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Autore: Emily27    28/12/2013    5 recensioni
A Natale, cosa non si fa per amore...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jackson Hunt, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Oh Romeo, Romeo...




 
«Oh Romeo, Romeo, perché sei Romeo? Rinnega tuo padre, rifiuta il suo nome, o, se vuoi, legati a me anche solo d'un giuramento, e io non sarò più una Capuleti...»
Martha recita la sua battuta a memoria, con enfasi e addirittura gesticolando, come se si trovasse su un palcoscenico, anziché seduta sul divano. Mentre le pronuncia, io seguo le parole sul copione e, quando arriva il mio momento, mi schiarisco la voce e cerco di recitare al meglio la mia parte, per la terza volta.
«Devo ascoltare ancora, o risponderle?»
«No, no!» mi redarguisce di nuovo lei. «Così non va, il tuo tono non deve essere seccato, devi parlare quasi in un sussurro, con l'espressione sognante. Ricorda che Romeo dice queste parole a se stesso, non alla sua amata.»
Abbasso il copione sulle ginocchia e scuoto il capo. «Martha, la recitazione non fa per me. Non so niente di intonazioni della voce, battute, espressioni sognanti... Fino all'altro giorno ero un agente della CIA!»
Già, ero, perché ora non lo sono più. Da quando l'ho rincontrata, sono rimasto con Martha, non ho più voluto lasciare lei, Rick e Alexis. Ho deciso di abbandonare la mia vita dedita all'azione e al rischio, per iniziarne un'altra, come compagno, padre e nonno. Martha è così esuberante e vitale che non sento la nostalgia del mio lavoro: anche nella vita con lei l'azione non manca. Non viviamo ancora insieme, per non affrettare le cose, ma abbiamo quello che conta: l'amore.
«Lo so, caro, ma se ce la metterai tutta sono sicura che potrai farcela» m'incoraggia Martha stringendomi l'avambraccio. Il fatto è che io non sono certo di voler mettercela tutta.
«Recitare è più difficile della mia missione più pericolosa!»
A questo punto la mia compagna spalanca gli occhi e congiunge le mani davanti a sé, come quando le passa un'idea per la testa.
«Oh un'idea!»
Come volevasi dimostrare.
Me la espone.
«Basta che tu finga di essere in una missione sotto copertura, infiltrato in una compagnia teatrale. Devi far credere di essere un attore.» mi spiega con fare cospiratorio.
In pratica devo fingere di fingere.
«È... è un'ottima idea, ma... » tento di ribellarmi ma lei neanche mi ascolta. Prendendomi entrambe le mani, che ancora reggono il copione, mi costringe a rialzare quest'ultimo davanti agli occhi.
«Forza! Dove eravamo rimasti... Anzi, ricominciamo dall'inizio. Avanti» mi sprona con un gesto della  mano.
Sospiro e riprendo, recitando per l'ennesima volta la battuta.
«Ecco, parla. Oh, parla ancora angelo di splendore, gloria di luce a questa notte, che di lassù sopra...»
Vengo interrotto dal rumore della porta d'ingresso che si apre, da cui entrano Rick e Kate, i miei salvatori.
«Nascondilo» mi ordina Martha a bassa voce, ed io repentinamente provvedo ad occultare il copione sotto ad un cuscino.
Ci alziamo e andiamo incontro a nostro figlio e alla sua futura moglie, carichi di borse e pacchetti.
«Ciao mamma, ciao papà» ci saluta lui, mentre lei solleva due grandi pacchi infiocchettati, dicendo: «Fate spazio sotto l'albero!»
«Con tutto quello che avete comprato ne servirebbero due» considero, aiutandola a portare gli acquisti ai piedi dell'albero di Natale che troneggia in soggiorno.
«Questo è tuo» m'informa la detective indicando uno dei due regali. «Ma non aprirlo fino a Natale!» mi intima con l'indice sollevato. Nonostante mi conosca da poco tempo, sembra aver capito tutto di me. Quella che diventerà mia nuora è una donna davvero in gamba, tanto in gamba quanto bella, e Richard, sangue del mio sangue, non se l'è fatta scappare.
«Ragazzi, avete svaligiato tutti i negozi di New York?» chiede Martha curiosando fra i pacchetti che, portati da Rick, vanno ad aggiungersi ai primi due.
«No, purtroppo Kate mi ha fermato prima» risponde lui desolato, con un'occhiata da cucciolo ferito rivolta alla fidanzata.
«Castle, qualcuno doveva pur farlo.»
Ridendo, prendo i loro cappotti e vado ad appenderli nell'armadio all'ingresso, cercando di farmi venire in mente un espediente per restare da solo con mio figlio, ma, inaspettatamente, è proprio un'inconsapevole Martha a fornirmi l'occasione adatta.
«Kate, cara, ho trovato un vestito favoloso da indossare il giorno di Natale. Vieni, te lo mostro!»
«Certo, sono curiosa.»
Beckett segue la mia compagna lungo le scale che portano al piano superiore, e dopo che le donne spariscono di sopra vado a sedermi sul divano, invitando Rick a fare altrettanto.
«Vieni qui.»
Mio figlio si accomoda accanto a me ed io, a bassa voce, esordisco: «Sono nei guai.»
«Nei guai?!» esclama lui, ma io lo zittisco con l'indice posato sulle labbra.
«Shhh! Parla piano, non devono sentirci» lo avviso accennando al piano di sopra.
«Ma che succede? Riguarda la CIA?» s'informa Rick allarmato.
«No, no, niente del genere.» Magari... «Guarda» dico tirando fuori il copione da sotto il cuscino e porgendoglielo.
Lui lo prende e lo osserva corrugando la fronte, perplesso, dando ad intendere di non capire. «È una scena di Romeo e Giulietta
«Adesso ti spiego.» Traggo un respiro e incomincio: «La compagnia teatrale di tua madre ha organizzato una rappresentazione per la sera della Vigilia, che consiste nell'interpretare una serie di scene tratte dalle opere più famose, a cui potranno partecipare anche amici e familiari degli attori. E lei ha scelto me nella parte di Romeo... Lei sarà Giulietta.»
«Tu, dovrai impersonare Romeo?»
È inutile che Rick tenti di trattenere il sorriso, lo vedo come gli angoli della sua bocca piegano verso l'alto.
«Io posso sparare con due pistole contemporaneamente, calarmi da un grattacielo di quaranta piani, però non so recitare.»
«Se è solo questo il problema, puoi sempre imparare. Ma qual è il motivo di tutta questa segretezza?»
«Tua madre vuole che sia una sorpresa, intende dirvelo solo all'ultimo, una specie di regalo di Natale.»
«Capito. Allora perché me lo stai dicendo?»
«Perché mi serve il tuo aiuto» rivelo. «Dovresti inventare qualcosa da fare per la sera della Vigilia, qualcosa a cui lei non potrà dire di no, facendo così saltare la nostra partecipazione alla recita.»
«Credi sia facile? Lo sai che quando si mette in testa una cosa è impossibile farle cambiare idea.»
Certo che lo so, lo so bene. «Ma se un invito venisse dal padre di Kate, non potrebbe rifiutare...»
«Papà, non posso forzare Jim in tal senso, non sarebbe educato» mi fa notare mio figlio, con tutte le ragioni di questo mondo, ammetto. «Comunque non mi sembra così terribile, si tratta solo di recitare qualche battuta, e poi, se la mamma ci tiene... »
Accidenti, quello che doveva essere un mio alleato sta passando dalla parte del nemico. Non mi resta che mettere tutte le carte in tavola.
«Lo so, hai ragione, tua madre ci tiene ed io sarei disposto a recitare anche tutte le opere di Shakespeare per farla contenta. Il fatto è che... Sarà una recita in costume, ed io... Non voglio assolutamente vestirmi come quella fighetta di Romeo!» confesso urlando a bassa voce.
Il sorriso di Rick esplode sul suo volto. Lo sapevo che avrebbe reagito così, d'altro canto come non capirlo, io stesso mi farei una grassa risata se fossi dall'altra parte. Ma visto che sono dalla mia, continuo ad esporgli il mio dramma, sperando di muoverlo a compassione.
«Dovrò indossare una calzamaglia... Mioddio! E sopra quella cosa con le maniche a sbuffo... Io, un ex agente della CIA, conciato in quel modo, capisci?!»
Rick inizia a sghignazzare ed io lo guardo in tralice: nemmeno un po' di rispetto per il suo vecchio genitore. Comunque, temo che dovrò capitolare.
«Scusa papà, ma anche se potessi aiutarti non lo farei» dice, con le lacrime agli occhi per il tanto ridere. «Non voglio perdermi per nulla al mondo l'occasione di vederti abbigliato in quella maniera.»
Sono fregato.


24 Dicembre

La calzamaglia stringe, il colletto della casacca soffoca, questa specie di berretto mi scalda troppo la testa. E il sipario si apre.
Sento due centinaia di sguardi su di me, appartenenti al pubblico che riempie il teatro e che il buio cela alla mia vista, in quanto l'unico punto illuminato è il palcoscenico. Tra tutta quella gente ci sono anche Rick e Kate, Alexis e Pi, e perfino Jim Beckett è venuto a divertirsi della mia interpretazione. M'immagino mio figlio che già se la ride sotto i baffi: a casa faremo i conti. Intanto, quelli che faccio ora, sono per calcolare le probabilità che fra gli spettatori sia presente qualche mio ex collega della CIA, sarebbe un disastro. Sono quasi sicuro che non ce ne siano, anzi, tolgo il quasi, tanto per farmi coraggio.
Davanti a me, su un balcone di legno allestito sul palco, c'è Martha, incantevole nel suo costume da Giulietta. Perché a lei sta così bene e nel mio vestito io mi sento ridicolo e goffo? Non voglio pensarci, tra qualche istante inizierà lo spettacolo e devo concentrarmi sulla recitazione, cercando di fare una bella figura almeno con quella.
Rivolgo ancora una volta lo sguardo verso il pubblico, nel punto in cui so esserci presenti loro: la mia famiglia. A dir la verità sono felice che siano qui.
Guardo di nuovo Martha, la quale mi sorride e col labiale mi sillaba: ti amo.
Il calore che avverto non è causato dalla calzamaglia o dal berretto, ma mi arriva direttamente dal cuore.
Io, ex agente della CIA, mi trovo su un palcoscenico a dover recitare davanti a duecento persone, abbigliato come quella fighetta di Romeo. E mi sento l'uomo più felice della Terra.





 
Vedere Jackson Hunt vestito in quel modo non ha prezzo, per tutto il resto... c'è Marlowe!
Siete d'accordo? :P
Auguro a tutte un felice 2014, ricco di gioia, salute e sogni realizzati :)


 
  
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