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Autore: giraffetta    28/12/2013    7 recensioni
"Mi sta dicendo di no, signorina Mason?" le chiese, freddandola con uno sguardo di implacabile risolutezza.
"La sto mandando al diavolo, Snow!" grugnì Johanna, scoprendo i denti e sentendosi per un attimo forte. Nessuno poteva comprarla come se fosse una bambola. Non si sarebbe mai abbassata a prostituirsi per i Capitolini! Piuttosto, la morte. L’aveva già sfidata, dopotutto.
Os di confronto tra Johanna e Snow!
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Johanna Mason, Presidente Snow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore di un cuore in frantumi





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Johanna Mason strinse le labbra, impaziente. La festa in suo onore le stava dando la nausea da quando era cominciata, pochi minuti prima. Avrebbe tanto voluto sgattaiolare via, in sordina, e prendere il primo treno per tornare al suo distretto, ma sapeva di non poterlo fare.

Da quando aveva vinto i 71esimi Hunger Games, pochi giorni prima, era diventata ufficialmente una proprietà di Capitol City. Niente più autonomia, niente più privacy, niente più pace.

Era costantemente sotto i riflettori: tutti volevano scambiare due parole con lei, tutti smaniavano per un suo sorriso, tutti pendevano dalle sue labbra. Si sentiva come un fenomeno da baraccone, una specie di pupattola da circo.

Nessuno sembrava considerare che era stata un’assassina, che aveva ucciso senza pietà dei ragazzini soltanto pochi giorni prima.
Adesso era una star, anzi la star.

Recuperò un bicchiere di liquido ambrato da un vassoio e si appiattì contro una tenda di velluto rosso. Sperava di confondersi col tessuto, dal momento che indossava uno strambo abito rosso, ornato di merletti e piume, ma dubitava di riuscire ad avere almeno pochi minuti di pace.

Tempo due secondi e si ritrovò accerchiata da un gruppetto di strani personaggi, con chiassose parrucche ornate di frutta e fiori. Sembrava che un grosso faro le fosse stato acceso proprio sopra la testa e che centinaia di occhi la scrutassero con insistenza.

Sbuffò esasperata all’ennesimo complimento di uno strambo Capitolino e gli piantò una gomitata nelle costole, per poi sfoderare un sorrisetto ironico e passare oltre. Detestava tutto quel lusso e quelle moine ma, se voleva rivedere la sua famiglia, doveva sopportare ancora un po’ quella farsa.

Poggiò il calice ormai vuoto su un tavolo e, senza essere fortunatamente vista, sgusciò sul terrazzo deserto, rabbrividendo per l’umidità della sera. Dentro, la musica continuava a suonare come sottofondo e il cicaleccio fastidioso degli invitati la sovrastava in pieno.

Johanna si appoggiò alla balaustra di marmo e osservò la calma del giardino. Solo poche ore e avrebbe rivisto i suoi cari, pensò. Chissà cosa le avrebbero detto. Chissà come l’avrebbero giudicata.

Si morse un labbro e scosse la testa. Era viva, e questo bastava.

<< Ehm, ehm. >>

Un colpo di tosse la fece sobbalzare e si voltò sulla difensiva, sfoderando un'espressione minacciosa.

<< Si calmi, signorina Mason. Vengo in pace. >> asserì il Presidente Snow. Johanna rilassò i muscoli del viso e delle spalle, ma rimase sul piede di guerra. Salutò l’uomo con un cenno del capo e si voltò nuovamente a guardare il giardino.

<< Sono estremamente contento della sua vittoria, signorina Mason. >> iniziò Snow, avvicinandosi alla balaustra. Johanna non rispose, aspettando che continuasse.

<< Ho seguito i giochi con attenzione e lei si è dimostrata una degna vincitrice. Volevo che lo sapesse. >> si complimentò l’uomo.

La ragazza aggrottò le sopracciglia e fissò quei vacui occhi azzurri con sospetto. Il presidente Snow che si scomodava per farle dei complimenti di persona? La cosa le puzzava fin dentro le ossa.

<< Che cosa vuole, Presidente? >> gli sputò in faccia, incrociando le braccia sotto il seno.

Snow sorrise divertito. Le piaceva quella ragazza, aveva grinta e carattere. Ed era molto bella, una bellezza tagliente e indomabile. Eppure, non aveva sfruttato niente di quel potenziale nell’arena: aveva finto di essere una povera e debole ragazzina, per poi uccidere senza pietà i suoi avversari.

Aveva fegato, la ragazza. E cervello.

<< Lei cosa pensa che io voglia? >> le rispose di rimando. Johanna deglutì, a disagio. Era tentata di tirargli un pugno e spaccargli il naso, ma una parte della sua testa le stava suggerendo che non sarebbe stata una buona idea. Perciò, sorrise serafica.

<< Me lo dica lei, Presidente. >> sussurrò nella più perfetta delle recite mielose. Si maledì per la sua civetteria, ma preferiva chiudere subito quella partita e sparire poi tra i boschi del suo distretto per tutto il resto della sua vita.

<< Vede, Johanna – posso chiamarla così?- lei è… come dire, entrata nelle grazie di molte, molte persone. >> esordì Snow. La giovane annuì distrattamente, aspettando.

<< Molte persone influenti pagherebbero oro per… averla. >> sorrise rassicurante.

La portata di quelle parole e il loro significato ci misero dei secondi per arrivare ad essere completamente elaborate dal cervello di Johanna Mason.
Persone influenti che avrebbero pagato oro per averla? La stava forse…vendendo?

<< Non capisco. >> tagliò corto, irrigidendosi.

<< Oh, Johanna. >> sibilò Snow, calcando la voce sul suo nome. Sorrideva proprio come un serpente, fissandola coi suoi occhi azzurri come per ipnotizzarla.

L’uomo fece un passo avanti e si sporse verso il viso della ragazza. Per un attimo Johanna credette che stesse per baciarla, ma Snow deviò verso il suo orecchio.

<< Io so che lei ha capito benissimo, invece. Le sto offrendo una grande opportunità, Johanna. >> sbuffò, solleticandole la pelle con il suo alito caldo. La ragazza sentì rizzarsi i peli sulla nuca e un brivido freddo le percorse la schiena. Tuttavia, allargò una mano sul petto dell’uomo e lo spinse via, decisa.

<< Le ripeto, Presidente, che non capisco. E ora, se vuole scusarmi. >> si congedò, stizzita. Aveva appena voltato le spalle e fatto un passo avanti che sentì il suo polso intrappolato in una morsa ferrea e venne girata di scatto, andando quasi a cozzare con l’imponente figura di Snow.

<< La capisco, sa? >> riprese l’uomo << Vuole giocare alla ragazza innocente e spaventata anche fuori dall’arena, certo. >> asserì. << D’altronde, è così che si vince, e ce l’ha insegnato lei, mia cara, non è vero? >> concluse con un sorrisetto divertito.

Johanna strinse le labbra e strattonò il polso: la presa, però, era salda e ferrea. Era intrappolata tra le spire del serpente, ma doveva rimanere lucida.

<< Glielo spiego io, cosa intendo, ragazza mia. Lei si offrirà a chiunque richiederà la sua compagnia, e lo farà con piacere. >> spiegò Snow risoluto. Johanna spalancò i suoi occhi, deglutendo. Aveva capito bene, quindi: la stava vendendo.

<< Cosa le fa credere che io accetti la sua offerta disgustosa? >> gli sputò in faccia. Avrebbe voluto colpirlo, schiaffeggiarlo, magari spingerlo giù dalla balconata e ucciderlo, ma si sentiva raggelata sul posto, attanagliata da un’assurda oppressione.

<< Mi sta dicendo di no, signorina Mason? >> le chiese, freddandola con uno sguardo di implacabile risolutezza.

<< La sto mandando al diavolo, Snow! >> grugnì Johanna, scoprendo i denti e sentendosi per un attimo forte. Nessuno poteva comprarla come se fosse una bambola. Non si sarebbe mai abbassata a prostituirsi per i Capitolini! Piuttosto, la morte. L’aveva già sfidata, dopotutto.

Snow sorrise, lasciando andare il suo polso e fissandola dritto negli occhi. Sembrava tranquillo, come un predatore che sa già di aver messo nel sacco la propria preda.

<< Lo sapevo. Lo avevo già calcolato. E avevo già preso le mie precauzioni. >> precisò, scuotendo la testa. La ragazza gli rivolse un’occhiata dubbiosa.

<< Cosa sta dicendo? >> si insospettì, cercando di scrutare gli impenetrabili occhi del Presidente.

<< La sua famiglia. >> disse soltanto l’uomo, incamminandosi verso la porta. Johanna sbattè le palpebre, confusa. Sentiva che qualcosa le stava sfuggendo di mano, ma non riusciva ancora a capire cosa c’era di sinistro in tutta quella situazione.

<< Cosa significa? Che ha fatto alla mia famiglia? >> urlò, voltandosi frastornata. Le girava la testa e sentiva caldo, terribilmente caldo. Forse era solo un’impressione, ma le pareva di andare a fuoco, come se si fosse trovata all’improvviso al centro di un deserto arido ed assolato.

Ma non era il suo corpo a bruciare, bensì il suo cuore.

Snow non si voltò a guardarla, continuò a camminare imponente e, una volta raggiunta l’entrata del balcone, si fermò.

<< Lo scopra da sola, Johanna Mason del Distretto 7. La Sala Rossa, in fondo a sinistra. La stanno aspettando. >> disse, scomparendo oltre la vetrata.

Il cuore di Johanna prese a battere furioso mentre correva nella sala del ricevimento. Scansò un paio di stupidi Capitolini che le bloccavano il passaggio e rovesciò il vassoio dei cocktail addosso ad un cameriere, precipitandosi nel corridoio.

Arrivata dinanzi alla porta chiusa della Sala Rossa, si fermò. Il cuore minacciava di esplodere e il fiato le mancava, ma doveva entrare. Una sequenza di immagini mortifere –l’ascia, il sangue, le urla, gli spari, le trombe- le passò dinanzi agli occhi, ma le scacciò con un gesto della mano.

Stava per rivedere la sua famiglia, stava per tornare a casa.

Aprì la porta di scatto e si precipitò dentro, un sorriso vittorioso ad incresparle le labbra.

La stanza era vuota.

Johanna si guardò intorno, sorpresa. Il grande lampadario di cristallo era acceso e proiettava ombre lunghissime sulle pareti rosse. Il camino scoppiettava fragoroso, diffondendo un tenue calore e un aroma di pino bruciato.

<< Mamma? Papà? >> scandì con voce incerta. Fece qualche passo avanti e si fermò al centro della sala, su un grosso tappeto bianco. Sembrava un grosso cuore pulsante, col suo vestito rosso, su un manto di neve candida. Sembrava sangue sporco versato su innocente candore.

Girò lentamente in tondo, non riuscendo a capire che cosa stavano aspettando i suoi genitori e le sue sorelle a sbucare fuori. Avevano voglia di scherzare, forse?

<< Non ci sono, Johanna. >> La voce di Snow riecheggiò tra le mura spoglie, facendo tremare la ragazza. Strinse i pugni e lanciò uno sguardo di sfida all’uomo.

<< Dove sono? Dov’è la mia famiglia? >> chiese arrabbiata. Era stanca di perder tempo. Era stanca di essere trattata come una stupida. Era stanca di dover annullare la sua personalità.

Snow non rispose. Stava fermo sull’arco della porta, il volto serafico e l’espressione tranquilla. Eppure, in quelle iridi di solito spente e lontane brillava qualcosa, un bagliore sinistro.

<< Ho vinto! Ho vinto i vostri maledettissimi giochi! >> urlò Johanna. << Sono scesa in quella schifosa arena, ho ucciso, ho ucciso, perdio! 23 ragazzi e sono uscita vittoriosa! Ho fatto quello che volevate, tutto quello che volevate! >> urlò ancora più forte, girando in tondo, le mani nervose impigliate nell’acconciatura ormai sciolta.

<< Non proprio tutto, Johanna, non proprio tutto. >> scandì Snow. Johanna alzò lo sguardo, spalancando la bocca in un’espressione di pura meraviglia.

<< Non proprio tutto? Non proprio tutto? Vi siete presi tutta me stessa, cosa volete ancora? >> domandò esasperata. Non bastava loro aver preso la sua mente? La sua anima? La sua vita?

<< La domanda esatta è cosa volevo, signorina Mason. Ormai non può darmi più nulla. >> bisbigliò il Presidente.

<< E allora mi lasci in pace! Voglio tornare a casa, subito! Voglio vedere la mia famiglia! >> urlò Johanna. Si sentiva stanca, provata. Desiderava solo abbandonare quel mondo falso ed ipocrita e tornare al suo distretto, per sempre.

<< Tornerà al suo distretto questa sera stessa, Johanna. Glielo assicuro. >> annuì l’uomo, voltandosi. Johanna sospirò. Ce l’aveva fatta, stava per tornare a casa. Si sentiva come un vecchio tronco alla deriva, che stava finalmente raggiungendo un’ansa tranquilla del fiume.

<< Ah! Quasi dimenticavo. >> sorrise Snow, tornando a guardare la ragazza. Quando ebbe fissato gli occhi in quelli della giovane, accennò un piccolo inchino col capo.

<< Condoglianze, signorina Mason. La perdita di tutta la sua famiglia… è terribile. >> costatò con disinvoltura, voltandosi per uscire e richiudendo la porta alle sue spalle.

Tutto ciò che si udì, furono urla disumane e un tonfo sonoro che richiamava il rumore di un vaso andato in mille pezzi.
O di un cuore andato in frantumi.

Solo che ad andare in mille pezzi, definitivamente, era stata Johanna Mason, del Distretto 7.

 



Non riesco a evitare di prenderle la mano mentre mi passa davanti. — Non entrare lì. Gli uccelli... — Gli uccelli devono essersene andati, ma preferisco che nessuno entri là dentro. Nemmeno lei.
Non possono farmi niente. Non sono come voi. Non mi è rimasto nessuno a cui volere bene — dice Johanna, liberando la mano con un gesto impaziente.

                                                                                                                                                                                                                              -Catching fire-




NOTE:
Ho scritto questa os di getto, inseguendo un'assurda idea che mi ballonzolava in testa da un po'. Secondo il mio neurone bacato, durante i 71esimi giochi, il Presidente Snow rimane affascinato da Johanna e, capito il suo potenziale, cerca di comprarla attraverso la famiglia, se mai essa dovesse uscire viva dall'arena. Ricevuto un rifiuto ed intuendo che la stessa Johanna, diventata intanto la vincitrice, lo avrebbe "mandato al diavolo", Snow stermina la sua famiglia, ottenendo così alla fine la propria vendetta.
Ecco, spero di essermi mantenuta IC con entrambi i personaggi e di non aver creato un'enorme sciocchezza!
A presto! *schiva i pomodori*

Giraffetta

                                                                                                                                                                                                                           
                                                                                                                                                                                                                           


                                                                                


                                                                                    
                                                                                            Il Forno ⌠Hunger Games EFPfanfic⌡
  
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