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Autore: Reagan_    28/12/2013    3 recensioni
Due cognate in Weasley.
Il Natale.
E le chiacchiere del dopo cenone.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Audrey, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Due Cognate Weasley e il Natale

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Atto Unico




La cenere della sigaretta svolazzò in cerchio e si posò sulla neve fresca.

Audrey strisciò il tacco della scarpa sul piccolo monte di polvere di tabacco e imboccò la sigaretta e aspirò un altro po' di fumo.
Odiava il natale anglicano.
Non c'erano le celebrazioni maestose a cui era abituata.
Nessuna monumentale chiesa, solo un lungo pasto, le solite chiacchiere e qualche goccio d'alcool in più.
Perfino la signora Weasley si era concessa un bicchiere di liquore e l'aveva fissata con uno sguardo infastidito quando la vide sorseggiare la sua vodka.

Il suo sguardo si posò sul suo ventre gonfio e non poté non sentirsi in colpa nei confronti di quella creatura che stava assumendo involontariamente nicotina e alcool.
Lasciò la sigaretta cadere sul terriccio innevato e la calcio via.
La gravidanza la stava rendendo una persona difficile. Non riusciva a non trovare nauseante il cibo inglese, le canzoni di natale le causavano atroci mal di testa così come gli strilli di Victoire e il continuo confronto con l'altra incinta della famiglia, Fleur, la irritava.
Aveva profonde occhiaie, un cronico male alla schiena, le caviglie che iniziavano a dolerle un po' troppo, mentre Fleur era fantastica nel suo abito floreale che evidenziava il suo pancione. Lei, invece, aveva ignorato le occhiate stizzite di Percy qualche ora prima e si era infilata un paio di pantaloni elastici, scarponcini da neve e un maglione lungo e leggermente sformato. Non aveva voglia di pensare alla formalità dell'evento, lei non festeggiava il natale il 25 dicembre, era ortodossa e lo sarebbe stata fino all'ultimo. Il fatto poi che i Weasley e i maghi inglesi in generale non fossero religiosi la scioccava e la intristiva, nessuno sembrava capire quanto tenesse ad andare alla messa della sera e intonare i lunghi canti liturgici.
Infilò rabbiosamente le mani in tasca e si guardò intorno, si era rifugiata dietro il capanno e cominciava a sentire freddo con solo il maglione indosso, nell'aria volavano ancora leggiadre piccoli batuffoli di neve. Incrociò le braccia, si appoggiò al legno instabile del capanno e si mise a fissare il cielo scuro con le poche stelle che lo illuminavano.
-'Sera.-
Audrey sobbalzò spaventata e istintivamente strinse la bacchetta.
Ma a parlare non fu qualche mangiamorte o criminale di bassa lega, bensì la sua futura cognata.
Le sorrise e gesticolò in segno di scusa e si appoggiò nuovamente al capanno.
-Dovresti metterti qualcosa addosso.-
Audrey le sorrise appena e la squadrò.
Pansy Parkinson era vestita come se dovesse presenziare in qualunque momento a una grande cena di gala. Abiti che sicuramente Percy avrebbe approvato. Il tubino nero la fasciava esaltando la sua magrezza, la giacca chiara era un piacevole contrasto così come il cerchietto verde, ma i suoi occhi fissavano sconcertati i sottili tacchi che indossava con una certa disinvoltura.
Pansy seguì lo sguardo della cognata e si osservò le sue scarpe.
-Ti piacciono, sono di vernice. Le ho prese apposta per stasera.- le disse.
Audrey notò il tono acuto e le brevi frasi come un primo segnale di uno stato di ubriachezza. -Appoggiati al casotto, altrimenti mi scivoli a terra e ti dovrò lasciare qui, non ho la forza necessaria per trascinarti fino alla Tana, prima che diano l'allarme.-
Pansy annuì e alzò le braccia per sgranchirsele. -Credimi non si accorgerebbe della mia scomparsa.-
Audrey aggrottò la fronte pensierosa. Per tutta la sera l'aveva osservata cautamente mentre si sforzava di mangiare qualcosa e aveva notato un senso di disagio crescente fra Ronald e Pansy. Quando l'aveva presentata in famiglia, un paio di mesi fa, aveva intravisto una piacevole connessione ma quella sera sembrava fossero estranei.
-Sta pur certa che non ti lascio morire prima di averti preparato la mia kulebiaka.-
Pansy ridacchiò e si tolse il cerchietto. -Va bene, va bene.- le sussurrò appiattendo la frangia e le ciocche ribelli. -Comunque tuo marito ti cerca.-
-Non è mio marito.- commentò secca Audrey.
Pansy alzò un sopracciglio. -Qualcosa non va nel paradiso dei funzionari del Ministero?- domandò con una nota acida e un tono sorpreso l'ex Serpeverde.
Audrey si morse le labbra e rimpianse di aver gettato via la sigaretta, avrebbe voluto fumarla fino ad arrivare al filtro.
-E' che … Percy può essere testardo quando vuole. Ed ha un'idea su ogni cosa, ogni cosa!- esclamò esasperata. Si passò una mano sulla tempia notando una vena ingrossarsi, cominciò a respirare lentamente e a rilassare i muscoli del collo e delle spalle.
-Dolohova, non mi starai dicendo che il tuo Weasley è un dominatore?- chiese sorridendo alle buffe immagini che stava immaginando.
-Credici o no, lui è convinto di esserlo, ma stavolta sta superando ogni limite. La prossima volta che dirà che il coso andrà a Grifondoro gli spaccherò la testa.-
Pansy rimuginò un po' e si avvicinò lentamente ad Audrey. L'alcool le aveva annebbiato i sensi e solo allora si era resa conto che la maschera sempre serena che Audrey indossava ogni volta, si stava sciogliendo.
Sapeva che era un Auror fra i più brillanti e fisicamente preparati, tant'è che occasionalmente lavorava nelle Forze Armate Babbane. Una di quelle professioniste di cui si parla sempre e solo in merito a bravura e intelligenza. Tuttavia era anche una donna sensuale e bella, con i suoi capelli biondi, gli occhi chiari, gli zigomi affilati e il sorriso gentile che increspava spesso le labbra sottili. Aveva quella bellezza antica e sbiadita delle donne nobili di una volta.
Nonostante vivesse da due anni in Inghilterra, però, emanava ancora quel disorientamento tipico degli stranieri appena arrivati.
Nei suoi occhi si leggeva chiaramente la nostalgia per la sua patria e il nervosismo con cui aveva partecipato al cenone della vigilia glielo aveva confermato.
-Perché invece di nasconderti dietro un capanno non gli dici quello che provi.- disse Pansy indicando la Tana.
Audrey sbuffò. -Sembra non capire.-
-Allora minaccialo.-
-Si trincera dietro la scusa degli ormoni.-
-E non è vero?-
Audrey ridacchiò passandosi una mano fra i capelli. -Sì, in parte sì. Ma mi sembra di essere un po' troppo … Protetta dai Weasley. da un paio di mesi a questa parte vedono solo il pancione. Io non esisto più.-
-Lo fanno anche con Fleur!- esclamò Pansy toccandole con un dito il ventre.
-Lo fanno con minore intensità, lei è legalmente sposata ed è al secondo figlio. E' seduta sull'altare dell'Immacolata Concezione. Io sono la donna che rifiuta il matrimonio. La peccatrice da guardare con benevolenza perché è tanto spaventata dal concetto di eterno.-
Audrey si morse l'interno della guancia e si voltò per osservare lo sguardo pensieroso della sua cognata. Le sembrava strano starsene lì a parlare con la figlia di un mangiamorte che era stata condannata al carcere e che ne era uscita con una classe e una serenità che invidiava. Lei ancora non chiudeva occhio, troppo spaventata dall'idea di rivivere gli ultimi istanti di vita di suo padre prima che la sua mano e la sua bacchetta lo uccidessero.
-Allora sii te stessa. Non reprimere sguardi, battute taglienti e quant'altro. Sii te stessa anche se vuol dire vodka, guerriglie in giro per il mondo, sigarette e una convivenza perpetua. So cosa significa vivere una vita all'insegna di ciò che vorrebbero gli altri.- le sorrise mestamente. -Sono la regina delle vite non vissute e sto cominciando solo ora, con quella testa calda di Ronald, anche se mi fa arrabbiare in continuazione. Tu e Percy dovete solo trovare il vostro nuovo equilibrio. Altrimenti ricattalo con il sesso, funziona sempre.- le due donne sgranarono gli occhi e scoppiarono a ridere.
Risero a lungo e poi si godettero il piacevole silenzio.
-Mi ha fatto bene sfogarmi un po'.- ammise Audrey passando una mano sul piccolo pancione. -Stasera incomincerò con gettare la lunghissima lista di nomi di Percy dalla finestra. Non chiameremo mai nostro figlio Erasmo, dovrà passare sul mio cadavere!-
Pansy la tirò con un braccio e si appoggiò a lei. -Ho le gambe molli, ho bisogno di un sostegno.-
-Certo che non andrai lontano se scegli come sostegno una donna incinta.- sbuffò Audrey aiutandola ad avanzare fra la fanghiglia e la neve fresca. -Comunque non mi hai raccontato cosa sta succedendo tra te e Ronald!- disse Audrey curiosa.
Pansy scrollò le spalle. -E' talmente geloso che ha deciso che non devo più andare in quel posto Babbano dove vendono i dolci perché il commesso mi ha fatto l'occhiolino in sua presenza.- improvvisamente si mise a sghignazzare. -Si è messo a fare l'offeso e io gli ho negato il sesso e il cibo. Fra due giorni cederà.- disse convinta.
Le due donne si sorrisero e s'incamminarono con attenzione verso il piccolo patio della Tana.



-Ma che avranno da ridere quelle due?- domandò Ronald scuotendo la testa.
Le due donne stavano risalendo il sentiero, continuando a fermarsi per ridere e indicarli con cenni grotteschi.
Percy scrollò le spalle. -Io non penso di riuscircela a fare.- bevve un lungo sorso di burrobirra prima di rivolgersi ai fratelli. -E' completamente fuori di testa, un momento prima si mette a ridere e un momento dopo è il triste mietitore sceso in terra. Ogni volta che le chiedo di sposarmi, mi guarda come se le avessi chiesto di lanciare una maledizione senza perdono. Non arriverò alla nascita del bambino, mi ucciderà prima.-
George rise divertito, gli piaceva molto quella Audrey e il suo magistrale modo di condurre il fratello sull'orlo di una crisi di nervi. -E tu non chiederglielo più. Nessuno di voi si è accorto di come le stiamo addosso?-
-La mamma sta addosso a tutti, continua a mandarmi pacchi viveri convinta che Pansy non sappia cucinare e che viviamo separati da mille miglia.- borbottò Ronald fissando concentratissimo il suo bicchiere. -Lei si rifornisce ogni giorno da quel negozio con il commesso cascamorto e mi fa incazzar … - un pugno sulla spalla di George lo fece tacere, le due ragazze erano appena arrivate e Pansy si era lanciata sull'alcool.
Audrey si mise accanto a Percy che le chiese se non avesse freddo.
-Ho talmente caldo che potrei spogliarmi e andarmene in giro nuda, Weasley. Dovrai abituarti.- Percy la fissò sbigottito e leggermente arrossito.
Audrey si dileguò dentro annunciando che aveva un'improvvisa voglia di biscotti allo zenzero.
Pansy, che aveva sentito tutto, la seguì ridacchiando.
-Ma che hanno da ridere?- chiese nuovamente Ronald.
-Sono i mille misteri delle donne, fratellino, dovevi pensarci prima di presentarci Pansy. D'ora in poi loro e Ginny se ne staranno in un angolino a ridacchiar e prenderci in giro fino alla morte. Per questo sono single, vorrei evitare che tutti sapessero delle mie performance sessuali.- George li guardò ironico e decise che quella era la battuta finale, rientrò in casa ridacchiando.
Le fronti di Percy e Ron rimasero corrugate a lungo e solo quando sentirono la voce della loro genitrice chiamarli, rientrarono nella vecchia casa.





Note dell'autrice
Vi devo alcune spiegazioni sulle due protagoniste:

Audrey Dolohova è figlia del Mangiamorte Antonin Dolohov da lei ucciso durante la Battaglia Finale ad Hogwarts.
E'un Auror di nazionalità russa, mandata a lavorare in Inghilterra all'inizio del conflitto. Sta insieme a Percy da poco meno di due anni.

Pansy è stata incriminata ed incarcerata per nove mesi in quanto non si è mai opposta alla scesa del Signore Oscuro e ha fatto parte del sistema opressivo dei Carrow.
Lei e Ron avevano avuto una relazione durante il quinto anno, fallita miserabilmente e che è ricominciata poco prima di uesto Natale da me raccontato.



   
 
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