25-12-2013
Caro Diario,
Il Buon Natale ormai
è scontato,
come anche il fatto che sia buono solo al mattino quando ci si riunisce
tutti
sul letto dei propri genitori per scartare i regali e scambiarsi gli
auguri e
quando si esce e la gente, anche se non si conosce, si sorride e si
saluta
cordialmente come se fossero amici da anni. Si. Forse l’aria
natalizia si può
avvertite solo in quel momento. Poi arriva l’ora di pranzo e
forse anche lì si
può avvertire perché si è tutti
impegnati a ridere e a brindare, dimenticando i
problemi politici, mandando a ‘fanculo la propria dieta e
concentrarsi su
quello strato di serenità apparente che aleggia nei meandri
del nostro
cervello, soggiogato da sorrisi sinceri che forse aspettava da tempo.
Il pomeriggio
poi inizia a cambiare. Ci si saluta con abbracci e complimenti per
l’ottima
compagnia e si inizia a ritornare, ognuno, a casa propria. Un lieve
alone di
serenità e tranquillità viaggia ancora negli
sguardi e nei sorrisi di tutti, poi
arriva la sera e tutto cambia: ogni figlio prende la propria strada,
uscendo
con i propri amici, lasciando i genitori, con il piccolo della
famiglia, sul
divano intenti a guardare un vecchio cartone animato natalizio e per
loro il
giorno di Natale continua, anche dopo la mezzanotte, finché
non ci si ritira
ognuno nel proprio letto; per i figli in giro, invece, il Natale
è passato dal
momento in cui si è usciti dalla porta di casa per
raggiungere, nel freddo
della notte, i propri amici. Il figlio maggiore, dopo un giro di
abbracci
fraterni e pacche sulla spalla, comprerà sicuramente una
birra al bar e fumerà
in giro per i vicoli, evitando di farsi “beccare”
da occhi indiscreti. La figlia
secondogenita, in tal caso io: beh. . .
Sono uscita, sono
andata a
prendere Manuela a casa sua e poi abbiamo raggiunto Nicola ed Alessio.
Come ogni
sera, siamo andati ai parcheggi da sopra il bar in piazza e siamo
entrati nel
vecchio oratorio, ormai trasformato in un deposito di sculture in
legno. Questa
sera la porta era chiusa. Il custode deve aver
“notato” i nostri disegni sul
muro e per evitare altri “atti di vandalismo” beh.
. . ci ha chiusi fuori. Quello
che però non ha notato è
la finestra
rotta da cui Nicola e Alessio sono entrati per aprire, poi, la porta e
far
entrare me e Manuela. Cosa abbiamo fatto? Al solito: io mi sono chiusa
in una
stanza ed ho iniziato a contare, mentre gli altri tre si sono nascosti
nel buio
totale. Nascondino: un gioco totalmente infantile che, nonostante i
venti anni
di Alessio e i diciotto di noi altri, diverte sempre. Credo sia per il
fatto
che io ed Ale abbiamo avuto una precedente relazione, almeno spero,
perché per
tutta la serata non ho fatto altro che sperare di ritrovarmi in un
angolo scuro
e tenebroso con lui al mio fianco. Eppure so che è
sbagliato. Io ho già un
ragazzo. Sta a Salerno e mi ama da impazzire e lo amavo
anch’io prima che il
mio ex arrivasse per le vacanze di Natale. O forse lo amo ancora.
Sicuramente lo
amo ancora, ma la distanza tra noi due e l’attrazione fisica
che provo per Ale
mi mandano in confusione. Non lo nego: anche Raffaele è di
bella presenza, ma
non può certamente competere con Alessio. Nonostante abbia
diciannove anni è
più alto di lui e più magro, perciò
ovviamente non ha il fisico perfetto come lui;
non ha quel modo strano di portare i capelli; non ha il tipico accento
milanese; non ha quel modo rude e attraente di prepararsi e fumarsi un
drumo,
poggiandolo su quelle meravigliose labbra carnose e ovviamente non ha i
suoi
meravigliosi occhi celesti, ma che quando infuriato sembrano diventare
un colore
strano che dà quasi sul bianco.
Forse
l’amore che ho provato per
Alessio due anni fa è ancora presente nel mio cuore. O
meglio. . . credo di
dover iniziare a dare ragione al mio professore di Biologia, quando ha
spiegato
che in realtà, quando ci innamoriamo il sentimento non nasce
dal cuore, ma dal
cervello. E credo proprio sia così perché se ci
penso: l’unica cosa che il
cuore fa quando siamo innamorati è accelerare il suo
battito, perciò, pompa
solo più sangue. Il sangue scorre più veloce
perché dettato dal cervello. Perché
è quest’ultimo che dà stimoli ad ogni
particella che è dentro di noi. Perciò credo
si chiami ossessione, non più amore. Allora forse si: sono
ossessionata da
Alessio e tutto ciò che lo riguarda. Ed è colpa
del cervello se ogni volta che
siamo vicini e chiacchieriamo tra noi quattro, lo guardo sottecchi e lo
imploro
mentalmente di girarsi a fissarmi, così che lo possa
ammirare perfettamente e
non da sotto le mie ciglia ricoperte di mascara. Magari questa
ossessione è
destinata a sparire ed io lo spero vivamente perché non ho
intenzione di
aspettarlo in eterno sapendo che lui non tornerà mai da me.
Infondo è stato lui
a lasciarmi e non perderà tempo a tornare indietro da me,
è lui che mi ha
abbandonata e se lo ha fatto il motivo ci sarà. Mi ha fatta
star male per
giorni: infondo lui è stato la mia prima relazione seria e
dopo di lui ho
affrontato solo un’altra relazione, iniziata e finita male,
per dimenticarmi di
lui ma non è servita a nulla. E la cosa che più
mi fa incazzare è che
finalmente lo avevo dimenticato. Non l’ho visto per un bel
po’ e pensavo di
averlo dimenticato. Amo ancora Raffaele. Ma finché Alessio
non se ne sarà andato:
dovrò mostrargli sempre un finto sorriso e baciarlo
immaginando che al suo poso
ci siano altre labbra più carnose ed esperte.
Spazio
Autrice:
Salve. Vi do un
caloroso
benvenuto in quella che è la mia vita incasinata. Ebbene si.
Questa è la pagina
del mio diario di ieri sera. Come ogni volta la rileggo, non so per
quale
motivo, e
rileggendola mi è sembrata una
sorta di storia contorta come quelle che ho letto in questo sito. Per
il
momento sarà una piccola OS ma se farà un
po’ di successo credo che potrei
uscire da quella che è la mia vita e crearne una basata su
questa pagina di
diario. I personaggi sarebbero gli stessi, ma il loro modo sarebbe
diverso da
ciò che sarebbe nella realtà. Boh. . . dipende da
voi. Spero in un vostro
commento. Ciaoo. Baci<3
Jada<3