Di stai parlando?”

Olivia sgranò gli occhi per lo stupore, si avvicinò a Walter e, con voce incerta disse: “Dimmi che non è quello che sto pensando. Dimmi che non l’hanno portato via gli osservatori, Walter. Ti prego.”

“Temo di sì” replicò l’uomo in un soffio. “E credo che il fatto che tutti noi ricordiamo la sua sparizione non fosse previsto nel loro piano”

Broyles spalancò gli occhi

“Da quando sapeva queste cose dottor Bishop?”

“E’ stato September a raccontarmi alcune cose. Mi aveva fatto capire che doveva proteggere Peter da tutto e da tutti. Noi compresi.”

Olivia incrociò le braccia e ostentava una calma che non possedeva. Stava per dire qualcosa quando venne anticipata dal suo doppio.

“Nessun problema, ora ce lo andiamo a riprendere”

“Immagino che tutta questa frenesia nell’agire è per riscattarti ai suoi occhi dopo che l’hai preso in giro per mesi facendogli credere di essere me, vero?”

Alt Liv si girò verso di lei e ridacchiò

“Lui ti ama, lo sai benissimo. Ha sempre scelto te, ma tu non sembri essere così sicura del suo amore da vedermi sempre come una minaccia. A volte mi chiedo se tu meriti il suo amore.”

“Solo perchè hai vestito i miei panni, non ti da il diritto di pensare di sapere come sono fatta. E se accetto il tuo aiuto è solo per Peter. Il resto non mi interessa, intesi?”

“Intesi agente Dunham. Vedo che eviti di rispondere alle domande scomode signorina, quasi quasi mi fa piacere aver….”

Il segretario Bishop con tono imperioso si intromise nella conversazione tra le due donne: “Agente Dunham stiamo perdendo del tempo prezioso. Ora la nostra priorità è ritrovare mio figlio e riportarlo sano e salvo a casa. Il resto non è importante.”

Olivia si voltò verso l’uomo. “Per una volta sono d’accordo con lei, Segretario.”

“Concordo anche io.” replicò Alt Liv.

Broyles provò di nuovo a dire la sua

“Walter da dove diavolo vengono queste persone?”

Lo scienziato sorrise amaro

“Sarebbe più corretto dire da quando vengono. Dal 2606.”

 

Boston 2606.

 

Peter era stato drogato e portato in una piccola cella senza finestre, dove vi era un lettino, un tavolo e un lavadino.

La stanza era completamente asettica ed insonorizzata e le prese d’aria erano troppo in alto perché chiunque potesse arrivarci.

Il giovane Bishop riaprì lentamente gli occhi e si guardò in giro spaesato. L’ultima cosa che ricordava era di aver appena creato il ponte con la Macchina a Liberty Island. Perchè l’avevano rinchiuso in una cella? Cos’era andato storto? Provò lentamente a rialzarsi dal letto ma la mossa gli procurò un violento capogiro. Non era di certo disposto a farsi fermare per cui ritentò nuovamente. Quella cella era strana. Sembrava che non ci fosse una vita d’entrata o di uscita. Era così il carcere nel suo mondo di provenienza?

Una lieve fessura nel muro si allargò rivelando una porta nascosta da cui entrò un uomo calvo piuttosto corpulento

“Ciao Ragazzo.”

Peter rivolse uno sguardo confuso all’osservatore. “Non... non credo di conoscerti, anche se non è la prima volta che incontro uno dei tuoi simili. Ora è chiaro che non sono più a Liberty Island nè nel mio mondo. Dove sono?”

“Nel nostro mondo.”

“Sentiamo, di quale crimine mi sono macchiato?”

“Nessuno. Semplicemente vogliamo che resti con noi. Loro non hanno più bisogno di te. A quest’ora dovrebbero essersi dimenticati di te grazie al nostro intervento.”

Non appena sentì le parole dell’uomo si sentì come travolto da una piena. “Io non... non posso rimanere qui. Non è il mio posto, non è il mio mondo. Io devo... che intendi dire che si sono dimenticati di me? Che cosa avete fatto!”

“Abbiamo modificato i loro ricordi cancellando ogni traccia di te dalle loro memorie. Per loro sei morto, in entrambi gli universi, quando eri bambino.”

Il giovane chiuse gli occhi per la disperazione. “Perchè?”

“Perché abbiamo bisogno del tuo aiuto qui. Lì hai risolto tutti i problemi” fece December.

Nel frattempo, dietro di lui, era apparso September che si era messo a fare degli strani segni al giovane Bishop.

Peter si era accorto dei movimenti dell’osservatore. Forse lui sapeva qualcosa in più, forse poteva aiutarlo. Il suo sguardo divenne ineffabile e rispose: “Avete uno strano modo di chiedere aiuto alla gente. Chi vi garantisce che sarò disposto a farlo?”

“Ci hai creato tu. Devi farlo.”

“Amico, devi essere disperato se dici una cosa del genere. Io non sono...” Peter si bloccò improvvisamente. Lui ha creato gli osservatori? A quale scopo?

December non disse altro ed uscì dalla stanza non accorgendosi della presenza di September perché questi era scomparso poco prima che si voltasse.

Quando December fu fuori, September riapparve

“Non temere, ragazzo. Le tue famiglie ricordano ogni cosa di te.”

“September dammi una mano, devo tornare da loro. Se è vero che ricordano.. la situazione è tutt’altro che risolta. I miei due padri potrebbero dar inizio a una guerra solo perchè sono scomparso. Inoltre spiegami: vi ho davvero creato io? A quale scopo?”

“Giovane Peter. Tu ci creasti quando la tua Olivia si ammalò di una malattia degenerativa causata da dosi massicce di cortexiphan. L’avevi ambrata mente cercavi una cura e finisti per creare noi.”

Peter si passsò la mano dietro la nuca. “Olivia è malata? Quanto è grave la situazione?”

“Vedi la vicenda è più complessa di quanto pensi. Lei prenderà troppe dosi di cortexiphan dopo la tua sparizione dalle loro menti. Tu riuscirai a tornare da loro, ma ormai sarà già malata. Io però non ho cancellato il tuo ricordo dalle loro menti e così ho messo a rischio la mia specie.”

“Perchè se Olivia non si ammala, io non avrò una motivazione per crearvi, dico bene?”

“Esatto. Giovane Peter io ti ho aiutato e ti aiuterò, ma tu devi aiutare noi. Non solo per questo”

“Che sta succedendo davvero? Perchè avete bisogno del mio aiuto? La verità.”

September ebbe per la prima volta in vita sua un’esitazione.

“Alcuni membri della nostra razza hanno creato delle grosse interferenze nello spazio tempo. Ora il continuum spatium tempo è completamente saltato. Abbiamo capito che il punto focale è la mia presenza al laboratorio del tuo vero padre, ma non posso cambiare quell’evento. Ne va sia della sopravvivenza sia della mia che della tua razza”

“Walter mi ha detto che tu hai distratto mio padre e per colpa tua non ha trovato la cura. Per questo ha dovuto venirmi a prendere. Doveva essere sicuro di salvarmi la vita. Se il continuum è saltato... può accadere di tutto. Però una cosa non mi è chiara: perchè il fatto che hai distratto mio padre è così importante?”

September fece una mezza smorfia.

“Posso fartelo capire mostrandoti cosa sarebbe accaduto se fossi cresciuto nel tuo mondo.”

Peter annuì. Dentro di se era curioso. Voleva delle risposte e sapeva che solo lui poteva dargliele.

“D’accordo.”

L’osservatore gli posò le mani sulle spalle e subito dopo sparirono all’istante ritrovandosi nel 1996 dell’altro universo.

Peter vide se stesso lavorare con il suo vero padre alla Bishop Dynamic. Erano molto legati malgrado fossero totalmente diversi.

“E’ strano vedermi lavorare con lui...”

“Il tuo vero padre ha sempre sentito la tua mancanza. Osserva attentamente cosa sta costruendo quel Peter”

Il giovane prestò attenzione alle mosse del suo doppio e spalancò gli occhi. “Vuole fare un viaggio tra gli universi? Lui sa quanto è rischioso?”

“Sì, ma non gli importa.” September si voltò verso Peter “E’ più interessato alla pace tra gli universi che alla propria incolumità”

“La guerra qui è iniziata, non è così?”

“Da diversi anni. Come vedi l’intrusione di Walter è stata ininfluente. La guerra sarebbe scoppiata lo stesso. “

“Anche in questo mondo sono impegnato a tentare di creare un ponte tra due universi e ci riesco?”

“Guarda tu stesso”

Il giovane tornò a guardare il se stesso giovanile. Questi stava finendo di assemblare il suo apparecchio per viaggiare tra gli universi e mentalmente si preparava le parole che avrebbe potuto dire per convincere il nemico che voleva una reale pace.

Era stanco di quella guerra.

I loro due mondi stavano cadendo in rovina.

E nessuno dei due sapeva perché.

“Conosco quello sguardo. Me lo sono visto addosso molte volte. Vorrei poterlo aiutare...”

September gli fece un mezzo sorriso

“Continua a guardare”

Peter annuì. Il suo doppio ormai aveva ultimato i preparativi ed era pronto a fare il viaggio. Si recò al Lago Reiden per passare dall’altra parte. Il giovane sorrise. Certe cose non cambiavano mai. Una volta passato dall’altro lato qualcuno cominciò a sparare e centrò in pieno il suo alter.

“No! Era venuto per una missione di pace! Non era un nemico... non voleva... lui non voleva fare del male.”

“Purtroppo non vi era nessuno disposto ad ascoltarlo. Walter era in manicomio e l’agente Dunham morì durante un evento Fringe” rispose in tono glaciale September.

“Doveva essere un evento davvero enorme. Olivia di solito è prudente, soprattutto con gli eventi”

“Forse non aveva una ragione per esserlo”

“Che intendi dire? Oh... non si sono mai incontrati, è così?”

“Esatto. Ora capisci perché ho dovuto distrarre tuo padre?”

“Si. E’ stato un atto deliberato il tuo ma sapevi esattamente quello che stavi facendo. Perchè il continuum è stato spezzato? Chi ha turbato l’equilibrio?”

“Ho iniziato io, ma fu una lieve increspatura. Gli altri hanno fatto di peggio.” rispose ancora mentre rientrarono nella cella “Potrei aiutarti a scappare e a tornare nel tuo tempo, ma come vedrai presto non vi sono più differenze tra passato, presente e futuro.”

“E io in tutto questo cosa ho a che fare? Come dovrei agire?”

“E’ qualcosa che non sono in grado di prevedere e di capire. Credo sia più probabile che tu lo comprenda da solo”

“Immagino che dovrò rientrare nella macchina. A proposito qui dove la tenete?”

“La dobbiamo ancora costruire”

“E mi sembra giusto, mai una volta che le cose sono facili per me. Immagino che vogliate una mano per costruirla. Peccato che stavolta non saprei nemmeno da dove cominciare.”

“Non mi sono spiegato. Non abbiamo neanche i pezzi e non abbiamo neanche uno schema.”

“Che cosa? E mi dite come diavolo faccio ad aiutarvi se non... Calma Peter, devi stare calmo. I vecchi progetti della Massive Dynamic sarebbero stati utili. Peccato che li abbiamo lasciati in una linea del tempo in cui in teoria nessuno avrebbe dovuto ricordarsi di me. Il perchè ancora dovete spiegarmelo, ma non credo che sia il momento ora.”

“Peter. Come ti ho già detto la tua famiglia ricorda e ti sta cercando”

“Come fanno a trovarmi se sono bloccato qui nel futuro? Un futuro che non durerà molto. Mi stupisce che non sia andato già tutto per aria.” Peter stava fissando un paesaggio desolato fuori dalla finestra. Quando notò una cosa veramente molto strana. Il giorno si era accorciato in maniera significativa, troppo per rimanere inosservata. “Temo di aver visto gli effetti di quello che sta accadendo.”

“E’ quello è niente”

“Non posso costruire la macchina perchè non avete né i pezzi né i progetti. Ma sono qui. E sto vedendo cosa non va. Mi sa che avrò un lungo lavoro da fare. Come siete messi con il caffè?”

“Possiamo procurarcelo.”

“Almeno una buona notizia! Avrò bisogno dei vostri migliori ingegneri a darmi una mano. Vediamo se riesco a costruire qualcosa nonostante tutto.”
  
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