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Autore: Danielle V    26/12/2013    2 recensioni
[ HOOK x EMMA ]
―“ Le sue labbra erano rum, e il suo respiro era ossigeno per i polmoni della bionda. ”
A distanza di qualche giorno dal ritorno a Storybrooke, Emma si ritrova a dover fare la sua scelta. OneShot su un'ipotetica situazione di calma e tranquillità, dopo l'esperienza di Neverland.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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erverland era ormai un ricordo, uno dei più brutti probabilmente, ma in mezzo a tutta quell'orribile esperienza c'era qualcosa... qualcosa che Emma non riusciva a rimuovere dalla sua mente, come il resto dei brutti ricordi.
Non sapeva cosa fosse, non voleva ammetterlo in realtà, ma il fatto che a quell'ora di notte – erano le 11.30 – la bionda, si stesse dirigendo verso il porto di Storybrooke, era un chiaro segnale di quale fosse il ricordo che non era riuscita a cancellare.
Era salita a bordo della Jolly Roger, dirigendosi verso la poppa con una calma fuori dal normale. Si guardava intorno, ascoltava il rumore delle leggere onde del mare che si scontravano con la nave, toccava il legno del corrimano. Si era avvicinata, poi, silenziosamente al timone, appoggiando le mani su di esso ed immaginando la sua vita come donna pirata, al comando di una nave con tanto di cappello e sciabola d'abbordaggio. Sorrise tra se e se, pensando a quanto fossero stupidi quei pensieri, e di quanto stupida fosse stata ad andar lì.
Ma era stato tutto così... automatico. Come se il suo corpo si fosse trasformato in un automa, incapace di eseguire gli ordini impartiti dalla sua testa, o almeno, così le piaceva credere pur di non ammettere di esser arrivata su quella nave, cosciente della sua scelta.
Si ritrovò a sbattere più volte le ciglia, scuotendo la testa nel tentativo di spazzar via i pensieri scomodi, e lasciar strada spianata alla ragione, che lentamente iniziava a tornare. Si era persino staccata dal timone, allungando un piede dopo l'altro in direzione delle scalette che le avevano permesso di salire su quella struttura. Meglio tornarsene a casa e fare una doccia fredda, prima di infilarsi sotto le coperte – probabilmente David e Mary Margaret si stavano domandando dove fosse andata a finire, per non parlare di Henry.

Si sentì egoista, Emma, per aver lasciato che la ragione venisse messa in secondo piano, ed aver dato libero comando agli istinti che l'avevano allontanata da suo figlio, seppur fosse una distanza ristretta.
Aveva iniziato a camminar con molta più decisione, quando sentì una voce alle sue spalle. Si fermò, chiuse gli occhi e prese un grosso respiro prima di voltarsi e trovarsi davanti la figura di Hook; il suo solito sorriso compiaciuto sul volto, e la fiaschetta di rum nella mano destra.


« Swan. Qual buon vento! »

La voce del capitano era piacevolmente sorpresa, ostentava il suo ghigno con fierezza e malizia, allo stesso tempo, ma dentro di se era come un bambino in festa. Aveva perso il conto di quante volte si era immaginato la bionda attraversare la porta della sua cabina, ma era rimasto soltanto un sogno, fino a quella sera. Si avvicinò alla donna, il più veloce che poté, spaventato dall'idea che potesse fuggire via – non era solito lasciarsi scappare le donne, anzi, la maggior parte delle volte, le donne facevano di tutto, per non esser scaricate da lui, come merce ormai inutilizzabile. Ovviamente, con Emma, era tutto diverso. Lo aveva capito fin da subito, ma solo recentemente, lo aveva ammesso a se stesso, e alla diretta interessata. Quel bacio gli aveva aperto gli occhi, e il cuore, che fino ad all'ora era appartenuto soltanto ad una donna.
Da parte sua, Emma, non mosse un muscolo, rimanendo inerme sotto il suo sguardo. Non aveva scuse, e non riusciva nemmeno a farsi venir in mente qualcosa. Questa volta non c'era nessuno da salvare, questa volta Henry era al sicuro, Storybrooke sembrava esser al sicuro, e lei non aveva nessuna scusa, per non parlarne. Prima o poi sarebbe successo, lo sapeva, ma non era ancora pronta ad ammettere... qualsiasi cosa.

Lasciò che il pirata diminuisse la distanza tra di loro, trovandosi a fissare i suoi occhi da pochi centimetri di distanza.

« Swan... io- »
« Hook. Non... non dir nulla, per favore. »

Il sorriso compiaciuto dell'uomo, era lentamente sparito dal suo volto, lasciando spazio ad un'espressione quasi triste ed addolorata. Le sopracciglia corrugate, le labbra serrate e lo sguardo perso, Emma aveva già visto quell'espressione sull'Isola, più volte, ed ogni volta era un pugno dritto nello stomaco. Se non lo avesse conosciuto almeno un po', non avrebbe mai pensato che quell'uomo potesse provare sofferenza per qualcuno, soprattutto per lei che non era mai stata il primo pensiero di qualcuno. Non era abituata ad essere al primo posto, e non sapeva come comportarsi, ora che qualcuno, finalmente, l'aveva messa sul piedistallo. Essere la salvatrice, non era nulla in confronto.
Deglutì, spostando lo sguardo dagli occhi del pirata, alle sue labbra, e poi di nuovo nel blu dei suoi occhi. Avrebbe dovuto girare i tacchi e andar via, a casa da suoi figlio, Mary Margaret e David, ma – nuovamente - le sue volontà vennero messe da parte dal suo corpo, che rimase fermo davanti a quello dell'uomo.

« Emma... » Hook, riprovò ad iniziare una conversazione, nonostante fosse l'ultima cosa che avrebbe voluto in quel momento. « Ho bisogno di una risposta. Mi farò da parte, se è quello che vuoi, ma ho bisogno di sentirtelo dire. »
Il pugno allo stomaco, divenne improvvisamente la cosa meno dolorosa da sopportare, per Emma, che si trovò nel panico totale. Erano passati giorni, dal loro ritorno a Storybrooke, e per tutto quel tempo aveva evitato Neal e i suoi inviti da Granny, si era concentrata su Henry e nient'altro. Il motivo lo sapeva, ma era troppo difficile da ammetterlo, e non sapeva nemmeno lei il perchè. Aveva tenuto la sua mente occupata, per non pensare alla scelta che avrebbe dovuto fare, o meglio, alla scelta che già aveva preso, e che cercava di sotterrare nei meandri del suo cuore.

Aveva ancora gli occhi fissi in quelli blu di Hook, quando aprì bocca per dir qualcosa, ma non uscì nulla, la voce le si era fermata in gola e non aveva nessuna intenzione di uscire. La tensione iniziava ad aumentare, come il desiderio del pirata di aver una risposta che lo avrebbe reso realmente felice dopo tanto, troppo, tempo. Emma capì che quello era il momento, in cui avrebbe dovuto prendere una decisione, che non c'era più tempo, non c'era nessuna motivazione per dover nascondere ciò che era nato, silenziosamente, dentro di lei. Forse se ne sarebbe pentita, forse no, ma era arrivato il momento.

Afferrò il colletto della sua lunga giacca in pelle, come l'ultima – e prima – volta, ed annullò completamente la distanza tra i loro volti. Posò le sue labbra su quelle di Hook, con lo stesso impeto del loro precedente bacio, schiudendole quasi subito, desiderosa di sentire nuovamente il suo sapore . Le sue labbra erano rum, e il suo respiro era ossigeno per i polmoni della bionda. Se ne sarebbe pentita, ma era finalmente pronta a vivere con la consapevolezza di ciò che aveva fatto, di chi aveva scelto.
Hook, dal canto suo, non si era aspettato di rivivere la stessa situazione dell'Isola, ma di certo non poteva esserne più che felice. Si lasciò andare, portando la mano destra sulla nuca di Emma, intrecciando le sue dita ai fili d'oro che le ricoprivano la testa, mentre passava l'altro braccio dietro la sua schiena, attirandola maggiormente al suo corpo, facendo attenzione a non ferirla con l'uncino. Le loro lingue si incontrarono, intrecciandosi e danzando insieme con foga e ardore, come se non aspettassero altro, come se non potessero far altro che desiderarsi e unirsi per sempre.

Si staccarono l'uno dall'altra per riprender fiato, e Hook colse l'occasione per aver un altro pezzo di lei, del suo corpo... della sua pelle. Lasciò un bacio di fianco alle labbra della bionda, ancora leggermente aperte per riprender fiato – ne lasciò un altro sulla sua mandibola, e così fece fino ad arrivare al suo collo e all'incavo della sua spalla.

La barba dell'uomo solleticava la pelle di Emma, che venne attraversata da un leggero brivido lungo la schiena. In balia di quelle sensazioni e delle attenzioni più che piacevoli del pirata, la salvatrice si lasciò sfuggire un piccolo sospiro, che provocò l'apparizione di un mezzo sorriso sul volto di Hook.

« … sta' zitto. » Disse a bassa voce la donna, cercando di trattenere l'ondata di desiderio che l'aveva travolta.
Il pirata continuò a sorridere contro la pelle del suo collo, e questo non aiutò Emma nel suo intento.
« La mia cabina, Swan, credo ti piacerà. » E così dicendo, fece scorrere l'uncino fin sotto la coscia della donna, invitandola ad alzarla, e mimando lo stesso gesto con la sua mano destra. Non se lo fece “chiedere” due volte, Emma, ed allacciò le gambe alle sua vita, e facendo lo stesso con le braccia, intorno al suo collo.

Per fortuna la cabina non era distante, anche se la discesa sui scalini fu piuttosto faticosa. Il letto non era grande abbastanza per due persone, ma non si lamentarono. Emma aveva lasciato da parte le sue preoccupazioni e si era goduta il calore che solo un uomo davvero innamorato può dare, e per la prima volta in tutta la sua vita, si era sentita importante per qualcuno.
Hook aveva ritrovato la felicità tra le braccia di una donna, da cui non si sarebbe mai più voluto allontanare, e stava pensando già di farsi un altro tatuaggio, anche se non voleva correre troppo.

***

Il mattino dopo, Emma, si svegliò tra le braccia del Capitano, provando una sensazione di beatitudine che non avrebbe mai immaginato potesse provare. Era felice e spaventata allo stesso tempo.
Si alzò velocemente dal letto, cercando i suoi vestiti a terra e rivestendosi frettolosamente. Doveva andare a casa, suo figlio l'aspettava, Mary e David erano sicuramente in pensiero e lei... lei doveva riprendersi dalla nottata. Era arrivata alla soglia delle scale quando sentì nuovamente chiamarsi alle spalle.
« My lady! » Hook si era alzato sui gomiti e guardava la figura della donna, che non si voltò ma rimase ferma in ascolto, davanti alle scale. « Grazie. »
Emma sorrise, prima di salire sugli scalini ed abbandonare la nave. Aveva capito il significato, gli svariati significati – anzi - di quel semplice “grazie.” Era pronta ad affrontare i suoi genitori, suo figlio e persino Neal. Non sarebbe stato facile, non era ancora totalmente sicura della sua scelta, ma qualcuno le aveva insegnato ad aver speranza, e questa volta, era certa che avrebbe avuto il suo lieto fine. 

________


Note :  Fa schifo, lo so bene. Quindi abbiate pietà di me! Ringrazio comunque chi ha avuto il coraggio di leggere tutto e chi recensirà!
Alla prossima (forse),
Danielle.

 

   
 
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