27/12/2013
6 recensioni
"Don't get too close
It's dark inside
It's where my demons hide."
It's dark inside
It's where my demons hide."
Narcisismo: termine utilizzato per descrivere un concetto centrale della teoria psicoanalitica, un disturbo mentale, un problema sociale o culturale, o più semplicemente un tratto della personalità. O ancor più semplicemente, il problema di Styles.
Era spavaldo, ricco, viziato e chi più ne ha più ne metta. Non vedeva nulla e nessuno al di fuori di sè, si credeva un Dio sceso in terra, insofferente a tutto, si limitava ad amare se stesso e la sua reputazione, dato che era veramente popolare a scuola.
Un vero narcisista.
Anche se andavamo nello stesso Istituto da quattro anni, non sapevo ancora il suo nome. Non potevo neanche origliarlo nei corridoi, visto che solo il suo cognome, era sulla bocca di tutti in ogni dove. Si faceva chiamare solo Styles.
Il suo opposto? Ero io, Megan Evey, non mi interessava la popolarità, nè fare colpo su tutte le persone della scuola (come nel suo caso), io ero semplicemente me stessa, se non ero al centro dell'attenzione non ne facevo affatto una tragedia, ne ero piuttosto sollevata.
Le elezioni sul rappresentante d'istituto, si sarebbero tenute a breve e indovinate chi c'era tra i candidati?
«Styles, pronto a conquistarli?»
Passeggiando tra il corridoio della mia scuola, una voce mi giunse subito alle orecchie. Non era di certo di una persona a caso, quella voce era di Louis Tomlinson, il migliore amico di Styles.
Conquistarli? - Pensai. Ci sarebbe riuscito, con il suo charm, il suo atteggiamento spavaldo, le sue occhiate che ti uccidevano letteralmente.
Quel ragazzo, era tanto egocentrico quanto bello, ma non per questo aveva il diritto di comportarsi così.
L'attesa era finita, Styles era salito sul palco a conquistare la folla.
«Vi chiederete perché mi sono candidato. Vi chiederete perché voi dobbiate votarmi. » Sospirò guardando la calca di studenti che si era formata. «Perché sono bello? Ricco? Figlio di un giornalista televisivo molto famoso? La risposta è: certo che sì!» Esclamò.
Tutti lo acclamarono, applaudirono, urlarono.
Io rimasi leggermente impressionata, non credevo che tutti gli studenti della scuola fossero stupidi.
A quanto pare, io ero l'unica a guardarlo male ed a non applaudirlo.
Mi guardai intorno tra l'enorme massa di idioti che mi circondava, rendendomi conto che non ero la sola a stare seria.
Hannah Whoot, stava guardando Styles con tutto l'odio possibile, tramite un solo sguardo, che io avevo capito.
Aveva sempre odiato Styles, sapeva bene che tipo di ragazzo era. Tutti lo sapevamo, ma lei lo odiava con tutto il cuore.
Hannah era una ragazza molto particolare, giravano voci davvero strane su di lei, alcune dicevano che fosse una strega. In teoria, non ne sarei stata sorpresa.
Si vestiva in modo tetro, nero, cupo. Aveva uno strano tatuaggio sul lato destro del viso, una mezzaluna. Ne troppo grande da coprire tutto il volto, ne troppo piccolo. Però, nessuno sapeva la verità.
Hannah, uscì di fretta sbattendo la porta dell'auditorium, gli studenti però, erano talmente concentrati sul presuntuoso della situazione, che non si accorsero di nulla.
L'auditorium era ormai vuoto e le elezioni erano concluse con i risultati. Risultati che tutti si aspettavano.
Styles, aveva vinto.
Nei corridoi tutti parlottavano agitatamente, quel ragazzo li aveva stregati con le sue idiozie da riccone viziato.
In verità, mi dava fastidio, ovviamente, della sua vincita. Anche io mi ero offerta candidata, eppure avevo ottenuto solo il dieci percento dei voti, mentre lui, il restante novanta. Ma non ero affatto stupita, dopotutto lui era Styles.
Non mi dava fastidio il fatto che io non ero la rappresentante, mi dava fastidio che lo fosse stato lui e nessun altro.
«Visto! Ce l'hai fatta ancora, sei un grande. Il mio mito.»
La voce di Tomlinson, ancora una volta aveva rimbombato tra i corridoi, raggiungendo anche me.
«Lo so Louis, lo so. Sono il migliore.» Affermò rispondendo all'amico.
Alzai gli occhi al soffitto e feci una smorfia indignata, li riportai poi sulle mie mani che stavano ancora tenendo la schedina elettorale. La strappai in piccoli pezzetti e la buttai infuriata nel cestino.
Notai le pareti, ricoperte dai manifesti con la faccia di Styles, a loro volta colorati da un pennarello nero. L'inchiostro percorreva solo sul viso, rendendo il manifesto un brutto spettacolo.
Avevo un'idea su chi poteva essere stato a compiere quell'azione.
Hannah Whoot, se ne stava in un angolo visibile a tutti, mentre giocherellava con un pennarello nero, rigirandoselo di tanto in tanto tra le mani.
Styles dopo aver notato la sua faccia ricoperta di inchiostro, si guardò intorno e il suo sguardo si fermo dritto su di lei.
«Mi hai reso così brutto sui manifesti, perché non ti piaceva l'idea che tu eri l'unica cessa qui dentro? Vero?»
Mi ero dimenticata di precisare che era anche maleducato, ma questo, si poteva immaginare.
Hannah, rise tranquillamente, non curante.
«Ma al rappresentante di Istituto, non dovrebbe importare dell'istituto? Mh, Styles, perché hanno scelto te? La persona più egoista e presuntuosa che ci sia su questo pianeta?» Inarcò un sopracciglio, continuando a parlare. «Il posto poteva averlo Megan Evey, lei sì che si sarebbe comportata adeguatamente. Non credi anche tu?»
Adesso io che cosa centravo? Perché mi aveva messo in mezzo?
Andai verso di loro e cercai di parlare. «Oh, no. Non mi interessava più di tanto. Non mettermi in mezzo a questa storia.»
Styles si girò, mi lancinò con il suo sguardo agghiacciante, fissandomi fortemente con quegli occhi intensi, dal colore dello smeraldo. Rimasi un attimo incantata dalla sua bellezza infinita, ma poi tornai in me, pensando che dentro non era bello così come lo era fuori.
«Senti Whoot, perché non sparisci?» Le disse semplicemente.
«Con vero piacere, Styles.» Ribattè, rigando via sui suoi tacchi vertiginosi, laccati di vernice nera.
«Così, Megan giusto? Ti eri offerta come candidata. Non lo sapevo. Ad una ragazza bella come te avrei forse ceduto il posto.»
Lo guardai allibita e poi feci una breve risata. «Pensi solo alla bellezza Styles? Non mi interessa di quel posto, puoi tenerlo quanto vuoi.»
Sorrise. Il suo sorriso era qualcosa di magnifico, se non fosse stato così sicuro di sè, gliel'avrei anche detto apertamente.
«Mmh, come vuoi allora.» Sospirò. «Però, rimani sempre una bella ragazza. Se ti invitassi ad uscire?»
«Se tu mi invitassi..? Cosa..?» Risi più di prima. Poi mi fermai e cercai di restare seria.
Aveva davvero avuto il coraggio di chiedermelo?
«Se tu mi invitassi ad uscire, io non accetterei, semplice.»
«Io insisterei.» Affermò spavaldo. Abbozzai un sorriso strafottente.
«A quel punto scapperei.»
Si avvicinò al mio orecchio lentamente, per poi sussurarmi: «Ti troverei.»
Rimasi impietrita, mentre lui mi sfiorò il fianco con la sua mano per poi andarsene via dal corridoio.
Non ero affatto spaventata, sapevo bene che era ironico, ero piuttosto sopraffatta. E di sicuro, ero arrossita.
Styles, mi aveva appena sfiorato un fianco. Roba da non credere.
-
Hola a tutti(?)
Spero che l'inizio vi piaccia, ero molto indecisa se pubblicare o no questa fanfiction. Alla fine, ho deciso ed eccomi qua.
Non è la prima volta che scrivo, ma ho comunque il terrore che non vi piaccia. Magari fatemi sapere cosa ne pensate, con una recensione c:,
onedsangel.
(grazie a Teresa, la mia amica che mi ha consigliato il nome per la protagonista.
grazie ad Alice, l'altra mia amica, che mi ha 'aiutato' con il titolo. love ya♥♥)