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Autore: thinkingofyou    28/12/2013    2 recensioni
Fabio, innamorato veramente per la prima volta, e Marta, innamorata anche lei per davvero di Fabio.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Inlove.


Sono in centro e aspetto. Aspetto di fronte al mio vecchio liceo, come ogni giorno dal lunedì al sabato. E finalmente, dopo almeno un’ora che aspetto la campanella suona e orde di ragazzi si precipitano fuori. Non c’è nessun genitore ad aspettarli, vanno tutti via da soli. Questa scena mi fa venire in mente che anche io non volevo che i miei venissero a prendermi, come tutti gli altri. Poi la vedo, in tutta la sua bellezza. Oggi ha la maglietta a mezze maniche perché fa caldo ed è la prima volta che ha i capelli sciolti. Il suo nome è Marta e so solo questo di lei. Sono cinque mesi che ogni giorno aspetto che esca da scuola e, oltre a questo, non sono mai riuscito a sapere veramente qualcosa di lei. Ho cercato di saperne di più dai miei amici ma nessuno di loro la conosce. Allora mi sono affidato alle mie sensazioni e al mio istinto e ho cercato di crearmene un immagine attraverso quello che riesce a far trapelare nei dieci minuti scarsi in cui la vedo.
Ogni volta che varca la soglia dell’ingresso della scuola e si dirige verso le scale i nostri sguardi si incontrano, come fosse un appuntamento; poi mi passa accanto e io sento il suo profumo, sempre lo stesso: fragola.

Oggi c’è anche Claudio con me, il mio migliore amico dalle medie.

-Sei innamorato forte eh?-
-Mi piace tanto. A dire il vero non posso dire di esserne innamorato, perché non la conosco affatto...-
-Fidati amico, se rinunci agli allenamenti di basket delle due per lei sei innamorato.-

E ride, e rido anche io. Lei mi passa davanti e mi guarda ancora e io allora, per la prima volta, ho il coraggio di alzarmi e seguirla fino alla stazione.
Sa che la sto seguendo, ogni tanto si gira, credo che non lo faccia per puro caso, e vede me e Claudio dietro di lei; chissà cosa pensa.

Va avanti così per altre due settimane, poi la scuola finisce e io sono perso. Mi sento veramente idiota perché avrei dovuto chiedere di più quando avrei potuto, ora mi aspettano tre lunghi mesi senza poterla veramente vedere se non nei miei pensieri.
 
 
-Svegliati eremita. Oggi ti fai una doccia, ti vesti e andiamo al bar che non ce la faccio più a vederti così, andiamo-
-Claudio non ne ho voglia, lasciami dormire-
-Alzati adesso, prima che ti tiri giù io-

E io per non farmi infastidire di più mi alzo, faccio quello che dice perché nemmeno mi farebbe dormire senza prima aver ottenuto quello che vuole, e usciamo, andiamo al bar di fronte alla scuola, luogo azzeccatissimo per ricordarmela direi, e ordiniamo io un the freddo e lui un cornetto con un cappuccino. Mi chiedo come faccia ad avere così tanta fame. Ma forse è la tristezza che non mi fa mangiare.

-Mi sto chiedendo se è davvero possibile che a 19 anni tu possa essere ridotto così per amore. Insomma a quest’età potresti divertirti e tutto il resto e invece sei innamorato di una quindicenne-

E io annuisco pensieroso, sorseggiando appena il the, finché la porta del bar si apre e si richiude subito dopo, senza sbattere, come se qualcuno l’avesse accompagnata con le mani, e sento una risata, inconfondibile. Allora mi volto verso il rumore lieve e la vedo ed è veramente bellissima. Ha in una mano una busta della Mondadori e nell’altra la borsa di pelle nera. E’ con la sua amica di sempre e ride chissà per che cosa. Poi, come attratta da una calamita, si volta anche lei, mi vede, mi sorride e io come un idiota le sorrido.

Claudio mi sta guardando, serio.
-E’ la tua ultima possibilità, lo sai vero?-

Il cameriere va a prendere le ordinazioni e subito dopo lo chiamo e gli chiedo di portare il tovagliolo in cui ho scritto il mio numero alla ragazza con gli occhiali seduta a due tavoli da noi.
Il cameriere chiede “E’ amore, vero?” sorride e poi se ne va. Porta le ordinazioni insieme al mio tovagliolo al tavolo e forse le spiega che quel tovagliolo è da parte mia perché si gira e mi indica e allora lei si volta e mi saluta, con la mano. Come un idiota la saluto anche io e mi giro verso Claudio, con lo sguardo sul disegno a mosaico sul tavolo, finché lui non mi indica un punto dietro di me e io mi volto e me la trovo di fronte.

-Pensavo che, nonostante la mia timidezza, il tuo “biglietto”, se così vogliamo chiamarlo, esigesse una risposta “di persona”. Sono cinque mesi che ti vedo fuori scuola, sempre lì ad aspettare chissà chi e io all’inizio pensavo davvero che aspettassi qualcuno di importante per te. Poi la mia amica mi ha detto che da come mi guardavi e da come mi sorridevi secondo lei eri lì per me. Io non le ho mai voluto credere. Mai. Mi sono sempre detta che una ragazzina come me, nemmeno quindicenne, non può attirare l’attenzione di un diciannovenne come te, semmai il contrario. Non credo te ne sia mai accorto, ma è almeno un anno e mezzo che sono innamorata di te, che ogni volta che ti vedo il cuore praticamente mi esplode…-
A quel punto si interrompe e torna al tavolo. Io la seguo e la volto, poi la bacio, senza fretta.

Penso che ce l’ho fatta, ce l’ho fatta per davvero.
  
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