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Autore: althea85    28/12/2013    2 recensioni
Per chiunque avesse letto la mia precedente fanfiction su Agnese e Agnese e per chiunque vuole provare con me a fare un salto nel futuro, siamo venticinque anni dopo le vicende che ho narrato nell'altra ff. Quali vicissitudini d'amore e di vita vivranno Francesco ed Elisa (figli di Agnese e Andrea), Fabrizio (figlio di Martina ed Emilia) ed Elena (figlia di Alessandro e Costanza Sturani)? La Rivonbrosa del futuro.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agnese Ristori, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 Una storia così - 25 anni dopo
Una storia così - 25 anni dopo



Cast:
Marchese Francesco Casalegno Van Necker: Francesco Testi
Conte Fabrizio Ristori: Ludovico Fremont
Contessa Elena Sturani: Daniela Fazzolari
Marchesa Elisa Casalegno Van Necker: Cristiana Capotondi
Principessa Marianna Grifeo di Partanna: Serena Autieri
Granduca Carlo Isastia: Remo Girone

1824. Venticinque anni dopo.

Giardino di Rivombrosa. Due uomini in tenuta da scherma, si affrontano con la spada, i colpi di lame che si scontrano risuonano nell’aria.

“Tanto vinco io, come al solito”

“Eh no, io stavolta non voglio cedere”

“Vuoi darmi filo da torcere, lo sai che sono un osso duro”

“Con la spada perché con le donne sono più bravo io di sicuro”

“Touchè. Lo vedi perché ti batto sempre perché tu ti distrai a pensare alle gonne”

“Ragazzi, ragazzi” da lontano si udì la voce di una donna di una certa età, che attraversando il giardino arrivò da loro “E’ arrivata una lettera di Elisa” disse lei affaticata.

“Mamma quante volte ti ho detto che devi riposare, non voglio che ti stanchi così tanto, potevi mandarci a chiamare da Adele o da qualche altra domestica”

“Ah, sciocchezze”

“Zia Agnese guarda che Francesco ha ragione, ultimamente la tua salute fa i capricci e sai quanto stiamo in pena per te”

“Fabrizio sei sempre molto caro, ma io sto bene, le sofferenze che pesano sono quelle dell’animo, non del corpo” il suo volto si incupì.

Francesco intuì la tristezza della madre e cercò di distrarla “Allora mamma, cosa dice la mia sorellina?”

“Ormai anche lei sta crescendo, sta diventando una donna lo sento da quello che mi scrive, dal modo in cui si racconta”

“Ancora alle prese con quadri, mostre e pittura?” chiese disinteressato Fabrizio.

“Quella è la sua passione e tu da buon Ristori, sai bene, che noi seguiamo sempre le nostre passioni fino in fondo” rispose la marchesa Casalegno.

“Ancora non dice quando pensa di tornare? Parigi è bella, affascinante, ma prima o poi dovrà tornare a casa sua” esclamò Francesco.

“Sono sicura che sceglierà la sua strada al momento che sentirà più giusto” concluse Agnese, congedandosi da suo figlio e suo nipote.

Palazzo Sturani.

“Papà cosa stai facendo?”

“Alessandro, ma cosa ti ha fatto di male quell’orologio?” chiese Costanza a breve distanza da sua figlia.

“Volevo aggiustare una lancetta, ma l’ho smontato ed ora non sono più capace di rimontarlo” affermò un po’ sconsolato il conte.

“Come al solito caro, vuol dire che ne compreremo un altro” lo rasserenò la moglie.

“Già, piuttosto posso sapere come mai il mio studio ha l’onore di ospitare queste due bellissime nobildonne?” disse cominciando a scrutare la moglie ed Elena per cercare una risposta.

“Non guardare me, rivolgiti a tua figlia, che non vedeva l’ora di comunicarti la sua brillante idea”
“Dimmi pure cara”

“Papà non puoi dirmi di no, voglio dare una festa a Palazzo, tra pochi giorni sarà primavera, le giornate saranno più tiepide, luminose e poi cresceranno tanti fiori ed io voglio invitare persone e festeggiare”

Alessandro cercò lo sguardo di sua moglie per intuire cosa ne pensasse lei, ma Costanza scrollò leggermente le spalle “Mah tesoro, come mai questa idea?”

“Per dare un po’ di movimento a Rivombrosa, qui è sempre tutto così uguale, così monotono, almeno una festa porterà un po’ di allegria e poi alle feste si fanno gli incontri più interessanti” disse con un velo di malizia.

“Va bene va bene, faremo questa festa” disse in segno di resa Alessandro.

“Grazie… grazie… grazie” lo baciò la figlia “Mamma ora devi venire con me, dobbiamo pensare a tutto e soprattutto agli invitati, agli addobbi” e di fretta lasciarono lo studio.

Elena Sturani era una ragazza di circa 26 anni, bella, affascinante e con un bel carattere, allegra e spensierata in alcuni tratti traspariva ancora un po’ di infantilità, ma altre volte dimostrava anche grande maturità. Unicogenita figlia dei conti Sturani, era stata da sempre molto amata e viziata dai genitori e dai suoi nonni finchè erano stati in vita. Cercava l’amore da un po’ ed il suo cuore sembrava tradire un sussulto per un nobile della zona.

Agnese era nella sua stanza, tra le mani, un crocifisso, era assorta nelle sue preghiere, nei suoi pensieri “Mamma” una breve pausa “mamma”

“Francesco, dimmi?”

“Pensavi a papà, vero?” chiese con tristezza lui.

“Mi manca tanto, ogni giorno è un peso enorme sopportare la sua assenza, se non ci foste voi e questa casa, la mia casa, credo che quel giorno a Venezia, mi sarei gettata anche io tra le fiamme”
“Mamma non dire così, ti prego, lo sai che non lo sopporto, anche a me manca tanto, tra pochi giorni saranno 4 anni, sembra passata un’eternità, quello che mi consola e che la sua morte non è stata vana e che è riuscito a salvare quei bambini intrappolati nell’istituto”

“Francesco tuo padre, era un uomo di coraggio, di valore, di sani principi, è sempre stato un eroe nell’animo ed è morto eroicamente per difendere gli altri, i più deboli, come aveva fatto da giovane per le nostre terre”

“Io spero solo di poter essere alla sua altezza per Rivombrosa, per prendermi cura di te e di Elisa”

“Sei un bravo figlio Francesco ed io e tuo padre siamo sempre stati orgogliosi di voi, nei vostri sbagli e nel vostro valore”

Il marchese abbracciò sua madre. Poi qualcuno bussò alla porta della camera di Agnese.

"Chi è?” chiese lei ricomponendosi.

“Zia, Francesco, sono Fabrizio” disse una voce da fuori la porta.

“Entra pure” acconsentì Francesco.

“Scusatemi ma Adele mi ha detto che eravate qui e volevo darti questa zia” disse porgendole una busta.

“Sai cos’è?” chiese Francesco.

Il conte accennò un no.

“Si tratta di un invito ad una festa, sono i conti Sturani che nella persona della figlia Elena ci invitano a partecipare ad una festa per la primavera”

“Chissà perché mi sembra una cosa stupida” commentò Francesco.

“Le feste non sono mai stupide” osservò, invece, Fabrizio.

“Ma certo pensa a quante nobildonne a cui rubare il cuore con le tue arti di corteggiatore, a me non piace fare quattro moine a destra e a manca, senza offesa personale, cugino”

“Non c’è offesa, lo so bene come sei fatto e di certo non mi spiego come mai un nobile bello e impossibile come te, non trovi gusto a divertirsi un po’ con le donne che gli cadono ai piedi praticamente”

“E forse questo il punto il giorno che troverò quella giusta, sarò io a cadere ai suoi piedi”

“Ragazzi prima che ad esser offesa sia una vecchia signora rappresentante della schiera di donne che non sono trofei da mostrare agli altri, volevo informarvi che la contessina Elena precisa il grande piacere che avrebbe se il conte Fabrizio Ristori ed il marchese Francesco Casalegno partecipassero all’evento”

Il marchese sbruffò.

“Dai che ti eleggo mio accompagnatore ufficiale, non vorrai mica farmi andare da sola?” lo spronò Agnese

“Eh, va bene, ma ora se vuoi scusarci mamma, voglio concedere una rivincita a qualcuno” disse guardando il cugino “Andiamo in giardino prima che cali il buio"

Arrivò il giorno della festa a Palazzo Sturani, i saloni addobbati con fiori e frutta, le tavole imbandite e la nuova nobiltà piemontese che si confrontava con i problemi del tempo, il dopo napoleone, la restaurazione avevano lasciato malcontento generale, i nobili e molti re erano stati rimessi a loro posto dal congresso di Vienna, ma i privilegi dei pochi non potevano più essere accettati dal popolo, che segretamente si incontrava e si organizzava per rivendicare più libertà.

Agnese e Francesco fecero il loro ingresso nella sala, le giovani nobildonne, non poterono trattenersi dall’ammirare il marchese, i suoi occhi azzurro cielo risplendevano in mezzo alle luci delle candele.

“Mamma ma sai che io non la ricordo nemmeno molto bene questa Elena” affermò sottovoce all’orecchio della madre.

“E’ quella ragazza, in fondo, alla sala. Si sta avvicinando con la madre” chiuse lei.

“Cara Agnese sono molto lieta di darvi il benvenuto a questa festa” li accolse Costanza.

“Grazie a voi dell’invito, contessa” rispose Francesco.

“Non so se vi ricordate, lei è mia figlia Elena, è tornata da Londra un anno fa e ha avuto l’idea di organizzare questa festa, per riprendere i contatti con i vecchi amici”

Elena sembrava essere su un altro pianeta, lo sguardo intenso ed incantato che rivolse a Francesco non era passato inosservato a sua madre e alla marchesa.

Anche Francesco rimase molto colpito “Non vi ricordavo così bella” disse sbilanciandosi in un complimento.
“Costanza avrei piacere di salutare Alessandro, ma non lo vedo” cercò una scusa per allontanarsi Agnese.

Il marchese e la contessina restarono soli e scoprirono subito una bella sintonia tra loro.

Ma mentre passeggiavano in giardino, sentendosi da soli, in mezzo a tanta gente, vennero interrotti.
“Ah, ecco dove vi eravate cacciati” li sorprese Fabrizio.

“Conte Ristori” accennò un saluto Elena.

“Contessa la primavera risplende su di voi e nella vostra bellezza” le baciò la mano Fabrizio.

“Siete molto galante conte, come sempre” arrossì lei.

“Voi non sapete quanto ho apprezzato la vostra idea di dare una festa, non sono mica come mio cugino che ritiene schiocche certe occasioni”

Francesco lo fulminò con uno sguardo.

Elena rimase molto male a quella rivelazione di Fabrizio “Mi dispiace marchese se non avete gradito, adesso se volete scusarmi, mi dedico ad altri ospiti, forse apprezzeranno di più il mio ricevimento” se ne andò senza lasciargli neanche il tempo di ribattere.

Fabrizio la rincorse scusandosi di essere stato inopportuno, mentre il cugino infastidito dalla piega che aveva preso la situazione decise di congedarsi, si scusò con la madre e gli Sturani e abbandonò la festa.

  
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