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Autore: Giampi96    26/12/2013    4 recensioni
Repost di una mia vecchia storia.
One shot narra il passato umano di C-17 e C-18, poco prima di essere catturati dal Dr Gelo.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 17, 18
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Una moto con a bordo un ragazzo e una ragazza sfrecciava a gran velocità nelle strade solitarie della città del nord.
«Ehi, va più piano!» disse la ragazza terrorizzata.
«Dai, rilassati, se rallentiamo, ci roviniamo tutto il divertimento!» rispose il fratello ridendo.
Nonostante le lamentele della sorella, continuò ad accelerare andando sempre più veloce.
Usciti finalmente dalla città, il ragazzo decise di prendere una scorciatoia passando per i boschi poco fuori città.
«Ehi, sei sicuro che sia una buona idea passare per di qua?»
«Certo, passare per di qua renderà il tutto più divertente.»
«Ma se non sai nemmeno dove stiamo andando!» sbottò lei.
Lui sbuffò, scocciato. «Dai non c’è nulla da temere, fidati di me.»       
La ragazza non replicò, tanto sapeva che sarebbe stato tutto inutile. Quando il fratello si metteva in testa qualcosa, non c’era verso di fargli cambiare idea.
Non cambia mai, pensa sempre a divertirsi. pensò la ragazza.
Dopo essersi inoltrati nel bosco, la moto dei due ragazzi cominciò a rallentare fino a fermarsi. 
Dalla moto cominciò a uscire del fumo, segno che il motore si era rotto. 
«Ehi, che succede?» chiese preoccupata la ragazza.
«Credo che la moto si sia rotta, a quanto pare dovremo proseguire a piedi.»
«Basta giocare, usciamo da qui, questo bosco non mi piace!» urlò lei, impaurita da quel bosco.
Era lugubre e tetro e sembrava non esserci vita per chilometri. Dava più l’impressione di essere una foresta.
«Si può sapere perché sei così preoccupata?»
«Ecco… io ho sentito una cosa riguardo questo bosco, mentre eravamo in città.»
«Cosa?»
Lei mandò giù la saliva a fatica. Sussultò. «La gente parlava di uno scienziato pazzo che abitava da qualche parte in questo bosco, e insomma, io ho paura, quindi ti prego usciamo da qua?»
«E va bene, dai troviamo una via d’uscita.» disse lui esasperato. Non sembrava credere a quella storiella.
Si sa, le leggende come quelle sono per spaventare i bambini.
Tuttavia, scelse di accontentare la sorella. Decisero di proseguire a piedi, poiché ormai la moto era inutilizzabile. In quel momento non sapevano nemmeno dove fossero di preciso, potevano affidarsi solo alla fortuna sperando di trovare un’uscita al più presto.

Purtroppo la ragazza non si sbagliava, a quanto pare in quel bosco c’era davvero qualcuno. Qualcuno che proprio in quel momento li stava osservando attraverso alcune telecamere nascoste.
«Scienziato pazzo…La gente non capisce nulla, io sono un genio.» commentò lo scienziato, stizzito.
Camminando su e giù per il suo laboratorio continuò a osservare i due ragazzi muoversi, ora che erano lì non poteva di certo lasciarli andare via così.
«Potrebbero tornarmi utili per il mio esperimento finale, mi servivano giusto delle cavie umane.»
Il vecchio scienziato aveva trovato delle cavie adatte a lui, non li avrebbe mai lasciati andare via. Fece una risata malefica e uscì dal laboratorio. Si avviò alla ricerca dei due ragazzi, conosceva quel bosco come nessun altro, li avrebbe trovati, dopotutto ci abitava.

«È un bel po’ che camminiamo! Dov’è l’uscita di questo dannato bosco!» urlò la ragazza.
«Rilassati, prima o poi troveremo l’uscita. Non pensare a quelle sciocchezze che hai sentito in città, è un bosco come gli altri, non c’è nulla di cui aver paura.»
«Spero sia vero.»
Il ragazzo cercò di rassicurare la sorella con quelle parole, ma dentro di sé anche lui sapeva che forse un fondo di verità in quella storia c’era.
I due continuarono a camminare senza meta, entrambi speravano di trovare al più presto una via d’uscita da quel bosco così cupo e misterioso.
 
Lo scienziato dopo pochi minuti era arrivato alla moto dei due ragazzi ormai abbandonata.
Del fumo non c’era più traccia, così dei due ragazzi che cercava. Strizzò gli occhi e fece un’osservazione. «Non possono essere andati molto lontani senza questa. Li raggiungerò, non possono sfuggirmi»
A quel punto il vecchio scienziato tirò fuori dalla sua tasca un telecomando, aveva un solo pulsante e non ci pensò due volte a premerlo.
«Bene, ora tutte le trappole sono attive. Così sarà uno scherzo catturarli, solo io so dove sono le trappole, non mi sfuggiranno.»

«Sono stanca, fermiamoci un attimo.»
Lui guardò la sorella annoiato. «Dai su, se ci fermiamo ora, sarà peggio, continuiamo a cercare un’uscita.»
I due avevano camminato per un’ora intera senza trovare una via d’uscita. La speranza non sembrava aver abbandonato il ragazzo, al contrario della sorella. Lui in testa, continuò a camminare.
Quel bosco sembrava infinito.
A un certo punto senza accorgersene la ragazza inciampò su una corda nascosta nell’erba.
«Ehi, tutto bene?»
«Sì, non è nulla.» lo rassicurò lei.
Purtroppo quella corda non era lì per caso. Proprio nel momento in cui la ragazza inciampò su di essa, delle frecce uscirono da alcuni alberi non molto distanti da lì e iniziarono a dirigersi ad alta velocità verso i due ragazzi. Una di esse si conficcò nella gamba del ragazzo.
«Ah, dannazione, la mia gamba!» urlò il ragazzo.
«Ehi, che ti succede?!» chiese agitata la sorella
«Non è niente.» con un gesto impulsivo il ragazzo afferrò la freccia conficcata nella sua gamba e la estrasse con forza. «Ecco fatto.»
«Che diavolo fai?!» sbraitò lei vedendo il sangue fuoriuscire dalla ferita del fratello.
«Non preoccuparti, va tutto bene. Tu cammina, io ti seguo»
«Sei sicuro di potercela fare?!»
«Sì, non preoccuparti, tu vai.»
La ragazza non obiettò oltre e andò avanti.
Dopo qualche metro, il ragazzo stramazzo al suolo esausto, non riusciva più a camminare in quelle condizioni.
«Vai, non preoccuparti per me. Lasciami pure qui.»
La ragazza senza dire nulla, sollevò il fratello da terra e lo aiutò a camminare
«Ehi, ma cosa…»
Prima che potesse terminare la frase la sorella lo zittì. «Sta zitto, ora ci penso io, non ti abbandonerei mai e poi mai.»
con determinazione la ragazza cominciò a trasportare il fratello proseguendo nel bosco, ma dopo non molto, cominciò a essere stanca.
«Fammi riposare un secondo.»
«Avevi ragione tu, qui c’è davvero qualcuno, non pensare a me, vattene finché sei in tempo»
La ragazza ignorò completamente il fratello. Dopo essersi riposata un attimo, cominciò a trasportare di nuovo il fratello, ma prima che potesse fare anche un solo passo, i due si accorsero di non essere più soli.
«Dove andate così di fretta?» Chiese il vecchio scienziato con un ghigno stampato sul volto.
A quanto pareva, li aveva raggiunti e senza neanche troppe difficoltà.
«Chi diavolo sei?» chiese il ragazzo con tono arrogante
«Io sono il Dr. Gelo, quello che sentivate in città era vero. C’è davvero uno scienziato in questo bosco e sono io.»
«Bene, e cosa vuoi da noi?!»
«Lo scoprirete presto, ora vi conviene venire senza opporre resistenza.»
Senza aggiungere altro, il Dr Gelo, senza dire altro cominciò ad avvicinarsi ai due ragazzi.
«Ehi sorellina, stammi a sentire» disse improvvisamente il ragazzo.
Lei spostò lo sguardo su di lui, sul punto di piangere. «Dimmi…»
«Io ora lo distraggo così avrai tempo per scappare, ormai io non posso più camminare. Ti prego, almeno tu devi scappare.»
Vedendo lo sguardo deciso del fratello, la ragazza non obiettò. A quel punto aspettò il momento giusto per scappare.
Il ragazzo senza farsi vedere dallo scienziato raccolse un po’ di terra e appena ebbe l’occasione gliela lanciò in faccia.
«Ora! È il tuo momento, scappa!»
La ragazza senza pensarci due volte cominciò a correre. Senza guardarsi indietro e fuggendo tra gli alberi e i cespugli.
Il Dr Gelo si riprese in fretta e sferrò al ragazzo un pugno micidiale in pieno volto atterrandolo.
«Brutto moccioso, come hai osato!»
Non poteva permettere che la ragazza scappasse. Legò il ragazzo con una corda per non farlo scappare e corse subito dietro alla ragazza, doveva prenderla.
«Se le fai del male, me la pagherai!» urlò il ragazzo al vecchio scienziato mentre si allontanava sempre più.
Lo scienziato non si curò minimamente della minaccia del ragazzo e proseguì oltre.

Dopo qualche minuto la ragazza si fermo per riposare un po’, aveva corso abbastanza e ormai pensava di aver seminato il suo inseguitore. Ansimò e si portò una mano sul cuore.
«Non ce la fai più, vero?»
«Come diavolo hai fatto a raggiungermi?» chiese la ragazza respirando a fatica
«Questo è il mio bosco e lo conosco meglio di chiunque altro. Non avrai davvero pensato di potermi sfuggire vero?»
La ragazza senza dire nulla, si girò verso il Dr Gelo. Questo suo gesto fece capire che si era arresa, ormai non poteva più scappare.
«Bene così, vedo che sei intelligente. Ora andiamo a prendere tuo fratello.» disse, prendendola per un braccio e portandola con sé.
I due arrivarono al luogo in cui il Dr Gelo aveva legato il ragazzo ma di lui nessuna traccia. Le corde erano a terra. Macchie di sangue ovunque e scie che portavano in diverse direzioni. Impossibile stabilire dove fosse andato.
«So che sei ancora qui ragazzo, in quelle condizioni non puoi esserti allontanato molto, vieni fuori o sarà peggio per tua sorella»
Non ottenendo nessuna risposta e non vedendo il ragazzo allora il Dr Gelo decise di passare alle maniere forti. Tirò fuori una pistola e la puntò sul volto della ragazza.
«Vieni fuori altrimenti la ucciderò, non lo ripeterò di nuovo.»
Vedendo quella scena il ragazzo non poté fare altro che obbedire e uscire allo scoperto.
Era ancora lì, nascosto tra gli alberi.
«Sta fermo, mi arrendo, ma lasciala stare!»
«Bene, vedo che ci tieni a tua sorella, bravo.»
A quel punto il Dr Gelo liberò la ragazza dalla sua presa e fece cenno ad entrambi di camminare, la ragazza fu costretta a sorreggere il fratello che ormai si reggeva a fatica in piedi.
«Dove stiamo andando, vecchio?» Chiese il ragazzo con tono arrogante.
Il Dr Gelo non rispose, si limitò a fare cenno di non fermarsi.

Dopo una lunga camminata, finalmente arrivarono a destinazione.
«Benvenuti nel mio laboratorio, visto che prima ci tenevate a saperlo, ora vi dirò cosa vi aspetta.»
I due ragazzi rimasero in silenzio aspettando una spiegazione da parte dello scienziato.
«Ho bisogno di cavie per il mio esperimento principale, ovvero costruire dei cyborg usando una base umana e voi due siete perfetti, poi mi ringrazierete.»
A quelle parole i due ragazzi spalancarono gli occhi terrorizzati. Impauriti da cosa quell’uomo avesse in serbo per loro.
Riacquistando nuovamente la ragione, il ragazzo reagì.
«Tu sei pazzo, perché mai dovremmo ringraziarti per questo, noi non vogliamo niente del genere!»
«Non è una vostra scelta, ho solo risposto alla vostra domanda, ad ogni modo siete fortunati, quando vi trasformerò in cyborg sarete molto forti, nessuno vi fermerà e avrete la vita eterna. Cosa c’è di meglio?»
«Sei un folle!» Urlò la ragazza terrorizzata.
«Ora sarà il caso di dormire per voi due, al vostro risveglio sarete cyborg. Tu ragazzo sarai Cyborg 17, C-17 e tu mia cara sarai Cyborg 18, C-18. E adesso…»
Il Dr Gelo tirò fuori due siringhe e le iniettò ai due ragazzi.
«Con questa dormirete per ore, il tempo necessario per la trasformazione in cyborg.»
I due ragazzi cominciarono lentamente a perdere i sensi.
«Me la pagherai vecchio, io mi vendicherò, ti do la mia parola.»
Quelle furono le ultime parole pronunciate dal ragazzo, prima che entrambi cadessero al suolo privi di sensi.
Non sapevano cosa sarebbe successo di preciso ma una cosa era certa, l’avrebbero fatta pagare al Dr Gelo.
  
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