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Autore: Bertu    28/12/2013    3 recensioni
Brian abbracciò la sua bambina.
- All’apparenza essere come la neve può essere insopportabile. Ma non significa essere freddi, gelidi o distanti… Significa essere innocenti, candidi e puri di cuore. Significa saper apprezzare le cose più genuine e semplici, ma ricordandosi che ognuno di noi è diverso… non esistono due fiocchi identici. Se ti dicono che sei come la neve, ricorda… non sei neve qualunque, ma neve del Montana. Pura e candida come nessun’altra -
Perché Brian nelle vesti di cowboy sexy è mozzafiato… ma in quelle di padre è semplicemente perfetto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa OS partecipa al contest natalizio del gruppo “Pagine di vento – EFP”

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GRAZIE A ILARIA PER IL BANNER *^*
 
Un vecchio proverbio afferma che il tempo passa in fretta quando ci si diverte.
Beh… non è vero.
Il tempo passa sempre in fretta.
Brian lo poteva chiaramente osservare semplicemente guardando le foto incorniciate sulla mensola in salotto.
 
Erano trascorsi 18 anni da quando la bionda aveva bussato fradicia alla sua porta.
18 anni di amore e di passione.
18 anni di gioie.
18 anni di litigi risolti mettendo da parte l’orgoglio e aprendo il proprio cuore senza aver paura di spezzarlo di nuovo.
 
Naturalmente anche loro, come ogni coppia, avevano avuto i loro momenti negativi. Sorridendo amaramente e passandosi una mano tra i capelli, il cowboy pensò a quelle notti passate a dormire sul divano perché qualcuno si era impossessato della sua parte del letto.
O semplicemente dopo un litigio con la bionda. Voleva ancora avere sempre ragione…
Non sarebbe mai cambiata.
 
I momenti difficili c’erano stati.
Ma erano riusciti a superarli.
 
Ne erano usciti più forti.
Ne erano usciti insieme.
 
Sempre sorridendo tracciò con l’indice il profilo del volto di Julie, sorridente all’uscita della chiesa il giorno del loto matrimonio.
C’era la neve… proprio come aveva sempre desiderato.
Era l’inizio di dicembre eppure non c’era freddo come gli altri anni. Brian si ricordò che il giorno prima aveva sperato, aveva pregato, in qualche misero fiocco che rallegrasse la bionda e rendesse quella giornata perfetta come aveva sempre desiderato.
E le sue richieste erano state esaurite.
Piccoli fiocchi di neve volteggiavano leggeri nel vento e andavano a posarsi sui capelli biondi di Julie, acconcianti in tanti boccoli.
 
Un leggero strato bianco aveva coperto tutta la cittadina e il sagrato della chiesa.
Julie gli era apparsa un angelo quando era avanzata verso di lui.
 
Nevicava quando Emma era venuta da lui in cerca di un abbraccio, di una spalla su cui piangere, dopo la sua prima delusione amorosa.
Stava sistemando alcuni box nella stalla più grande e, sentendo una porta sbattere, si era voltato in direzione del rumore.
Nemmeno due secondi dopo la sua piccola, che tanto piccola ormai più non era, stava piangendo circondata dall’abbraccio caldo del suo papà.
Si erano seduti su una balla di fieno, in silenzio.
La neve, intanto, continuava a cadere fitta. Sembrava voler cancellare tutto il male che c’era al mondo avvolgendo i prati, la casa, le stalle, la cittadina… avvolgendo tutto come in un grande abbraccio.
Stringendo tutti affinché non si sentissero più soli e la tristezza potesse scivolare via.
 
C’era la neve quando Jason aveva detto per la prima volta “papà”.
Era marzo e si stava lentamente sciogliendo. Il verde dei prati stava pian piano riconquistando terreno e lui stava cullando il suo secondogenito.
La bionda era immersa nelle bolle della vasca da bagno… si era meritata un po’ di sano riposo.
 
Il silenzio era stato interrotto da un balbettio.
- Pppppaaaaapaaa -
Si era subito voltato verso il piccolo. Aveva davvero…?
- Ppppppppppaapa – ripeté convinto.
 
- Oh… Jason! – disse baciandogli una guancia.
Il cuore gli scoppiava di felicità mentre gli faceva il solletico.
C’era ancora la neve e Jason l’aveva chiamato per la prima volta “papà”.
 
E anche quell’anno sarebbe andato a scegliere l’albero di Natale con lei.
Sotto la neve.
 
Si avvicinò ale scale, annodandosi la sciarpona rossa che la bionda aveva fatto a maglia appositamente per lui. Nonostante il lavoro la tenesse sempre impegnata, aveva trovato il modo per diventare a tutti gli effetti la perfetta moglie di un cowboy.
Non che ne avesse mai dubitato, ma era bello vedere il sorriso soddisfatto di sua moglie dopo una lunga giornata di lavoro.
 
Guardò l’orologio. Una moglie decisamente in ritardo.
- Bionda! Ti vuoi dare una mossa?! Più ritardi e più la temperatura scende…! -
Sogghignò.
Abitava nel Montana da 18 anni e amava la neve alla follia, ma era nemica giurata della temperatura a volte fin tropo rigida.
 
Sentì dei passi lungo le scale e prese le chiavi del pick-up dalla mensola. Si girò per porgerle una mano e alzò il sopraciglio quando vide che non si trattava della bionda.
 
- Becca… che ci fai qui? Non dovresti essere da Ashley a studiare? -
L’ultima dei suoi tre figli scosse la testa.
- Mamma ha detto che non può venire perché deve finire il piano di bilancio per zia Sal. Allora ha mandato me -
 
Brian guardò Becca indossare gli stivali e il berretto.
Aveva l’espressione assorta e sembrava tranquilla, ma da buon padre capì subito che c’era qualcosa che non andava.
- Bec… perché non sei da Ashley a studiare? -
 
Il cowboy si pentì subito di averglielo chiesto.
Lo sguardo di Becca lo trapassò da parte a parte.
Fredda.
Glaciale.
Omicida.
 
Il padre alzò le mani in segno di resa e poi le sorrise.
- Dai Bec.. Andiamo a prendere il nostro albero di Natale -
 
Sul pick-up Brian cercò di parlare del più e del meno.
Da bravo padre si impegnò a capire cosa non andava.
Cosa turbasse la sua Bec.
 
Ma lei era brava a nascondere le emozioni.
Un po’ come lui.
In effetti… si assomigliavano molto.
 
Lo aveva capito subito, dalla prima volta che l’aveva tenuta in braccio, quasi 13 anni prima.
Gli occhi, uguali a quelli del padre per la forma e il colore, lo avevano sfidato.
La bocca, la stessa di Brian, si era arricciata per poi distendersi in un sorriso.
Avevano anche lo stesso naso.
 
E lo stesso carattere.
“Tu mi creerai vagonate di guai, signorina, già lo so”.
Mai prima impressione si rivelò più giusta.
 
Becca era una Corry in tutto e per tutto.
Testarda.
Orgogliosa.
Brian non si ricordava l’ultima volta che gli avesse chiesto aiuto, per qualsiasi cosa. Preferiva cavarsela da sola, anche a costo di fallire mille volte, ma alla fine riusciva sempre  a trovare la soluzione più adatta.
 
Brian la osservava sempre da lontano, pronto a intervenire in qualsiasi occasione e a sentire il proprio cuore riempirsi di gioia quando, dopo ogni successo, vedeva la sua Becca girarsi verso di lui con lo sguardo trionfante.
“Vedi… ce l’ho fatta anche questa volta. Da sola. Ma grazie per avermi assistito da lontano” sembravano dire quegli occhi identici ai suoi.
 
Non l’aveva mai tagliato fuori, eppure quel pomeriggio…
Becca era davvero distante e il cowboy proprio non sapeva se ce l’avrebbe fatta ad aspettare una spiegazione.
 
Fermò il pick-up e scesero contemporaneamente.
Intanto la neve aveva ricominciato a cadere sempre più fitta.
Becca stava osservando gli alberi. Non lo avrebbe mai ammesso, ma amava scegliere l’albero di Natale con il padre.
 
La neve e il silenzio avvolgevano il paesaggio, rendendo surreale quell’atmosfera nel bosco. Lavorarono in silenzio, scambiandosi poche occhiate e nessuna parola.
Entrambi furono d’accordo sull’albero da tagliare: un abete abbastanza ricco di rami da poter essere abbondantemente addobbato da Emma e Julie. Erano loro che di solito si occupavano della faccenda. Jason avrebbe acceso il pc e cantato, o meglio stonato, qualche canzone di Natale. Il cowboy avrebbe osservato e dato suggerimenti mentre Becca, silenziosamente, in cucina sfornava dei biscottini alla cannella che erano la fine del mondo.
 
Sempre in silenzio, Brian sistemò l’abete sul pick-up e lo legò in modo che non cadesse durante il tragitto.
Proprio quando stava per perdere ogni speranza, Becca parlò.
 
- Odio l’inverno. Odio la neve -
 
Seduta su una roccia gigantesca che spuntava dal terreno, continuava a guardarsi i piedi e le impronte degli stivali sulla neve fresca.
Brian continuò a trafficare con l’albero, ma non si girò. Doveva parlarle, ma, contemporaneamente, lasciarle la privacy che desiderava.
- Perché odi la neve? Ti è sempre piaciuta… -
Lentamente si voltò verso di lei e, vedendola, sentì il suo cuore incrinarsi.
 
Le braccia incrociate appoggiate alla ginocchia e il volto triste.
Trattenendo l’impulso di correre e abbracciarla, distese le braccia lungo le gambe. Con Emma sarebbe bastato un abbraccio e una pacca sulla spalla avrebbe spronato Jason a ritrovare il sorriso.
 
Ma, da buon padre, sapeva che Becca non assomigliava né al fratello né alla sorella.
Abbracci e pacche sulle spalle non avrebbero funzionato.
Bisognava aspettare.
Solo aspettare.
 
La biondina sollevò il viso dal suo rifugio, pronta ad affrontare gli occhi del padre.
Vedendoli, così blu, così attenti e pazienti, così terribilmente uguali ai suoi, non riuscì a resistere un momento di più.
- Odio l’inverno… odio la neve. Perché io sono l’inverno. Io sono la neve -
 
Il viso sprofondò di nuovo tra le sue braccia e Brian con due falcate coprì la distanza che li separava. Si sedette sulla neve vicino a lei, spronandola in questo modo a continuare.
 
- Sai papà… vorrei tanto essere come Emma o Jason – proseguì Becca sempre tenendo la testa bassa. Dal suo nascondiglio la voce usciva ovattata. – Invece sono gelida come l’inverno. Fredda come la neve. Lo dice sempre anche Ashley… Non si riesce mai a scherzare con me e allontano i ragazzi con uno sguardo. Sai come mi ha chiamato? La principessa dei ghiacci… -
 
Sospirò.
- Vorrei tanto essere come Emma, papà. Lei è l’estate. La sua risata è come il sole che non tramonta mai. Emma è allegra come le serate estive passate attorno a un falò facendo abbrustolire mashmellow e raccontandosi storie di paura per poi ridere tutti insieme. Emma è stare sdraiati nel prato davanti a casa leggendo un bel libro e sentendo il sole e i fili d’erba mossi dal vento accarezzarti la pelle -
 
Fece una piccola pausa e poi continuò, la voce strozzata.
- E Jason? Mi piacerebbe anche essere come lui… Jason è l’autunno, il bosco che cambia colore, la prima aria frizzantina che ti pizzica le guance, la scuola che ricomincia e poter vedere i tuoi amici tutti i giorni. Jason e il suo senso della famiglia sono reincarnati nella festa del Ringraziamento, nel tacchino mangiato insieme e nella stupida partita di football che segue il pranzo. Ma io non sono nulla di tutto ciò… -
 
Un singhiozzo ruppe il silenzio mentre la neve continuava a cadere.
Il cowboy guardò la sua bambina. Così forte eppure così tremendamente fragile.
La sua Becca riusciva a vedere solo il lato negativo della situazione… ma doveva assolutamente farle capire che lei non era solo una principessa del ghiaccio.
 
- Ѐ vero Bec… se tu fossi una stagione saresti sicuramente l’inverno. Con tanta tanta tantissima neve. Ma sai che ti dico? L’inverno è la mia stagione preferita… -
Becca riemerse dal suo nascondiglio, asciugandosi una lacrima con la mano guantata.
- E sicuramente non sei né il sole né il vento… tu sei la neve, Bec. Candida e pura come la neve. Sei come la neve in Montana. Avvolgi tutto quello che si può vedere con il tuo abbraccio, fai dimenticare i problemi che stanno sotto la superficie, fai brillare gli occhi ai bambini solamente con qualche fiocco. La neve rende più caldo il fuoco che scoppietta nel camino e crea un paesaggio magico -
 
Brian abbracciò la sua bambina.
- All’apparenza essere come la neve può essere insopportabile. Ma non significa essere freddi, gelidi o distanti… Significa essere innocenti, candidi e puri di cuore. Significa saper apprezzare le cose più genuine e semplici, ma ricordandosi che ognuno di noi è diverso… non esistono due fiocchi identici. Se ti dicono che sei come la neve, ricorda… non sei neve qualunque, ma neve del Montana. Pura e candida come nessun’altra -
 
Becca si strinse di più al padre e sentì il proprio cuore alleggerirsi.
C’era rimasta talmente male dopo che Ashley aveva detto quelle cose così cattive… solo perché lei non aveva voluto “rubare” il peluches preferito di Timmy, il figlio della signora Janics, vicina di casa di Ashley. La sua amica non aveva capito che il povero Timmy non riusciva a dormire senza quel cavallo, ultimo regalo del padre prima della missione, e le occhiaie della signora Janics erano troppo profonde.
Meritava riposo, non pianti.
 
Se la conseguenza del suo comportamento era avere un’etichetta… beh, l’avrebbe portata con fierezza.
Era la principessa dei ghiacci, dopotutto.
 
E suo padre aveva ragione.
Essere come la neve aveva più pregi che difetti.
 
Si voltò verso il bosco. La neve continuava a cadere e aveva quasi coperto le impronte lasciate dagli stivali.
- Grazie – gli disse sorridendo prima di salire sul pick-up.
 
“Candida e pura come la neve in Montana” queste erano state le parole del padre.
Si confidava poco con lui, ma quelle rare volte non la deludeva mai.
Trovava sempre le parole giuste.
 
“Mi chiamo Becca Corry e sono candida e pura come la neve in Montana” pensò guardando suo padre mettere in moto.
“E ne vado fiera” aggiunse sorridendo.
Perché, se lo aveva detto suo padre, doveva certamente essere vero.
 
 
Ciao ragazze :)
Dopo un po’ di tempo ritorno con quello che è stato “il mio primo amore” e spero che vi abbia fatto piacere :)
Come avete ben potuto vedere è avanti nel tempo, ma le cose in Montana sono rimaste le stesse… Il solito tran tran xD
Questo è il futuro che ho immaginato per Brian e Julie… e che ho voluto condividere con voi :D
Quindi… con questa OS vi auguro un buon inizio anno! Che il 2014 vi porti tante belle cose e sia 2014 volte migliore dell’anno passato :)
Vi ricordo il mio account fb (Bertu efp) per fare due chiacchiere, chiedermi chiarimenti o semplicemente dirmi “ciao :)”.
Se volete leggere qualcosa di mio vi propongo “Un nuovo Messaggio” oppure la OS “Giulia
Se avete tempo e voglia… lasciatemi una piccola recensione che mi riempirò il cuoricino di gioia <3
Un bacione e tanto tanto amore  *^*
E ancora… buon anno :D
Vostra Robi
   
 
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