You bleed just to know you’re alive
Quando ancora viveva a Winterfell e lui e Robb si sfidavano nel cortile con le spade, era frequente che si tagliassero e le gocce di sangue vermiglio spiccavano sulla neve candida. Era normale, era giusto così, si sposavano bene con il respiro affannoso e il battito accelerato dovuti allo sforzo. Urlavano i nomi dei loro eroi, di quelli che aspiravano a diventare in un futuro non troppo lontano e nemmeno il dolore dovuto alle ferite li poteva fermare, erano inarrestabili, ebbri della loro giovinezza e delle loro speranze.Adesso, sulla Barriera, faceva talmente tanto freddo che il dolore non si sentiva nemmeno, veniva immediatamente anestetizzato e rimpiazzato da un lento intorpidimento, piuttosto che dal consueto acuirsi dei sensi. Era stato inutile e sciocco sognare di essere ricordato, lui non era Daeron Targaryen, il Giovane Drago che aveva conquistato Dorne a soli quattordici anni, era Jon Snow, il figlio bastardo di un Lord morto, rinchiuso per sua stessa scelta in una prigione di neve. La vista del suo sangue che macchiava le bende era la sola cosa che gli ricordava di essere ancora vivo, di avere ancora un cuore che batteva al centro del petto, di non essere solo una statua di ghiaccio in costante veglia verso la fine del mondo.