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Autore: Super Mimi_    27/12/2013    4 recensioni
Dedicata a Sakura_Haruno_98
«Sasuke...?»
Una voce stupita e fin troppo famigliare arrestò la sua avanzata. Si voltò, sospirando, verso la ragazza che aveva pronunciato il suo nome, già conscio – o quasi - delle conseguenze che quell'incontrato avrebbe portato.
[SasuSaku; One shot; Sasuke OOC]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Il Germoglio della Speranza

 

La nebbia aveva avvolto il paesaggio circostante, come una calda coperta, non permettendogli di vedere nitidamente ciò che lo circondava. La distesa erbosa era nascosta da una spessa coltre di neve che si accumulava sui rami degli alberi adiacenti al villaggio e, ora, cadeva a piccoli fiocchi dal cielo.
Si fermò a qualche metro di distanza dall'enorme entrata di Konoha e sbuffò stizzito, per poi perdersi a guardare il suo respiro condensarsi.
Nonostante, a detta di tutti, fosse un tipo freddo e distaccato, odiava l'inverno e la neve; gli trasmettevano un senso di gelo fin dentro le ossa in grado, poi, di diffondersi nel resto del corpo, come un veleno.
Sbuffò di nuovo e si voltò, ritornando sui suoi passi e calpestando le orme che lui stesso aveva lasciato precedentemente. Si sentì un completo idiota: con che diritto aveva anche solo potuto pensare di ritornare, di rientrare nelle vite di coloro che, un tempo, lo consideravano un amico?

*

Premette le labbra sulla fronte della ragazza, per poi stendersi al suo fianco, con il corpo madido di sudore e il respiro ancora accelerato. La giovane si girò su un fianco, reggendosi con un gomito, e puntò il suo sguardo nelle iridi nere dell'altro, mentre le sue guance, calde e lievemente arrossate, si imporporarono ulteriormente per ciò che era appena accaduto.
«Sasuke...», iniziò, prendendo a giocherellare con le pieghe del lenzuolo, all'improvviso molto interessanti, ma venne interrotta dal dito del moro che si posò sulla sua bocca.
«Non dire – cominciò, sospirando e seguendo con l'indice il contorno delle sue labbra morbide – nulla.», terminò, afferrando deciso il suo mento e sollevandolo.
La baciò con trasporto, sentendola gemere dolcemente. Si staccarono per riprendere fiato e Sasuke l'abbracciò, facendole posare il viso sul suo petto e giocherellando con i suoi capelli. Dopo qualche attimo, sentì il suo respiro farsi lento e pesante – si era già addormentata – e portò lo sguardo alla finestra. Il paesaggio innevato spiccava, con il suo candore, oltre il vetro spesso, mentre il fiore dai petali vivaci, posato sul davanzale, pareva colorare la distesa bianca. Era passato un altro anno da quel giorno.

*

«Sasuke...?»
Una voce stupita e fin troppo famigliare arrestò la sua avanzata. Si voltò, sospirando, verso la ragazza che aveva pronunciato il suo nome, già conscio – o quasi - delle conseguenze che quell'incontrato avrebbe portato.
Lo fissava immobile e scioccata, come se stesse cercando, nel suo viso, una risposta a quella scomoda domanda che affollava e premeva le menti di entrambi.
«Che ci fai qui? Io credevo che...», s'interruppe, riabbassando lo sguardo e stringendosi nelle spalle.
Una smorfia deformò il viso del moro, quando quelle semplice parole sgusciarono dalle labbra di Sakura. Rimase anche lui fermo, a tratti irrigidito, non sapendo come reagire a quel maledetto quesito che non avevano osato porsi neppure lui stesso.

*

«E se è femmina?», domandò, di punto in bianco, la giovane, accarezzando dolcemente il grembo ormai gonfio.
Il moro, seduto al suo fianco sulla sedia a dondolo – Sakura aveva insistito tanto perché ne avessero una nel loro giardino - , la scrutò, incuriosito dalla domanda inattesa. A pensarci bene, non aveva mai considerato quell'eventualità. Non che non volesse una bambina, anzi gli sarebbe perfino piaciuto essere il padre di una bellissima Kunoichi dagli occhi grandi e smeraldini come la madre, ma era un incapace nello scegliere dei nomi; così, il giorno in cui la moglie, euforica e ridente, gli aveva proposto il nome di un maschietto, si era accontentato della scelta. Una bambina, sicuramente, oltre agli occhi, avrebbe ereditato dalla rosa il suo meraviglioso sorriso.
«Sasuke?», sussultò, quando la giovane lo riportò alla realtà, chiamandolo e sventolandogli una mano dinanzi il volto.
Il ragazzo riportò lo sguardo sul suo volto, ma la sua attenzione venne attirata da qualcos'altro. Sorrise lievemente guardando i petali colorati del fiore posato sul davanzale della loro finestra. Avvicinò il viso all'orecchio della compagna, sussurrandole velocemente, quasi frettolosamente, quella strana idea che aveva preso forma nella sua mente, lasciandola di stucco.
«Allora, ti piace?», le domandò.
Sakura, ancora confusa, gli gettò le braccia al collo, quasi soffocandolo, per poi ridere e piangere insieme, facendolo sospirare – tutta colpa degli ormoni - .
Avrebbe ringraziato ancora una volta quel giorno.

*

Si avvicinò di qualche passo alla rosa, facendola sussultare. Non aveva mai formulato nella sua mente le parole che avrebbe dovuto rivolgerle, era semplicemente tornato, tornato per restare. Dalla sua fuga da Konoha fino a quel giorno, aveva respinto tutti i suoi legami, ingoiato la paura del futuro, ignorato il suo domani. La vendetta lo aveva preso per mano in quel cammino oscuro che era diventata la sua vita; e lui l'aveva stretta, quella mano scheletrica tesa dinanzi il suo viso. Quante vite aveva calpestato per quel sentimento sporco di sangue e morte? Macchie scarlatte e dense che avevano ricoperto il suo corpo, nascondendo la sua pelle. Neppure a se stesso era riuscito ad ammettere quanto avesse perso, per quanto, all'apparenza, stesse ottenendo ciò che aveva più agognato.
Ogni esistenza stroncata dalle sue mani aveva strappato un pezzo di lui. Le vedeva, le unghie artigliate ai suoi vestiti e le ferite indelebili sulla sua schiena. 
Aveva giocato la sua vita in una beffarda scommessa e l'aveva persa.
Sospirò: «Sono tornato...», abbassò lo sguardo, incollandolo ai suoi piedi. Il coraggio sembrava dissipato, smarrito in quei grandi occhi smeraldini.
Sobbalzò, incredulo, quando due braccia esili lo strinsero e capì che non occorrevano inutili parole.
«Oh, Sasuke.», sentì il suo nome venir pronunciato da quelle labbra morbide e mai lo ebbe amato più di quell'istante.
Eppure, viene per tutti il momento in cui le lacrime oscillano agli angoli degli occhi.
Anche Sasuke lo sapeva, ma ancora non fu in grado di capacitarsene, nonostante i rivoli di acqua che rigavano le sue guance e il naso pizzicare.
Il suo cuore perse un battito o forse due, per poi sentirsi terribilmente leggero, come se una morsa di acciaio si fosse appena sciolta. Tremò, cullato dal dolce e inebriante profumo di Sakura, e reprimette un singhiozzo contro la sua spalla. Gli sembrava di esser ritornato quel bambino spensierato che, dopo esser caduto, veniva abbracciato dal fratello maggiore. Forse proprio quello aveva cercato: due braccia in grado di cancellare ogni dubbio, una speranza in cui credere.

*

Erano corsi all'ospedale: il bimbo stava per nascere.
Aveva passato due ore in sala d'attesa, misurando la stanza a grandi passi e imprecando per l'attesa. Era ansioso di conoscere il loro figlio – o figlia, non ne sapevano il sesso - .
Sospirò sollevato, quando un'infermiera lo informò che la piccola era nata ed entrambe stavano bene. Rimase un attimo immobile, interdetto: una bambina. Sorrise e, dopo aver ringraziato la giovane, si catapultò nella sala in cui si trovava Sakura.
Non seppe descrivere l'emozione che lo colpì, quando vide la giovane pallida e sudata – insomma bellissima – stringere amorevolmente un fagottino strillante.
«É una femmina, Sasuke.», esclamò commossa.
Il moro annuì e perse un battito, nel momento in cui la neonata spalancò gli enormi occhi verdi, in risalto con la pelle nivea. Sorrise: somigliava a sua madre.
«É bellissima.», riuscì a dire, posando un veloce bacio sulla guancia della moglie.
«Su, prova a prenderla in braccio.»
Il giovane tentò invano di protestare, ma si ritrovò già tra le braccia la bambina. La salutò, rubicondo per l'imbarazzo – non ci sapeva fare con i bambini -, ritrovandosi a osservare le sue gengive scoperte in un enorme sorriso.
«Saki.», pronunciò, facendola ridere e scoprendosi soddisfatto del nome da lui stesso proposto.
Ridacchiarono anche i due ragazzi. Un giorno le avrebbe raccontato la nascita del suo nome.

*

La chiamò, staccandosi da quel caldo contatto, e la guardò dritto negli occhi lucidi. Lentamente avvicinò il suo volto, unendo le loro labbra in un dolce e appassionato bacio; mai avrebbe provato un'emozione più forte e genuina di quell'istante.
Si staccarono per riprendere fiato e la giovane abbassò lo sguardo.
«Sei sempre la solita, Sakura.», esclamò, con un sorriso, facendola arrossire ulteriormente.
La ragazza, dopo un attimo di riflessione, lo afferrò per un braccio e lo trascinò verso Konoha.
«Vieni, anche gli altri saranno contenti di rivederti.», ridacchiò.
Prima di entrare nelle porte del villaggio, Sasuke abbassò lo sguardo su un fiore, l'unico, che sbucava tra la coltre di neve e lo colse.
Era germogliato, nonostante l'inverno e l'oscurità.
«Forza, Sasuke.», la ragazza, qualche metro più aventi, lo chiamò.
Veloce si cacciò il fiore in tasca e sorrise lievemente, la sua speranza.

*

«Papà, papà, mi racconti ancora la storia del mio nome?», pigolò felice la bambina, stringendosi alla gambe del genitore.
Questi sospirò:«Va bene, Saki.», la prese in braccio e la fece stendere sul suo letto, coprendola e iniziando il suo racconto.
Sakura li osservò dallo stipite della porta e sorrise.

Il Germoglio della Speranza, della loro Speranza.







Note d'autrice

Dedicata a Sakura_Haruno_98 <33
SAKI = “sa” bocciolo; “ki” speranza.
Ecco spiegato il nome della bambina ^^
Questa è la mia prima storia in questo fandom e ammetto di non essere molto convinta del risultato, spero, però, che vi sia piaciuta :D
Sasuke è OOC, lo so; infondo, però, ho pensato che ne è passato di tempo dalla Guerra Ninja e che quindi, di conseguenza, sia cambiato. Ha abbandonato la sua sete di vendetta e questo lo ha fatto crescere, maturare.
Grazie a chi ha letto e vi chiedo di lasciare una piccola recensione per farmi sapere che ne pensate.
Accetto critiche e consigli, purchè siano costruttivi :)
Alla prossima,

Mimi





 

 

  
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