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Autore: Cindry Victoria    26/12/2013    1 recensioni
In una piccola isola piena di felicità e gente spensierata, vi era un piccolo villaggio abbandonato da tutti.
Era un villaggio disabitato e senza luce, e le sue strade non venivano percorse da anni. Nel villaggio non c’era anima viva…… c’era solo lei.
Camminava lentamente e senza fare rumore, soltanto il suono dei suoi tacchi si udiva da lontano.
Lei, che non era una ragazza come tutte le altre, era ancora viva.
Era riuscita a scampare alla morte non una, ma ben due volte.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cindry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In una piccola isola piena di felicità e gente spensierata, vi era un piccolo villaggio abbandonato da tutti. Era un villaggio disabitato e senza luce, e le sue strade non venivano percorse da anni. Nel villaggio non c’era anima viva…… c’era solo lei. Camminava lentamente e senza fare rumore, soltanto il suono dei suoi tacchi si udiva da lontano. Lei, che non era una ragazza come tutte le altre, era ancora viva. Era riuscita a scampare alla morte non una, ma ben due volte. il suo nome era Cindry, una dei tanti corpi che a thriller Bark, erano stati utilizzati per gli esperimenti di quel folle) Non aveva un posto fisso in cui stare, finchè non trovò quel piccolo villaggio che sembrava una piccola Thriller Bark, come ricordo del suo soggiorno in quella strana isola per molti anni. Lei, con i capelli biondo lucente, l’unico colore umano di tutto il suo corpo, spiccavano nonostante la grande nebbia di quel posto. Aveva il suo abituale vestitino nero a ricamature e ondeggiante dalla parte del decoltè. Le cicatrici sul suo corpo, su quasi tutti il suo corpo, erano come un segno indelebile della sua esperienza passata. Aveva sulla sua gamba destra il numero che segnava il suo passaggio da umana a zombie, il numero 400. Prima di lei altri 399 uomini e donne avevano patito la sofferenza di quella mutazione. Mentre andava in un ristorante disabitato lì vicino, pensava ancora alla sua esperienza. Come mai non era morta? Perché era ancora viva nonostante Moria avesse richiamato a se tutte le sue ombre nel violento scontro contro Cappello di Paglia? Ebbene, ancora una volta, era colpa di Hogback. Quel folle scienziato che era protagonista di tutte le mutazioni dell’isola compresa quella della nostra Cindry. Lei, che lo aveva conosciuto anche in vita ,non avrebbe mai immaginato che potesse spingersi a tanto. Aveva inventato un marchingegno nel quale poteva richiamare tutte le ombre rubate in passato e farle rientrare nei loro corpi da zombie. Lei, non poteva neanche morire in pace. Era destinata a vivere l’eternità in quel corpo. Andò nel ristorante in cui era diretta, e si sedette. Si mise a giocare con un bicchiere, aveva un espressione malinconica. Aveva ancora nostalgia della sua vita passata, quando era una ragazza felice ed allegra, e quando era una famosa cabarettista. Cosa le rimaneva di quel periodo? Solo il suo vestito, la sua pelliccia che si portava accuratamente sulle spalle. Ora, anche se aveva recuperato la sua indipendenza e il suo cuore era ritornato a battere, era sempre una zombie. Era sempre controllata da un ombra. Aveva emozioni, ma faceva ancora fatica a restare lucida e Moria voleva esercitare ancora un controllo su di lei. Da quando era fuggita da Thriller Bark, non aveva nessuno, neanche chi le dava degli ordini. Ma, un dubbio nella sua testa ora la tartassava. Non le sembrava giusto che molti altri potessero subire quello che stava subendo lei. In più, provava un emozione strana, a cui non riuscì a dare un nome fino a quando capì. Era vendetta. Era odio. Sulle persone che l’avevano portata via dalla sua tomba dove riposava beata, sulle persone che l’avevano trasformata in un mostro, sulle persone che per molti anni l’avevano maltrattata e tartassata di ordini. Allora decise. Si alzò dalla sedia e cercò nella dispensa tutti i piatti che riuscì a trovare, lucidandoli con cura. Avrebbe ucciso Moria e Hogback. Per quanto suicida potesse essere quella missione aveva ormai deciso. Sapeva che con la morte di Moria sarebbe conseguita la sua morte, ma non le importava. Uscì dal ristorante con una pila di piatti in mano. Continuò pacatamente a camminare, e intraprese la sua ultima, fantastica avventura. E mentre camminava, fece un sorriso, il più raggiante di tutti, un sorriso tale che non la fece sentire per un nanosecondo una zombie, ma un umana. Una piccola lacrima le scese dal viso e venne portata via dal vento, mentre lei, continuando a camminare, puntava all’orizzonte.
  
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