“ Tu non sei mia madre Beckett. Non hai il diritto di decidere quello che devo fare della mia vita!”
 
Mi continuano a tornare alla mente quelle parole, probabilmente le ultime che le ho urlato contro solo qualche ora fa.
 
Ho lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi lucidi e le guance rigate dalle lacrime. Sento due braccia cingermi e la voce di mio padre sussurrarmi ad un orecchio:
- Non preoccuparti Alexis. Kate ce la farà.  Non preoccuparti, non è colpa tua. -
- Non è colpa mia? Tu dici papà?! A chi ha dato il suo giubbotto antiproiettili? A chi si è parata davanti per proteggere? Chi ora è in quella sala operatoria a lottare contro la morte?
Chi è andata a quel ritrovo anche se lei mi aveva detto di non andare?
E’ colpa mia papà! Solo mia! –
- Alexis… - sussurra. Mi abbraccia forte e mi bacia la nuca: - … non è colpa tua. Lei lo ha fatto perché ti vuole bene e, non te ne darebbe la colpa.
 
Sto piangendo, mi scorrono ancora nella mente le parole dette ieri sera.
- Al, non mi hai raccontato tutto, dimmi cosa c’è che non va… - dice mio padre dolcemente.
Faccio un respiro e, con voce flebile dico: - le ho detto che non è mia madre, e che non ha il diritto di decidere cosa devo fare della mia vita. –
 
Non dice niente, i stringe solo più forte a se.
Rimaniamo così per diversi minuti, finchè non sentiamo le porte che si aprono sbattendo. Mi giro e, vedo Jim Beckett, che con gli occhi lucidi corre verso mio padre.
- Rick… cos’è successo a Kate? Cos’è successo a mia figlia! - 
 
 
 
Nota Autrice
Ciao a tutti!!
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, non ho idee per il seguito… speriamo che le vacanze siano di aiuto.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto, Marty