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Autore: geval    27/12/2013    3 recensioni
"Cosa potrebbe succedere ad un cuore puro, se diventasse improvvisamente nero come la pece?"
Ero annoiato ed ho scritto questa semplice storia in circa 60 minuti, una mia amica (Saku88s) ne è rimasta colpita e mi ha consigliato di postarla qui. Non credo di essere particolarmente bravo, leggo pochissimi libri ed avevo il 4 fisso in italiano, giudicate voi :)
PS: la formattazione fa schifo, chiedo scusa in anticipo.
Genere: Dark, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un tardo pomeriggio autunnale, di mercoledì. La pioggia scendeva vigorosamente da un cielo colmo di funeree nubi, rimbalzando sugli ombrelli aperti degli onesti lavoratori che tornavano frettolosamente alle loro abitazioni per riempire i loro stomaci, chi con deliziose leccornie fatte in casa dall'amorevole consorte, chi con squallidi cibi surgelati acquistati nel fedele supermercato vicino casa. Eppure c'era un ragazzo seduto su di una panchina. Era solo e senza ombrello, i suoi vestiti completamente zuppi d'acqua piovana. Il suo nome era Josh, e sembrava che il meteo avverso non lo perturbasse minimamente. I suoi occhi color nocciola erano persi nel vuoto, come cercassero di scrutare qualcosa oltre l'orizzonte. La sua mente era annebbiata da pensieri confusi, il suo cuore distrutto come perforato da mille pugnali. Josh sapeva, senza l'ombra di alcun dubbio, di aver appena passato la peggior giornata della propria vita, lunga fin qui appena un quarto di secolo. Durante la mattinata era stato licenziato. Brutalmente. Senza preavviso. "Tutta colpa delle ristrettezze economiche", gli dissero. "Ci dispiace molto, ma dobbiamo pur tagliare qualcuno", gli dissero. "VAFFANCULO!", pensò lui, ma non lo disse, perché per tutta la vita era sempre stato così, un ragazzo calmo e tranquillo. Forse fin troppo. Ma il ritorno a casa fu persino peggiore. "Cosa c'è di peggio che perdere il lavoro di punto in bianco?", potreste obiettare voi. "Trovare tre dei tuoi migliori amici che si fottono la ragazza che devi sposare fra 2 mesi in tutte le posizioni possibili, per esempio", così risponderebbe Josh alla precedente affermazione. Ma anche dopo tale malefica visione, il giovane non esplose. Si limitò ad andarsene nel più totale silenzio. Fu talmente silenzioso che nessuno dei quattro si accorse della sua presenza. Si limitò ad andare al parco dietro l'angolo, scelse una panchina libera, e si sedette su di essa. Per ore. Pensando su quale sarebbe stato il suo passo successivo, pensando a cosa fare. Urlare a squarciagola sarebbe potuto servire, ma non ci riusciva. Affrontare di petto il problema sarebbe stata la migliore idea, ma non ne aveva il coraggio. Suicidarsi sarebbe stata la soluzione più facile, ma non ne aveva la forza. Era un ragazzo perso. Il mondo gli era crollato addosso, schiacciandolo sotto un peso insostenibile, rendendolo inerme. La felicità che aveva conquistato a fatica era sfuggita in tutta fretta dalle sue dita, che ora si limitavano a stringere il nulla più totale. -Se solo fossi più forte...-, disse fra se e se, con voce apatica e priva di qualsiasi inflessione. -Io posso renderti più forte, se lo desideri.-, gli rispose una voce molto profonda, quasi raccapricciante. Josh riprese possesso delle facoltà cognitive e si guardò attorno, un po' incuriosito, un po' spaventato. Ma non vide nessuno. "Fantastico, ora ho pure le allucinazione. Gran giornata, non c'è che dire...", pensò fra se e se in un misto di ironia e profonda tristezza. -Non hai alcuna allucinazione. Guarda meglio.-, disse ancora la stessa voce di prima, sempre con lo stesso tono quasi infernale. Il giovane, visibilmente spaventato, si alzò in piedi di scatto, girò velocemente il proprio sguardo di trecentosessanta gradi, scrutando ogni angolo alla ricerca del proprio interlocutore, ma non vide nessuno. Nessuno che camminava. Nessuno seduto in qualche altra panchina. Nessuno nascosto dietro ad uno degli alberi vicini a lui. Non c'era letteralmente nessuno in quella zona del parco, a parte lui. Poi finalmente lo vide. Era vicino ai suoi piedi, e non si capacitò del come potesse non averlo visto precedentemente. Un piccolo cristallo. Grande come una pallina da golf. Nero come l'oscurità più profonda. Per quanto assurdo potesse sembrare, egli capì immediatamente che era stato quel particolare oggetto a comunicare con lui, come fosse magico. -Raccoglimi.-, comandò il cristallo. Josh, dopo qualche secondo di titubanza, decise di assecondare la richiesta. I suoi occhi erano completamente rapiti dalla piccola pietra. Era la cosa più bella che avesse mai visto in vita sua. E trovare una cosa così bella, in un giorno così brutto, non poteva essere una coincidenza. Abbassò la mano sinistra, la stessa che utilizzava per scrivere fin da quando era bambino, ed afferrò il cristallo fra pollice ed indice. Poi lo fece rotolare fino ad adagiarlo sul proprio palmo aperto.-Stringimi.-, disse la gemma, con voce suadente ma allo stesso tempo demoniaca. Josh obbedì. In un breve, quanto intenso istante, l'energia della pietra fuoriuscì di colpo, pervadendo l'intero corpo del giovane, che nonostante tutto non era minimamente spaventato. Dopo qualche secondo, aprì la mano sinistra, rivelando il cristallo. Era trasparente, svuotato di tutto il proprio colore. Josh aprì gli occhi, non più nocciola, bensì rossi come il fuoco di mille alberi che bruciano allo stesso momento. -Quando un cuore puro verrà privato di ogni barlume di speranza, io potrò camminare nuovamente su questa terra. Questo è quello che predissero.-, disse il ragazzo, con lo stesso tono vocale che la pietra aveva precedentemente utilizzato con lui. -Quel giorno è finalmente arrivato.-

  
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