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Autore: EverySingleMoment_    27/12/2013    1 recensioni
Tanto spendido era, che a vederlo si sarebbe pensato fosse fatto appositamente per star lì, seduto a quel piano, in quel luogo, in quella calma. E tanto tranquillo era che nemmeno si accorse di due occhi verdi, e di un viso luminoso che lo gurdavano fermi sullo stipide dell'ingresso della stanza. Harry semplicemente lo osservava dietro un'angolo, i ricci morbidi a ricadergli dolci sulla fronte e a contornargli il volto, ed un sorriso tanto piccolo quanto immenso e intriso di gioia per ciò che stava ammirando.
Genere: Angst, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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No one could have ever say how much it will last




 
Dolci note risuonavano quella sera d'inverno nell'appartamento, inondandolo di musica e melodie ripetute all'infinito fino a renderle perfette.

Un giovane snello era seduto al pianoforte, che regnava quasi al centro della stanza con la sua bellezza e con le grandi vetrate coperte da tende azzurre e bianche a fargli da sfondo. Un rincuorante fuoco illuminava la stanza ed il volto del ragazzo, chiaro e tanto bello da sembrare scolpito nel marmo. Aveva le labbra schiuse, lo sguardo basso e concentrato sui tasti d'avorio sui quali faceva scorrere le lunghe dita  con determinata leggerezza. Ogni tanto poi abbassava le palpebre, perdendosi nella musica che stava producendo ed in quella bolla di protezione invisibile che con tanta cura si era creato intorno.

Tanto spendido era, che a vederlo si sarebbe pensato fosse fatto appositamente per star lì, seduto a quel piano, in quel luogo, in quella calma. E tanto tranquillo era che nemmeno si accorse di due occhi verdi, e di un viso luminoso che lo guardavano dall'ingresso della stanza. Harry semplicemente lo osservava dietro un'angolo, i ricci morbidi a ricadergli dolci sulla fronte e a contornargli il volto, ed un sorriso tanto piccolo quanto immenso e intriso di gioia per ciò che stava ammirando.
Ma soprattutto, era nelle sue iridi brillanti che si leggeva la profondità di quell'amore tanto forte che provava per la figura snella seduta alla tastiera.

Oh, Harry lo amava. Lo amava, ma non come non avrebbe mai amato nessun altro, perché quello era decisamente un modo di dire che non gli era mai piaciuto; più che altro si può dire che lo amava.. incondizionatamente. E, sì, anche se sembra una parola banale ma degna di una qualsiasi frase d'amore, c'è molto più dietro queste lettere che dietro un intero poema, perché è facile dire "ti amo" senza provare a che punto questo amore possa arrivare e cosa riuscirà a superare.
Ma Harry, se di una cosa era sicuro, era che la forza, il calore ed il sentimento che nasceva ogni volta dal suo corpo e dal suo cuore da quando amava, avrebbe battuto ogni condizione.

E una delle cose che più adorava di quel ragazzo seduto davanti a lui, era la luce che sembrava emanare ogni volta, come se davvero brillasse, specie nei momenti come quello che stava osservando semi nascosto ai limiti della stanza. Le volte in cui il mondo sembrava svanire e intorno a lui c'era solo la pace a circondarlo, chiudendolo nei sogni e nelle speranze che altrimenti non avrebbe avuto modo di liberare dalla prigione eterna e spinata del suo animo.

Harry ricordava definite quelle poche ma importanti volte in cui gli era - chissà come - stato permesso di entrare in quella bolla e permesso di conoscere i segreti contenuti in essa, di cui a volte era persino parte, ma nonostante ciò continuava a sentirsi in qualche modo a disagio a trovarsi tanto vicino a quello spazio privato e volerlo attraversare pur sapendo di trovarsi nel torto facendolo.
Come se ci si trovasse in un vicolo dall'accesso privato alla cui fine però si sa ci sia il più prezioso dei tesori. E pur sapendo di non potere si desidera ardentemente oltrepassare quel divieto ed entrare.
Così era per Harry, e lui, come ogni ragazzo amante dei rischi, decise di attraversare quel divieto, in un desiderio sempre più forte di avvicinare al limite possibile la sua anima a quella dell'altro.

Iniziò ad avanzare silenzioso, soppesando ogni passo come un ladro pronto a raggiungere il suo obbiettivo; l'unica differenza era che il riccio non aveva alcuna intenzione di rubare alcun' chè, ma anzi voleva mantenere la meraviglia a cui si stava avvicinando esattamente com'era, per non comprometterne la bellezza.

<< Louis? >> sussurrò quando fu abbastanza vicino, ma sia per la fievolezza della sua voce in quel momento, sia per la musica che la copriva, l'altro ragazzo non si sentì chiamare.
Harry si avvicinò ancora, tanto che da dietro sfiorava lo sgabello del piano, mentre Louis continuava a suonare ininterrotto. E non smise nemmeno quando << Hazza. >> disse, essendosi accorto pur senza voltarsi del riccio, come se ne avesse sentito la presenza accanto alla sua.
Questo allora, al suono del suo nomignolo, allungò le mani sulle spalle dell'altro, che solo allora smise di suonare e si girò verso di lui, sorridendogli dolcemente.

<< Sei bravissimo. >> disse Harry, anche se si rendeva conto di aver detto quella frase chissà quante volte senza mai stancarsene. Allungò poi il collo e posò un casto bacio sulle labbra di Louis mentre quest'ultimo gli sussurrava un silenzioso grazie.
<< Vuoi sederti qui? >> disse poi, battendo piano con una mano sullo sgabello e guardando il suo ragazzo in piedi dietro di lui.
Harry scosse la testa, semplicemente, facendo qualche altro passo avanti ed andando ad appoggiarsi con i gomiti sulla coda del pianoforte, le mani sotto il mento e lo sguardo fisso sul suo Lou.
Un'altro sorriso scappò dalla labbra di quest'ultimo, prima che le sue dita ricominciassero a scorrere prima lente e poi sempre più in fretta sulla tastiera. 

Harry aveva quasi scordato quando bello e profondo fosse ritrovarsi in quella sitazione, in quel momento indefinito nel tempo e nello spazio, in cui nulla esisteva se non due ragazzi e della musica. E allo stesso tempo aveva quasi dimenticato quanto fosse anche pieno di tristezza e sofferenza il tempo in cui musica e pensieri gli scorrevano nelle vene come sangue, inondandogli il corpo e martellandogli il cuore.
E quando rammentò quella sensazione quasi straziante, allora quasi si pentì di voler essere entrato nel "mondo" di Louis, quel mondo che - al contrario dell'esterno - risualtava fragile, spezzato e privo di vita al suo interno.

La forza devastante della verità del tormento insediato nel cuore di quel giovane meraviglioso seduto al piano, colpì Harry tanto forte da lasciarlo senza forze, per quanto già di sè fosse abituato alla sofferenza. E quella che li circondava, con le sue note basse e tristi, ma anche acute e disperate, lente e a volte veloci, intense o quasi inesistenti, quella non era solo musica, ma il cuore di Louis aperto a mostrare tutte le sue pene.

Per Harry Styles, Louis Tomlinson era sempre stato il più forte tra loro, colui che pur di proteggere il loro amore rischiava e mentiva e si autodistruggeva ogni giorno, momento dopo momento. Quello che si sacrificava, sempre, per quanto costasse e facesse male, perché, come diceva sempre, lo stare accanto alla persona che amava ripagava a pieno e anche oltre i suoi sforzi, perché lui aveva un vero motivo per cui andare avanti. Harry era quel motivo, e glielo stavano sottraendo poco a poco.
Harry non era egoista, lasciando a Louis il dolore, anzi soffriva anche lui seppur in modo più evidente all'esterno, solo non riusciva a resistere tanto, e crollava davanti a tutti molto prima, per quanto non volesse. E si sentiva male per questo, per il suo essere tanto debole sia dentro sia fuori quando si trattava di Louis. 

Louis che era forte fuori ma distrutto dentro; Harry che cercava di essere forte all' apparenza, ma le crepe del dolore al suo interno non si lasciavano nascondere.
Louis era un diario segreto, Harry un libro aperto. E su entrambi era impresso il dolore di un segreto celato troppo a lungo.
Un'alta torre erano diventati ormai, pezzo dopo pezzo, bugia dopo bugia, con nient'altro che lacrime a fare da collante. Una torre squilibrata e pericolante, piena di pezzi rotti e in procinto di cadere, anche se sembrava non volerlo fare mai.

Il riccio aveva il viso bagnato di lacrime, l'altro le tratteneva a stento, e quando non riuscì più a contenersi, si alzò brascamente dal suo sgabello, sbattendo forte i pugni sulla tastiera e interrompendo musica e silenzio. Poi gettò le sue braccia deboli al collo di Harry che intanto si era mosso verso di lui, afferrando il corpo di Lou non appena questo si era arrivato contro, come se fosse la sua salvezza in un mare in tempesta, il suo porto sicuro, il suo rifugio.
Perché quello erano le loro braccia, le une il rifugio del corpo dell'altro, un luogo protetto, caldo, in cui ripararsi quando se ne aveva bisogno. Erano luce, erano casa, erano amore. Ed era quando quei due corpi tanto diversi si stringevano tra loro che si sentivano davvero completi, come due pezzi di puzzle incastrati tra loro. Non un bacio, non il sesso, un'abbraccio era tutto ciò di cui avevano bisogno per sentirsi davvero vivi.

<< Amore.. >> riuscì a sussurrare Harry dopo molto, ma nulla più uscì dalle sue labbra in seguito; non c'erano parole giuste da dire in quel momento.
Nè un "andrà tutto bene", perché neanche lui ne era sicuro, nè un "non piangere", visto che era lui il primo a non riuscire a smettere.
Il silezio a volte è la cura a tutto, così Harry lo preferì; preferiva rimanere con parole sospese in quel vuoto soffocante, che continuare a parlare e aggiugere altro di cui poi non sarebbe riuscito a  controllare gli effetti.

Passavano i secondi, i minuti sembravano eternità, e loro rimanevano esattamente dov'erano, respirando l'uno sulla pelle dell'altro e asciugandosi dolcemente le lacrime a vicenda. Si guardavano negli occhi, semplicemente, immengendosi l'uno nell'anima dell'altro cercando di coglierne i lati più profondi, come sempre.

Blu nel verde e verde nel blu.

Cielo in terra e terra in cielo, combinandosi perfettamente in un unica, perfetta sfumatura. Un unica tonalità pronta a riassumere la loro essenza, il loro essere profondamente ed indissolubilmente legati.

 
***
 
<< Non lasciarmi andare, ti prego. >>
<< Te lo prometto. E tu non lasciare che crolli. >>
<< Lo giuro. >>

 
***
 
Promesse suggellate sotto candide e calde coperte, tra corpi intrecciati, cuori che battono e labbra unite a suggellarle, erano l'essenziale del loro amore.

Giuramenti innocenti, pronunciati in momenti in cui l'unica cosa necessaria per continuare era una speranza, una sicurezza ed un punto d'approdo; ma poi chi poteva dire che sarebbero stati rispettati?
Milioni era diventate ormai le promesse che avevano sancito l'uno con l'altro, spesso identiche o simili, ma in un certo senso sempre nuove. E continuavano a crearne, disperati, alla ricerca di quel qualcosa che gli avrebbe fatto credere in futuro migliore e meno immerso nel buio.

E finché il ricordo di quelle notti di promesse durava, durava anche il coraggio, forte e spinto dal sentimento, e quando anche quello terminava, in una delusione o momento di smarrimento, altre lacrime ed altre promesse seguivano, in un circolo continuo di speranze perse e rinnovate.

Ma niente e nessuno avrebbe mai potuto sapere quanto e se sarebbe durato.












A | A - Angolo Autrice

Buon giorno/sera/qualunque ora sia,
dopo non so quanto tempo che non mettevo più piede su efp, mi sono decisa finalmente di portare a termina questa piccola OS che avevo scritto un bel po' di tempo fa e che avevo lasciato tra le "da trascrivere." 
Finalmente durante queste benedette vacanze natalize (buon Natale a tutti, a proposito!) ho trovato tempo per metterla a punto, quindi eccola qui.
E' la mia prima Larry, o almeno la prima che pubblico, e nonstante non sia forse la cosa migliore che abbia mai scritto, nè una delle più inventive o dalla trama spettacolare, devo dire che ne sono abbastanza contenta. Non è un racconto preciso, i dialoghi si possono contare sulla punta delle dita visto che è basata soprattutto su un ammasso di pensieri e sensazioni che altro.
Spero vivamente che, a voi che l'avete letta, sia piaciuta, per cui sarei molto contenta di sapere cosa ne pensate, bene o male che sia.

Altre due parole e giuro di aver finito:
Primo, voglio ringraziare le noiosissime ore di storia e geografia a scuola che mi hanno dato la "possibilità" di scrivere questa (invece di fare lezione, ma sorvoliamo).
Poi devo ringraziare Tumblr, perché.. Tumblr è sempre Tumblr e l'ispirazione che prendo da lì non la trovo da nessun'altra parte.
Grazie anche alla mia Madda, che (anche se non so se leggerà questo) mi ha incoraggiata e aiutato con la lettura e correzione.
Ed infine grazie a voi che leggete, perché le soddisfazioni di vedere quelle visualizzazioni salire sono solo merito vostro.

Lots of love,
Ary
   
 
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