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Autore: Luly Love    27/12/2013    1 recensioni
Sora era innamorato di Kairi dal primo giorno in cui i suoi occhi azzurri si erano posati su di lei. Ma era una partita persa in partenza, perché così come per lui era stato amore a prima vista, il cuore di lei si era immediatamente aperto per Roxas.
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Sulle ombre di queste scene si è aggirata, per lungo tempo, Naminè, innamorata di Sora sin da quando avevano dieci anni; i suoi sentimenti erano sbocciati durante un pomeriggio a casa di Kairi, quando aveva dovuto consolare il bambino e asciugargli le lacrime, dopo che lui aveva visto la padrona di casa tenersi per mano con Roxas.
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Piccola presenza di nonsense che probabilmente vedo solo io.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naminè, Sora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Amor, ch'a nullo amato amar perdona
 
 
 
 
– Mi spieghi come fai? –
– A fare cosa? –
– A sopportare di vederla felice con qualcuno che non sei tu. –
– Beh, immagino che tu conosca la risposta. –
Erano seduti spalla a spalla sui gradini che portavano al giardino della casa di Riku; alle loro spalle, dentro casa, la festa procedeva come se niente fosse. La loro assenza passava inosservata.
D’altronde, due cuori incrinati e solitari come quelli di Naminè e Sora era meglio perderli che trovarli, in certe occasioni, per quelli che stavano dall’altra parte del vetro.
 
 
Sora era innamorato di Kairi dal primo giorno in cui i suoi occhi azzurri si erano posati su di lei. Ma era una partita persa in partenza, perché così come per lui era stato amore a prima vista, il cuore di lei si era immediatamente aperto per Roxas.
Per Kairi, Sora non era altro che un caro amico e, spesso, un mezzo per arrivare al suo amato. Quest’ultimo ci aveva messo nove anni prima di corrispondere l’amore della rossa, ma una volta che si furono messi insieme, divennero una cosa sola, stroncando le speranze, i sogni e il cuore di Sora, che tuttavia non smise di amare Kairi.
Sulle ombre di queste scene si è aggirata, per lungo tempo, Naminè, innamorata di Sora sin da quando avevano dieci anni; i suoi sentimenti erano sbocciati durante un pomeriggio a casa di Kairi, quando aveva dovuto consolare il bambino e asciugargli le lacrime, dopo che lui aveva visto la padrona di casa tenersi per mano con Roxas.
Crescendo, anche i suoi sentimenti per Sora erano maturati.
Quando poi Kairi e Roxas si erano fidanzati, Naminè aveva trovato il coraggio di dichiararsi a Sora, che l’aveva gentilmente respinta.
 
 
Il silenzio fu la risposta di Naminè.
– Oppure hai un metodo tutto tuo per sopportare tutto questo? – le chiese allora lui.
– La differenza tangibile tra me e te è che, nel tuo caso, l’oggetto dei tuoi desideri è felice, mentre nel mio... sei felice, Sora? –
Stavolta toccò al ragazzo rifugiarsi nel silenzio.
– Appunto. Io posso ancora sperare e nel farlo non ci faccio la figura dell’egoista. Tu, invece, sei in continua lotta con te stesso perché se è vero che trovi un minimo di consolazione nel fatto che lei sia felice, è altrettanto vero che vorresti che lei sia felice con te e per fare ciò lei e Roxas si dovrebbero lasciare. Io, almeno, ho la coscienza pulita. –
– Questa tua ultima affermazione non è vera. Tu sei gelosa di Kairi, vorresti che non fosse mai esistita. Ti ritrovi ad augurarle le cose peggiori. Perciò forse tanto pura non ci sei. Sbaglio? –
Naminè scoccò un’occhiataccia alle tre bottiglie di birra vuote ai piedi di Sora, maledicendo l’alcool e il suo potere di rendere sgradevoli anche le persone migliori.
Prese con la forza la bottiglia di spumante che il suo vicino aveva tra le mani e mandò giù un lungo sorso attaccandosi direttamente al collo, quasi strozzandosi nel farlo. Lacrime stizzose le punsero gli occhi.
– Parli per esperienza, dico bene? – gli chiese acida.
Lui chinò il capo, provocando un travolgente moto di tenerezza nella bionda, che allungò una mano e gliela passò tra i capelli. Sorprendentemente, Sora la lasciò fare.
– Io non sono Kairi, lo so benissimo, ma ho un cuore che batte, che prova emozioni, che è pronto a dare e ricevere amore, proprio come lei, proprio come te. Anche io sento la stessa tua smania, anche io mi sveglio ogni mattina cercando di trattenere quei sogni in cui noi siamo insieme, felici. Chi meglio di me ti può capire? –
La sua voce era dolce, confortante, quasi tentatrice.
– Credi che io non abbia mai preso in considerazione le tue proposte? Credi che mi voglia abbandonare al dolore e all’autocommiserazione? Voglio amare ed essere amato anche io, ma non posso dimenticare Kairi come se niente fosse. Sono innamorato di lei da quando abbiamo cinque anni, ne sono passati undici e durante questi undici anni i miei sentimenti non hanno fatto altro che rafforzarsi. Niente li ha scalfiti. –
– A differenza del tuo cuore... –
– A differenza del mio cuore. Se potessi cancellare tutto questo doloroso amore solo accettando di lasciarmi amare da te, lo farei anche subito, ma non funziona così. E poi, non sarebbe giusto nei tuoi confronti. Vuoi davvero stare con me sapendo di essere un contentino? –
Calò nuovamente il silenzio.
– Dicono che il tempo cambi le cose, ma noi non abbiamo tutto il tempo del mondo. – sospirò Naminè.
– Il tempo, se è per questo, cambia tutto. Devi solo avere pazienza. –
– E se tempo e pazienza non fossero sufficienti? –
– Chi vivrà vedrà. Devi solo aspettare. E se poi vedi che le cose non cambiano e la fine si sta avvicinando, cambiale tu. –
– Allora non ci resta che aspettare. Ti va di farlo insieme? –
– Con piacere. –
– E allora aspettiamo. –
 
 
 
Angolo autrice:
Sono viva. E sobria. Auguri di feste fatte a tutti! *-*
Credo che questa sia la mia ultima per il 2013, poi ci si vede direttamente l’anno prossimo.
Passiamo al sodo: avevo voglia di qualcosa di deprimente. Non ce la faccio psicologicamente a scrivere di persone che vissero per sempre felici e contente, non quando la mia vita sentimentale è a un passo dalla svolta positiva se non fosse per la testa de coccio del ragazzo di cui sono quasi innamorata. Ma vabbè, lasciamo i miei stupidi problemi fuori.
La storia è nata mentre provavo a fare una versione di greco, a riprova del fatto che lo studio serve solo a conciliare le idee. Se poi le suddette idee fanno schifo questo è un altro paio di maniche.
La parte centrale (quella in corsivo) non mi convince, volevo quasi cancellarla, ma mi sono limitata a riscriverla due/tre volte fino ad arrivare a quel penoso risultato. Il titolo è un celeberrimo verso dell’Inferno di Dante.
Bien, ho sclerato abbastanza. Recensite copiosi! E fatemi notare eventuali errori.
Peace and love,
Luly
 
Ps: messaggio per le sante e pazienti anime pie che seguono Mors-Amor: avevo promesso che il terzo e ultimo capitolo sarebbe arrivato di questo periodo, lo so, ma il lieto fine di quella fic mal si accorda con il mio stato attuale, perciò armatevi di ulteriore pazienza e attendete. State però pur certi che la finirò! Love U guys.
 

 
  
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