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Autore: maxmin1997    26/12/2013    1 recensioni
Un amore tempestoso, imprevedibile, sorprendente, incredibile e argentato.
Argentato come gli occhi di Dimitri.
[dal testo]
""Ehi Stef, la tua ragazza ha un bel caratterino, non trovi?"
Si conoscevano? Ma cosa...
"Beh, è questo che la rende speciale" ribattè il mio ragazzo sempre più divertito.
"Non ho dubbi che lo sia" disse l'idiota guardandomi per poi prendere un'altra boccata di fumo dalla sua sigaretta ormai finita."
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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1.

Ecco, ogni volta che cercavo di fare qualcosa di concreto, tipo svegliarmi alle sette precise per arrivare a scuola in orario e scegliere i posti migliori insieme a Charlie, la mia migliore amica, e passare una giornata bella e divertente, doveva esserci qualche ostacolo. In questo caso il suddetto ostacolo era un idiota patentato che aveva deciso di rovinarmi non solo la giornata, ma buona parte del mio anno scolastico. Ma abbiate pazienza, ora racconto tutto...
Appena sveglia sapevo che sarebbe stata una bella giornata, non stupenda, considerato che era il primo giorno di scuola del mio ultimo anno alle superiori, ma bello abbastanza da farmi alzare con il sorriso sulle labbra, consapevole che avrei visto i miei amici e il mio ragazzo. Mi ero fatta una doccia veloce, asciugando con cura i lunghi e ondulati capelli neri, avevo applicato un leggero trucco al mio viso e del mascara ai miei occhi azzurri, e mi ero vestita con dei semplici jeans, stivaletti di pelle e una t-shirt con la scritta "bitch, don't kill my vibe", piuttosto azzardata, ma era il primo giorno di scuola, e non vedevo alcun problema. Uscendo di casa non avevo perso il buonumore, e camminando per le vie di Londra, non potevo fare a meno di notare che il clima quel giorno era decisamente perfetto: una leggera brezza fresca mi solleticava la faccia, gli alberi erano ancora in fiore, essendo solo settembre, i marciapiedi erano leggermente umidi, a causa della pioggia notturna e il sole ancora un po' freddo della mattina splendeva tra i palazzi. Era l'inizio di una giornata perfetta. Un profumo di caffè appena fatto, ciambelle sfornate e smog impregnava l'aria. Non potevo chiedere di meglio come primo giorno di scuola. Ero arrivata alla fermata alle sette e quaranta, e mi dissi che probabilmente ero anche in anticipo. L'auto arrivò dopo una manciata di minuti e, sorridendo a una vecchietta che scendeva, mi apprestai a salire. Ed ecco la disgrazia in arrivo. Un ragazzo, alto e probabilmente della mia stessa età, mi aveva superata dandomi una spinta decisamente poco delicata, ma lì per lì non gli diedi molta importanza, visto che a Londra la maggior parte della gente andava di fretta e se ne infischiava apertamente delle altre persone, quindi lasciai correre, lanciandogli però un'occhiata inceneritrice, a cui l'idiota rispose con un sorrisetto sprezzante e beffardo. Il mio buonumore era sceso di una tacca, ma niente a cui un buon caffè e un bacio del mio ragazzo non avrebbero potuto rimediare. Mentre guardavo i palazzi, le macchine e le persone che sfrecciavano dal finestrino dell'autobus mi infilai le cuffie e accesi il mio ipod: la playlist movimentata e scatenata partì subito e io mi rilassai.
Dopo una decina di minuti era arrivata la mia fermata, scesi e con mia grande sorpresa scese anche il ragazzo che mi aveva spinta prima. Ero sorpresa perché quella ella la fermata riservata alla mia scuola, e ovviamente scendevano solo quelli che la frequentavano. Speravo vivamente che fosse un caso, non sapevo perché, ma quel ragazzo mi stava antipatico a pelle, anche se lo dovevo ammettere: era davvero bellissimo. Probabilmente rientrava nella categoria "Super Hot" della mia amica Charlie! Era alto almeno una quindicina di centimetri più di me, capelli lunghi fino alle spalle, mossi e dorati, con striature ramate, che intravedevo solo ora grazie ai raggi del sole, grandi occhi azzurri, o almeno credevo, visto che non gli stavo molto vicina. Indossava dei semplici jeans e una maglietta grigia con scollo a V, che faceva intravedere gli ovvi pettorali. Camminava a testa alta, ricordandomi molto gli antichi re. La mia analisi finì lì, visto che non avevo intenzione di farmi scoprire a fissarlo.
Poi vidi il mio gruppo. Non era proprio un gruppo, eravamo solo quattro persone in tutto, ma eravamo famosi in tutta la scuola. Eravamo delle specie di celebrità. Delle star. O almeno così avevo sentito definirci, e capivo anche il perché: Charlie, la mia migliore amica, era la figlia di un grande magnate nel business della musica, alta, slanciata, con le curve al posto giusto, avevamo fisici molto simili, ma lei era decisamente più bella di me, o così la pensavo io. Capelli voluminosi, ricci e di un biondo quasi accecante, e non utilizzava tinte, occhi di un verde luminoso e leggermente a mandorla, unico segno che discendeva da una famiglia di origini asiatiche, solo da parte del padre. Aveva preso ogni cosa dalla madre, una bellissima donna che non dimostrava più di 30 anni, pur avendone quasi cinquanta. Charlie sorrideva sempre e tutti la consideravano la ragazza più fantastica della scuola, quella con cui scherzare sempre e quella più disponibile nell'aiutare le persone. E io la vedevo esattamente così. Eravamo amiche dalle elementari, e non avevo mai smesso di volerle bene, poiché era impossibile non farlo. Poi c'era il suo ragazzo, Antoine, di origini francesi, ma che tutti noi chiamavamo Tony. Tony. Come descrivere Tony? Per prima cosa, nessuno sapeva perché si fosse trasferito a Londra, eccetto la sua amata Charlie, che ovviamente aveva giurato di mantenere il segreto. Ovviamente era lo stereotipo di ragazzo/modello. Dai lineamenti leggermente androgeni, faceva impazzire tutte le ragazze. Ma tutti sapevano che sin dalla seconda media, il suo cuore era appartenuto alla bella Charlotte, che aveva strategicamente fatto allontanare tutte le possibili minacce per la loro relazione. E poi c'era il pezzo forte: il mio ragazzo Stefan. Ci conoscevamo dal primo superiore, e stavamo insieme da allora. Era alto, muscoloso, capelli castani costantemente perfetti e tenuti su da un gel che sapeva di... non saprei nemmeno definirlo, ma era il suo profumo, ed era il più buono che potessi immaginare. Aveva grandi occhi verdi che adoravo, e un sorriso che, beh, diciamocela tutta, avrebbe mandato al tappeto ogni ragazza esistente al mondo. 
Mi accolse tra le sue braccia, dandomi il primo bacio della giornata, che per me equivaleva alla prima sigaretta, o al primo caffè. Sapeva di cannella e biscotti, un odore che c'era anche a casa sua, visto che i suoi genitori erano abili pasticceri e possedevano quasi tutte le pasticcerie della città. Sinceramente non capivo perché lui stesse ancora insieme a me, con tutte le ragazze che si trovavano a scuola, ma  cercavo di godermi il momento.
"Ciao Zoe, sei bellissima come sempre" mi disse dandomi un bacino sulla fronte.
Io mi accoccolai ancora di più e sorrisi come un'idiota.
"Sei esagerato come sempre, Stef" gli rispondi dandogli un buffetto sulla guancia.
"Siete sempre così smielati!" intervenne Charlie, troppo fastidiosa per lasciarci un minuto in pace, "fammela abbracciare, dai!" continuò mentre Tony rideva sotto i baffi.
Mi staccai a malincuore da Stefan e la abbracciai. Mi era mancata da morire durante il suo viaggio in Francia con il suo ragazzo. Ci staccammo e abbracciai anche Tony, tranquillizzata dal fatto che ero l'unica che Charlie non vedesse come una potenziale minaccia.
"Allora, ultimo anno eh!" esclamai felice. Sarebbe stato un anno fantastico!
"Eh già, ultimo anno, quanta esaltazione, il tuo ragazzo ti ha già stancata?"
Una voce sconosciuta mi era risuonata da dietro, e potevo sentire il respiro caldo della persona che mi stava parlando sul collo. Mi girai di scatto con un urletto isterico e vidi l'ultima persona che mi sarei aspettata. Il ragazzo dell'autobus.
"Ehi! Tu sei quello stronzo che mi ha spinta sull'auto!" dissi tenendomi alla larga da quel soggetto.
Lui ridacchiò e mi abbozzò un altro dei suoi sorrisi beffardi. Ora che li guardavo meglio, potevo notare che i suoi occhi non erano azzurri come credevo, ma di un grigio intenso che pareva argento fuso. Per un attimo mi persi a guardarli, consapevole di non aver mai visto degli occhi così. 
Poi lui espirò il fumo dalla sigaretta, mandandomelo in faccia e facendomi rinvenire.
"Qualcosa che ti interessa?" prima non me ne ero accorta, ma aveva uno strano accento.
Lì per lì non capii, ma poi mi resi conto che si riferiva a lui, come se potessi provare interesse per un idiota come lui!
Girai la testa infastidita e mi realizzai che Stef stava sorridendo divertito da quello scambio di battute, e Charlie e Tony mi stavano silenziosamente prendendo in giro. 
"Ehi Stef, la tua ragazza ha un bel caratterino, non trovi?"
Si conoscevano? Ma cosa...
"Beh, è questo che la rende speciale" ribattè il mio ragazzo sempre più divertito.
"Non ho dubbi che lo sia" disse l'idiota guardandomi per poi prendere un'altra boccata di fumo dalla sua sigaretta ormai finita. 
La buttò a terra, mi fece un inchino di finta riverenza e alzandosi disse: "È un piacere conoscerti finalmente, Zoe. Io sono Dimitri, il cugino di Stefan, ti ha parlato di me, giusto?"
Io ricordai all'istante, in effetti Stef mi aveva raccontato di un lontano cugino che veniva dalla Romania. Ma non immaginavo che fossero in buoni rapporti. Evidentemente sì, visto che due secondi dopo si stavano abbracciando sotto il mio sguardo ancora perplesso. 
Charlie mi si avvicinò e mi sussurrò: "Non lo fissare troppo, o si consumerà".
Mi girai di scatto alzando gli occhi al cielo. Figuriamoci se potesse interessarmi uno come lui. Si vedeva che era uno stronzo immane, nonché un poveraccio che probabilmente viveva scroccando dagli altri.
Okay, questa era cattiva, ma ero nervosa. Da dove sbucava quel tipo? E perché Stefan non mi aveva nemmeno accennato che sarebbe venuto a scuola da noi?
Sperai vivamente che fosse tutto un sogno, perché, anche se non lo volevo ammettere, mi ero davvero incantata a fissarlo, e con un certo interesse.
Intanto eravamo entrati nella grande scuola, costruita anni e anni fa da un certo San Damiano, la scuola era stata rinominata St. Damien. Sembrava più un castello che una scuola, e si ritrovava vicino a un grande parco, poco lontana dal centro di Londra. Non avevo avuto problemi a entrare, sia per la media molto alta, che per i soldi dei miei genitori. Infatti compensavano la loro totale assenza con soldi e oggetti inutili che mi mandavano dai loro "viaggi di lavoro". Ovviamente sapevo che avevano così tanti problemi tra di loro che io passavo in secondo piano, ma era comunque una cosa brutta passare i giorni in una casa enorme da sola.
Ci recammo tutti in segreteria, per accompagnare il nuovo acquisto della scuola, e con mio disappunto notai che avevamo praticamente lo stesso orario.
"Ehi amore" Stefan mi si avvicinò con un sorriso di scuse stampato in faccia, era così carino che non ce la facevo nemmeno a essere arrabbiata con lui "scusa se ti ho un po' ignorata, ma non avevo la pallida idea che Dimitri sarebbe venuto in questa scuola, almeno fino a stamattina, quando mi ha chiamato dandomi la notizia".
Ovviamente gli credevo, lui non mi mentiva mai.
Lo tranquillizzai dicendo che non aveva niente di cui preoccuparsi, e che ero felice che suo cugino si fosse trasferito in città.
Bugia.
Non potevo essere più irritata, visto che quel ragazzo aveva completamente distrutto il mio buonumore mattutino.
A malincuore mi offrii di accompagnarlo a lezione, avendo uguale la stessa ora. Dopo un bacio di Stefan e un sorriso malefico di quella scema di Charlie, ci avviammo verso Storia e Geografia, materia che avevo sempre odiato.
Per tutto il tragitto sentii il suo sguardo su di me, e non sapevo se essere infastidita o lusingata che mi stesse dedicando tutta quell'attenzione, considerando che Charlie era infinitamente più bella. Subito dopo aver formulato quel pensiero mi diedi uno schiaffo mentale, ma cosa mi saltava in mente?!
Dovevo essere decisamente infastidita, visto che suo cugino era anche il mio ragazzo.
Così, sulla porta dell'aula, mi girai di scatto aggredendolo.
"Si può sapere perché mi fissi, e perché mi infastidisci? Non ti conosco, anche se abbiamo in comune Stefan, non ti perdere troppa confidenza" dissi tutto d'un fiato, tendendo stretti i libri come valvola di sfogo.
"Non sapevo fosse vietato parlare e guardare le persone, principessa" ribatté lui guardandomi dall'alto, con l'aria annoiata.
"Non chiamarmi principessa, e cerca di stare lontano da me, non mi piaci" sibilai entrando in classe come un tornado.
Sapevo di essere un tantino acida, e anche un po' ingiusta, considerato che lo conoscevo da poco più di dieci minuti, ma quell'aria da stronzo, il sorriso beffardo sulla faccia e quegli occhi penetranti non mi convincevano per niente, e non ero disposta nemmeno a farmi prendere per il culo da lui.
Entrò il professore e subito dopo Dimitri, che aveva un la faccia soddisfatta e mi guardava divertito.
Cos'aveva fatto?
Lo scoprii esattamente un minuto dopo, quando il professore mi chiamò, mi fece segno di venire alla cattedra, e con l'aria da sono-un-prof-rispettabile mi disse che Dimitri sarebbe stato per un po' seduto al mio banco, vista la relazione tra me e suo cugino pensava che potessi aiutarlo ad ambientarsi.
Perfetto, davvero.
Il mio buonumore aveva cessato di esistere.
  
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