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Autore: calypso29    27/12/2013    6 recensioni
Konoha High School.
Un gruppo di ragazzi curiosi.
Una chiesa.
Un mistero che si cela nel tempo.
Mistero, tempo, amore, tempo, incomprensioni, tempo, avventura, tempo.
Tempo che non c'è ...
PS: non contate tutte le volte che ho scritto la parola "tempo".
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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CAPITOLO 1

Le luci colorate lampeggiavano a ritmo di musica, dalle casse uscivano le note di Bring Me to Life, i vetri delle vetrate vibravano, la sala era piena di ragazzi in abito da sera che ballavano. Era incredibile pensare che quella fosse la palestra malandata che tutti ormai conoscevano (e temevano). Era il compleanno del preside, e alla Konoha High School, come tutti gli anni, era stata organizzata una festa degna del matrimonio di William e Kate. Con la differenza che il festeggiato era un uomo sulla cinquantina basso, grasso e calvo. Un mostro di bellezza (no, un mostro e basta). Cominciavano le note di My Immortal e lui non era ancora arrivato. Una ragazza si guardava attorno, in cerca del suo cavaliere ritardatario. Non si trovava proprio a suo agio tra tutto quel trambusto, ma Sakura aveva insistito così tanto, che alla fine aveva ceduto. E poi, come in un sogno, lui le aveva chiesto se aveva già un partner per il ballo. Lei ovviamente aveva risposto di no, ovvio. Chi mai avrebbe potuto invitare una come lei? Era timida, insicura e maldestra. Le sue amiche continuavano a ripeterle che avrebbe dovuto avere più fiducia in se stessa, vista la sua bellezza. E Hinata Hyuga era davvero bella. Capelli corvini dai riflessi blu, lisci e setosi; pelle di luna e forme perfette. E poi i suoi incredibili occhi: di un impossibile azzurro-violetto, così grandi, penetranti e dolci che avrebbero intenerito anche Voldemort (tanto per fare un esempio).

Cominciava seriamente a prendere in considerazione l’idea di girare i tacchi e tornarsene a casa, davanti a una tazza di tisana fumante e un buon libro.

“Ragazzi, sentite, io tornerei a casa.”

“Dai, Hinata! Non puoi perderti tutto il divertimento! Non siamo ancora entrati nel pieno della festa, resta ancora un po’.” a parlare era stata una ragazza dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda alta e dagli occhi cerulei. Ino Yamanaka, una delle ragazze più popolari della scuola, stava ballando assieme al suo nuovo fidanzato, Sai. Ancora una settimana e lo avrebbe scaricato, quella ragazza si cambiava il ragazzo come ci si cambia le mutande.

“Ma questo non è esattamente il mio genere di divertimento …”si giustificò la corvina.

“E’ perché Naruto non è ancora arrivato, vero?” Sakura le si avvicinò, comprensiva, trascinandosi dietro il suo accompagnatore, Rock Lee. Un tipo simpatico che era stracotto di Sakura, ma, secondo Hinata, lei era sprecata con quel ragazzo. Aveva il cuore d’oro, ma la rosa meritava di meglio. Sakura era una delle persone a cui teneva di più, e l’aveva sempre immaginata accanto a un’altra persona. Il primo amore dell’Haruno, Sasuke Uchiha. Il ragazzo più affascinante, figo e popolare della scuola. Tutte le ragazze gli sbavavano dietro, e non avevano tutti i torti! Lui era bello, intelligente, sportivo, ricco e … un vero stronzo. Aveva spezzato il cuore a Sakura diversi anni prima, ci aveva messo molti mesi a riprendersi dal trauma.

Hinata guardò verso il moro, in un angolo della stanza, intento a “giocare” con una ragazza dai capelli rossi.

“Senti, che ne diresti di aspettare ancora un po’? Sai com’è fatto, la parola, anzi la frase “arrivare in orario” non esiste nel suo vocabolario.” Sakura la riscosse dai suoi pensieri. Le sorrise, mostrando due adorabili fossette. I capelli rosa (maturale!) le ricadevano a onde sulle spalle, gli occhi, leggermente truccati di viola, erano verde smeraldo.

“Hai ragione, vado in bagno a darmi una rinfrescata!” la ragazza si avviò verso il bagno, schivando i ballerini che non si accorgevano di lei. A volte aveva l’impressione di essere trasparente.

Si specchiò, constatando che il trucco le era leggermente colato. In effetti stava morendo di caldo ed era un po’ sudata. Si lavò la faccia per rinfrescarsi, poi dalla borsetta pescò il suo beauty case. Un po’ di mascara, un velo di matita rosa e del rossetto del medesimo colore. Ecco, ora era presentabile. Si guardò allo specchi soddisfatta, ma ad un tratto cominciò a vedere nero e le venne un capogiro. Magari era il caldo, oppure le era venuto un calo di zuccheri. Decise di uscire a prendere una boccata d’aria, non le andava di svenire in bagno. Riattraversò la palestra/sala da ballo, venendo di tanto in tanto investita da qualche ballerino.

“Sta attenta!!” la sgridò un ragazzo, ma lei non ci fece caso. Guardava le porte d’uscita come fossero i cancelli del Paradiso.

Non appena fu fuori, sentì l’aria fresca sfiorarle il viso. Fortunatamente si sentiva un po’ meglio, ma per sicurezza decise di sedersi su una panchina lì vicino. Alzò la testa, guardando il cielo notturno. La aveva sempre affascinata, sin da quando era piccola. Le piacevano le stelle, quei piccoli diamanti luminosi che brillavano come dei piccoli Soli. Sua nonna le aveva soprannominate “lacrime degli angeli”, ma non ne aveva mai capito il motivo. Era stata sempre lei, sua nonna, a raccontarle tutte le leggende sulle stelle, specialmente quelle greche. Il cielo era come un immenso libro.

Persa in questi pensieri, non si accorse dei passi che si avvicinarono. Soltanto quando un viso abbronzato le oscurò il suo “libro” si accorse di chi aveva davanti. Tirò un urletto di sorpresa e quasi cadde dalla panchina. Fortunatamente due braccia la trattennero.

“Hinata, scusami! Non mi ero accorto che fossi tanto immersa nei tuoi pensieri!” davanti a lei … un angelo. I capelli biondi gli ricadevano disordinati attorno al viso, circondando due occhi blu come il mare.

“N-Naruto” Hinata diventò dello stesso colore della giacca del giovane, rosso magenta.

“Sono imperdonabile, lo so. Ma ho avuto qualche problema con Jiraya, il mio padrino. Sei molto arrabbiata?” pareva davvero dispiaciuto.

“M-Ma no … no figurati … può capitare!” Hinata gli sorrise impacciata.

“Grazie.” il ragazzo si accorse che la stava ancora stringendo, e si affrettò a lasciarla, molto imbarazzato.

“Em … non sarai mica stata ad aspettarmi tutto il tempo, spero.”

“No, è che non ,mi sono sentita bene, allora sono uscita.”

“Oh, ora come ti senti?”

“Sto bene, grazie.”

“Meno male, allora andiamo!” Naruto la prese per mano e Hinata cominciò a pensare cose come “Mannaggia, devo ricordarmi come si fa a respirare”, “Spero di non avere le mani sudate” e “Devo stare attenta a non inciampare sullo scalino”.

In realtà non aveva affatto voglia di ri-immergersi nella rissa di prima, ma cercò di nasconderlo. Qualcosa della sua espressione, però doveva averla tradita, perché il biondino si bloccò.

“Sei sicura di voler entrare?” le chiese.

“Si …” il “si” più falso dall’invenzione di quella parola.

“Non mi convinci …”

Hinata abbassò lo sguardo, lei non riusciva proprio a mentire.

“Beh, se non ti va di entrare -e credimi, neppure io ne ho molta voglia- che ne diresti di fare una passeggiata?”

Inizialmente stupita, la ragazza assentì, e i due si avviarono.

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Per i primi 10 minuti nessuno parlò, lei perché timida, lui perché cercava qualcosa di intelligente da dire.

“Allora, Hinata” la ragazza sobbalzò “cosa vorresti fare dopo le superiori?”

“Beh, vorrei studiare per diventare una psicologa.”

“Wow, bello! Ti piace aiutare le persone, vero?”

“Si, molto.”

E così cominciarono a parlare, addentrandosi nel bosco poco lontano dall’edificio scolastico.

Erano così immersi nella conversazione, che non si accorsero di aver preso la strada sbagliata e star percorrendo un sentiero con il divieto.

Capirono di aver preso la strada sbagliata, solo quando proseguire divenne impossibile. Il sentiero era pieno di rovi che si impigliavano nei vestiti da sera dei ragazzi, diversi alberi caduti bloccavano il passaggio e le felci avevano cominciato a crescere sulla stradina. Decisero di fare retro front, ma poco dopo notarono qualcosa di strano, tra il fitto degli alberi.

“Hai visto, Hinata? Che ne dici di dare un’occhiata?”

“Non so se è il caso …”

“Daiiiiii! Tipregotipregotiprego!!” gli occhi di Naruto si ingrandirono tanto da prendere metà della faccia, l’iride e la pupilla si dilatarono e cominciarono a luccicare e la sua bocca cominciò a tremare. A quella vista, Hinata scoppiò a ridere e assentì. Gli occhi sbrilluccicosi del biondo erano adorabili. Si avvicinarono alla scura struttura, liberando il passaggio da arbusti e rami secchi che lo ostruivano. Notarono con stupore che si trattava di una chiesa, simile a quelle cristiane che si trovano nei boschi o in campagna. Ma cosa ci faceva una chiesa lì, in Giappone?

Era abbastanza piccola: le pareti (forse grigie, con quel buio non di riusciva a distinguere bene il colore) erano ricoperte dall’edera, le finestre dai vetri colorati, opache per la polvere, rappresentavano alcuni personaggi della Bibbia (qui la Madonna, là re Davide, lì la Natività), il tetto era sfondato e ci era addirittura cresciuto sopra un alberello.

“Che dici, entriamo?”

“Ma Naruto! Sta cadendo a pezzi! E se ci cadesse addosso qualcosa?”

“Dai, in fondo non mi sembra così pericolante. Sono sicuro che non ci accadrà niente.” ma la ragazza non sembrava del tutto convinta.

“Senti, faccio un giro di telefonate e chiamo anche gli altri, va bene?” inizialmente la corvina non era del tutto convinta, e se uno degli altri si fosse fatto male?

Alla fine, dopo le suppliche del biondo (che non furono molte) la Hyuga si lasciò convincere.

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“Ma dove cavolo ci sta mandando Naruto?” Sakura si districò a fatica da un rovo che le si era attorcigliato attorno alla caviglia.

“Già, se questo sentiero è vietato ci sarà pure un motivo! E poi cosa voleva farci vedere di così eccitante?” Ino inciampò in una radice, e fu grazie a Sai che la prese della vita se non si rovinò il suo bel visino.

“Grazie amore!!” e gli diede un bacio a stampo. Sakura li guardò con una certa invidia, ma si gelò quando avvertì una voce alle sue spalle.

“Toh, guarda chi si vede. Gli sposini e la damigella.” una voce calda e penetrante li fece voltare. Sakura sgranò gli occhi.

“Ehilà, Sasuke! Perché da queste parti?” Sai batté il pugno su quello dell’amico.

“Quel baka di Naruto mi ha chiamato. Voleva mostrarmi qualcosa di “eccitante” e “meraviglioso.” poi si rivolse a Sakura “Ciao fragolina, dove è il tuo bel sopracciglione?” alla parola “bel” mimò delle virgolette con le mani.

“Non sono affari tuoi.” gli sibilò la rosa. In realtà Lee si era ubriacato ed era stato portato a casa da Neji e Tenten. Al poverino bastava un sorso di vodka per mandare in cortocircuito i neuroni. Prima che si arrivasse alle mani, il gruppo si sentì chiamare. Naruto si sbracciava a pochi metri da loro, in compagnia di Hinata.

“Naruto, te la intendi con Hyuga?” ghignò Sasuke mentre li raggiungeva, facendo avvampare Hinata.

Naruto lo fisso in cagnesco “Taci teme! Piuttosto, guardate cosa abbiamo trovato.” Il gruppo si voltò verso la chiesa. Per un po’ nessuno parlò, poi Ino si decise a rompere il silenzio con la sua voce da pubblicità della Fiesta (la brioches).

“Wow, sembra molto antica. Non l’abbiamo mai notata perché non siamo mai passati per di qua.”

“Fico, entriamo?” chiese Sai.

“E’ proprio per questo che vi abbiamo chiamati.” Naruto era molto eccitato. C’era profumo di mistero.

“Cioè, tu mi hai disturbato dal mio hobby preferito per mostrarmi questa catapecchia dimenticata da Dio che probabilmente conterrà solo tarantole, pipistrelli e acqua santa? Ma fottiti.” a Sasuke non poteva fregargliene di meno. Naruto stava per ribattere, ma venne bloccato da un rumore proveniente dalla chiesa. Sembravano ingranaggi arrugginiti che si mettono in moto dopo molti anni di immobilità. Per un attimo ci fu un silenzio di tomba, poi si sentì il rintocco di un orologio. Per essere vecchia, la chiesa aveva ancora un orologio funzionante. Rimasero impietriti, come in attesa di un segno. E il segno arrivò …

“Che diavolo ci fate qui?!” Tutti sobbalzarono, sentendo una voce alle loro spalle. Si voltarono all’unisono, vedendo un uomo dai capelli argentei e con il viso coperto da una maschera nera.

“Professor Kakashi!” Kakashi era l’insegnante di italiano, un trentaquattrenne affascinante che aveva molto successo tra le colleghe.

“Allora?”

“E-Ecco … noi …” non sapevano proprio come giustificarsi.

“Per questa volta chiudo un occhio” rassicurante, soprattutto perché l’altro era coperto dalla maschera “ma se vi vedo ancora una volta, saranno guai, intesi?”

Il gruppo annuì.

“E ora seguitemi, torniamo al collegio.”

E come dei bravi agnellini, i sei lo seguirono senza fiatare.

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Quella notte, ognuno era nella propria stanza. Il cellulare vibrò a tutti e sei, sullo schermo, lo stesso messaggio:

Ci ritorneremo, vero?

By Naruto”

E tutti, come se le loro menti fossero collegate, risposero con la stessa parola:

SI.

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Holaaaaaaaaaaaaaaa!!! :)  Lo so che sto scrivendo un’altra fic, ma se mi viene in mente qualcosa, non sono tranquilla finché non la scrivo.

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, grazie per aver letto! E ditemi un Ave o Maria, spero di riuscire a scrivere anche i prossimi capitoli così lunghi.

Allora, a quanto pare il nostro Narutello ha fatto una misteriosa scoperta. Che cosa succederà?

Lo scopriremo solo vivendo (uso il noi, perché neppure io so come continuerà).

Mi raccomando recensiteeeeeeeeeeeee :)

Baci bacissimi

PS: VORREI DEDICARE QUESTO CAPITOLO ALLA MIA “GEMELLA” _DEIDARA_. Anche io ti voglio bene!

 

  
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