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Autore: MartinaN    26/12/2013    3 recensioni
[Lievi spoilers per The time of the Doctor; Clara e Twelve, post rigenerazione]
«Solo una domanda: sai per caso come si pilota questa cosa?» Chiese il Dottore. Clara boccheggiò e
mosse istintivamente le braccia in cerca di un solido appiglio. Quella domanda, se possibile, l’aveva sconvolta ancora di più della rigenerazione in sé.
«Cosa?!» Esclamò – strillò – la giovane, senza staccare lo sguardo dall’individuo che la fissava con aperta curiosità. Occhi sorprendentemente azzurri e sbarrati, voce più profonda, capelli ricci, volto sconosciuto. Una vera e propria tabula rasa.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 12
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Trovare le parole sembra un’impresa stasera. Sicuramente mi capirete. Lo speciale di Natale mi ha lasciato nel cuore ogni sorta di emozione e c’era questa vocina nel cervello che mi implorava di scrivere qualcosa. Non riuscivo a togliermi dalla testa questa idea, quindi ecco a voi un’ipotetica prima interazione tra Twelve e Clara. Logicamente ogni sorta di caratterizzazione per la nuova incarnazione del Dottore è frutto della mia fantasia: non abbiamo ancora modo di sapere come sarà. Quel che è certo è che mi aspetto grandi cose da Peter Capaldi e questo vuole essere il mio piccolo omaggio al suo neonato arco narrativo.

Ah, dovrei anche specificare che Doctor Who e i suoi personaggi non mi appartengono assolutamente e questa fanfiction è stata scritta per puro intrattenimento personale.

Buona lettura!

Martina

 

The clock is striking twelve

 

«Solo una domanda: sai per caso come si pilota questa cosa?» Chiese il Dottore. Clara boccheggiò e mosse istintivamente le braccia in cerca di un solido appiglio. Quella domanda, se possibile, l’aveva sconvolta ancora di più della rigenerazione in sé.

«Cosa?!» Esclamò – strillò – la giovane, senza staccare lo sguardo dall’individuo che la fissava con aperta curiosità. Occhi sorprendentemente azzurri e sbarrati, voce più profonda, capelli ricci, volto sconosciuto. Una vera e propria tabula rasa.

«Ti ho chiesto se-»

«Ho sentito, intelligentone!»

«In tal caso, avresti potuto rispondermi, invece di fare una domanda retorica.» Puntualizzò il Dottore, sollevando un sopracciglio con aria fin troppo composta. Nel frattempo, il TARDIS pareva essersi calmato e aveva smesso di ondeggiare; ora si limitava a ronzare docilmente.

«Non stiamo andando da nessuna parte. E penso che non ci muoveremo finchè non ricorderai come si pilota questa cosa, quindi non preoccuparti.» Dichiarò infine Clara, sfiorando appena il braccio del Signore del Tempo con la propria mano. Era nervosa, realizzò dopo qualche secondo. Il pensiero le strappò un sorriso amaro: le numerose facce che il Dottore aveva assunto le erano sempre sembrate familiari, ma questa volta la situazione era ben diversa. Lo aveva visto cambiare aspetto davanti a lei, senza avere la minima idea di cosa sarebbe successo negli istanti successivi. Non era stato così per le rigenerazioni passate, niente affatto. Ma, d’altro canto, le aveva sempre seguite e salvate silenziosamente.

«Perché mi stai guardando così, Clara? Ho un aspetto particolarmente sgradevole?» Si informò lui, dissimulando il tono ansioso grazie a una fugace strizzatina d’occhio.

«No, no, non è questo. Sei solo... diverso. E meno giovane di quanto mi aspettassi.» Rispose cautamente. Mi mancano quel mento imbarazzante e quelle sopracciglia inesistenti, pensò, ma non lo disse.

«Oh, i corpi troppo giovani possono essere una seccatura. Ricordi quanto ero goffo? Ora va decisamente meglio.» Affermò il Signore del Tempo. Fece qualche passo e ruotò su se stesso, per poi scivolare platealmente sui vestiti disseminati per terra. Clara si morse il labbro inferiore per non ridere, mentre una parte di lei gioiva immensamente: il suo Dottore era ancora lì, da qualche parte.

«Stupido squilibrio post rigenerazione. Tutta quell’energia rimescola l’endolinfa nei canali semicircolari, sai.»

«Sono un’insegnante di inglese, non una dottoressa.» Fece notare lei, scuotendo il capo in segno di rassegnazione. Alcune cose non sarebbero mai cambiate.

«Naturalmente. Ma ora basta parlare di sciocchezze, ho un quesito importante da sottoporre alla tua attenzione. Come sono i miei capelli?»

«I tuoi... capelli?» Gli fece eco Clara, scrutando attentamente la sua chioma brizzolata e mossa, poi aggiunse: «Beh, sono inusuali.»

«Mi stai dicendo che sono finalmente rossi?» Sussurrò lui, per tutta risposta.

«Temo di no. Sono grigi.»

«Ah.»

Il volto del Dottore pareva la perfetta definizione della parola delusione. La giovane si abbandonò a una risata spontanea e irrefrenabile, ignorando le occhiatacce dell’altro. Sapeva benissimo che le sue guance erano ancora umide a causa delle lacrime, ma non importava, non in quel momento. Stava parlando con un estraneo, ma anche con un vecchio amico. Era una sensazione particolare, non molto semplice da accettare, eppure non era negativa.

«Come ti senti?» Domandò infine, guardandolo negli occhi. Col tempo aveva imparato a interpretare ogni scintillio delle vecchie iridi verdi – anche se il Dottore restava un bugiardo di prima categoria, pieno di misteri e segreti. Era frustrante sapere che ora avrebbe dovuto ricominciare daccapo.

Ha occhi guardinghi, ma più giovani, si ritrovò a pensare, incredula. Non c’era traccia della pacata stanchezza che sembrava accompagnare la precedente rigenerazione. Quello che non mancava era proprio la vivacità.

«La mia ragazza impossibile, sempre così premurosa.» Si limitò a commentare lui, regalandole il primo sorriso del suo nuovo volto. I suoi lineamenti severi si addolcirono per un attimo. Clara avrebbe voluto abbracciarlo, ma si trattenne, perché non era sicura di avere il permesso di farlo – non ancora, perlomeno. Il Dottore parve accorgersi della sua insicurezza e le posò una mano sulla spalla mentre armeggiava con la consolle.

«Sto bene, anzi, benissimo! Magnificamente. Bell’avverbio, non trovi? C’è così tanto materiale da collaudare ed esaminare in questo corpo. Chissà come sono ora i miei gusti culinari.» Affermò, occhieggiando con sospetto la ciotola che aveva ospitato il peculiare binomio di crema pasticcera e bastoncini di pesce.

«Già, immagino che avrai molti viaggi in programma.»

«Per prima cosa dovrò fare un giretto inaugurale con la mia fidata nave. Anche lei ha bisogno di tempo per conoscere il nuovo me. E ho una quantità spropositata di questioni da sistemare!» Il Signore del Tempo si carezzò il mento con fare pensieroso, dopodiché guardò Clara e propose: «Credo che per un po’ non avrò bisogno di te. Potrei passare a riprenderti da casa tra un mesetto o due, cosa ne dici?»

La ragazza spalancò gli occhi e cercò di mascherare lo sconforto che aveva invaso il suo volto. Le aveva promesso di non lasciarla più indietro. Aveva promesso.

«M-ma non... non puoi!» Sbottò in tono offeso. La sua parlantina sembrava averla abbandonata; eppure non le capitava spesso di balbettare, anzi.

«Ha! La brillante Clara Oswald si fa ingannare in un batter d’occhio da questo vecchio furbastro?» Esclamò il Dottore con un ghigno soddisfatto. La giovane tirò uno dei sospiri di sollievo più sentiti della sua intera esistenza, ridendo della propria stupidità. Subito dopo decise che, tutto sommato,  non aveva mai avuto bisogno di alcun consenso per gettare le braccia al collo del Dottore. Quindi lo fece senza ulteriori esitazioni. E, davvero, non c’era nulla di diverso nella stretta del Dottore, o nella sua presenza rassicurante.

«Clara, Clara, abbiamo molto da fare.» Mormorò lui. Per un attimo la sua voce suonò morbida e provata come un tempo.

«Non c’è fretta. Andrà tutto magnificamente

 

 

  
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