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Autore: Axelle_    27/12/2013    3 recensioni
Aria amava la stanza di Harry. Le pareti blu tappezzate di poster dei Beatles, la collezione di cd riposti sullo scaffale accanto alla scrivania. L’unica cosa che in ordine, notò divertita.
Aria si sedette sul bordo del letto. Le lenzuola sapevano di pulito e di lui.
Harry trafficò per una ventina di secondi dentro il suo armadio, prima di tirarne fuori un grosso pacco.
“L’ho incartato io e tutto il resto” la informa posandole il regalo –più pesante di quel che pensava- sulle gambe. Si gratta il collo imbarazzato e aspetta che dica qualcosa.
Aria notò che, in effetti, la carta era attaccata spiegazzata e tenuta insieme da varie strisce di scotch.
E le sembrava il regalo più bello che avesse mai ricevuto.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Free to fly away.
 
Choose your last words, this is your last time, ‘cause you and I, we’re born to die. – Lana del Rey.
 

Cinque.
Seduti in cerchio, i ragazzi si guardavano l’un l’altro. I sorrisi che aspettavano di aprirsi sui loro visi.
Quattro.
Gli occhi brillavano impazienti.
Tre.
Le luci di Natale, ancora appese lungo le pareti della casa, creavano dei strani giochi sulle loro figure.
Due.
Il conto alla rovescia uscì in un sussurro dalle labbra sottili di Aria.
Uno.
Gli occhi verdi di Harold incrociarono quelli della ragazza. Entrambi si sorrisero.
 
Il rumore dei fuochi d’artificio sparati alti nel cielo rimbombò nelle pareti della casa.
“Buon anno!” le voci dei cinque amici si accalcarono l’una sull’altra, eccitate e allegre.
Si abbracciarono e urlarono, ma Aria rimase in disparte.
Una mano appoggiata sul cuore, sopra il maglioncino bordeaux e l’altra giocava con la lunga collanina a forma di aereoplanino.
 
Due braccia la avvolsero da dietro. “Buon anno, uccellino”.
Uccellino. Aria si voltò verso il ragazzo e lo strinse a sé, facendosi travolgere dal suo profumo. “Buon anno Harry” gli sussurrò all’orecchio.
Le dita del ragazzo si intrufolarono tra i suoi lunghi capelli castani e cominciarono ad attorcigliarli scherzosamente.
I loro corpi si staccarono e con la coda nell’occhio Aria notò Augustus, già piuttosto ubriaco, travolgere Caitilin.
Aria scosse la testa divertita dalla scena.
 
Harry le afferrò delicatamente la mano e le sorrise apertamente, lasciando spazio alle fossette che scavarono le sue guance arrossate.
“Posso avere l’onore di essere il primo a darti il tuo regalo di compleanno?”
Aria rimase leggermente sorpresa. “Avevo detto che non volevo regali”.
Harry alzò le spalle e la guardò sottecchi. “Dovresti sapere ormai che non faccio mai ciò che dici”.
Aria spalancò la bocca, mezza offesa, e gli rifilò uno schiaffo sul braccio con la mano libera. Il ragazzo rise divertito, strinse la presa e le fece cenno col capo di salire al piano di sopra.
 
Aria amava la stanza di Harry. Le pareti blu tappezzate di poster dei Beatles, la collezione di cd riposti sullo scaffale accanto alla scrivania. L’unica cosa che in ordine, notò divertita.
Aria si sedette sul bordo del letto. Le lenzuola sapevano di pulito e di lui.
Harry trafficò per una ventina di secondi dentro il suo armadio, prima di tirarne fuori un grosso pacco.
“L’ho incartato io e tutto il resto” la informa posandole il regalo –più pesante di quel che pensava- sulle gambe. Si gratta il collo imbarazzato e aspetta che dica qualcosa.
Aria notò che, in effetti, la carta era attaccata spiegazzata e tenuta insieme da varie strisce di scotch.
E le sembrava il regalo più bello che avesse mai ricevuto.
 
“E’ il pensiero che conta” gli dice dolcemente.
Alle orecchie di uno sconosciuto poteva sembrare una frase fatta, ma Harry sapeva che lo intendeva veramente. I suoi occhi verdi si abbassarono al suolo.
“In effetti” inizia a dire, raggiungendola sul letto. “Appena l’ho vista ho subito pensato a te.”
In quel momento toccava ad Aria essere imbarazzata, ma cercò di non darlo a vedere.
“Ora sono proprio curiosa”. Scartò il pacco con delicatezza e aprì il coperchio della valigetta.
“Oh” quell’espressione di puro stupore le sfuggì dalle labbra. Con un po’ di fatica tira fuori il suo regalo e se lo posa in grembo, poggiando la scatola di fianco a lei. Una macchina da scrivere.
Piuttosto vecchia, nota Aria, ma in ottime condizioni. Nera, lucida e con i tasti leggermente ingialliti dal tempo. E un foglio bianco in mezzo ad essa, pronto per essere riempito di parole.
Le labbra delle ragazza si incurvarono in un sorriso, e di riflesso fecero così anche quelle di Harry.
“Grazie” mormorò Aria con difficoltà. Sentiva le lacrime spingere agli angoli degli occhi, ma si trattenne.
“M-ma cosa potrò mai scrivere?”.
Harry indicò la macchinetta a Aria acconsentì, e la girò verso di lui.
Le sue dita lunghe si mossero velocemente e senza indugi sui tasti.
L’inchiostro nero dipinse con precisione una scritta sul foglio immacolato.
“Scrivi su di noi.”
  
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