L'abete sintetico troneggia in mezzo alla sala e tutti lo guardano quasi con ammirazione: è alto più di due metri ed è di un bel verde scuro; i suoi rametti sono posizionati in modo che appaia ancor più folto di quanto in realtà non sia. Poi inizia il rito.

La donna prende le luci che pulsano poco distanti e comincia la sua danza intorno alla pianta; gira e rigira appoggiando il cavo sui rami, nascondendolo in punti strategici, finché non è l'abete a pulsare di luce. In realtà sembra quasi che piccole lucciole si siano posate tra i finti aghi dando vita all'albero: è lui che brilla di luce, non un'illuminazione elettrica nascosta tra i rami.

Un piccolo bimbo entusiasta inizia a posizionare le palle; gli cadono spesso di mano, dato che si ostina a volerne prendere dieci alla volta.

― Come i miei anni. ― risponde a chi gli dice di prenderne di meno.

Anche l'uomo e la ragazza appendono le palle e le decorazioni coi brillantini. Sorridono ogni volta che sentono il bimbo omaggiare la propria età e a volte la sorella non può fare a meno di rispondere: ― Io di certo non ne prendo ventuno.

È la parte più lunga, ci sono tante cose da sistemare per rendere l'albero davvero ricco, anche se alla fine qualche ramo resterà comunque spoglio. Il bambino già scalpita con la punta, da mettere in cima all'abete, in mano, sua sorella regge i festoni in attesa di posizionarli, la donna accarezza l'ultima palla e la contempla per un attimo prima di appenderla.

L'albero è ancora davanti a lei, brillante di luce e colorato dalle mille decorazioni che spiccano, ma la donna è sola. Un bambino giace addormentato sul divano dopo aver lottato a lungo contro la noia, sua sorella è uscita di casa ore prima, l'uomo è via per un'urgenza al lavoro. L'ultima palla è ancora tra le sue mani e lei continua a contemplarla: non è come avrebbe voluto decorare l'albero, desiderava che tutta la sua famiglia fosse lì con lei, non tanto per aiutarla, quanto per prepararsi al Natale insieme, per essere uniti nella gioia.

Appende con cura l'ultima decorazione e passa ai festoni; si avvicina al bimbo e gli sussurra all'orecchio: ― Tesoro, è ora di mettere la punta.

Lui mugugna nel sonno, stringe ancora di più a sé l'ultimo pezzo e cerca di voltarsi dall'altra parte.

― Hai detto che volevi metterla tu. È ora. ― insiste sua madre e il bambino finalmente si sveglia: si stropiccia gli occhi con una mano, sbadiglia e cerca di mettersi seduto.

― Posso, mamma? ― chiede sforzandosi di non chiudere ancora le palpebre.

― Ora sì. ― risponde e lo prende in braccio.

Il piccolo si stringe a lei, le schiocca un sonoro bacio sulla guancia e, mentre la madre lo solleva, allunga le sue piccole braccia per raggiungere la sommità dell'albero; non riesce subito a infilare la punta, ma quando alla fine riesce nell'impresa si sente così orgoglioso da iniziare a saltare da tutte le parti.

Forse la sua famiglia non è lì con lei, ma la gioia di suo figlio la ripaga di tutto.

So di arrivare in ritardo con una storia sui preparativi di Natale, ma la storia l'ho scritta prima, solo che non ho avuto il tempo di pubblicarla.
Partecipa a un solo contest (una di quelle storie rare) "fratello" di uno a cui ho partecipato un po' di tempo fa: ‘Mini-Contest: Preparativi per Natale – Originale e Multifandom’ indetto da Jo_gio17, dove, come dice il titolo, dovevamo descrivere dei preparativi per il Natale ed è risultata vincitrice del "Premio Stella Cometa" come miglior originale in gara.
I font utilizzati stavolta sono Parkplace (alternativo Monotype Corsiva) per il titolo (sì, lo so che le maiuscole sono strane, l'ho scelto anche per questo) e Cambria per il testo.
Spero di riuscire a pubblicare domani un'altra storia, poi ne ho una terza che preferirei non metterla (ancora) perchè ho intenzione di allungarla. Per ora vi saluto, invitandovi come sempre a recensire. ^_^
syssy5