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Autore: goldsil93    27/12/2013    1 recensioni
Ci fu un momento, prima della partenza verso il Ministero della Magia, verso la morte che lo attendeva, in cui Sirius sedette, allo stipite di entrata del numero 12 di Grimmauld Place, rivisitando la sua vita, come in un film.
C’erano grandi differenze che separavano la sua persona, grandi eventi che avevano cambiato Sirius, da quando era un bambino, a quando era entrato a Hogwarts, da quando aveva per la prima volta affrontato la guerra, a quando aveva subito le torture di Azkaban, dal momento in cui aveva ritrovato il suo figlioccio, a quello stesso istante, in cui il terrore per la vita di Harry gli stringeva il petto e gli impediva di usare la logica.
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Le vite di Sirius Black
 



Ci fu un momento, prima della partenza verso il Ministero della Magia, verso la morte che lo attendeva, in cui Sirius sedette, allo stipite di entrata del numero 12 di Grimmauld Place, rivisitando la sua vita, come in un film.

C’erano grandi differenze che separavano la sua persona, grandi eventi che avevano cambiato Sirius, da quando era un bambino, a quando era entrato a Hogwarts, da quando aveva per la prima volta affrontato la guerra, a quando aveva subito le torture di Azkaban, dal momento in cui aveva ritrovato il suo figlioccio, a quello stesso istante, in cui il terrore per la vita di Harry gli stringeva il petto e gli impediva di usare la logica.

Sirius era stato un bambino allegro, con grandi sogni e una famiglia che aveva piani fin troppo grandi per lui, fin troppo diversi dalle sue idee, già prevalentemente formate nella sua mente. Non intendeva ribellarsi alla sua famiglia, semplicemente sentiva dentro di sé di essere destinato a ben altre cose, avere un destino ben diverso da ciò che i suoi genitori avevano preparato.

Adorava ascoltare la musica Babbana, aveva ringraziato zio Alfie per mesi dopo che gli erano stati regalati dei dischi Babbani, che a lui piacevano da impazzire. Era un particolare tipo di magia, quello dei Babbani, secondo Sirius. Loro non usavano bacchette, gli aveva insegnato lo zio Alfie. Loro traevano la loro magia direttamente dall’ingegno, dall’elettricità, dalle forze naturali.

Neanche ricordava quante volte aveva lasciato che suo fratello lo raggiungesse in camera sua, quando non riusciva a dormire e le minacce dei loro genitori spaventavano il più piccolo fino a togliergli il sonno. Erano stati inseparabili, nonostante Regulus fosse un figlio molto migliore di lui, un figlio molto più amato. E Sirius aveva seriamente pensato che sarebbe diventato proprio come lui.

Sirius, a scuola aveva mantenuto la sua allegria, aveva mantenuto i suoi sogni, ma con l’adolescenza erano arrivate le ragazze, con l’arrivo a Hogwarts e l’entrata nella Casa di Grifondoro gli amici, il disonore della famiglia che lo voleva in Serpeverde, con il successo e la popolarità una lieve arroganza e un senso di invincibilità.

Flirtava con le ragazze, si muoveva come se fosse il re della scuola, si vantava delle proprie conquiste, ignorava ciò che le persone dicevano di lui. Non gli importava; o almeno così diceva. Aveva troncato completamente i rapporti con la sua famiglia, non si curava delle persone di cui si attorniava suo fratello e tentava di far finta che il piccolo Regulus non esistesse, dopo la delusione che si era rivelato, con la sua ‘perfezione da Serpeverde’.

Hogwarts era il suo regno, qualsiasi cosa facesse, sapeva che sarebbe sempre stato il benvenuto tra quelle mura, assieme ai suoi compagni di avventure. E aveva paura, Sirius. Temeva il momento in cui avrebbe dovuto crescere, affrontare la vita reale, prendersi le sue responsabilità; voleva essere giovane per sempre, a quel punto, come quel Peter Pan, delle storie Babbane che lo zio Alfie gli aveva letto quel che sembrava una vita prima.

Poi si diplomò, e la guerra lo colpì, più forte che potesse.

Cominciarono le perdite, e ad ogni perdita il dolore si faceva più forte. Perse suo fratello, e nonostante non mostrasse a coloro che gli stavano vicini alcun segno di interesse, dentro di lui il dolore c’era, il vuoto si sentiva, la perdita significò perdere una parte di lui. Sirius aveva perso il fratello che diceva di aver già perso da anni; ma quel giorno, il giorno di quella lettera, aveva significato la fine della speranza, la fine di ogni cosa.

Nei mesi successivi le perdite si moltiplicarono. Amici, compagni, coetanei e colleghi molto più esperti di neo diplomati morivano. Poi una nuova lettera. Da Walburga Black, sua madre. E una nuova chiusura in se stesso. Suo padre era morto. No, certo non poteva avere una coccarda per padre migliore del mondo, ma era un genitore di certo migliore di Walburga, che perfino in quella lettera era riuscita a trasmettergli l’odio che provava per il suo stesso figlio, che nemmeno riconosceva come tale, a quel punto.

Comprese che Peter Pan era solo una favola, non poteva essere reale. Fu costretto a crescere, ad affrontare la vita reale, prendersi le sue responsabilità. Ammise a se stesso di essere disposto a dare la vita per i suoi migliori amici. Gravò su di lui il ruolo di padrino del piccolo Harry, un sollievo nei primi tempi, quando ancora i Potter non dovevano nascondersi. Poi arrivò il tempo della caccia. Voldemort li stava cercando, voleva uccidere il neonato dei Potter, Voldemort non si sarebbe fermato ad ostacoli come i genitori di Harry, James e Lily.

Arrivò l’ultimo cambio di abitazione dei Potter. Godric’s Hollow. Arrivò il momento di diventare il loro Custode Segreto. Arrivò l’inizio della fine. Era stato lui a proporre Peter Minus al posto suo, e non per codardia. Era stato lui a cercare di diventare l’esca, a guidare Voldemort verso di lui e allontanarlo dal suo migliore amico e la sua famiglia, dare la vita per loro. E invece le cose erano andate tutte per il verso sbagliato, Peter li aveva traditi, Voldemort aveva trovato i Potter.

Sirius si convinse di averli uccisi, di aver perso con loro tutto quel che rimaneva.

Fu catturato, fu torturato. Ma era una tortura a un uomo vuoto, morto dentro. Un uomo che non avrebbe potuto dire nulla, perché la morte non gli faceva paura, anzi: la sua morte avrebbe significato, in quel momento, un sollievo più che una minaccia. Sirius era diventato un uomo che non aveva altro per vivere se non i rimpianti, la colpa, il dolore struggente. Aveva vissuto da cadavere per tredici anni, Azkaban gli aveva dato il colpo di grazia. La sopravvivenza non era più un suo bisogno, un suo istinto. Sirius si era perso, non era più lì con il suo corpo concreto.

Poi la notizia, un nuovo motivo per vivere, la vendetta. Peter Minus vivo, la missione personale di vendicare la morte di James e Lily. Peter Minus vivo e a Hogwarts, i pochi istanti per ricordare un nome, quello di Harry, che lo aveva perseguitato assieme al senso di colpa in quegli anni. La determinazione, una nuova scintilla, il vecchio Sirius vivo e determinato era tornato a reclamare il suo posto nel suo corpo.

Una nuova caccia, in cui questa volta lui era il cacciatore e al tempo stesso la preda, preda dai Dissennatori, che temeva così tanto, che tiravano fuori il peggio dai suoi ricordi, dalle sue memorie, dai suoi sentimenti. Tiravano fuori il freddo, il gelo della solitudine.

Harry. Una nuova vita al suo fianco, la speranza di diventare parte della sua famiglia, membro della sua famiglia. La somiglianza di Harry a James, l’illusione di ricreare i Malandrini, la cicatrice a saetta, l’impotenza di fronte a ciò che Harry aveva passato ed era riuscito a superare.

L’ultimo scontro, quello che stava per accadere di lì a poche ore. Ciò che lo aspettava, il desiderio nel suo cuore di vivere per proteggere il suo figlioccio, la contrastante convinzione che non fosse il suo posto, che Sirius avrebbe dovuto morire molto tempo prima, al posto di James e Lily, magari. O al posto di tutti coloro che aveva dovuto vedere senza vita.

Sirius si alzò e in quel momento capì. Doveva fare di tutto per salvare Harry. Doveva mettere perfino la sua vita a servizio di quella causa maggiore, quella causa che culminava non solo con la fine della guerra, ma con la vita di Harry.

Una nuova convinzione illuminava il viso di Sirius mentre volava verso il Ministero della Magia. Il filo rosso che collegava i Sirius che avevano vissuto nel suo corpo. Nelle differenze della persona di Sirius Black, c’era un particolare che lo aveva accomunato dalla nascita fino a quel momento, un particolare che sarebbe rimasto fino alla fine.

Sirius Black era un combattente e lo sarebbe stato fino alla fine.





 
Writer’s corner:
Buon pomeriggio!! Ho… Sì, credo di aver appena scritto una os nel mondo di Harry Potter dopo mesi, forse anni che non scrivevo a proposito di questo. I Malandrini… Soprattutto Sirius, non avete idea di quanto mi siano mancati. È stato come tornare da un vecchio amico.
Spero che vi piaccia e vi ringrazio di essere arrivati fino alla fine della mia storia e… Spero vi abbia accattivato abbastanza da farvi lasciare una recensione o un commento J
Un bacio,
GoldSil

 
 
  
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