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Autore: anorexic of emotions    27/12/2013    0 recensioni
Questo è un diario, le storie sono vere e i nomi di persone, città ecc sono falsi perché voglio rimanere nell'anonimato.
Probabilmente lo leggerò solo io, ma non importa.
Ho bisogno di sfogarmi e vorrei essere utile per qualcuno che magari si troverà a leggere la mia storia, si ritroverà in quello che racconto e dirà "mi sento allo stesso modo"; leggendo sarà in grado di evitare i miei errori e prendere una scelta migliore e il mio scopo è solo questo. Sto sognando troppo? Forse.
Sono brava a scrivere, giuro, solo che in certi momenti non è facile mettere insieme tutte le idee e farne uscire un concetto concreto.. Soprattutto quando sono tematiche delicate come queste.
Detto ciò, volevo fare l'ultima premessa: se leggi mi farebbe piacere avere un tuo parere, che sia negativo o positivo.. Accetto tutte le critiche, purché siano costruttive!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Threesome
Capitoli:
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"I'm friend with the monster that's under my bed,
get along with the voices inside of my head"

(Sono amica del mostro che è sotto il mio letto,
va d'accordo con le voci che sono dentro la mia testa)

canta Rihanna.

Ma cosa succede quando il mostro non è nascosto sotto al letto, né nell'armadio, né dietro le tende?
Cosa succede quando non è nemmeno nella nostra testa, come un senso di colpa o una paura infondata?
Cosa succede quando non è una presenza che ci osserva dall'angolo della stanza, quando è reale e tangibile, ci cammina accanto, sentiamo il suo respiro sul collo e la sua pelle può toccare la nostra?
Cosa succede quando il vero mostro è una persona, che frequenta anche casa tua, che non desta sospetti, che ti si può avvicinare senza che nessuno dica niente?
Ci sono tipi di mostri più pericolosi del fantasma del vecchio proprietario di casa morto in un terribile incidente e dell'uomo nero.
Ci sono mostri, dentro gli esseri umani.
Ci sono mostri, che sono esseri umani.

Ci sono mostri che arrivano, ti fanno del male, intendo davvero, fisicamente, e poi se ne vanno, ma la loro ombra ti perseguiterà tutta la vita, trasformandosi in quella sensazione che hai quando cammini per strada e sembra che qualcuno ti segua e in quegli incubi così brutti e oscuri che fai la notte.
Ma ce ne sono di peggiori. 
Ci sono quei mostri che entrano nella tua vita senza farsi problemi, ti fanno del male, male davvero, come quelli della categoria precedente. E poi hanno pure la faccia tosta di rimanere, di spacciarsi per persone che ti vogliono bene e che vogliono soltanto proteggerti. Hanno pure la faccia tosta di raccontare a tutti di quanto sia idilliaco il vostro rapporto mentre continuano ancora a farvi del male.
Cosa fare quando si ha a che fare con l'ultima categoria di mostro?
E soprattutto, cosa fare quando due mostri così, si trovano a confronto?
È esattamente così che mi sento adesso.
C'è sempre qualcosa che ci rende ciò che siamo e c'è sempre un motivo se una persona è così fuori dal comune o spaventata.
Il mio motivo è un mostro che mi ha fatto del male la prima volta quand'ero piccola, ma che continua ancora a farmene. Non gli bastano i miei incubi e le mie torture interiori, ne aggiunge sempre altre, giorno per giorno.
Ma il mio calvario non è finito perché c'è un altro mostro che ha fatto e fa tutt'ora parte della mia vita. A volte è difficile capire come comportarsi, soprattutto perché ora questi due mostri si sono trovati a confronto e ho scoperto che non hanno fatto, né fanno del male solo a me.
Sono una persona forte, sono in grado di sopportare, sono in grado di trattenere le lacrime. Ma quando qualcuno a cui voglio bene viene attaccato da un "mostro", non posso stare zitta, non posso non farmi valere.
Sono uscita allo scoperto, ma non è facile. Non è facile tirare fuori tutto e non è facile farlo tutto insieme.
Riuscire a dire la verità su un mostro, ad un altro mostro che ti si mette davanti come un parafulmine dicendo "ti proteggo io" non è il massimo. Non puoi rispondere "e da te, chi mi protegge?".
Avrei voluto un po' più d'attenzione, perché i segni sono visibili da un occhio attento. Se a mia figlia, a una mia amica, a una mia parente fosse successo quello che è successo a me, io l'avrei visto.
Io l'ho visto.
È successo lo stesso a mia cugina, da parte del mio stesso mostro, ed è stato questo a spingermi a parlare. Altrimenti non l'avrei mai fatto. L'avrei coperto, avrei nascosto le tracce.
Non ho pianto, non mi sono lamentata. Ho detto la verità, tutte le cose come stavano, senza tremare di paura, senza asciugarmi il naso, con una freddezza da fare quasi spavento.
Sembro una malata mentale a parlare con mia madre di cose orribili, senza battere ciglio. No, non sto mentendo. No, non ci ho fatto l'abitudine. Semplicemente sono consapevole del fatto che lei è più fragile di me, quindi non voglio farle del male più di quello che le è già stato afflitto. Sì, perché uno dei due mostri dà la caccia anche a lei.
Non so come fare, non so come comportarmi, non so come spiegare, non so come reagire, non so più niente.
Sto male, ma sto bene. Riesco a gestire, ma non so se devo. Non so se sarebbe meglio crollare e farmi portare da uno psicologo, se sarebbe come resettare il gioco dopo aver perso tutte le vite e ripartire come se non fossi mai morta.
Mi piace quest'ultima frase. Quest'attinenza. Sì, perché mi sento come se fossi morta. Morta tante volte e poi rinata, senza partire da zero, come se nessuno avesse voluto darmi un'ultima chance e me la fossi presa da sola, strappata con le unghie e con i denti, per paura di mollare, mollare davvero, perché per quanto le cose possano tentare di uccidermi, io non ho intenzione di lasciarglielo fare.
Non mi arrendo facilmente e sono felice di non averlo fatto fin'ora.
Ma adesso mi sto chiedendo se non sarebbe meglio. Per me.
Lasciarsi andare, è l'unico modo per vincere il dolore. Ignorarlo, è l'unico modo per sopportarlo.
E non so perché mi sto sfogando così, su un foglio del blocco note del mio computer. Che poi pubblicherò, in anonimo.
Che cosa stupida, cosa potrebbe pensare di me chiunque leggesse queste parole? 
Sì, sono una fottuta malata mentale, mi faccio schifo e non ho problemi ad ammetterlo. Tutti lo sanno, tutti l'hanno capito. Forse.
Sono felice, ma nella mia vita c'è un fondo di tristezza, una non armonia che è sempre stata presente e mi ha sempre dato la caccia, da quando questi mostri sono venuti a prendermi la prima volta.
Nessuno leggerà questo pezzo intero, ma giuro che è quello scritto più col cuore. Ho messo la musica e ho iniziato a scrivere parole a caso, senza nemmeno pensarci, non ho nemmeno riletto perché non volevo cambiare nulla. Ho lasciato che per una volta fosse il mio cuore a esprimersi, e non i miei pensieri. Perché ho dei pensieri belli e dei pensieri opprimenti, ma i sentimenti.. Beh, quelli non possono essere espressi a parole. A meno che non si smette di pensare alle parole.
È questa la chiave, per me. 

Sì, sto dando dei consigli al nulla su come farsi un'autoanalisi, ma adesso non ho più bisogno di psicologi e roba varia, adesso sto bene. Adesso ho smesso di nuovo di avere paura, adesso posso ricominciare a combattere.

Ma, mi chiedo, quando finirà questa guerra?
  
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