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Autore: CherryBlossomHime97    27/12/2013    2 recensioni
Sasuke e Hinata sono simili, e in una Konoha dove tutto sembra finalmente andar bene, sono gli unici che ricercano ancora la felicità. Probabilmente la troveranno l'una nell'altro.
Dal testo:
-Comunque io ci riuscirei, ad amare di nuovo-
-Bugiarda-
-Cosa?-
-Dimostramelo-.
Facile.
La mano della giovane Hyuuga si posò delicatamente su quella di Sasuke. Le dita affusolate dell’uomo apparivano circa un centimetro più lunghe di quelle della donna ed erano molto più pallide. Ma grazie a quel contatto parvero prendere lentamente colore, come se Hinata gli stesse cedendo un po’ di vita, un po’ della sua vita.
Storia che partecipa al "Hinata's Birthday Contest".
Vi Auguro buona lettura ^_^
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Sasuke e Hinata

- The Same Hope, Anger and Love.
 
 
 
Dedicata alla mia cara amica Alessia,
perché non scordi mai che l’importante dell’amore non è solo avere amato,
ma imparare ad amare di nuovo.
 
 
 
 
Hinata si strinse nelle spalle, cercando tra la sua stessa carne la forza necessaria per sopportare la visione di quella scena. Si ripeteva sempre che prima o poi ci avrebbe fatto l’abitudine, ma non è stato cosi. Come puoi abituarti all’idea che l’amore della tua vita, colui che hai sempre seguito, sopportato, amato, scelga un’altra, una che probabilmente non potrà mai amarlo come hai fatto tu. Semplicemente, non puoi. Gli occhi di Hinata erano bianchi , fissi su Naruto che ballava con Sakura. I suoi occhi sembravano vuoti e non mostravano sensazione alcuna. Nessuno poteva scorgervi risentimento, delusione, tristezza, o rabbia. Nessuno. O forse qualcuno poteva, qualcuno che di quei sentimenti così forti aveva fatto la sua unica ragione di vita.
 
 
Hinata uscì in fretta dalla confusionaria sala dove si stava tenendo quella allegra festicciola. ‘ Naruto che diventa Hogake’, probabilmente in un altro mondo dove era lei quella che baciava delicatamente l’Uzumaki sulle labbra per fargli i complimenti, sarebbe di certo stato un avvenimento fonte di grande gioia. Ma adesso quel compito non era suo, e tutta quella felicità non le apparteneva. Non le apparteneva nulla in effetti. Si strinse nelle spalle, di nuovo, quando un leggero venticello le accarezzò la pelle lasciata scoperta del lungo e delicato vestito color avorio indossato per l’occasione. Un brivido le scosse la schiena, ma non era stato il vento, ne era certa, ero stato lui. Le parve di scorgere per un attimo un’ombra vicino ad una panchina da lì poco distante. Qualcosa nel suo cuore le disse di avvicinarsi, e decise di starsi a sentire per una volta poiché era stanca di essere sola.

Mai prese decisione così giusta; scelta che capovolse la sua realtà.
Occhi. Uno sguardo. Un attimo.

- Umhp?- fu il monosillabo, che probabilmente si era soltanto immaginata, che Sasuke Uchiha le rivolse quando anche lei si sedette sulla panchina fredda.
- La festa è dentro – osservò lei senza nessuna intonazione particolare. Con Sasuke le risultava semplice parlare, forse perché era un tipo di poche parole come lei. Forse perché lui era come lei, e come lei non aveva nulla,o qualcosa, o qualcuno.
-Lo so-
-Perché sei qui, allora?-
-Potrei fare la stessa domanda a te-
-Perché sono fuori posto, lì dentro- disse lei, sincera, in un soffio. Non si azzardava a guardare Sasuke negli occhi, così guardava dritta davanti a sé, come era certa stesse facendo anche lui, un punto indefinito nell’oscurità che in quel momento sembrava renderli vicini.
L’ultimo Uchiha parve annuire appena, parve capirla. -. È la stessa risposta che avrei dato io-
- Ma tu sei un eroe del Villaggio, hai aiutato tu Naruto ad uccidere Madara-  Naruto. Hinata si rese conto che anche il solo pronunciare quel nome la rendeva agitata.
-Sono un assassino, appunto-
Silenzio.

-. È così che deve andare, Hinata - riprese poi il discorso.
Era la prima volta che gli sentiva pronunciare il suo nome. – Scusa?-
- Naruto e Sakura intendo, è giusto così-
Lo comprese. -Tu soffri per Sakura, vero?-
-Tu soffri per Naruto, no?-
Hinata si sentì una stupida. Era sorpresa dal coraggio che stava trovando dentro di sé, che le dava la forza di pronunciare quelle parole. –Siamo simili io e te-.
Sasuke finalmente si girò verso di lei, e quando anch’essa fece lo stesso, i loro occhi così diversi sembrarono incontrarsi per la prima volta. Si osservavano, cercavano di leggersi dentro, e di carpirsi a vicenda tutte quelle verità che sembravano, in quel momento, unirli.
-Allora non essere triste- era un ordine.

La donna abbassò di nuovo la sguardo, sicura che l’uomo le avesse letto dentro. Ad ogni modo, a lui cosa importava se lei era triste, o felice, o allegra, o pazza, perché si sarebbe dovuto preoccupare? Perché…
-Perché è così difficile l’amore Sas’ke-kun?-
-Siamo noi ad essere difficili- Sasuke riprese fiato, quasi per convincersi a parlare ancora – Conduciamo esistenze difficili, dove i nostri legami sono instabili, e la nostra fiducia è riposta in persone che sono anche più complesse di noi. Il problema è che non possiamo farci nulla. Noi viviamo, noi amiamo e non possiamo scegliere chi- probabilmente quello era il suo discorso più lungo di sempre. - Tu lo senti, Hinata, questo senso di impotenza, questa rabbia, quando li vedi insieme?-
-Si, la sento. Però so anche che possiamo scegliere come vivere, come amare-
-E cosa cambia?- probabilmente più che una domanda, era un preghiera: la richiesta d’aiuto di un uomo che aveva condotto tutta la sua esistenza avvolto in sentimenti così oscuri che neppure la notte osava paragonar visi.
-Cambia che possiamo scegliere di farci forza e andare avanti, senza impedire ad altre esistenze di limitare la nostra. Possiamo amare di nuovo-
-Io non ci sono mai riuscito-.

Hinata sospirò appena. Aveva da poco compiuto vent’anni, ma se ne sentiva molti di più. Aveva vent’anni, nessuna idea sul suo futuro, poche certezze nel suo passato e nessun uomo accanto. Aveva solo i suoi sentimenti calpestati, la sua rabbia, ma la cosa più preoccupante di tutte è che l’unica persona che sentiva vicina, l’unica con cui sembrava saper parlare senza incespicarsi ogni due parole era un ex-nukenin, colui che aveva ucciso centinaia di uomini, che aveva contributo allo scoppio della Quarta Guerra Ninja e che adesso la fissava con le sue iridi scure senza dir nulla. Probabilmente c’era qualcosa che non andava in lei, ma non è era sorpresa. Doveva immaginarlo, infondo la sua famiglia le diceva sempre che non era normale. Nemmeno lui lo era, dopotutto. Fu così che capì: le ombre, la luce, la vita, la morte, l’odio, l’amore, il rifiuto, la rabbia, la gioia. In quell’istante le apparve tutto chiaro, tutto nitido, come se gli occhi di Sasuke anziché essere densi come la notte, lo erano come le stelle.
E seppe esattamente cosa dire.

-Comunque io ci riuscirei, ad amare di nuovo-
-Bugiarda-
-Cosa?-
-Dimostramelo-.
Facile.

La mano della giovane Hyuuga si posò delicatamente su quella di Sasuke. Le dita affusolate dell’uomo  apparivano circa un centimetro più lunghe di quelle della donna ed erano molto più pallide. Ma grazie a quel contatto parvero prendere lentamente colore, come se Hinata gli stesse cedendo un po’ di vita, un po’ della sua vita.
-Vedi?-
-Cosa dovrei vedere?-
-La speranza, Sas’ke-kun. La speranza per essere felici di nuovo come un tempo-
-Di essere felici insieme?-
Le guance di Hinata si colorarono di un delicato color rosso vivo. Quella conversazione era davvero troppo per una come lei, eppure era conscia di non poterne far a meno. Stava scoprendo qualcosa di veramente importante su sé stessa e sui suoi sentimenti. Non ebbe il tempo di pensare a rispondere nulla perché tutti i suoi pensieri si erano d’un tratto concentrati sulle labbra di Sasuke che leggere si erano posate sulle sue. La loro carne parve combaciare perfettamente, come se loro fossero stati appositamente creati per quel bacio, e le loro labbra non aspettassero altro. Si riscoprì comunque completamente incapace di reagire, e quando l’ultimo Uchiha si separò da lei si rese conto di aver appena concesso il bacio più casto della sua vita.

Era consapevole che qualcosa dentro di lei era cambiato, e che le parole, che per tutta la sua esistenza si era sempre costretta a ricacciare dentro di sé, adesso l’avevano portata al dialogo più importante di sempre e le permettevano di fare un passo in avanti verso lui.
-C-cche s-significa questo?- Era certa di essere più o meno dello stesso colore dei pomodori che a lui piacevano tanto.
– Ora sei tu che non la vedi, la speranza-. Sasuke sorrise, ed Hinata concluse che stava andando tutto fin troppo bene per essere reale.
Infatti, non lo era.

Hinata Hyuuga aprì rapidamente gli occhi e si ritrovò faccia a faccia con l’oscurità. La panchina sulla quale era stesa era fredda e vuota. Si mise a sedere piano, aggiustandosi il lungo vestito e massaggiandosi la testa cercando di ricordare cosa fosse successo. Sapeva per certo di essere uscita dal palazzo dell’Hogake, dove si stava tenendo quella stupida festa, e di aver raggiunto la panchina, alla quale si era avvicinata perché le era sembrato di scorgere la sua ombra. Si alzò di scatto ed iniziò a correre senza sapere esattamente dove andare, incapace di starsene buona dopo un sogno come quello. Era arrabbiata. Era furiosa con sé stessa e con tutte le illusioni che sapeva magistralmente costruirsi.

Occhi. Un piccolo dubbio prima. Poiu na certezza.

A quell’ora la festa era sicuramente finita da un pezzo e le strade di Konoha nelle quali si ritrovava a correre senza una meta precisa erano deserte e silenziose. Lei, che era sempre stata un persona tranquilla, avrebbe voluto iniziare a spaccare tutto. Sogni, solo sogni, solo trappole. Era un sogno Naruto, lo era stato anche Sasuke.
Si fermò improvvisamente senza una vera e propria ragione. Guardandosi intorno capì che in quella parte del Villaggio era stata raramente. La luce smorta dei lampioni riusciva a stento ad illuminare la strada e qualche casa, ma Hinata riuscì chiaramente ad intravedere uno stemma, un ventaglio rosso e bianco. – Ghetto Uchiha - pensò ad alta voce. Rimase lì, in piedi, il vestito mosso dal vento e il cuore martoriato da scariche di adrenalina. Che aveva da perdere, infondo?. Si inoltrò con passo svelto tra le case desolate e abbruttite dal tempo. Solo una fra quelle era certamente abitata, ma lei non conosceva quale. Non sarebbe stato un problema comunque, perché lei lo sapeva, lui la stava osservando, si sentiva i suoi occhi addosso.
-Che ci fai qui?- una voce minacciosa, autoritaria, la sua voce, arrestò la sua avanzata.
-Ti stavo cercando- rispose sicura.
-Davvero?-
-Non credere che non l’abbia capito. Era una tua illusione-
Sasuke sorrise nell’oscurità. – Come puoi esserne sicura?-
-Non lo sono. Ma per rimanere integra mi devo aggrappare a questa possibilità con tutte le mie forze-.
Hinata ne era più che sicura. Era certa di aver visto la sua ombra prima, come era certa che adesso lui era lì, alle sue spalle. –Perché?-. Perché fai così, perche mi fai questo, avrebbe voluto urlargli, ma non lo fece. Era pur sempre una timida lei.
-Perché non posso accettare questa cosa, non io-. Non posso accettare questi sentimenti, avrebbe voluto dirgli, ma non lo fece. Era pur sempre un Uchiha lui.
La giovane donna avrebbe voluto tirargli un pugno in faccia, ma neanche questo sarebbe stato da lei. Infondo era Sasuke, cosa si aspettava?
L’amore vero, un amore nuovo.
Silenzio.

Per quanto potesse sembrare assurdo quella più brava nelle relazioni sociali tra loro due era proprio lei. Doveva fare lei il primo passo verso Sasuke, solo così gli altri sarebbero venuti di conseguenza. A stento resistette all’impulso di darsi un pizzicotto per accertarsi che fosse reale, che non fosse un’altra sua illusione.
Lui non faceva nulla, era immobile, rigido come una statua di marmo.  
Ma lei che prima aveva saputo esattamente cosa dire, adesso sapeva cosa fare.

Ridusse al minimo la distanza tra loro due con pochi passi e gli concesse un rapido sguardo prima di abbracciarlo delicatamente. Appoggiò le sue braccia esili dietro il suo collo e si alzò in punta di piedi.
-C’è ancora speranza per noi e per la nostra felicità, Sas’ke-kun- e richiamato tutto il coraggio di cui disponeva avvicinò ancor di più le sue labbra alle sue, ripercorrendo con la mente le stesse sensazioni che aveva sognato di provare poco prima, rincreando un momento che era stato così perfetto. Con sua grande sorpresa l’uomo non l’allontanò, e le cinse la vita con l’altro braccio.
 

Sasuke Uchiha era totalmente impreparato allo stormo di emozioni che quel delicato contatto gli stava offrendo. E non riusciva ancora a capire perché invece di allontanare la donna la stringeva con più forza. Forse, forse la sua parte più irrazionale e folle aveva compreso che lui ed Hinata erano simili, e ugualmente stavano cercando di amare di nuovo.
 
 
 


Nella vita ci sono giorni pieni di vento e pieni di rabbia, ci sono giorni pieni di pioggia e pieni di dolore, ci sono giorni pieni di lacrime; ma poi ci sono giorni pieni d'amore che ci danno il coraggio di andare avanti per tutti gli altri giorni.
R.B.
 
 
 
 


Fine.
 

 
 
 


Note d’Autrice.
Scritta per il concorso: Hinata’s Birthday Contest indetto da Lita_EFP.
Ragazze, questa è la seconda SasuHina che scrivo, e spero di non aver toppato alla grande! Ultimamente sto iniziando ad apprezzare questi due personaggi insieme, perchè, sul serio, li trovo incredibilmente simili, ed anche se noto delle perplessità sul un loro effettivo futuro insieme nel manga, fantasticare a noi non costa nulla, giusto?
Spero che mi concederete una recensione o un commentino, anche solo per sapere cosa ne pensate. 
Un Abbraccio!.

 

Flyonclouds.
  
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